Sura XXI

Al-Anbiyâ’

I Profeti [1]

Pre-Eg. n. 73. Di 112 versetti. Il nome della sura deriva dal suo contenuto.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Si avvicina per gli uomini la resa dei loro conti, mentre essi incuranti trascurano [2] .

2. Non giunse loro alcun Monito da parte del loro Signore che non ascoltassero irriverenti,

3. con i cuori distratti, mentre gli ingiusti tengono tra loro segreti conciliaboli: «Chi è costui [3] se non un uomo come voi? Volete lasciarvi andare alla magia, voi che lucidamente vedete?» [4] .

4. Disse: «Il mio Signore conosce [ogni] parola [pronunciata] nel cielo e sulla terra, Egli tutto ascolta e conosce».

5. Dissero: «Sono invece incubi confusi! O è lui che li ha inventati. Non è che un poeta! Ci mostri piuttosto un segno, come quelli che furono inviati
agli antichi [profeti]».

6. Tutte le comunità che facemmo perire prima di loro non credettero. Crederanno questi [5] ?

7. Prima di te non inviammo che uomini, ai quali comunicammo la Rivelazione [6] . Chiedete alla gente della Scrittura [7], se non lo sapete.

8. Non ne facemmo corpi che facessero a meno del cibo, e neppure erano eterni!

9. Realizzammo su di loro la promessa: salvammo loro e quelli che volemmo e facemmo perire i prevaricatori.

10. In verità abbiamo fatto scendere su di voi un Libro contenente il Monito per voi. Non comprenderete?

11. Quante ingiuste città distruggemmo per suscitare poi un altro popolo!

12. Quando avvertirono la Nostra severità fuggirono precipitosamente.

13. «Non fuggite, ritornate nel lusso e nelle vostre case! Forse ve ne sarà chiesto conto.» [8]

14. Dissero: «Guai a noi! Invero siamo stati ingiusti!».

15. Non smisero di gridarlo, finché ne facemmo messi falciate, senza vita.

16. Non è per gioco che creammo il cielo e la terra e quel che vi è frammezzo.

17. Se avessimo voluto divertirci, lo avremmo fatto presso Noi stessi, se mai avessimo voluto farlo.

18. E invece no, scagliamo la verità sulla menzogna, che le schiacci la testa, ed ecco che essa scompare. Siate maledetti per quello che affermate!

19. Solo a Lui appartengono tutti quelli che sono nei cieli e sulla terra! Coloro che sono presso di Lui non disdegnano di adorarLo e non se ne
stancano.

20. Lo glorificano notte e giorno, ininterrottamente,

21. [oppure] han tratto dalla terra divinità che risuscitano [9] ?

22. Se nei cieli e sulla terra ci fossero altre divinità oltre ad Allah, già gli uni e l’altra sarebbero corrotti [10] . Gloria ad Allah, Signore del Trono, ben al di sopra di quello che Gli attribuiscono.

23. Non sarà Lui ad essere interrogato, sono loro che lo saranno.

24. Si son presi dèi all’infuori di Lui? Di’: «Mostrate la vostra prova!».

Questo è un Monito per coloro che sono con me e per coloro che furono prima di me [11] ; ma la maggior parte di essi non conoscono la verità e se ne discostano.

25. Non inviammo prima di te nessun messaggero senza rivelargli: «Non c’è altro dio che Me. AdorateMi!».

26. Dicono: «Il Compassionevole Si è preso un figlio». Gloria a Lui, quelli non sono che servi onorati,

27. che mai precedono il Suo dire e che agiscono secondo il Suo ordine [12] .

28. Egli conosce quel che li precede e quel che li segue ed essi non intercedono se non in favore di coloro di cui Si compiace, e sono compenetrati di
timor di Lui.

29. Chi di loro dicesse: «Davvero io sono un dio all’infuori di Lui», lo compenseremo con l’Inferno. È così che compensiamo gli ingiusti.

30. Non sanno dunque i miscredenti che i cieli e la terra formavano una massa compatta? Poi li separammo e traemmo dall’acqua ogni essere vivente [13] . Ancora non credono?

31. Abbiamo infisso sulla terra le montagne, affinché non oscilli coinvolgendoli e vi ponemmo larghi passi [14] . Si sapranno dirigere?

32. E del cielo abbiamo fatto una volta sicura. Eppure essi si distolgono dai segni.

33. Egli è Colui Che ha creato la notte e il giorno, il sole e la luna: ciascuno naviga [15] nella sua orbita.

34. Non concedemmo l’immortalità a nessuno uomo che ti ha preceduto. Dovresti forse morire, se essi fossero immortali?

35. Ogni anima gusterà la morte [16] . Vi sottoporremo alla tentazione con il male e con il bene e poi a Noi sarete ricondotti.

36. Quando i miscredenti ti vedono, non fanno che burlarsi di te: «Cosa? È costui che dice male dei vostri dèi?» e negano il Monito del
Compassionevole.

37. L’uomo è stato creato di impazienza [17] . Vi mostrerò i Miei segni. Non chiedeteMi di affrettarli.

38. Dicono: «Quando [si realizzerà] questa promessa? [Ditecelo] se siete veritieri».

39. Ah! se i miscredenti conoscessero il momento in cui non potranno allontanare il fuoco dai loro volti e dalle loro schiene e non potranno essere
soccorsi [18] !

40. E invece giungerà loro all’improvviso, e ne saranno sbalorditi. Non potranno allontanarlo e non sarà dato loro un rinvio.

41. Già furono derisi i messaggeri che ti precedettero. Ciò di cui si burlavano avvolgerà coloro che deridevano.

42. Di’: «Chi potrebbe mai proteggervi, notte e giorno, dal Compassionevole?». E invece sono indifferenti al Monito del loro Signore.

43. Dispongono forse, all’infuori di Noi, di dèi che sappiano proteggerli? Questi non possono neppure difendere loro stessi né trovare altri che li
difendano contro di Noi.

44. In effetti concedemmo a loro e ai loro avi un godimento effimero finché non furono longevi. Non vedono che investiamo la terra, riducendola da
ogni lato [19] ? Sono forse loro i vincitori?

45. Di’: «Non faccio altro che avvertirvi con la Rivelazione».

Ma i sordi non odono il richiamo quando li si avverte.

46. Se solo li sfiorasse un alito del castigo del tuo Signore, certamente direbbero: «Guai a noi, invero, siamo stati ingiusti!».

47. Rizzeremo bilance esatte, nel Giorno della Resurrezione e nessuna anima subirà alcun torto; foss’anche del peso di un granello di senape, lo
riesumeremo [20] . Basteremo Noi a tirare le somme.

48. In verità demmo a Mosè e ad Aronne il Discrimine [21], una Luce e un Monito per i pii,

49. che temono il loro Signore in quello che è invisibile [22] e che trepidano per l’Ora.

50. Questo è un Monito benedetto che abbiamo fatto scendere.

Lo rinnegherete?

51. Siamo Noi che conducemmo Abramo sulla retta via, Noi che lo conoscevamo [23] .

52. Quando disse a suo padre e alla sua gente: «Cosa sono queste statue in cui credete?».

53. Risposero: «Trovammo i nostri avi che le adoravano».

54. Disse: «Certo siete stati nell’errore più palese, voi e i vostri avi».

55. Dissero: «Sei venuto con la Verità o stai scherzando?».

56. Disse: «Certo che no! Il vostro Signore è il Signore dei cieli e della terra, è Lui che li ha creati e io sono tra coloro che lo attestano.

57. E [giuro] per Allah che tramerò contro i vostri idoli non appena volterete le spalle!» [24] .

58. E infatti li ridusse in briciole, eccetto il più grande, affinché si rivolgessero ad esso [25] .

59. Dissero: «Chi ha fatto questo ai nostri dèi è certo un iniquo!».

60. Disse [qualcuno di loro]: «Abbiamo sentito un giovane che li disprezzava: si chiama Abramo».

61. Dissero: «Conducetelo al loro cospetto affinché possano testimoniare» [26] .

62. Dissero: «O Abramo, sei stato tu a far questo ai nostri dèi?».

63. Disse: «È il più grande di loro che lo ha fatto. Interrogateli, se possono parlare!».

64. Si avvidero del loro imbarazzo e dissero tra loro: «Davvero siete stati ingiusti».

65. Fecero un voltafaccia [e dissero]: «Ben sai che essi non parlano!» [27] .

66. Disse: «Adorate all’infuori di Allah qualcuno che non vi giova e non vi nuoce?

67. Vergognatevi di voi stessi [28] e di ciò che adorate all’infuori di Allah! Non ragionate dunque?».

68. Dissero: «Bruciatelo e andate in aiuto dei vostri dèi, se siete [in grado] di farlo».

69. Dicemmo: «Fuoco, sii frescura e pace per Abramo» [29] .

70. Tramarono contro di lui, ma facemmo sì che fossero loro i perdenti.

71. Salvammo lui e Lot e [li guidammo] verso una terra che colmammo di benedizione per i popoli [30] .

72. E gli demmo Isacco e Giacobbe e ne facemmo dei devoti.

73. Ne facemmo capi che dirigessero le genti secondo il Nostro ordine. Rivelammo loro di fare il bene, di osservare l’orazione e di versare la decima.
Erano Nostri adoratori.

74. E a Lot demmo saggezza e scienza e lo salvammo dalla città in cui si commettevano turpitudini: in verità erano un popolo malvagio e perverso;

75. lo facemmo entrare nella Nostra misericordia. Egli era davvero un devoto.

76. E quando in precedenza Noè implorò, Noi gli rispondemmo e lo salvammo dal terribile cataclisma, insieme con la sua famiglia.

77. Gli prestammo soccorso contro la gente che smentiva i Nostri segni. Erano davvero uomini malvagi: tutti li annegammo.

78. Davide e Salomone [31] giudicarono a proposito di un campo coltivato che un gregge di montoni appartenente a certa gente aveva devastato pascolandovi di notte. Fummo
testimoni del loro giudizio [32] .

79. Facemmo sì che Salomone comprendesse [correttamente]. Demmo ad entrambi saggezza e scienza. Costringemmo le montagne a rendere gloria insieme con
Davide e gli uccelli insieme. Siamo Noi che lo abbiamo fatto.

80. Gli insegnammo, a vostro vantaggio, la fabbricazione delle cotte di maglia, affinché vi proteggessero dalla vostra stessa violenza.

Ne sarete mai riconoscenti?

81. E [sottomettemmo] il vento impetuoso a Salomone: al suo ordine soffiava sulla terra che abbiamo benedetta [33] . Noi conosciamo ogni cosa.

82. E fra i dèmoni alcuni si tuffavano per lui e compivano altre opere ancora [34] ; eravamo Noi a sorvegliarli.

83. E si rivolse Giobbe [35] al suo Signore: «Il male mi ha colpito, ma Tu sei il Più misericordioso dei misericordiosi!».

84. Gli rispondemmo e lo sollevammo dal male che lo affliggeva e gli restituimmo la sua famiglia e un’altra ancora [36], segno di misericordia da parte Nostra e Monito per coloro che [Ci] adorano.

85. E Ismaele e Idris e Dhû ’l-Kifl [37] ! Tutti furono perseveranti,

86. che facemmo beneficiare della Nostra misericordia: tutti erano dei devoti.

87. E l’Uomo del Pesce [38], quando se ne andò irritato, pensava che non lo mettessimo alla prova. Poi implorò così nelle tenebre: «Non c’è altro dio all’infuori di Te! Gloria a
Te! Io sono stato un ingiusto!» [39] .

88. Gli rispondemmo e lo salvammo dalla disperazione. Così salviamo coloro che credono.

89. E Zaccaria si rivolse al suo Signore: «Non lasciarmi solo, Signore, Tu sei il migliore degli eredi» [40] .

90. Lo esaudimmo e gli demmo Giovanni e sanammo la sua sposa [41] .

In verità s’affrettavano al bene, Ci invocavano con amore e trepidazione ed erano umili davanti a Noi.

91. E [ricorda] colei che [42] ha mantenuto la sua castità! Insufflammo in essa del Nostro Spirito e facemmo di lei e di suo figlio un segno per i mondi.

92. Sì, questa vostra Comunità è un’unica Comunità e Io sono il vostro Signore. AdorateMi!

93. Si divisero invece. Ma infine tutti a Noi faranno ritorno.

94. Chi compie il bene ed è credente non vedrà disconosciuto il suo sforzo, ché Noi lo registriamo.

95. [Agli abitanti] delle città che facemmo perire è vietato ritornare [al mondo]

96. fino al momento in cui si scateneranno Gog e Magog [43] e dilagheranno da ogni altura.

97. La vera promessa si approssima e gli sguardi dei miscredenti si fanno sbarrati: «Guai a noi! Siamo stati distratti. Peggio ancora, siamo stati
ingiusti!».

98. «Voi e quelli che adoravate all’infuori di Allah, sarete combusti- bile dell’Inferno. Non potrete evitarlo.

99. Se quegli altri fossero stati dèi, non vi sarebbero entrati. Vi rimarranno tutti in perpetuo.

100. Colà gemeranno, ma nessuno li ascolterà.»

101. Ne saranno esclusi coloro per i quali il Nostro bene ha avuto il sopravvento;

102. non ne sentiranno il fragore e godranno per sempre quel che le loro anime desiderano.

103. Non li affliggerà la grande angoscia [44] e gli angeli li accoglieranno: «Ecco il Giorno che vi era stato promesso».

104. Il Giorno in cui avvolgeremo il cielo come gli scritti sono avvolti in rotoli. Come iniziammo la prima creazione, così la reitereremo; è Nostra
promessa: saremo Noi a farlo.

105. Lo abbiamo scritto nel Salterio, dopo che venne il Monito [45] : «La terra sarà ereditata dai Miei servi devoti» [46] .

106. In verità in ciò vi è un messaggio per un popolo di adoratori!

107. Non ti mandammo [47] se non come misericordia per il creato [48] .

108. Di’: «In verità mi è stato rivelato che il vostro Dio è un Dio unico. Sarete musulmani?» [49] .

109. Se poi volgono le spalle, allora di’: «Io vi ho avvertiti tutti, senza discriminazioni; ma non so se ciò che vi è stato promesso è prossimo o
lontano.

110. Egli conosce quello che proclamate e quello che tenete segreto.

111. Non so se ciò [50] sia una tentazione per voi, un effimero godimento!».

112. Di’: «Mio Signore, giudica secondo verità!

Il nostro Signore è il Compassionevole, da Lui invochiamo aiuto contro ciò che affermate».


[1] I profeti (pace su tutti loro) sono lo strumento mediante il quale Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha voluto esplicitare agli uomini il Suo
messaggio di salvezza, la Sua misericordia.

L’IsIàm riconosce nella loro venuta un unico disegno provvidenziale che, a partire da Adamo e fino a Muḥammad (pace e benedizioni su di lui), ha
guidato l’umanità in un cammino di progresso spirituale, morale e civile.

In questa sura vengono citati nell’ordine, Mosè e Aronne, Abramo, Isacco, Giacobbe, Lot, Noè, Davide e Salomone, Ismaele, Giobbe, Enoch,
Dhù’l-Kifl, Giona e Zaccaria, Giovanni, Maria e suo figlio Gesù. Secondo la tradizione che riferisce in proposito un hadìth di Muḥammad (pace e
benedizioni su di lui) i profeti furono in tutto centoventi- quattromila, e trecentotredici di loro recarono un messaggio obbligatorio per le loro
comunità. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rivelò a tutti loro il Tawhid: «Non inviammo prima di te nessun messaggero senza rivelargli: “Non c’è
altro dio che Me. Adorate- Mi!”» (XXI, 25). Il Corano ci parla della loro assoluta umanità: «… non inviammo alcun messaggero che non mangiasse e
non andasse nei mercati» (xxv, 20), «E neppure erano eterni!» (XXI, 8) e, ciononostante, credere nella loro impeccabilità (‘isma) per quello che
riguarda la fede e fedeltà al compito affidato loro dall’Altissimo fa parte della ‘aqìda (la dottrina islamica) «Gloria atLiii, quelli
non sono che servi onorati, che mai precedono il Suo dire e che agiscono secondo il Suo ordine» (XXI, 26-27).

[2] La grande disattenzione dell’uomo nei confronti della sua dimensione spirituale è fenomeno che si verificava nella penisola arabica e nella società
coreiscita del vii secolo d.C. allo stesso modo in cui lo osserviamo nella nostra società contemporanea. Le moderne ideologie matèrialiste in
realtà non sono altro che strumenti adeguati ai tempi, nelle mani di chi è nemico di Allah e delle Sue creature. Crollata l’ultima sanguinosa
illusione di realizzare la giustizia sulla terra con un’etica che traeva fondamento da concetti come lotta di classe, collettivismo,
internazionalismo, l’ideologia dominante oggi è la non-ideologia, l’assenza di valori, l’egoismo, il materialismo, il consumismo. Oggi,
l’importante è che l’uomo dimentichi se stesso e la sua natura spirituale, impegnandosi in un ritmo di vita spasmodicamente teso all’acquisizione
di beni per lo più superflui, di caduche posizioni di potere, di un’effimera immagine di individuo affermato e vincente.

[3] «Chi è costui…»: il Profeta Muḥammad (pace e benedizioni su di lui).

[4] Un’altra caratteristica dei miscredenti di tutti i tempi e di tutti i luoghi: accusare i credenti di essere creduloni e irrazionali.

[5] «Crederanno questi?»: i meccani associazionisti, nemici del Profeta e, in generale, tutti i miscredenti.

[6] Verss. 6 e 8. Il Corano risponde a quei politeisti che dicevano: «Se Allah avesse voluto mandarci un messaggio avrebbe incaricato un angelo di
recarlo» (vedi anche nota a XVI, 43).

[7] «gente della Scrittura»: lett. la gente del Monito: «ahlu ’dh-dhikr».

[8] La maggior parte dei commentatori è d’accordo nel dare a quel «Forse…» un valore di ironico dileggio espresso dagli angeli nei confronti dei
peccatori. Non c’è alcun dubbio sul fatto che gli uomini dovranno rendere conto di tutta la loro vita.

[9] Interrogativa retorica riferita agli angeli la cui vita è adorazione di Allah (gloria a Lui l’Altissimo).

[10] Caratteristica della divinità è l’assolutezza. Suddividere questa prerogativa è ipotesi risibile e foriera del massimo disordine possibile.

[11] «per coloro che sono con me e per coloro che furono prima di me»: la rivelazione del «Monito» è una costante coerente in tutti tempi, secondo il
disegno provvidenziale di Allah che si estrinseca nell’invio dei Profeti (pace su di loro) sino alla venuta del Profeta Muḥammad (pace e
benedizioni su di lui), sigillo della profezia.

[12] Vedi nota al titolo della sura.

[13] La straordinaria sintesi coranica applicata all’origine del nostro pianeta e della vita su di esso.

[14] Vedi 15, XVI e la nota relativa.

[15] «naviga»: lett. «nuota».

[16] «Ogni anima»: come abbiamo già avuto maniera di commentare, ci sono due termini che indicano l’anima: «nafs» (passionalità, anima inferiore,
istinto, anima bestiale) e «rùhu» (spirito, anima superiore). In questo caso il Sacro Testo parla di «nafs» ed è questa anima che «gusterà la
morte».

[17] «creato di impazienza»: il termine «‘ajal» tradotto con «impazienza» significa sia «fretta» che «argilla».

[18] «Ah! se i miscredenti… e non potranno essere soccorsi» e, sottinteso: «certamente non avrebbero sollecitato il realizzarsi della promessa» (vedi
versetto precedente).

[19] «Non vedono che»: alcuni commentatori hanno voluto interpretare questo passo come la profezia del restringimento dello spazio geografico occupato
dagli infedeli conseguente alle conquiste territoriali dei musulmani. Altri ritengono che si tratti di un’allusione all’erosione marina che
intacca le coste. Alla luce della scoperta delle leggi della termodinamica si potrebbe azzardare un’ulteriore interpretazione scientifica che nel
deterioramento dell’energia che avviene sulla terra vede la cadenza della sua auto-distruzione. Come sempre, quando si tratta del Corano, tutto
questo può essere vero, senza escludere altre interpretazioni spirituali o scientifiche.

[20] «lo riesumeremo»: Allah, (gloria a Lui l’Altissimo) ci promette che nessuna delle nostre azioni andrà perduta, per quanto minimo possa essere e,
nel Giorno del Giudizio, tutto sarà pesato. Egli sarà il Garante dell’equità del Giudizio, Allah e nessun altro (cfr. anche sura XCIX).

[21] «il Discrimine»: «furqàn», si riferisce più spesso al Corano. In questo caso si tratta evidentemente della Toràh.

[22] «in quello che è invisibile»: «bil ghayb», anche: «anche se non Lo vedono», (riferito ad Allah stesso, gloria a Lui) oppure: «quando non sono visti
da nessuno» (senza cioè nessuna ostentazione).

[23] «Noi che lo conoscevamo»: che eravamo a conoscenza della ricerca del vero Dio che Abramo aveva intrapreso.

[24] Riferisce la tradizione che Abramo trovò un pretesto per non partecipare alla grande processione annuale che il suo popolo assolveva recandosi
presso un tempio nel deserto in cui erano venerati gli idoli rappresentanti i loro dèi. Il suo giuramento fu udito da qualcuno che se ne ricordò e
lo riferì.

[25] «si rivolgessero ad esso»: interrogandolo dello scempio subito dagli altri idoli o per accusarlo di esserne il responsabile.

[26] L’azione si svolge rapida e drammatica, con la sola sceneggiatura dei «disse», «dissero», siamo già al confronto dibattimentale.

[27] Di fronte allo stratagemma verbale di Abramo (pace su di lui), i pagani vacillano e riconoscono la loro aberrazione. È solo un attimo però; non
riuscendo a mettere in discussione le loro credenze, preferiscono risolvere il problema condannando Abramo. Il meccanismo è semplice e di
drammatica efficacia: chi è stato condannato è certamente colpevole.

«… siete stati ingiusti»: come già in altri passi dove noi utilizzeremmo la prima persona plurale, il Corano utilizza la seconda, vedi anche più
sotto il vers. 68.

[28] Lett.: «Uffa a voi e…».

[29] Riferisce la tradizione che Abramo (pace su di lui) fu precipitato dal tetto di un edificio nel mezzo di un’enorme pira in fiamme e, gloria ad
Allah l’Altissimo, ne uscì indenne.

[30] Abramo e Lot (pace su di loro) lasciano la Babilonia e si dirigono verso «bilàd ’ash- shâm», «la terra della mezza luna fertile» che,
tradizionalmente, era un territorio a nord della penisola arabica che il colonialismo europeo ha suddiviso in Siria, Libano, Palestina e
Giordania. La meta dei due profeti è proprio la Palestina. In questo versetto è interessante notare come la «baraka» (la benedizione, la pienezza)
di quella terra riguarda «i popoli» (è il significato di «‘âlamîn» in questo contesto), cioè l’intera umanità.

[31] Davide, re e giudice dei Figli di Israele, giudicava nella lite tra un agricoltore e un pastore. I montoni di quest’ultimo avevano distrutto una
coltivazione. Davide decise che la proprietà del gregge passasse al danneggiato a titolo di indennizzo. Salomone, che aveva undici anni e assisteva
al giudizio, espresse parere contrario e suggerì che il contadino godesse dell’usufrutto del gregge (lana, latte e agnelli) fino alla copertura
del danno subito e poi restituisse gli animali al pastore. Il parere fu ritenuto equo ed illuminato, divenne proverbiale della saggezza di
giudizio di Salomone e fu in seguito acquisito dalla giurisprudenza islamica.

[32] «Fummo testimoni del loro giudizio»: il giudizio reso dai profeti è reso in nome di Allah.

[33] «sulla terra che abbiamo benedetta»: «bilàd ash-sham», vedi vers. 71 e la nota.

[34] La tradizione riferisce, e il Corano conferma, che i dèmoni erano sottomessi a Salomone che li utilizzava come pescatori di perle e come schiavi
nelle sue miniere e nei suoi cantieri di edifici sacri.

[35] Giobbe è il simbolo del «sabr», termine che significa «pazienza, costanza, sopportazione». Allah (gloria a Lui l’Altissimo) lo mise alla prova per
sette anni. Lo colpì duramente nei beni, negli affetti e nella salute fisica, riducendolo ad un povero corpo piagato e sanguinolento, abbandonato
da tutti. Ciononostante Giobbe non lasciò mai che nel suo cuore ci fosse spazio per l’ingratitudine verso il Creatore e che dalle sue labbra
sfuggisse un’imprecazione contro di Lui.

[36] «la sua famiglia e un’altra ancora»: l’esegesi attinge alla tradizione e afferma che Allah compensò Giobbe risuscitando i suoi figli morti.

[37] «Dhu ’l-Kifl»: questo profeta viene citato solo in questo passo e nel vers. 48 della sura XXXVIII. Non è mai stato identificato con certezza.
Secondo Tabarì (XXVII, 73-76) si tratterebbe di un figlio di Giobbe.

[38] «l’Uomo del Pesce»: Giona, vedi introduzione dell’omonima sura x.

[39] «Non c’è altro dio all’infuori di Te! Gloria a Te! Io sono stato ingiusto!»: con queste parole Giona fa «tawba» (si pente, ritorna) al Suo Signore.
In queste parole c’è shahada (testimonianza di fede nell’Unicità di Allah), tasbih (glorificazione di Allah) e istighfar (richiesta di perdono).
Per queste ragioni tale formula viene spesso utilizzata nel dhikr, il ricordo di Allah. In base ad una tradizione in questo versetto si troverebbe
il Nome Sublime di Allah. Vedi Appendice 8 (vedi anche II, İ63 e III, 1-2, XXI, 87).

[40] «Tu sei il migliore degli eredi»: Al Warìth «Colui Che eredita» è uno dei novantanove bellissimi Nomi di Allah.

[41] «e sanammo la sua sposa»: la rendemmo in grado di procreare.

[42] «colei che…»: Maria madre di Gesù (pace su di entrambi).

[43] A proposito di queste orde apocalittiche vedi nota 1 e nota 39 nella sura xvIII (La Caverna).

[44] «la grande angoscia»: il tormento della morte: l’interrogatorio nella tomba.

[45] «il Monito»: in questo caso la Toràh.

[46] «La terra…»: cfr. Salmo xxxvII, 29. L’esegesi islamica interpreta questo passo nel senso che anche il potere terreno prima o poi sarà nelle mani
dei credenti timorati di Allah. Insh-Allah!

[47] «Non ti mandammo…» o Muḥammad!

[48] La missione di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) ha caratteristiche universali. L’IsIàm non è certo «la religione degli arabi» (non sono più
di un quinto della totalità dei musulmani) e neppure le sue leggi e i suoi precetti sono legati a particolari circostanze storiche o ambiente
geografico.

[49] «Sarete musulmani?»: sarete sottomessi alla Sua volontà. Ricordiamo che IsIàm significa sottomissione ad Allah e i «musulmani» sono quelli che la
vivono pienamente e coscientemente.

[50] «Non so se ciò…»: non so se il fatto di non conoscere il termine che Allah vi ha concesso sia una tentazione o un’illusione.

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