Sura XXVI

Ash-Shu‘arâ’

I Poeti [1]

Pre-Eg. n. 47 a parte i verss. 197 e 224-227. Di 227 versetti. Il nome della sura deriva dal vers. 224.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Tâ, Sîn, Mîm [2].

2. Questi sono i versetti del Libro chiarissimo.

3. Forse ti affliggi perché essi non sono credenti:

4. se volessimo, faremmo scendere su di loro un segno dal cielo, di fronte al quale piegherebbero il capo.

5. Non giunge loro alcun nuovo Monito del Compassionevole senza che se ne allontanino.

6. Lo hanno tacciato di menzogna. Ben presto avranno notizie di ciò che scherniscono.

7. Non hanno visto quante nobili specie abbiamo fatto germogliare sulla terra?

8. Questo è davvero un segno, ma la maggior parte di loro non crede.

9. Sì, il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso.

10. [Ricorda] quando il tuo Signore chiamò Mosè: «Recati presso il popolo degli oppressori,

11. presso il popolo di Faraone: non avranno timore di [Me]?».

12. Disse: «Signore, invero temo che mi trattino da bugiardo.

13. È oppresso il mio petto e la mia lingua legata [3]. Manda Aronne piuttosto.

14. Di fronte a loro io sono in colpa [4]. Temo che mi uccidano».

15. Disse: «Invece no, andate entrambi con i Nostri segni.

Noi saremo con voi e ascolteremo.

16. Andate da Faraone e ditegli: “Noi siamo gli inviati del Signore dei mondi,

17. affinché tu lasci partire con noi i Figli di Israele”».

18. Rispose: «Non ti abbiamo forse allevato presso di noi quando eri bambino, non sei forse rimasto con noi molti anni della tua vita?

19. Poi hai commesso l’atto [5]di cui ti macchiasti e fosti un ingrato».

20. Disse: «Ho fatto ciò quando ancora ero uno degli smarriti [6].

21. Sono fuggito da voi perché ho avuto paura di voi. [Ora] il mio Signore mi ha dato il discernimento e ha fatto di me uno dei [Suoi] Messaggeri.

22. Mi vuoi forse rinfacciare questo favore, mentre schiavizzi i Figli di Israele?» [7].

23. Disse Faraone: «E chi è questo Signore dei mondi?».

24. Rispose: «Il Signore dei cieli e della terra e di ciò che vi è tra essi. Se solo poteste esserne convinti!».

25. Disse [Faraone] a quelli che lo attorniavano: «Non avete sentito?».

26. Disse [Mosè]: «È il vostro Signore, il Signore dei vostri antenati più lontani!» [8].

27. Disse [Faraone]: «Davvero il messaggero che vi è stato inviato è un folle».

28. Disse [Mosè]: «[È] il Signore dell’ Oriente e dell’Occidente, e di ciò che vi è frammezzo, se solo lo capiste».

29. Disse: «Se prenderai un dio dall’infuori di me, certamente farò di te un prigioniero».

30. Rispose [Mosè]: «Anche se ti portassi una prova evidente?».

31. Disse: «Portala dunque, se sei fra i veritieri».

32. Gettò il suo bastone, ed ecco che [divenne] palesemente un serpente.

33. Trasse la sua mano, ed essa [apparve] bianca [9]a coloro che guardavano.

34. Disse [Faraone] ai notabili che lo attorniavano: «È davvero un mago sapiente,

35. vuole cacciarvi dalla vostra terra con la sua magia. Ebbene, che cosa deliberate?».

36. Dissero: «Rimanda lui e suo fratello e invia messi nelle città,

37. affinché ti conducano ogni grande mago sapiente».

38. Si riunirono i maghi per l’incontro nel giorno stabilito.

39. E si disse al popolo: «Vi riunirete in massa,

40. così da poter seguire i maghi, se saranno vincitori?».

41. Poi, quando i maghi furono convenuti dissero a Faraone: «Davvero avremo una ricompensa se saremo vincitori?».

42. Rispose: «Sì, e in tal caso sarete tra i favoriti» [10].

43. Mosè disse loro: «Gettate quello che avete da gettare».

44. Gettarono le loro corde e i loro bastoni e dissero: «Per la maestà di Faraone, saremo noi i vincitori!».

45. Gettò Mosè il suo bastone ed esso inghiottì i loro artifici.

46. Allora i maghi si gettarono in prosternazione

47. dicendo: «Crediamo nel Signore dei mondi,

48. il Signore di Mosè e di Aronne».

49. Disse [Faraone]: «Crederete in Lui prima che io ve lo permetta? In verità è lui il vostro gran maestro, colui che vi ha insegnato la magia! Presto imparerete [a vostre spese]: vi farò tagliare mani e piedi alternati e vi farò crocifiggere tutti quanti» [11].

50. Risposero: «Non sarà un male: al nostro Signore faremo ritorno.

51. Bramiamo che il nostro Signore perdoni i nostri peccati per essere stati i primi a credere».

52. E rivelammo a Mosè: «Fa’ partire i Miei servi nottetempo. Certamente sarete inseguiti».

53. Faraone mandò messi in tutte le città:

54. [perché dicessero:] «Invero sono un gruppo esiguo,

55. e ci hanno irritato,

56. mentre noi siamo ben vigili».

57. Facemmo sì che abbandonassero [12]giardini e fonti,

58. tesori e graziose dimore.

59. Così fu, e [tutto] demmo in eredità ai Figli di Israele [13].

60. Al levarsi del sole li inseguirono.

61. Quando le due schiere si avvistarono, i compagni di Mosè dissero: «Saremo raggiunti!».

62. Disse [Mosè]: «Giammai, il mio Signore è con me e mi guiderà».

63. Rivelammo a Mosè: «Colpisci il mare con il tuo bastone».

Subito si aprì e ogni parte [dell’acqua] fu come una montagna enorme.

64. Facemmo avvicinare [14] gli altri,

65. e salvammo Mosè e tutti coloro che erano con lui,

66. mentre annegammo gli altri.

67. In verità in ciò vi è un segno! Ma la maggior parte di loro non crede.

68. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso.

69. E recita loro la storia di Abramo:

70. quando disse a suo padre e al suo popolo: «Cosa adorate?».

71. Risposero: «Adoriamo gli idoli e resteremo fedeli a loro».

72. Disse [Abramo]: «Vi ascoltano, quando li invocate?

73. Vi giovano o vi recano danno?».

74. Risposero: «No, ma trovammo i nostri avi che facevano così!».

75. Disse: «Avete ben riflettuto su ciò che avete adorato

76. sia voi che i vostri lontani antenati?

77. Essi sono tutti miei nemici, eccetto il Signore dei mondi,

78. Colui Che mi ha creato e mi guida,

79. Colui Che mi nutre e mi dà da bere,

80. Colui Che, quando sono malato [15], mi guarisce,

81. Colui Che mi farà morire e mi ridarà la vita;

82. ed è da Lui che bramo il perdono delle mie colpe, nel Giorno del Giudizio.

83. Signore, dammi discernimento e annoverami tra i giusti [16],

84. concedimi la stima sincera dei posteri.

85. Fa’ che sia uno degli eredi del Giardino delle Delizie [17]

86. e perdona a mio padre: davvero è stato uno degli sviati.

87. E non coprirmi di abominio nel Giorno in cui [gli uomini] saranno resuscitati,

88. il Giorno in cui non gioveranno né ricchezze né progenie,

89. eccetto per colui che verrà ad Allah con cuore puro».

90. Il Giardino sarà alla portata dei timorati

91. e la Fornace apparirà per i traviati [18],

92. e verrà detto loro: «Dove sono coloro che adoravate

93. all’infuori di Allah? Vi sono d’aiuto o sono d’aiuto a loro stessi?».

94. Vi saranno gettati, loro e i traviati [19],

95. e tutte le schiere di Iblìs.

96. Diranno, disputando tra loro:

97. «Per Allah, certamente eravamo in errore evidente

98. quando vi considerammo uguali al Signore dei mondi!

99. Coloro che ci hanno sviato non sono altro che iniqui:

100. per noi non ci sono intercessori,

101. e neppure un amico cordiale.

102. Se solo ci fosse [possibile] un ritorno, saremmo allora tra i credenti».

103. Questo è davvero un segno [20], ma la maggior parte di loro non crede.

104. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

105. Il popolo di Noè tacciò di menzogna gli inviati.

106. [Ricorda] quando il loro fratello Noè disse loro: «Non sarete dunque timorati?

107. Invero sono per voi un messaggero degno di fede!

108. Temete Allah e obbeditemi.

109. Non vi chiedo ricompensa alcuna, ché la mia ricompensa è presso il Signore dei mondi.

110. Temete Allah e obbeditemi».

111. Risposero: «Dovremmo credere in te nonostante che siano i più miserabili [di noi] a seguirti?».

112. Disse [Noè]: «Io non conosco il loro operato.

113. Il giudizio su di loro spetta al mio Signore. Se solo ne foste consapevoli!

114. Non sarò certo io a respingere i credenti.

115. Io non sono altro che un nunzio esplicito».

116. Dissero: «O Noè, se non smetti sarai certamente lapidato».

117. Disse: «O Signor mio, la mia gente mi tratta da bugiardo.

118. Apri una via tra me e loro [21], e salva me e i credenti che sono con me».

119. Salvammo lui e quelli che erano insieme con lui sull’Arca stracolma.

120. Gli altri li annegammo.

121. Ecco certamente un segno, tuttavia la maggior parte di loro non crede.

122. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

123. Gli ‘Ad smentirono gli inviati.

124. [Ricorda] quando il loro fratello Hûd disse loro: «Non sarete dunque timorati?

125. Invero sono per voi un messaggero degno di fede!

126. Temete Allah e obbeditemi.

127. Non vi chiedo ricompensa alcuna, ché la mia ricompensa è presso il Signore dei mondi.

128. Eleverete un edificio su ogni collina, [solo] per futilità?

129. E costruirete fortezze come se doveste vivervi in perpetuo?

130. E quando colpirete, lo farete come tiranni [22]?

131. Temete Allah e obbeditemi,

132. e temete Colui Che vi ha provvisto di ciò che ben sapete:

133. vi ha provvisto di bestiame e di progenie,

134. di giardini e fonti.

135. Invero temo per voi il castigo di un Giorno terribile».

136. Dissero: «Che tu ci ammonisca o non lo faccia, per noi è la stessa cosa.

137. Questi nostri costumi non sono che quelli degli antichi:

138. [pertanto] non saremo certo puniti».

139. Lo trattarono da bugiardo e Noi li facemmo perire.

Questo è certo un segno, ma la maggior parte di loro non crede.

140. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

141. I Thamùd accusarono di menzogna gli inviati.

142. Quando il loro fratello Şâlih disse loro: «Non sarete dunque timorati?

143. Invero sono per voi un messaggero degno di fede!

144. Temete Allah e obbeditemi.

145. Non vi chiedo ricompensa alcuna, ché la mia ricompensa è presso il Signore dei mondi.

146. Siete certi di poter essere sempre qui al sicuro,

147. tra giardini e fonti,

148. tra messi e palmeti dalle spate stracariche,

149. a scavare con maestria case nelle montagne?

150. Temete Allah e obbeditemi.

151. Non obbedite ai comandi degli empi,

152. che spargono la corruzione sulla terra senza mai emendarsi».

153. Dissero: «Tu non sei altro che uno stregato!

154. Sei un uomo come noi. Dacci un segno se sei veridico».

155. Disse: «Questa è una cammella: berrà e voi berrete nei giorni stabiliti.

156. Non fatele alcun male o vi colpirà il castigo di un Giorno tremendo».

157. Le tagliarono i garretti, ma ebbero a pentirsene!

158. Li colpì il castigo. Ecco certo un segno! Ma la maggior parte di loro non crede.

159. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

160. Il popolo di Lot accusò di menzogna gli inviati.

161. Quando il loro fratello Lot disse loro: «Non sarete dunque timorati [di Allah]?

162. Invero sono per voi un messaggero degno di fede.

163. Temete Allah e obbeditemi.

164. Non vi chiedo ricompensa alcuna, ché la mia ricompensa è presso il Signore dei mondi.

165. Tra tutte le creature bramerete i maschi

166. lasciando da parte le spose che il vostro Signore ha creato per voi? Ma voi siete un popolo di trasgressori!».

167. Dissero: «Se non la smetti, certamente sarai scacciato».

168. Disse: «Io aborrisco il vostro comportamento.

169. Signore, preserva me e la mia famiglia dalle loro azioni».

170. Noi lo salvammo insieme con tutta la sua famiglia

171. a parte una vecchia che restò indietro [23].

172. Quindi annientammo tutti gli altri:

173. facemmo scendere su di loro una pioggia, una pioggia orribile su coloro che erano stati [invano] avvertiti.

174. Questo è certo un segno! Ma la maggior parte di loro non crede.

175. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

176. Il popolo di al-Aykah [24]accusò di menzogna gli inviati.

177. Quando Shu’ayb disse loro: «Non sarete dunque timorati [di Allah]?

178. Invero sono per voi un messaggero degno di fede!

179. Temete Allah e obbeditemi.

180. Non vi chiedo ricompensa alcuna, ché la mia ricompensa è presso il Signore dei mondi.

181. Colmate la misura e non siate fraudolenti,

182. e pesate con giusta bilancia.

183. Non date agli uomini meno di quel che spetta loro e non corrompete la terra portandovi disordine.

184. Temete Colui Che ha creato voi e le generazioni antiche».

185. Dissero: «Davvero tu sei uno stregato,

186. e non sei che un uomo come noi; davvero pensiamo che tu sia un bugiardo.

187. Fai cadere su di noi dei pezzi di cielo, se sei veridico!».

188. Disse: «Il mio Signore ben conosce quello che fate».

189. Lo trattarono da bugiardo. Li colpì allora il castigo del Giorno dell’Ombra [25]. In verità fu il castigo di un Giorno terribile.

190. Questo è certo un segno! Ma la maggior parte di loro non crede.

191. In verità il tuo Signore è l’Eccelso, il Misericordioso!

192. In verità esso è [26]davvero ciò che il Signore dei mondi ha rivelato,

193. è sceso con esso lo Spirito fedele [27],

194. sul cuore tuo, affinché tu fossi un ammonitore

195. in lingua araba esplicita.

196. E già era nelle scritture degli antichi [28].

197. Non è un segno per loro che lo riconoscano i sapienti dei Figli di Israele [29]?

198. Se lo avessimo rivelato ad un non arabo,

199. e questi lo avesse recitato loro, non vi avrebbero creduto.

200. In tal modo lo facemmo entrare nel cuore dei miscredenti [30]:

201. ma non crederanno in esso prima di aver visto il castigo doloroso

202. che giungerà loro all’improvviso, senza che se ne accorgano.

203. Diranno allora: «Ci sarà concesso un rinvio?».

204. E il Nostro castigo che vogliono affrettare?

205. Non vedi che, se concedessimo loro di godere per anni,

206. e quindi giungesse loro ciò di cui furono minacciati,

207. non gioverebbe loro quel che hanno goduto.

208. Nessuna città distruggemmo senza che avesse avuto ammonitori

209. che la avvertissero [31]– ché Noi non siamo ingiusti.

210. Non sono i diavoli che l’hanno fatto scendere:

211. ché Esso non si addice loro, e neppure avrebbero potuto [produrlo],

212. poiché invero sono esclusi dall’ascolto.

213. Non invocare assieme ad Allah un’altra divinità, ché saresti tra i dannati.

214. Danne l’annuncio ai tuoi parenti più stretti

215. e sii benevolo con i credenti che ti seguono [32].

216. Se poi ti disobbediscono allora di’: «In verità sconfesso quello che fate!».

217. E confida nell’Eccelso, nel Misericordioso,

218. che ti vede quando ti alzi [per l’orazione],

219. e [vede] i tuoi movimenti tra coloro che si prosternano.

220. In verità Egli è Colui Che tutto ascolta e conosce.

221. «[Volete che] vi indichi quelli sui quali scendono i diavoli?

222. Scendono su ogni mentitore peccaminoso.

223. Tendono l’orecchio, ma la maggior parte di loro sono bugiardi [33].

224. E quanto ai poeti, sono i traviati che li seguono [34]

225. Non vedi come errano in ogni valle,

226. e dicono cose che non fanno?

227. Eccetto [35]coloro che credono, compiono il bene e spesso ricordano Allah, e che si difendono quando sono vittime di un’ingiustizia. Gli ingiusti vedranno ben presto il destino verso il quale si avviano.

 


[1] La poesia era la sola arte in cui eccellevano gli arabi al tempo della predicazione dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). In una società che sopportava la durezza della vita nel deserto grazie all’altissima considerazione che aveva di se stessa, delle sue virtù guerriere, del suo senso dell’onore e dell’estrema suscettibilità tribale, i poeti erano considerati dei veri e propri divi. Si riteneva che fossero dei posseduti, che la loro vena avesse origine magica e i clan se ne contendevano i favori coprendoli di onori e di regali. Essi erano in qualche maniera la memoria storica della tribù e, cantando gli antichi fasti dei suoi guerrieri, eccitavano gli uomini al combattimento e alla bravura. Nei loro versi le considerazioni etiche erano utilitaristiche, per gli arabi il bene si identificava immancabilmente con gli interessi della tribù e un vecchio torto riesumato era sempre un valido motivo per giustificare violenze e razzie contro odiati vicini. Si può ben comprendere come i poeti fossero gli araldi e i cantori di quella anarchica conflittualità che dilaniava in modo endemico la società arabica. L’Islàm, con la sua missione pacificatrice e unificatrice, si poneva in aperta antitesi con gli interessi di questi personaggi; essi se ne resero conto ben presto e impegnarono la loro arte al servizio dei nemici di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e del Suo Inviato. Per la prima volta la poesia usciva dai suoi limiti di particolarismo tribale e assumeva un ruolo di difesa di quello stesso tribalismo che la predicazione di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) minava alle sue fondamenta sostituendogli il concetto di «’Umma» (comunità dei credenti). Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) fu preso di mira e crudelmente attaccato dai poeti pagani e poi fu difeso ed elogiato da quelli che avevano riconosciuto la sua missione. Secondo i commentatori il vers. 224 che dà il nome alla sura non deve essere inteso come una condanna totale della poesia ma soltanto dei poeti immorali e miscredenti.

[2] A proposito di queste lettere, vedi Appendice 1.

[3] Come riferisce una tradizione, Mosè aveva un difetto di pronuncia o era balbuziente, o forse sapeva che la sua fierezza e la sua emotività avrebbero talmente sofferto alle accuse degli ingiusti da impedirgli una reazione verbalmente coerente.

[4] Quando Mosè viveva alla corte del Faraone, in preda ad un accesso di ira, uccise involontariamente un egiziano che stava brutalizzando uno schiavo ebreo. In conseguenza di ciò fu obbligato a fuggire dal paese.

[5] Vedi sopra nota al vers. 14.

[6] «uno degli smarriti»: «ad dâllîn»: nell’ultimo versetto della Fatiha, abbiamo tradotto questa espressione «quelli che si sono smarriti», in questo caso invece il riferimento è a Mosè (pace su di lui) il quale non era certamente traviato neppure prima di ricevere la missione profetica. Secondo la dottrina islamica infatti, i profeti non sono mai stati idolatri, neppure nella vita che ha preceduto la loro missione, ma solo, talvolta, smarriti, privi di guida, distratti.

[7] Quella di Mosè nei confronti di Faraone non è certo ingratitudine. Tutti i benefici che egli aveva ricevuto miravano a utilizzare le sue grandi qualità a favore di un sistema che opprimeva il suo popolo; egli stesso era sfuggito miracolosamente al massacro dei figli maschi della sua gente (vedi xx, 38-40).

[8] II versetto sembra voler ricordare alla gente di Faraone una rivelazione dimenticata; vedi note a VII, 123-125; xx, 71.

[9] Vedi xx, 22 e la nota.

[10] «i favoriti»: «al-muqarrabìn», letteralmente i ravvicinati, gli approssimati. Significa: «entrerete a far parte della cerchia dei miei consiglieri più intimi».

[11] Un orrendo supplizio per i maghi che passano così dalla miscredenza al martirio: il taglio della mano destra e del piede sinistro e la crocifissione. A proposito della loro straordinaria conversione, vedi note a VII, 123-125; XX, 71.

[12] Faraone e i suoi.

[13] Non abbiamo notizie a proposito di un ritorno dei Figli di Israele in Egitto e neppure sul fatto che alcuni di loro non abbiano seguito Mosè nell’Esodo; pertanto non capiamo in quale modo essi potessero ereditare materialmente quei «giardini e fonti, tesori e graziose dimore» di cui è questione nei due versetti precedenti. Il significato più accettato dai commentatori è quello che i Figli di Israele ottennero nella Palestina in cui si stabilirono condizioni di vita e beni uguali a quelli che avevano posseduto i loro padroni egiziani.

[14] Nel senso di «facemmo sì che gli altri si gettassero nel passaggio aperto nel mare».

[15] La malattia come stato di debolezza incidentale che colpisce tutti gli uomini fa certamente parte del disegno di realizzazione spirituale che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ha disposto per l’uomo.

[16] «i giusti»: «as-sâlihîn», anche «i devoti».

[17] «il Giardino delle Delizie»: «Jannatu ’n-Na‘ ìm», una delle dimore del Paradiso.

[18] II Paradiso e l’Inferno nelle loro significative dimensioni di delizia totale e fornace orribile, appariranno a quelli destinati alla beatitudine e a quelli destinati alla dannazione: per i primi, alla gioia per il premio ricevuto si aggiungerà il sollievo per il castigo evitato mentre gli altri soffriranno il massimo della disperazione e del rimpianto.

[19] Gli idoli e i loro adoratori saranno gettati nell’Inferno.

[20] Forse il versetto si riferisce alla storia di Abramo o al destino dei miscredenti indicato dal Corano.

[21] «Apri una via»: decidi quale delle due parti debba prevalere.

[22] «Come tiranni» cioé: «Sarete spietati nel vostro modo di fare la guerra».

[23] «che restò indietro»: Tabarì (XIX, 106) ci riferisce di una donna (la moglie di Lot) che informò i sodomiti della presenza degli ospiti nella casa di Lot. La Bibbia (Genesi XIX, 26) dice che la moglie di Lot, disobbedendo agli ordini divini si volse a contemplare la rovina di Sodoma e fu trasformata in una colonna di sale. Come nella vicenda di Noè abbiamo un figlio che rifiuta la salvezza dell’Arca (vedi XI, 42-46 e le note) anche nella famiglia di Lot c’è una donna che «rimane indietro», «si volge a guardare indietro», dando segno di un rimpianto per quello che aveva lasciato e da cui Allah l’aveva liberata? Non c’è salvezza per chi la rifiuta.

[24] «il popolo di al-Aykah»: (il «Boschetto»), i Madianiti.

[25] «il Giorno dell’Ombra»: la tradizione (Tabarì XIX, 110) riferisce che in un giorno torrido i Madianiti uscirono dalle loro case per cercare un po’ di conforto dirigendosi verso una grande nuvola che aveva oscurato il sole e che prometteva frescura. Li investì una pioggia incandescente che li sterminò.

[26] «esso è»: il Corano.

[27] «lo Spirito fedele»: l’angelo Gabriele (pace su di lui), il latore della rivelazione coranica.

[28] La missione di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) è annunciata dai libri delle grandi tradizioni religiose che precedettero la completa rivelazione dell’IsIàm. Hamidul- lah (Traduzione e commento del Corano, Parigi, 1959) afferma che gli zoroastriani parlano di un iconoclasta che si sarebbe chiamato «lodatissimo» (Muḥammad appunto); i Veda degli Indù predicono l’avvento di un saggio che sarebbe venuto dal deserto, chiamato «degno di lode». Un altro testo indù entra nei particolari e specifica che il di lui padre si sarebbe chiamato «schiavo di Allah» e la madre «degna di fiducia» (rispettivamente Abdallah e Amîna: i genitori del Profeta). Il Budda parlò della «misericordia» che sarebbe giunta a concludere la sua predicazione. Nel Vangelo di Giovanni xiv, 16 e xvi, 7 Gesù, durante l’ultima cena, annuncia ai discepoli la venuta del periklytos («jrepi- kLitöç», il degno di lode), che fu corrotto in paraklitos («jtapax>ıixoç», il consolatore).

[29] Alcuni tra i più autorevoli esponenti della cultura ebraica di Medina riconobbero il Corano e la missione profetica di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui), e si convertirono all’IsIàm: il più noto di loro fu Abdallah ibn Sallàm.

[30] «… in una lingua che potessero ben comprendere.»

[31] «che la avvertissero»: … di obbedire alla Parola di Allah, alle Sue leggi, ai Suoi precetti.

[32] «e sii benevolo»: lett. «abbassa l’ala…». La predicazione di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) iniziò all’interno della sua famiglia; in seguito, dopo la conquista della Mecca riunì tutta la sua famiglia invitandola al rispetto rigoroso del culto e della legge islamica.

[33] Pare che questi versetti si riferiscano ai diavoli che cercano di origliare i decreti di Allah salendo verso il cielo. Gli Angeli li scoprono e li scacciano lapidandoli. I diavoli scendono sulla terra e bisbigliano quello che hanno potuto ascoltare nelle orecchie dei loro alleati tra gli uomini, aggiungendo però molte cose inventate da loro stessi. Vedi XXXVII, 6-10 e la nota a LXVII, 5.

[34] Vedi nota al titolo della sura.

[35] Non sono certo la poesia nel suo complesso e tutti i poeti ad essere condannati dal Corano, ma solo quelli che hanno dato prova di oscenità, di dileggio, di vanagloria.

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