Sura XLII

Ash-Shûrâ

La Consultazione [1]

Pre-Eg. n. 62 (a parte i verss. 23-25 e 27). Di 53 versetti. Il nome della sura deriva dal vers. 38.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Hâ’,Mîm

2. Aìn, Sin, Qàf [2] .

3. Ciò in quanto Allah, l’Eccelso, il Saggio rivela a te e a coloro che ti precedettero [3] .

4. [Appartiene] a Lui tutto quello che è nei cieli e tutto quello che è sulla terra. Egli è l’Altissimo, il Sublime.

5. Quasi sprofondano i cieli [4], gli uni sugli altri, quando gli angeli glorificano il loro Signore, Lo lodano e implorano perdono per coloro che sono sulla terra.

In verità Allah è il Perdonatore, il Misericordioso.

6. Allah osserva coloro che si sono presi patroni all’infuori di Lui.

Tu non sei [5] responsabile di loro.

7. In tal modo Ti abbiamo rivelato un Corano arabo, affinché tu ammonisca la Madre delle città [6] e coloro che [le abitano] attorno, e affinché tu avverta del Giorno della Riunione [7], sul quale non c’è dubbio alcuno: una parte [di loro] sarà nel Giardino, un’altra parte nella Fiamma [8] .

8. Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto [degli uomini] un’unica comunità. Ma Egli lascia entrare chi vuole nella Sua misericordia [9] .

Gli ingiusti non avranno né patrono né alleato.

9. Prenderanno forse patroni all’infuori di Lui? Allah, Egli è il solo patrono. Colui Che ridà la vita ai morti, Egli è l’Onnipotente.

10. Su tutte le vostre controversie, il giudizio [appartiene] ad Allah [10] . Questi è Allah, il mio Signore: a Lui mi affido e a Lui mi volgo pentito.

11. È il Creatore dei cieli e della terra. Da voi stessi ha tratto le vostre spose, e [vi ha dato] il bestiame a coppie. Così vi moltiplica. Niente è simile a Lui [11] . Egli è l’Audiente, Colui Che tutto osserva.

12. [Appartengono] a Lui le chiavi dei cieli e della terra.

Elargisce generosamente a chi vuole e a chi vuole lesina.

In verità Egli è onnisciente.

13. [Egli] ha stabilito per voi, nella religione, la stessa via che aveva raccomandato a Noè, quella che riveliamo a te, [o Muḥammad,] e che imponemmo ad Abramo, a Mosè e a Gesù: «Assolvete al culto e non fatene motivo di divisione». Ciò a cui li inviti è invero gravoso per gli associatori: Allah sceglie e avvicina a Sé chi vuole e a Sé guida chi Gli Si rivolge [pentito],

14. Non si divisero [12], opponendosi gli uni agli altri, se non dopo che giunse loro la conoscenza [della Verità]. Se non fosse per una precedente Parola del tuo Signore [13], già sarebbe stato deciso tra loro. In verità coloro che ricevettero la Scrittura dopo di loro, sono immersi nel dubbio in proposito [14] .

15. Invitali dunque [alla fede], procedi con rettitudine come ti è stato ordinato e non seguire le loro passioni. Di’: «Credo in tutta la Scrittura che Allah ha rivelato. Mi è stato ordinato di giudicare con equità tra voi. Allah è il nostro Signore e il vostro Signore. A noi le nostre azioni, a voi le vostre. Nessuna polemica tra noi e voi. Ci riunirà Allah e verso Lui è la meta [ultima]» [15] .

16. Coloro che polemizzano a proposito di Allah dopo che già è stato risposto [16] al Suo appello, hanno argomenti che non hanno alcun valore presso Allah. Su di loro [si abbatterà] la [Sua] collera e avranno un severo castigo.

17. Allah è Colui che ha rivelato secondo verità il Libro e la Bilancia. Chi ti potrà rendere edotto [17] ? Forse l’Ora è vicina.

18. Vogliono affrettarne la venuta coloro che non credono in essa, mentre i credenti sono intimoriti, sapendo che è verità. Coloro che polemizzano sull’Ora sono in evidente errore.

19. Allah è dolce con i Suoi servi e concede a chi vuole. Egli è il Forte, l’Eccelso.

20. A chi avrà voluto arare [il campo del]l’altra vita, accresceremo la sua aratura mentre a chi avrà voluto arare [il campo di] questa vita, concederemo una parte [dei frutti], ma non avrà parte alcuna dell’altra vita [18] .

21. Hanno forse associati che, a proposito della religione, abbiano stabilito per loro una via che Allah non ha consentito?

Se non fosse stata presa la Decisione finale, già sarebbe stato giudicato tra loro! Gli ingiusti avranno doloroso castigo.

22. Vedrai gli ingiusti impauriti di ciò che avranno meritato e che ricadrà su di loro. Coloro che credono e compiono il bene, saranno nei prati del Giardino e avranno tutto ciò che vorranno presso il loro Signore. Questa è la grazia grande!

23. Questa è la [buona] novella che Allah dà ai Suoi servi che credono e compiono il bene. Di’: «Non vi chiedo alcuna ricompensa, oltre all’amore per i parenti» [19] . A chi compie una buona azione, Noi daremo qualcosa di migliore. In verità Allah è perdonatore, riconoscente.

24. Diranno invece: «Ha inventato menzogne contro Allah». Se Allah volesse, sigillerebbe il tuo cuore [20] . Con le Sue parole Allah cancella il falso e realizza la verità. Egli conosce quello che nascondono i petti.

25. Egli è Colui che accoglie il pentimento dei Suoi servi, perdona i loro peccati e conosce quello che fate.

26. Esaudisce coloro che credono e compiono il bene e li accresce della Sua grazia. I miscredenti avranno severo castigo.

27. Se Allah avesse dato abbondanza di ricchezze ai Suoi servi, si sarebbero ribellati sulla terra. Elargisce invece ciò che vuole, con misura. Egli è ben informato sui Suoi servi e li osserva.

28. Egli è Colui che fa scendere la pioggia, quando già se ne dispera; così diffonde la Sua misericordia. E il Patrono, il Degno di lode.

29. Fra i Suoi segni vi è la creazione dei cieli e della terra e degli esseri viventi che vi ha sparso; Egli è in grado di riunire tutti quando Lo vorrà [21] .

30. Qualunque sventura vi colpisca, sarà conseguenza di quello che avranno fatto le vostre mani [22], ma [Allah] molto perdona.

31. Non potrete opporvi [alla Sua potenza] sulla terra e, all’infuori di Allah, non avrete né patrono né alleato.

32. Fra i Suoi segni vi sono le navi, [salde] come montagne sul mare.

33. Se vuole, calma i venti ed ecco che stanno immobili sulla superficie [marina]. In verità in ciò vi sono segni per tutti i pazienti e i riconoscenti.

34. Oppure le annienta per quel che si meritarono [23] ; ma Egli molto perdona.

35. Coloro che polemizzano sui Nostri segni, sappiano di non avere nessuna via d’uscita.

36. Tutto ciò che vi è stato concesso non è che godimento effimero di questa vita, mentre quel che è presso Allah è migliore e duraturo; [lo avranno] coloro che credono e confidano nel loro Signore,

37. coloro che evitano i peccati più gravi e le turpitudini e che perdonano quando si adirano,

38. coloro che rispondono al loro Signore, assolvono all’orazione, si consultano vicendevolmente su quel che li concerne [24] e sono generosi di ciò che Noi abbiamo concesso loro;

39. coloro che si difendono quando sono vittime dell’ingiustizia [25] .

40. La sanzione di un torto è un male corrispondente, ma chi perdona e si riconcilia, avrà in Allah il suo compenso [26] .

In verità Egli non ama gli ingiusti.

41. Chi si difende per aver subito un torto non incorre in nessuna sanzione.

42. Non c’è sanzione se non contro coloro che sono ingiusti con gli uomini e, senza ragione, spargono la corruzione sulla terra: essi avranno doloroso castigo.

43. Quanto invece a chi è paziente e indulgente, questa è davvero la miglior disposizione.

44. Colui che Allah svia, non avrà oltre a Lui patrono alcuno. Vedrai gli ingiusti che, alla vista del castigo, grideranno: «C’è un modo per ritornare [27] ?».

45. Li vedrai, ad esso esposti, umiliati e impotenti, lanciarsi sguardi furtivi, mentre i credenti diranno: «In verità, coloro che avranno causato la loro rovina e quella delle loro famiglie, nel Giorno della Resurrezione saranno i perdenti».

In verità gli ingiusti avranno duraturo castigo.

46. Non avranno patroni che li aiuteranno contro Allah.

Colui che Allah svia non ha nessuna via [di salvezza].

47. Rispondete al vostro Signore, prima che venga un Giorno il cui termine Allah non differirà. In quel Giorno non avrete rifugio e non potrete negare alcunché.

48. Se volgono le spalle, [sappi] che non ti inviammo loro affinché li custodissi: tu devi solo trasmettere [il messaggio]. Quando facciamo gustare all’uomo una misericordia che proviene da Noi, egli se ne rallegra; se lo coglie invece una sventura, per ciò che le sue mani hanno commesso, subito l’uomo diventa ingrato.

49. Appartiene ad Allah la sovranità dei cieli e della terra. Egli crea quello che vuole. Concede femmine a chi vuole e, a chi vuole, maschi;

50. oppure concede maschi e femmine insieme e rende sterile chi vuole. In verità Egli è il Sapiente, il Potente.

51. Non è dato all’uomo che Allah gli parli, se non per ispirazione o da dietro un velo, o inviando un messaggero che gli riveli, con il Suo permesso, quel che Egli vuole [28] . Egli è altissimo, saggio.

52. Ed è così che ti abbiamo rivelato uno spirito [29] [che procede] dal Nostro ordine. Tu non conoscevi né la Scrittura né la fede. Ne abbiamo fatto una luce per mezzo della quale guidiamo chi vogliamo, tra i Nostri servi. In verità tu guiderai sulla retta via,

53. la via di Allah, Cui appartiene tutto quel che è nei cieli e sulla terra. Sì, ritornano ad Allah tutte le cose.


[1] Il vers. 38 da cui trae il suo nome questa sura recita: «coloro che… si consultano vicendevolmente»: è il principio della «shûrâ»: la consultazione, la partecipazione alle decisioni che riguardano la comunità. Questo è il fondamento coranico di quella che potrebbe essere definita una «democrazia teocentrica». L’umma islamica è comunità terrena di individui che devono tendere alla realizzazione della visione di Allah nell’altra vita. Per far questo sono necessari: fede e abbandono ad Allah (cfr. vers. 36), controllo delle passioni, purezza di intenti, amore per i propri simili (cfr. vers. 37), disponibilità totale nei confronti di Allah, pratica religiosa, «shûrâ», generosità (cfr. vers. 38), capacità di difendere i propri diritti con decisione e moderazione (vedi vers. 39) e al contempo misericordia verso i colpevoli. Vivere questa vita in previsione dell’Altra, guadagnarsi l’Altra vita vivendo nel migliore dei modi il passaggio terreno: questa è la tensione morale che anima i musulmani.

[2] Vedi Appendice 1.

[3] «a te Muḥammad e ai messaggeri che ti precedettero.»

[4] «sprofondano i cieli»: intimiditi dalla potenza e dalla maestà di Allah (gloria a Lui l’Altissimo).

[5] «Tu non sei»: o Muḥammad.

[6] «la Madre delle città»: La Mecca. In questo caso «Madre» indica l’eccellenza che Allah ha conferito a questa città. (Sul significato esteso che la lingua araba attribuisce ai termini «padre e madre» vedi nota a III, 7.) La Mecca si trova nel luogo che, secondo la tradizione, fu il primo da cui si ritirarono le acque dopo il diluvio, luogo in cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) volle che fosse innalzata la Sua Casa su questa terra, la Santa Ka‘ba, facendone l’orientazione dell’orazione rituale dei musulmani e la meta del pellegrinaggio. Al tempo dell’Egira, l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) rivolse lo sguardo alla sua città che era stato costretto ad abbandonare e disse: «Giuro che sei la migliore delle terre di Allah e la più amata, e se non fosse la mia gente ad esiliarmi da te non ti avrei mai lasciato». La dottrina islamica afferma che La Mecca costituisce il cuore del mondo e pertanto l’espressione coranica «… affinché tu ammonisca la Madre delle città e coloro che [le abitano] attorno», equivale a indicare “tutto il mondo”, come nell’espressione latina “urbi et orbi” (che si riferisce a Roma e all’intero pianeta).

[7] «Giorno della Riunione»: uno dei nomi appellativi del Giorno del Giudizio.

[8] «la Fiamma», uno dei nomi dell’Inferno.

[9] Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci dice che le divisioni religiose tra gli uomini derivano dalla Sua volontà e che solo la Sua misericordia può far sì che l’individuo venga a far parte di quella comunità che Egli Stesso ha definito «equilibrata, ottimale» (vedi II, 143 e la nota), cioè quella islamica.

[10] II versetto ribadisce l’assoluta priorità della parola di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) come criterio di valutazione di ogni situazione ed equivale nella sostanza al vers. IV, 59 (vedi anche la nota).

[11] «Niente è simile a Lui» recita questo versetto, «Nessuno è uguale a Lui» dice la sura CXII. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) è assolutamente diverso dalle Sue creature, e questa diversità è di natura qualitativa. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non è solo il Più Grande, Egli è la grandezza, non è solo il Più Forte, Egli è la forza. Le espressioni antropomorfe riferite a Lui che troviamo sul Corano hanno il solo scopo di facilitarci la comprensione della Sua Natura.

[12] «si divisero»: soggetto del verbo sono gli ebrei che si divisero in molte sette.

[13] «Se non fosse per…»: la decisione di Allah di regolare i conti con la maggior parte degli uomini solo nel Giorno del Giudizio.

[14] «Coloro che…»: i cristiani, anche loro divisi in moltissime sette già ai tempi della rivelazione coranica (e oggi ancora di più).

[15] Nonostante che questo versetto venga considerato meccano, il problema che affronta e le soluzioni che indica sembrano da inserire in ambiente medinese, in cui il rapporto con i cristiani e gli ebrei poneva ai musulmani alcuni problemi dottrinali e di convivenza. Messaggio esplicito, condotta cristallina, fortezza d’animo, queste le caratteristiche che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) raccomanda al Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui) e, di riflesso, a tutti i musulmani.

[16] «dopo che già Gli è stato risposto»: dopo che i credenti hanno accettato il messaggio recato da Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) e hanno dato prova di lealtà nei confronti di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e del Suo Inviato.

[17] «Chi ti potrà rendere edotto», all’infuori di Allah.

[18] Come in altri brani, la metafora agricola serve a rappresentare la possibilità di scelta di vita che si pone all’uomo: investire per il contingente o investire per l’assoluto, usare tempo ed energia per ottenere materia finita e caduca, o breve effimero successo, oppure cercare di guadagnare il premio infinito e perfetto. La scelta dell’uomo di intelletto dovrebbe essere scontata. Invece non è solo questione di intelletto se è vero, come è vero, che siamo circondati da individui che gettano al vento la loro intelligenza e le loro capacità investendole totalmente nelle realizzazioni di questa vita terrena. La verità è che più ancora dell’intelligenza è necessaria la fede ma Allah la dà solo a chi la desidera nel più profondo di sé.

[19] In molti altri brani Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ordina al Suo Invitato (pace e benedizioni su di lui) di non richiedere nessuna ricompensa per il suo apostolato e di affermare che questa ricompensa è presso Allah. In questo versetto gli ordina di chiedere amore per i parenti, ma di quali parenti si tratta? Tabarì propone alcune interpretazioni, ma conclude dando la preferenza a questa: l’invito è rivolto fondamentalmente ai Quraysh e coloro da amare sono Muḥammad stesso e la sua famiglia che (secondo Ibn ‘Abbàs) erano legati da un legame di parentela con ognuno dei clan coreisciti. Alcuni esegeti hanno ritenuto che fosse un invito all’affezione per Abù Bakr (che Allah sia soddisfatto di lui) amico fedele e suocero di Muḥammad. Considerando che il versetto (insieme ai due successivi) fa parte dell’aggiunta medinese ad una sura meccana, si potrebbe leggervi un invito all’amore tra emigranti e ausiliari che, nella fase immediatamente successiva all’Egira, costituiva la base di solidarietà tra credenti su cui si sarebbe costruita la comunità islamica di Medina.

[20] «sigillerebbe il tuo cuore»: fino a farti dimenticare il Corano che ti ha rivelato (Tabarì xxv, 27).

[21] II versetto può essere interpretato come una possibile indicazione che esistano (oltre ai terrestri) altri esseri viventi sparsi nel creato.

[22] «… di quello che avranno fatto le vostre mani»: avrete il raccolto corrispondente a quello che avrete seminato.

[23] Distrugge le navi con una tempesta per punire dei loro peccati gli uomini che vi stanno a bordo.

[24] «si consultano vicendevolmente»: vedi nota al titolo della sura.

[25] Secondo un hadith dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) ci sono tre cose che sono sacre al musulmano e che autorizzano la sua reazione contro chiunque le offenda: il sangue (la sua integrità fisica), l’onore (la sua rispettabilità e quella della sua famiglia), i beni (quello che onestamente possiede). Anche la società islamica ha diritti che devono essere tutelati e difesi; se questo non avviene è inevitabile la diffusione della «fitna» (lo scandalo, il disordine, la corruzione, cfr. nota a II, 191). L’azione, la parola e l’intenzione sono, in ordine di importanza, gli strumenti atti alla difesa del bene e alla condanna del male. Si potrà usare la parola solo quando non sarà possibile usare l’azione, e l’intenzione (o intima riprovazione) sarà lecita solo quando gli altri due strumenti non saranno utilizzabili.

[26] La legge del contrappasso è quanto di più severo possa applicare l’uomo per difendere se stesso e la comunità. Travalicare questi limiti fissati da Allah sarebbe ancor più grave del male stesso che si vuole punire. In tutto quello che riguarda i reati contro la persona, specie quelli colposi e preterintenzionali, viene inoltre raccomandato il perdono e la riconciliazione con il colpevole.

[27] «… per ritornare»: sulla terra. Come in altri brani il Corano ci tratteggia l’atteggiamento dei dannati alla vista dell’Inferno. Vorrebbero tornare sulla terra per guadagnarsi la benevolenza di Allah, ma è troppo tardi, hanno avuto la loro prova e non l’hanno superata.

[28] In questo versetto vengono indicati tre modi con cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) comunica con gli uomini che ha innalzato alla dignità di Suoi profeti o messaggeri. In primo luogo «l’ispirazione» che comunica direttamente allo spirito dell’uomo e alla sua mente senza altro fenomeno sensibile, poi «da dietro un velo» (la stessa espressione che abbiamo tradotto «da dietro una cortina», cfr. XXXIII, 53) ed è ad esempio il caso della prima rivelazione di Allah a Mosè (vedi sura xxvii, 8; XXIX, 32) o «inviando un messaggero», cioè un Angelo, come avvenne per la rivelazione fatta scendere su Muḥammad nella grotta di Hira e in molti altri casi (gli Angeli inviati ad Abramo e poi a Lot, ecc.).

[29] « uno spirito »:secondo l’esegesi classica (Tabarî XXV, 46) si riferisce al Corano.

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