Sura V

Al-Mâ’ida

La Tavola Imbandita [1]

Post-Eg. n. 112, di 120 versetti. Il nome della sura deriva dal vers. 112.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. O voi che credete, rispettate gli impegni. Vi sono permessi gli animali dei greggi, eccetto quello che vi reciteremo. Non cacciate quando siete in stato di sacralizzazione [2] . Allah comanda quello che vuole.

2. O voi che credete, non profanate i simboli di Allah, né il mese sacro, né l’offerta sacrificale, né le ghirlande, né quelli che si dirigono verso la Sacra Casa bramando la grazia e il compiacimento del loro Signore [3] . Dopo che vi sarete desacralizzati, potrete cacciare liberamente [4] . E non vi spinga alla trasgressione l’odio per quelli che vi hanno scacciato dalla Sacra Moschea. Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione. Temete Allah, Egli è severo nel castigo.

3. Vi sono vietati gli animali morti, il sangue, la carne di porco e ciò su cui sia stato invocato altro nome che quello di Allah, l’animale soffocato, quello ucciso a bastonate, quello morto per una caduta, incornato o quello che sia stato sbranato da una belva feroce, a meno che non l’abbiate sgozzato [prima della morte] e quello che sia stato immolato su altari [idolatrici] [5] e anche [vi è stato vietato] tirare a sorte con le freccette [6] . Tutto ciò è iniquo. Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla vostra religione: non temeteli dunque, ma temete Me.

Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’IsIàm [7] .

Se qualcuno si trovasse nel bisogno della fame, senza l’intenzione di peccare, ebbene Allah è perdonatore, misericordioso.

4. Ti chiederanno quello che è loro permesso. Di’: «Vi sono permesse tutte le cose buone e quello che cacceranno gli animali che avete addestrato per la caccia nel modo che Allah vi ha insegnato. Mangiate dunque quello che cacciano per voi e menzionatevi il nome di Allah». Temete Allah. In verità Allah è rapido al conto.

5. «Oggi vi sono permesse le cose buone e vi è lecito anche il cibo di coloro ai quali è stata data la Scrittura, e il vostro cibo è lecito a loro [8] . [Vi sono inoltre lecite] le donne credenti e caste, le donne caste di quelli cui fu data la Scrittura prima di voi, versando il dono nuziale –
sposandole, non come debosciati libertini! [9] Coloro che sono miscredenti vanificano le opere loro e nell’altra vita saranno tra i perdenti.»

6. O voi che credete! Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani [e gli avambracci] fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla
testa e lavate i piedi fino alle caviglie [10] . Se siete in stato di impurità, purificatevi. Se siete malati o in viaggio o uscendo da una latrina o dopo aver accostato le donne non trovate acqua,
fate la lustrazione con terra pulita, passandola sul volto e sugli avambracci. Allah non vi vuole imporre nulla di gravoso, ma purificarvi e
perfezionare su di voi la Sua grazia affinché siate riconoscenti.

7. Ricordate i benefici che Allah vi ha concessi e il Patto che stringeste con Lui quando diceste: «Abbiamo sentito e obbediamo». Temete Allah. Egli
conosce quello che è nei cuori.

8. O voi che credete, siate testimoni sinceri davanti ad Allah secondo giustizia. Non vi spinga all’iniquità l’odio per un certo popolo. Siate equi:
l’equità è consona alla devozione [11] .

Temete Allah. Allah è ben informato su quello che fate.

9. Allah ha promesso a coloro che credono e compiono il bene, il perdono e un’immensa ricompensa.

10. Quelli che sono miscredenti e tacciano di menzogna i segni Nostri, sono i compagni della Fornace [12] .

11. O voi che credete, ricordate i benefici che Allah vi ha concesso, il giorno che una fazione voleva alzare le mani contro di voi ed Egli arrestò le
mani loro. Temete Allah. Confidino in Allah i credenti!

12. Allah accettò il Patto dei Figli di Israele e suscitò da loro dodici capi. Allah disse: «Sarò con voi, purché eseguiate l’orazione e paghiate la
decima e crediate nei Miei Messaggeri, li onoriate e facciate un bel prestito ad Allah. Allora cancellerò i vostri peccati e vi farò entrare nei
Giardini dove scorrono i ruscelli. Chi di voi, dopo tutto ciò, sarà miscredente, si allontana dalla retta via».

13. Ma essi ruppero l’alleanza e Noi li maledicemmo e indurimmo i loro cuori: stravolgono il senso delle parole [13] e dimenticano gran parte di quello che è stato loro rivelato [14] . Non cesserai di scoprire tradimenti da parte loro, eccetto alcuni. Sii indulgente con loro e dimentica. Allah ama i magnanimi.

14. Con coloro che dicono: «Siamo cristiani», stipulammo un Patto. Ma dimenticarono una parte di quello che era stato loro ricordato [15] . Suscitammo tra loro odio e inimicizia fino al Giorno della Resurrezione [16] . Presto Allah li renderà edotti su quello che facevano.

15. O gente della Scrittura, ora è giunto a voi il Nostro Messaggero, per spiegarvi molte cose della Scrittura che voi nascondevate e per abrogarne
molte altre [17] ! Una Luce e un Libro chiaro vi son giunti da Allah.

16. Con essi Allah guida sulla via della salvezza quelli che tendono al Suo compiacimento. Dalle tenebre li trae alla luce, per volontà Sua li guida
sulla retta via.

17. Sono certamente miscredenti quelli che dicono: «Allah è il Messia figlio di Maria». Di’: «Chi potrebbe opporsi ad Allah, se Egli volesse far
perire il Messia figlio di Maria, insieme con sua madre e a tutti quelli che sono sulla terra? Ad Allah appartiene la sovranità sui cieli, sulla terra
e su tutto quello che vi è frammezzo!». Egli crea quello che vuole, Allah è onnipotente.

18. Giudei e nazareni dicono: «Siamo figli di Allah ed i suoi prediletti». Di’: «Perché allora vi castiga per i vostri peccati ? Sì, non siete che
uomini come altri che Lui ha creato. Egli perdona a chi vuole e castiga chi vuole. Ad Allah appartiene la sovranità sui cieli e sulla terra e su quello
che vi è frammezzo. A Lui farete ritorno».

19. O gente della Scrittura, il Nostro Messaggero vi è giunto dopo un’interruzione [nella successione] dei Profeti [18], affinché non diciate: «Non ci è giunto nunzio né ammonitore». Ecco che vi è giunto un nunzio e un ammonitore! Allah è onnipotente.

20. E quando Mosé disse al suo popolo: «O popol mio! Ricordate la grazia di Allah su di voi quando ha scelto tra voi i Profeti! E fece di voi dei re e
vi diede quello che non aveva mai dato a nessun popolo al mondo.

21. O popol mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata [19] e non volgete le spalle: vi ritrovereste perdenti [20] ».

22. Dissero: «O Mosè, essa è abitata da un popolo di tiranni [21] . Noi non vi entreremo finché essi non siano usciti. Se escono, allora entreremo».

23. Due dei loro, timorati e colmati da Allah di grazia, dissero: «Entrate dalla porta; quando sarete dentro, trionferete.

Confidate in Allah se siete credenti».

24. Dissero: «O Mosè, noi non entreremo finché saranno colà. Va’ tu con il Signore tuo e combattete insieme. Noi resteremo qui in attesa».

25. Disse: «Signore, ho potere solo su me stesso e su mio fratello: separaci da questo popolo di perversi!».

26. Disse [Allah]: «Ebbene, questo paese sarà loro vietato per quarantanni ed essi erreranno sulla terra [22] Non ti affliggere per un popolo di iniqui».

27. Racconta loro, in tutta verità, la storia dei due figli di Adamo [23], quando offrirono [ad Allah] un sacrificio, ed ecco che l’offerta di uno fu accettata e quella dell’altro no. Questi disse: «Ti ucciderò
certamente!».

Rispose il fratello: «Allah accetta solo da parte di coloro che Lo temono.

28. Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l’alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi.

29. Voglio che tu ti addossi il mio peccato e il tuo, e allora sarai tra i compagni del Fuoco. Questa è la ricompensa per gli ingiusti».

30. La sua passione lo spinse ad uccidere il fratello. Lo uccise e divenne uno di coloro che si sono perduti.

31. Poi Allah gli inviò un corvo che si mise a scavare la terra per mostrargli come nascondere il cadavere di suo fratello [24] . Disse: «Guai a me! Sono incapace di essere come questo corvo, sì da nascondere la spoglia di mio fratello?». E così fu uno di quelli afflitti dai
rimorsi.

32. Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta [25] o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera [26] . E chi ne abbia salvato [27] uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I Nostri Messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla
terra.

33. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi,
che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita;
nell’altra vita avranno castigo immenso [28],

34. eccetto quelli che si pentono prima di cadere nelle vostre mani. Sappiate, Allah è perdonatore, misericordioso.

35. O voi che credete, temete Allah e cercate il modo di giungere a Lui, e lottate per la Sua Causa, affinché possiate prosperare.

36. Quand’anche i miscredenti disponessero di tutto quello che c’è sulla terra e altrettanto ancora, non sarebbe loro accettato come riscatto, nel
Giorno della Resurrezione. Avranno doloroso castigo.

37. Vorranno uscire dal Fuoco, ma non ne usciranno.

Avranno perpetuo tormento.

38. Tagliate la mano al ladro e alla ladra [29], per punirli di quello che hanno fatto e come sanzione da parte di Allah. Allah è eccelso, saggio.

39. Quanto a chi si pente e si corregge, Allah accetta il suo pentimento. In verità Allah è perdonatore, misericordioso.

40. Non sai che ad Allah appartiene il Regno dei cieli e della terra? Egli castiga chi vuole e perdona chi vuole. Allah è onnipotente.

41. O Messaggero, non ti affliggere per quelli che ricadono nella miscredenza dopo che le loro bocche hanno detto: «Noi crediamo», mentre i loro
cuori non credevano affatto, e neppure a causa dei giudei che ascoltano solo per calunniare, che ascoltano per altri che non sono mai venuti da te;
stravolgono il senso delle parole e dicono: «Se vi è dato questo, accettatelo; altrimenti siate diffidenti!» [30] . Se Allah vuole che un uomo cada nella tentazione, tu non puoi fare niente contro Allah [per proteggerlo].

Essi sono coloro i cui cuori non ha voluto purificare, avranno l’ignominia in questa vita e un castigo immenso nell’altra.

42. Ascoltano solo per diffamare, avidi di illeciti guadagni. Se vengono da te, sii arbitro tra loro o allontanati. E se ti allontanerai, non potranno
mai nuocerti in nulla. Se giudichi, fallo con giustizia, ché Allah ama i giusti [31] .

43. Come mai potranno sceglierti come giudice, quando hanno la Toràh con il giudizio di Allah e dopo di ciò volgere le spalle? Essi non sono credenti!

44. Facemmo scendere la Toràh, fonte di guida e di luce.

Con essa giudicavano tra i giudei, i profeti sottomessi ad Allah, e i rabbini e i dottori: [giudicavano] in base a quella parte dei precetti di Allah che era stata loro affidata e della quale erano testimoni. Non temete gli uomini, ma temete Me. E non svendete a vii prezzo i segni Miei. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono i miscredenti.

45. Per loro prescrivemmo vita per vita, occhio per occhio, naso per naso, orecchio per orecchio, dente per dente e il contrappasso per le ferite.
Quanto a colui che vi rinuncia [32] per amor di Allah, varrà per lui come espiazione. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono gli ingiusti.

46. Facemmo camminare sulle loro orme Gesù figlio di Maria, per confermare la Toràh che scese prima di lui. Gli demmo il Vangelo, in cui è guida e luce, a conferma della Toràh che era scesa precedentemente: monito e direzione per i timorati.

47. Giudichi la gente del Vangelo in base a quello che Allah ha fatto scendere. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono gli iniqui.

48. E su di te abbiamo fatto scendere il Libro con la Verità, a conferma della Scrittura che era scesa in precedenza e lo abbiamo preservato da ogni alterazione [33] . Giudica tra loro secondo quello che Allah ha fatto scendere, non conformarti alle loro passioni allontanandoti dalla verità che ti è giunta. Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso.

Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone: tutti
ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali siete discordi.

49. Giudica dunque tra di loro secondo quello che Allah ha rivelato e non indulgere alle loro passioni. Bada che non cerchino di allontanarti da una
parte di quello che Allah ha fatto scendere su di te. Se poi ti volgon le spalle, sappi che Allah vuole colpirli per alcuni dei loro peccati. Invero
molti uomini sono perversi.

50. È la giustizia dell’ignoranza che cercano [34] ?

Chi è migliore di Allah nel giudizio, per un popolo che crede con fermezza?

51. O voi che credete, non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni, sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro [35] . In verità Allah non guida un popolo di ingiusti.

52. Vedrai quelli che hanno una malattia nel cuore correre verso di loro dicendo: «Temiamo un rovescio del destino». Ma se Allah darà la vittoria o un
ordine da parte Sua, eccoli rimpiangere i loro pensieri segreti.

53. E i credenti diranno: «Questi sono coloro che giuravano [in nome] di Allah, con giuramento solenne, che erano con voi?».

Le loro opere si sono vanificate e saranno coloro che si perdono.

54. O voi che credete, se qualcuno di voi rinnegherà la sua religione, Allah susciterà una comunità che Lui amerà e che Lo amerà, umile con i credenti
e fiera con i miscredenti, che lotterà per la causa di Allah e che non teme il biasimo di nessuno [36] . Questa è la grazia di Allah ed Egli la dà a chi vuole. Allah è immenso, sapiente.

55. In verità i vostri alleati sono Allah e il Suo Messaggero e i credenti che assolvono all’orazione, e pagano la decima prosternandosi con umiltà [37] .

56. E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Allah che avrà la vittoria.

57. O voi che credete, non sceglietevi alleati tra quelli ai quali fu data la Scrittura prima di voi, quelli che volgono in gioco e derisione la vostra
religione e [neppure] tra i miscredenti. Temete Allah se siete credenti.

58. Quando fate la chiamata alla preghiera, essa è per loro oggetto di burla e derisione. E ciò perché è gente che non comprende.

59. Di’: «O gente della Scrittura, cosa ci rimproverate se non di credere in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto
scendere in precedenza? La maggior parte di voi è veramente perversa!».

60. Di’: «Posso forse annunciarvi peggior ricompensa da parte di Allah? Coloro che Allah ha maledetto, che hanno destato la Sua collera e che ha
trasformato in scimmie e porci [38], coloro che hanno adorato gli idoli [39], sono questi che hanno la condizione peggiore e sono i più lontani dalla retta via».

61. Quando vengono presso di voi dicono: «Siamo credenti», ma entrano con miscredenza ed escono alla stessa maniera. Allah conosce bene quello che
nascondono.

62. Vedrai molti di loro rivaleggiare nel peccato, nella trasgressione e nell’avidità per il guadagno illecito. Quanto male c’è in quello che fanno.

63. Perché i rabbini e i dottori non impediscono loro di peccare con la parola e di nutrirsi di illeciti guadagni? Quanto male c’è in quello che operano!

64. I giudei dicono: «La mano di Allah si è incatenata!». Siano incatenate le mani loro e siano maledetti per quel che hanno detto. Le Sue mani sono
invece ben aperte: Egli dà a chi vuole. Quello che è stato fatto scendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà in molti di loro la
ribellione e la miscredenza. Abbiamo destato tra loro odio e inimicizia fino al giorno della Resurrezione [40] . Ogni volta che accendono un fuoco di guerra. Allah lo spegne. Gareggiano nel seminare disordine sulla terra, ma Allah non ama i corruttori.

65. Se la gente della Scrittura avesse creduto e si fosse comportata con devozione, avremmo cancellato le loro colpe e li avremmo introdotti nei
Giardini della Delizia.

66. Se avessero obbedito alla Torâh e al Vangelo e a quello che scese su di loro da parte del loro Signore, avrebbero certamente goduto di quello che
c’è sopra di loro e di quello che c’è ai loro piedi [41] . Tra loro c’è una comunità che segue una via di moderazione, ma ben malvagio è quello che fanno molti di loro.

67. O Messaggero, comunica quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. Ché se non lo facessi non assolveresti alla tua missione. Allah li
proteggerà dalla gente. Invero Allah non guida un popolo di miscredenti.

68. Di’: «O gente della Scrittura, non avrete basi sicure finché non obbedirete alla Torâh e al Vangelo e in quello che è stato fatto scendere su di
voi da parte del vostro Signore». Stai certo che quello che è stato fatto scendere su di te da parte del tuo Signore accrescerà in molti di loro la
ribellione e la miscredenza. Non ti affliggere per i miscredenti.

69. In verità coloro che credono e i giudei, i sabei e i cristiani, tutti quelli che credono in Allah e nell’ultimo Giorno e compiono il bene, non avranno nulla da temere e
non saranno afflitti [42] .

70. Accettammo il patto dei Figli di Israele e inviammo loro i messaggeri. Ogni volta che un messaggero recò loro qualcosa che i loro animi non
desideravano, ne tacciarono di menzogna alcuni e ne uccisero altri [43] .

71. Credettero che non ne avrebbero subito le conseguenze: erano diventati ciechi e sordi. Poi Allah accolse il loro pentimento. Poi molti altri
divennero ciechi e sordi. Allah osserva quello che fanno.

72. Sono certamente miscredenti quelli che dicono: «Allah è il Messia, figlio di Maria!». Mentre il Messia disse: «O Figli di Israele, adorate Allah,
mio Signore e vostro Signore». Quanto a chi attribuisce consimili ad Allah, Allah gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti
non avranno chi li soccorra!

73. Sono certamente miscredenti quelli che dicono: «In verità Allah è il terzo di tre». Mentre non c’è dio all’infuori del Dio Unico!

E se non cessano il loro dire, un castigo doloroso giungerà ai miscredenti.

74. Perché non si rivolgono pentiti ad Allah, implorando il Suo perdono? Allah è perdonatore, misericordioso.

75. Il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veridica. Eppure entrambi
mangiavano cibo [44] Guarda come rendiamo evidenti i Nostri segni, quindi guarda come se ne allontanano.

76. Di’: «Adorerete all’infuori di Allah qualcuno che non ha né il potere di nuocervi né di giovarvi? Allah tutto ascolta e conosce».

77. Di’: «O Gente della Scrittura, non esagerate nella vostra religione [45] . Non seguite le stesse passioni che seguirono coloro che si sono traviati e che hanno traviato molti altri, che hanno perduto la retta via».

78. I miscredenti fra i Figli di Israele che hanno negato, sono stati maledetti dalla lingua di Davide e di Gesù figlio di Maria [46] . Ciò in quanto disobbedivano e trasgredivano

79. e non si vietavano l’un l’altro quello che era nocivo.

Quant’era esecrabile quello che facevano!

80. Vedrai che molti di loro si alleeranno con i miscredenti. È così esecrabile quello che hanno preparato, che Allah è in collera con loro. Rimarranno
in perpetuo nel castigo.

81. Se credessero in Allah e nel Profeta e in quello che è stato fatto scendere su di lui, non li prenderebbero per alleati, ma molti di loro sono
perversi.

82. Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i giudei e i politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che
dicono: «In verità siamo nazareni», perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio [47] e monaci che non hanno alcuna superbia.

83. Quando sentono quello che è sceso sul Messaggero, vedrai i loro occhi versare lacrime per la verità che vi hanno riconosciuto. Dicono: «O nostro
Signore, noi crediamo: annoveraci tra i testimoni [48] !

84. Come potremmo non credere in Allah e in quella parte della verità che ci è giunta, quando bramiamo che il nostro Signore ci introduca in
compagnia dei devoti?».

85. Allah li compenserà per quello che dicono, con i Giardini dove scorrono i ruscelli, in cui rimarranno in perpetuo. Questa è la mercede di coloro
che compiono il bene.

86. E quanto a coloro che sono miscredenti e tacciano di menzogna i Nostri segni, questi sono i compagni della Fornace.

87. O voi che credete, non vietate le cose buone che Allah vi ha reso lecite. Non eccedete. In verità Allah non ama coloro che eccedono [49] .

88. Mangiate le cose buone e lecite che Allah vi ha concesso e temete Allah, Colui nel Quale credete.

89. Allah non vi punirà per un’avventatezza nei vostri giuramenti, ma vi punirà per i giuramenti che avete ponderato [50] . L’espiazione consisterà nel nutrire dieci poveri con il cibo consueto con cui nutrite la vostra famiglia, o nel vestirli, o nel liberare uno
schiavo. E chi non ha i mezzi di farlo, digiuni allora per tre giorni. Ecco l’espiazione per i giuramenti che avrete disatteso. Tenete fede ai
giuramenti!

Così Allah vi spiega i Suoi segni affinché siate riconoscenti.

90. O voi che credete, in verità il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche, le frecce divinatorie sono immonde opere di Satana. Evitatele
affinché possiate prosperare [51] .

91. In verità col vino e il gioco d’azzardo, Satana vuole seminare inimicizia e odio tra di voi [52] e allontanarvi dal Ricordo di Allah [53] e dall’orazione. Ve ne asterrete?

92. Obbedite ad Allah e al Messaggero e state attenti. Se poi gli volgerete le spalle, sappiate che il Nostro Messaggero deve solo trasmettere in
modo chiaro, null’altro.

93. Per coloro che credono e operano il bene non ci sarà male alcuno in quello che avranno mangiato, purché abbiano temuto [Allah], abbiano creduto e
compiuto il bene, temano [Allah], credano, e [sempre] temano [Allah] e operino al meglio [54] . Allah ama i buoni.

94. O voi che credete! Allah certamente vi metterà alla prova con qualche [capo di selvaggina] che caccerete con le mani e con le lance. Così Allah
riconoscerà chi Lo teme nel profondo di sé [55] .

Chi poi trasgredirà, avrà doloroso castigo!

95. O voi che credete! Non uccidete la selvaggina se siete in stato di consacrazione [56] . Chi di voi la ucciderà deliberatamente, si riscatti con qualche bestia del gregge, dello stesso valore di quella che ha ucciso – giudichino due
uomini giusti tra voi – e sarà un’offerta che invia alla Ka‘ba, oppure espii nutrendo i poveri o digiunando per scontare le conseguenze della sua
azione. Allah ha perdonato il passato, ma si vendicherà sui recidivi. Allah è potente, è il Padrone della vendetta.

96. Vi è lecita la pesca e il cibo che ne ricaverete: godetene con gli altri viaggiatori. Vi è invece resa illecita la caccia per tutto il tempo in cui
siete in stato di consacrazione. Temete Allah, è a Lui che sarete ricondotti.

97. Allah ha fatto della Ka‘ba, della Santa Casa, un luogo di preghiera per gli uomini. [Lo stesso vale] per il mese sacro, l’offerta di animali e gli
ornamenti delle vittime sacrificali [57] . Ciò affinché sappiate che Allah conosce veramente tutto quello che vi è nei cieli e sulla terra.

In verità Allah conosce ogni cosa.

98. Sappiate che in verità Allah è severo nel castigare e che è perdonatore, misericordioso.

99. Al Messaggero [incombe] solo l’onere della trasmissione.

Allah conosce quello che manifestate e quello che tenete nascosto.

100. Di’: «Il cattivo e il buono non si equivalgono, anche se ti stupisce l’abbondanza che c’è nel male [58] .

Temete dunque Allah, o dotati di intelletto, affinché possiate prosperare».

101. O voi che credete, non fate domande su cose che, se vi fossero spiegate, vi dispiacerebbero [59] . Se farete domande in proposito, vi saranno spiegate dopo che il Corano sarà disceso [per intero].

Allah vi perdonerà, poiché Allah è perdonatore, paziente.

102. Un popolo che vi precedette fece domande in tal senso e poi rinnegò [60] .

103. Allah non ha consacrato né «bahìra», né «sàiba», né «wasìla», né «hâmi» [61] . I miscredenti inventano menzogne contro Allah [62], e la maggior parte di loro non ragiona.

104. Quando si dice loro: «Venite a quello che Allah ha fatto scendere al Suo Messaggero», dicono: «Ci basta quello che i nostri avi ci hanno
tramandato!». Anche se i loro avi non possedevano scienza alcuna e non erano sulla retta via?

105. O voi che credete, preoccupatevi di voi stessi [63] ! Se siete ben diretti, non potrà nulla contro di voi colui che si è allontanato. Poi tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà di quello che
avrete fatto.

106. O voi che credete, se state per morire e fate testamento, prendete come testimoni due uomini integri dei vostri [64] ; oppure, se siete in viaggio e vi giunga preavviso della morte, [due uomini] a voi estranei. Li tratterrete dopo l’orazione e se avete dubbi fateli
giurare in nome di Allah: «Non rinnegheremo per nessuna somma, neanche a favore di un parente, e non nasconderemo la testimonianza di Allah, ché in tal
caso saremmo peccatori».

107. Se in seguito si scoprisse che hanno commesso un’infamità, siano sostituiti con altri due scelti tra [i parenti prossimi] di quanti accampano
diritti; entrambi giureranno in nome di Allah: «La nostra testimonianza è più sicura di quella di quei due. Noi non trasgrediremo. In tal caso saremmo
tra gli ingiusti!».

108. Questo sarà il modo più sicuro perché gli uomini testimonino sul loro onore [65], temendo che venga rifiutata una testimonianza dopo che avranno giurato. Temete Allah e ascoltate. Allah non guida gli ingiusti.

109. Il Giorno in cui Allah radunerà tutti i messaggeri, dirà loro: «Che cosa vi hanno risposto?»; diranno: «Noi non abbiamo nessuna scienza: Tu sei
Colui Che conosce l’inconoscibile» [66] .

110. E quando Allah dirà: «O Gesù figlio di Maria, ricorda la Mia grazia su di te e su tua madre e quando ti rafforzai con lo Spirito di Santità! Tanto
che parlasti agli uomini dalla culla e in età matura [67] . E quando ti insegnai il Libro e la saggezza e la Torâh e il Vangelo, quando forgiasti con la creta la figura di un uccello, quindi vi soffiasti
sopra e col Mio permesso divenne un uccello. Guaristi, col Mio permesso, il cieco nato e il lebbroso. E col Mio permesso risuscitasti il morto. E
quando ti difesi dai Figli d’Israele allorché giungesti con le prove. Quelli di loro che non credevano, dissero: “Questa è evidente magia”».

111. E quando rivelai agli apostoli: «Credete in Me e nel Mio messaggero», risposero: «Crediamo, sii testimone che siamo musulmani» [68] .

112. Quando gli apostoli dissero: «O Gesù, figlio di Maria, è possibile che il tuo Signore faccia scendere [69] su di noi dal cielo una tavola imbandita?», rispose: «Temete Allah se siete credenti» [70] .

113. Dissero: «Vogliamo mangiare da essa. Così i nostri cuori saranno rassicurati, sapremo che tu hai detto la verità e ne saremo testimoni».

114. Gesù figlio di Maria disse: «O Allah nostro Signore, fa’ scendere su di noi, dal cielo, una tavola imbandita che sia una festa per noi – per il
primo di noi come per l’ultimo – e un segno da parte Tua. Provvedi a noi, Tu che sei il migliore dei sostentatori».

115. Allah disse: «La farò scendere su di voi, e chiunque di voi, dopo di ciò, sarà miscredente, lo castigherò con un tormento che non infliggerò a
nessun’altra creatura!».

116. E quando Allah dirà: «O Gesù figlio di Maria, hai forse detto alla gente: “Prendete me e mia madre come due divinità [71] all’infuori di Allah?”», risponderà: «Gloria a Te! Come potrei dire ciò di cui non ho il diritto? Se lo avessi detto, Tu certamente lo sapresti, ché Tu
conosci quello che c’è in me e io non conosco quello che c’è in Te. In verità sei il Supremo conoscitore dell’inconoscibile.

117. Ho detto loro solo quello che Tu mi avevi ordinato di dire: “Adorate Allah, mio Signore e vostro Signore”. Fui testimone di loro finché rimasi
presso di loro; da quando mi hai elevato [a Te], Tu sei rimasto a sorvegliarli. Tu sei testimone di tutte le cose.

118. Se li punisci, in verità sono servi Tuoi; se li perdoni, in verità Tu sei l’Eccelso, il Saggio».

119. Dice Allah: «Ecco il Giorno in cui la verità sarà utile ai veridici: avranno i Giardini nei quali scorrono i ruscelli e vi rimarranno in
perpetuo. Allah sarà soddisfatto di loro ed essi di Lui. Questo è l’immenso successo!».

120. Appartiene ad Allah la sovranità dei cieli e della terra e di ciò che racchiudono, ed Egli è l’Onnipotente.


[1] L’esegesi ritiene che questa sura sia una delle ultime ad essere state rivelate e in essa è certamente compreso l’ultimo versetto che ricevette l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui).

Tabarî (vI, 80) riferisce che Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) salì sulla sua cammella e recitò: «Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia Grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’IsIàm» (v, 3). Sentite queste parole la folla ondeggiò colpita da una vivissima emozione e ‘Umar Ibn al-Khattàb si mise a singhiozzare. «Perché piangi ‘Umar?», gli chiese il Profeta. «Piango» rispose «perché fino ad oggi stavamo progredendo nella nostra religione. Ora è perfetta, e ogni cosa che giunge al culmine della perfezione tende a diminuire.» «Hai ragione», disse l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). ‘Umar nella sua grande fede e intelligenza aveva presentito che il livello della tensione spirituale che animava in quel tempo la comunità dei credenti aveva raggiunto un altissimo grado di intensità. La rivelazione del Corano e la presenza dell’Inviato di Allah avevano reso possibile il grande miracolo di trasformare un’accozzaglia di tribù rapaci e ostili le une contro le altre in un’Umma Islamica coesa e concorde. Questa carica interiore spinse i musulmani a percorrere il mondo per diffondere la Parola dell’Altissimo (gloria a Lui) e la Sua Legge. Ma, al contempo, la qualità del rapporto tra i credenti e il loro Creatore e tra loro stessi sarebbe presto diminuita. A meno di tre mesi di distanza da quel giorno di ‘ Arafâ il Profeta spirò.

[2] «in stato di sacralizzazione»: «lThràm» per il pellegrinaggio o la visita ai luoghi sacri. Vedi Appendice 5.

[3] II versetto invita i credenti ad un corretto atteggiamento nei confronti di tutto il rito del pellegrinaggio, che deve essere eseguito puntualmente e completamente. I mesi sacri sono quelli che già in periodo preislamico erano considerati periodi di tregua generale: Dhû T-Qi‘da, Dhù T-Hijjà, Muharram e Rajab. I pellegrini portavano con loro gli animali da sacrificare al termine del rito e li ornavano con ghirlande di fiori o di foglie per dichiarare la loro funzione e proteggerli da qualsiasi razzia. Anche le persone dei pellegrini godevano della particolare protezione che emanava dal rito: il Profeta (pace e benedizioni su di lui) vietò ai musulmani di vendicarsi nei confronti di un certo Hutam che si era reso colpevole di furto nei loro confronti.

[4] Durante tutta la fase dellThràm, al pellegrino è vietata la caccia.

[5] Vengono ribadite e precisate le norme alimentari del vers. II, 173 (vedi anche la nota relativa).

[6] «tirare a sorte con le freccette»: a proposito di questa espressione segnaliamo due interpretazioni diverse ma che non si escludono necessariamente a vicenda. Secondo alcuni commentatori si tratterebbe del rito preislamico di consultare il destino mediante tre punte di freccia o frammenti di pietra. Quando gli arabi si trovavano in imbarazzo a proposito di una decisione da prendere, scrivevano su una delle freccette «fai», sulla seconda
«non farlo», sulla terza «è la stessa cosa». Lanciavano le freccette e, a seconda del loro modo di cadere, traevano l’auspicio. La seconda ipotesi si riferisce all’uso di tirare a sorte le parti del bottino o quelle di un animale che era stato acquistato e sacrificato in comune. In entrambi i casi si tratta di una proibizione dell’azzardo che la legge islamica ha concretizzato vietando lotterie, concorsi a pronostici, ecc.

[7] Questo versetto concluse la rivelazione coranica. Vedi nota 1.

[8] Fatto salvo che la macellazione deve avvenire per sgozzamento e il rispetto dei divieti relativi al maiale e all’alcol, il musulmano può mangiare i cibi degli ebrei e dei cristiani. Per i musulmani che vivono in paesi cristiani si pone spesso il problema della macellazione della carne da parte dei cristiani, che avviene, il più delle volte, con sistemi industriali che utilizzano corrente elettrica, armi da fuoco ecc. È evidente che questo tipo di carni non sono lecite ai credenti e che sarebbe loro dovere organizzarsi in modo tale da procedere alla macellazione rituale (halâl). Tuttavia, quando esistono reali impedimenti e la necessità vitale di consumare quel tipo di carni, si rammenti che la stragrande maggioranza degli ‘ulamà’ (i dottori della legge islamica) hanno enunciato un principio giuridico che dice: «ad dharûrât tubihu’ 1 mahdhûrât» (il bisogno rende lecito quello che è illecito).

[9] La struttura familiare islamica permette ai musulmani di sposare donne della gente della Scrittura (cristiane ed ebree) a condizione che siano «muhşanât», termine che significa «fortificate», al quale viene data l’interpretazione di «oneste, caste, virtuose». La moglie non musulmana ha il diritto di esercitare il suo culto e di consumare i cibi che la sua religione le permette. Non ha il diritto di trasmettere la sua religione ai
figli e non può ereditare dal marito; il primo interdetto è irrinunciabile, fa parte del patto matrimoniale che la donna ha sottoscritto e il suo non rispetto condurrebbe inevitabilmente al divorzio; per quanto riguarda invece l’eredità, essa può ottenere la sua parte attingendo a quel terzo che la legge islamica consente di legare a chi non sia parte legale di una successione.

[10] Vedi note 50-51 a IV, 43.

[11] Verss. 8 e 11. I due versetti si riferiscono ad un episodio della vita dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui): egli si era recato presso il clan ebraico dei Banì Nadir per invitarli a partecipare alla raccolta del «prezzo del sangue» da pagare per l’uccisione di due innocenti commessa da un musulmano. I capi dei Banì Nadir fingendo di acconsentire complottarono per uccidere il Profeta. La tradizione riferisce che lo stesso Gabriele (pace su di lui) scese ad avvertire Muḥammad (pace e benedizioni su di lui). In conseguenza di questo fatto i musulmani volevano vendicarsi su tutti gli ebrei di Medina. Il versetto scese per ricordare il divieto delle vendette indiscriminate. La storia ci informa chel’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) inviò uno dei suoi presso i Banì Nadir con un ultimatum. Attentando alla vita di Muḥammad essi
avevano rotto il patto di protezione che avevano stipulato con i musulmani, e pertanto avevano dieci giorni di tempo per abbandonare il paese. I Banì Nadir respinsero l’ultimatum, ma dopo alcuni giorni di assedio cedettero e partirono (vedi sura lix).

[12] «la Fornace»: uno dei nomi dell’Inferno.

[13] Vedi II, 104 e IV, 46 e le note.

[14] Dimenticano la parte di rivelazione che annuncia la venuta di Muḥammad (pace e benedizionei su di lui).

[15] Anche i cristiani trascurano colpevolmente una parte della rivelazione che era stata data a Gesù.

[16] Sembra quasi che le serie divisioni operanti in campo cristiano, sin dai suoi albori e a tutt’oggi, siano profetizzate in questo passaggio coranico.

Il primato della Chiesa cattolica, affermatosi in una parte dell’Occidente al prezzo di durissimi scontri con le supposte eresie ariane, nestoriane e monofisite, non ha potuto imporsi nell’Oriente cristiano, in cui l’Ortodossia è nettamente maggioritaria. Dal canto suo la Riforma protestante ha creato ulteriori infinite divisioni tra coloro i quali affermano di seguire la predicazione di Gesù figlio di Maria (pace su entrambi).

[17] I Messaggeri professarono ed insegnarono a tutti la medesima dottrina, mentre ciascuno di essi ha apportato un messaggio specifico per la comunità cui il messaggio era destinato. Per questa ragione il magistero di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) da un lato ha «spiegato molte cose», cioè la verità di fede cui si erano riferiti i suoi predecessori, dall’altro ha «abrogato molte cose», vale a dire le norme legali insegnate dai
profeti del passato o loro attribuite. La sua missione infatti, in quanto estesa alla totalità degli esseri umani, abroga ogni precedente legislazione, ad eccezione di quanto è confermato dalla shari‘a islamica.

[18] «il Nostro Messaggero vi è giunto dopo…»: Allah (gloria a Lui l’Altissimo), suscitò il Profeta Muḥammad (pace e benedizioni su di lui) dopo un’interruzione della profezia che durò circa seicento anni.

[19] Nella Genesi tramandata dagli ebrei sta scritto che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) promette alla progenie di Abramo la terra compresa tra il Nilo e l’Eufrate. Su questa promessa si fonda l’attuale rivendicazione sionista della «Grande Israele». In base alla mitologia di questo movimento, gli ebrei odierni benché per lo più discendenti dei Caza- ri di origina turanica convertiti al giudaesimo neH’vin secolo d.C. sarebbero gli eredi della Palestina promessa alla progenie di Abramo. Anche se prescindessimo dal fatto che sono progenie di Abramo gli stessi arabi resta che nell’epoca della distruzione del Tempio da parte dell’imperatore Tito, in Palestina era rimasta un’infima quantità di giudei. E anche questi, nel 70, vennero dispersi e allontanati dalla Terrasanta.

[20] Come in altri brani il Santo Corano parla dei profeti e dei loro popoli. Si tratta di una narrazione sintetica, che evidenzia solo i punti essenziali.

[21] «un popolo di tiranni»: anche «un popolo di giganti».

[22] «Ebbene questo…» è possibile tradurre anche: «Ebbene questo paese sarà loro vietato, ed essi erreranno sulla terra per quarant’anni», e ciò a seconda del punto in cui si colloca la pausa.

[23] Caino e Abele.

[24] La tradizione racconta che, dopo aver ucciso il fratello, Caino lo caricò sulle spalle nön sapendo cosa farne. Allah gli mandò innanzi due corvi che lottarono tra di loro all’ultimo sangue. Il corvo che sopravvisse scavò la terra con il becco e ricoprì la spoglia del vinto.

[25] «che non abbia ucciso a sua volta»: l’applicazione della legge del contrappasso.

[26] L’omicidio è un oltraggio a tutta la comunità umana. Ogni legislazione umana lo sanziona con il massimo della pena, che la vittima sia una sola o si tratti di una strage, non cambia la sostanza del delitto e della pena.

[27] «chi ne abbia salvato uno»: lett. «vivificato».

[28] Questo versetto indica la pena che la shari‘a commina a coloro che in modo organizzato, cosciente e reiterato, compiono atti criminali contro la società islamica, genocidio o anche solo brigantaggio, rapina a mano armata, sequestro di persona a fine di riscatto. Il versetto prevede anche una graduazione della sanzione in base alla gravità della colpa commessa ed è comunque previsto (vedi vers. 34) che coloro i quali si pentono, si ravvedono e sono disposti a riparare al male compiuto possano essere perdonati dall’autorità (fermo restando il contenzioso con le vittime delle loro imprese che viene regolato in base alla normativa relativa all’omicidio e a quella delle lesioni volontarie).

[29] Escludendo qualsiasi furto dettato dalla miseria o dal bisogno, la legge islamica sanziona una dura pena nei confronti dei ladri. In base alla Sunna dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) la giurisprudenza islamica ha stabilito le norme di applicazione di questa pena e tutta una serie di attenuanti e scusanti. Il califfo ‘Umar (che Allah sia soddisfatto di lui) ad esempio, non permetteva che si tagliasse la mano ad un ladro nella cui casa non fossero state trovate provviste alimentari per almeno tre mesi.

[30] Secondo il Tabari (v, 232), il versetto si riferisce ad un caso di adulterio avvenuto tra gli ebrei medinesi. L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) fu incaricato di emettere la sentenza, cosa che fece riferendosi alla Toràh. La legge data ai Figli di Israele dice: «Per chi commette adulterio con una donna maritata: l’uomo che commette adulterio con la moglie del suo prossimo sarà messo a morte lui e la sua complice» (Levitico xx, 10). Nell’ambiente ebraico di Medina la sentenza fece scalpore in quanto era molto tempo che la Legge non era applicata. Gli stessi rabbini obiettarono che l’adulterio era troppo diffuso per sanzionarlo in quei termini. Il Profeta non ritenne che tali argomenti avessero una qualche validità e fece eseguire la sentenza.

[31] Anche questo versetto fu rivelato a proposito di una questione che coinvolse il Profeta come giudice e gli ebrei come parti in causa. Per la giustizia ebraica un Banì Nadir valeva il doppio di un Bani Quraydha, l’Inviato di Allah uniformò il prezzo del sangue da pagare in caso di omicidio suscitando le ire dei Banì Nadir che costituivano l’aristocrazia israelitica della città.

[32] «Quanto a colui che vi rinuncia…»: chi rinuncia ad esigere il contrappasso accettando il prezzo del sangue o, addirittura rinuncia anche a questo, guadagna un grande merito di fronte al suo Signore (gloria a Lui l’Altissimo).

[33] «lo abbiamo preservato da ogni alterazione»: a differenza delle Scritture che lo hanno preceduto, il Corano possiede il carattere dell’inalterabilità. Il fatto che in esso, pur essendo stato per secoli copiato a mano, non sia mai stato possibile riscontrare delle interpolazioni è uno dei segni evidenti del carattere miracoloso del Corano.

[34] «la giustizia dell’ignoranza»: un giudizio consono al tempo precedente la Rivelazione Coranica che è indicato come il tempo della «jàhilyya» (l’ignoranza, appunto).

[35] Sarebbe curioso essere alleati di coloro che «mai saranno soddisfatti di te» (vedi II, 120). Per quanto riguarda le circostanze della rivelazione Tabarì (vI, 275 ss.) riferisce il caso di un gruppo di medinesi legati agli ebrei da patti di alleanza personali. Vedendo l’ostilità crescente che quelli manifestavano nei confronti dell’Inviato di Allah e dell’IsIàm, posero il loro caso di fronte al Profeta (pace e benedizioni su di lui). II versetto chiarì quale doveva essere l’atteggiamento giusto in quella situazione.

[36] Quando ci guardiamo intorno e vediamo il comportamento di molti nostri fratelli e degli Stati che si dicono «islamici» ma che non rispettano o che addirittura rinnegano, nei fatti, la religione di Allah e la Sua legge, il nostro animo si intristisce, delusione e scoraggiamento rischiano di invadere il nostro cuore e la nostra mente e potrebbero spingerci al disinteresse per la sorte dei musulmani, all’indifferenza, alla pigrizia, allo scetticismo. E invece basterebbe la lettura del Corano per immunizzarci da tutto ciò, e ricordarci che Allah (gloria a Lui l’Altissimo), è Colui che conosce tutte le cose e ci avverte di tutto quello che può accadere. Non importa affatto se molti musulmani dimenticano la loro religione (ma certo ben poca cosa era la loro fede): Allah. Lui ce lo promette, susciterà una comunità che avrà le migliori caratteristiche, umiltà e fierezza, coraggio di lottare e che sarà esente da ogni ipocrisia. Questa è certamente la misericordia che Allah dà all’umanità, e bramandola noi diciamo «Signore perdonaci e rendici degni della Tua grazia».

[37] Afferma il Tabarî (VI, 288) che il versetto si riferisce ad un episodio che vide protagonista Ali ibn Abì Talib. Il futuro califfo stava pregando nella moschea quando gli passò vicino un mendicante; senza interrompere l’orazione, si levò un anello e glielo diede.

[38] Allusione a quegli ebrei che furono trasformati in scimmie per aver trasgredito il riposo sabbatico (vedi nota a II, 65).

[39] Vedi nota a II, 256.

[40] Recenti prese di posizione del mondo cattolico potrebbero far credere che la secolare inimicizia tra ebrei e cristiani sia ormai superata. Chi porti la sua analisi oltre le apparenze non tarderà a riscontrare che si tratta di prese di posizione tattiche. In realtà la recondita ostilità fra le due comunità resta invariata e, come è detto nel Corano, permarrà tale sino al Giorno della Resurrezione.

[41] «quello che c’è sopra di loro e di quello che c’è ai loro piedi»: secondo Tabarî (vI, 306) il versetto si riferisce alla pioggia che cade dal cielo e a ciò che cresce sulla terra, ma potrebbe anche essere un’allusione spirituale al cielo e alla terra, «ad-dunyâ» e «al- âkhîra» (il basso e l’ultimo, cioè la vita terrena e l’altra vita).

[42] Questo è uno dei versetti che ha più animato la discussione tra coloro i quali ritengono che dopo la rivelazione del Corano e la missione del Profeta Muḥammad (pace e benedizione su di lui), non sia più accettabile altro percorso religioso che quello sharaiticamente islamico e quelli che invece, in nome della misericordia divina, hanno lasciato aperta la porta ad altre vie di realizzazione spirituale in un contesto etico universalmente accettabile.

È tuttavia evidente che il successivo versetto 72 ribadisce la condanna della identificazione di Allah con «Messia figlio di Maria».

[43] Ritorna gravissima l’accusa, rivolta agli ebrei, di aver considerato la Rivelazione come qualcosa di strumentale ai loro interessi, da accettare o respingere, giungendo fino all’assassinio dei profeti di Allah.

[44] «entrambi mangiavano»: semplicemente e nettamente viene indicata la discriminante tra il divino e l’umano: l’umano ha bisogni!

[45] «non esagerate…»: non eccedete nella venerazione di Gesù al punto da considerarlo divino.

[46] Cfr. Salmo CXI e l’invettiva di Gesù che inizia «Guai a voi scribi e farisei ipocriti perché chiudete agli uomini il Regno dei cieli…» (Matteo
xxIII, 13 ss.).

[47] «uomini dediti allo studio»: alcuni traduttori rendono «qissìsùn» con «preti» assumendo il significato che gli ha attribuito l’arabo moderno, ma nell’originale senso coranico designa coloro che si impegnano assiduamente nello studio delle Scritture. Il Corano esalta coloro che fra i cristiani si dedicavano agli studi e i monaci dediti all’a- scesi, mentre non attribuisce alcun pregio al «sacerdozio». Sono anzi stati esegeti scritturali e monaci (soprattutto copti e nestoriani) ad abbracciare l’IsIàm dopo aver ascoltato il messaggio (vedi v, 83).

[48] II versetto si riferisce a tutti quei sinceri cristiani che piansero e si convertirono sentendo recitare il Corano.

[49] La comunità islamica è «wustà», espressione che traduciamo con «migliore» ma che letteralmente significa media, cioè equilibrata. Ogni forma di fanatismo discende direttamente dallo squilibrio sociale o personale ed è quanto più distante ci possa essere da una giusta fede vissuta pienamente e serenamente. Nell’IsIàm sono vietate tutte le pratiche oltranziste, autolesioniste, il digiuno a tempo indeterminato, la prodigalità di chi si spoglia di ogni suo avere, è malvista la rinuncia al matrimonio e all’attività sessuale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: «Non c’è monacheSimo nell’IsIàm», biasimò severamente alcuni compagni che gli avevano chiesto il permesso di evirarsi per non essere distratti dalle donne nella pratica religiosa.

[50] «ma vi punirà…»: naturalmente la punizione interviene in caso di spergiuro del giuramento ponderato.

[51] Con questo versetto si conclude la rivelazione coranica a proposito degli alcolici, (vedi II, 219 e la nota, e Iv, 43).

[52] I danni sociali e familiari provocati dall’alcool e dalle droghe sono drammaticamente sotto gli occhi di tutti. La maggior parte degli incidenti stradali gravi sono da imputarsi all’ubriachezza, la violenza in ambito familiare e gli stupri hanno quasi sempre la stessa origine. Una recente statistica ha rivelato che l’80% dei reati penali sono connessi con la droga e il suo traffico.

[53] «Ricordo di Allah»: il «Dhikr Allàh», dalla «shàhada» (non c’è altro dio che Allah, Muḥammad è l’Inviato di Allah), fino alla formula che si pronuncia all’uscita da una toilette, tutta la vita del musulmano deve tendere ad essere Dhikr ’Llàh.

[54] Quando scese il versetto che proibiva definitivamente il consumo dell’alcol, molti compagni del Profeta (pace e benedizioni su di lui) lo interpellarono a proposito di quei musulmani che erano morti prima di allora e sul loro destino nell’Altra vita. Non era questione da poco, se si pensa che tra costoro c’erano i martiri di Badr e di Uhud ai quali Allah, per bocca del Suo Inviato, aveva promesso il Paradiso. Questo versetto con la sua triplice ripetizione viene interpretato da alcuni commentatori come una conferma del concetto della non-retroattività della legge, dell’assoluta obbedienza al precetto chiaramente espresso e l’invito all’accettazione delle leggi che sarebbero state rivelate in futuro. È sulla base di questa tradizione che abbiamo stabilito la traduzione.

[55] «profondo di sé»: in questo brano traduciamo così il termine «ghayb» che rendiamo solitamente con «l’Invisibile, l’inconoscibile, il non-manifestato».

[56] Lo stato di sacralizzazione (ihram) durante il Pellegrinaggio o la Visita. Vedi Appendice 5.

[57] Vedi sopra nota al vers. 2.

58 Il Corano respinge con fermezza qualsiasi tentazione utilitaristica tendente ad identificare il bene con quanto è materialmente utile. Se questo principio fosse valido (ci si scusi l’iperbole) il traffico dell’eroina che rende fino a mille volte l’investimento iniziale sarebbe il bene maggiore che ci sia al mondo. In tutto quello che è male e quindi vietato dall’IsIàm, c’è la maggior quantità di utile materiale, sia esso appunto droga, alcol, sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, usura, pornografìa ecc. L’esegesi classica ci conferma che il versetto fu rivelato per rispondere ad un beduino che si lamentava del fatto che il divieto dell’alcol implicava anche quello della sua produzione e del suo commercio, attività nella quale affermava di aver guadagnato molto denaro.

[59] Gli arabi, e questo è un dato saliente del loro carattere, pretendevano di mettere alla prova l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), ponendogli una quantità di domande nella maggior parte dei casi del tutto non pertinenti o relative a questioni astruse e irrilevanti. Il versetto scese per metterli in guardia e farli desistere da questa abitudine che infastidiva il Profeta.

[60] L’allusione riguarda l’atteggiamento ironico e sarcastico che molti popoli ebbero nei confronti dei Profeti di Allah (pace su di loro). Pretendevano la realizzazione di prodigi e quand’anche questi miracoli si verificavano, non credevano.

[61] Abbiamo accennato (vedi IV, 119) alle pratiche della superstizione preislamica, relative alla fecondità degli animali: «bahîra, sàiba, wasìla, hâmi» sono nomi che identificano alcuni capi di bestiame che si trovano in particolari condizioni e che pertanto venivano dichiarati tabù. Si potrebbe tradurre il versetto anche in questo modo: «Segnare l’orecchio della cammella cinque volte madre, lasciarla libera in nome di un idolo, santificare la pecora per cinque volte madre di gemelli, o il cammello nonno o cinque volte padre: Allah non vi ha comandato queste cose!». Fu attraverso queste pratiche pseudoreligiose e intimamente legate alla natura pastorale della società araba preislamica che i beduini dell’Arabia abbandonarono e corruppero la purezza del culto monoteistico che era stato predicato da Abramo e da suo figlio Ismaele (pace su di loro).

[62] «inventano menzogne contro Allah»: nel senso che Gli attribuiscono precetti che Egli non ha indicato.

[63] «preoccupatevi di voi stessi!»: non è certo un invito a disinteressarsi degli altri anzi, cUmar ibn al Khattàb (che Allah sia soddisfatto di lui) commentò il versetto proprio come un invito alla necessità di un continuo esame di coscienza specie da parte di coloro che sono incaricati di istruire gli altri.

[64] Normalmente con l’espressione «dei vostri» si intendono i musulmani e gli «estranei» sono le genti la cui testimonianza, nella giurisprudenza islamica, è accettata con riserva ed è comunque ricusabile.

[65] «testimonino sul loro onore»: lett. «con la loro faccia».

[66] Nel Giorno del Giudizio Allah interrogherà i Profeti e li interrogherà circa l’esito della loro missione. La risposta dei profeti rivela come a grandi livelli di realizzazione spirituale si associ la più grande umiltà nei confronti del Creatore e il riconoscimento dell’impossibilità umana a penetrare il disegno divino. È in questa accezione che, questa volta, abbiamo tradotto «ghuyùb» con «l’inconoscibile». Ogni profeta capisce che non è importante la dimensione storica della sua missione, il rapporto di causa-effetto tra la sua predicazione e il risultato ottenuto sul campo, ma importante è riconoscere la supremazia della conoscenza divina.

[67] Vedi Sura di Maria (XIX, 29-33).

[68] Gli apostoli sono i compagni di Gesù ed è lui il messaggero in cui essi devono credere. Rispondendo all’invito del loro Signore (gloria a Lui l’Altissimo) gli apostoli affermano la loro sottomissione dicendo: «bi-annanâ muslimùn»: siamo musulmani (sottomessi alla volontà di Allah). La rivelazione dell’IsIàm inizia quando «Adamo ricevette parole dal suo Signore» (vedi II, 37) e termina con il Santo Corano rivelato a Muḥammad (pace
e benedizioni su di lui).

[69] In realtà la miglior lettura di questo passaggio sarebbe: «è possibile che il tuo Signore voglia far scendere…». Non è credibile che gli apostoli dubitassero della potenza di Allah (gloria a Lui l’Altissimo), ma piuttosto che dubitassero a proposito della Sua benevolenza nei loro confronti.

[70] La risposta di Gesù (pace su di lui) conferma l’interpretazione che abbiamo dato nella nota sopra, il timor di Allah e la fede in Lui sono in fondo la stessa cosa.

[71] Molti orientalisti hanno preso a pretesto questo versetto per «dimostrare» che «il Corano si fonda su una conoscenza parziale del cristianesimo», in quanto «i cristiani non hanno mai considerato Maria una parte della trinità ma sempre una creatura». È quindi necessario ribadire come simile teoria sia essa stessa fondata su una parziale conoscenza della lingua araba. I grammatici arabi affermano infatti che «ilâha» (dio o dea) è sinonimo di «ma’bùd» (ciò che è oggetto di culto). Qualsiasi essere divenga oggetto di culto, preghiere, voti, sacrifici è quindi un «ilâha». Ora nessuno può negare che la teologia cattolica da un lato divinifica Gesù, dall’altro attribuisce a Maria un culto speciale (superiore a quello reso ai santi) detto iperdulìa. I cattolici inoltre rivolgono a Maria speciali invocazioni (l’Ave Maria, il Salve Regina, il Rosario) e le riconoscono titoli quali «Madre di Dio», «Regina dei Cieli», «Regina degli Angeli», ecc. È questa la ragione per cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) afferma nel Corano che i cristiani fanno di Gesù c Maria due oggetti di culto cioè, secondo la teologia islamica, due dèi.

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