Sura VII

Al-A‘râf [1]

Pre-Eg. n. 39 a parte i verss. 163-170. Di 206 versetti. Il nome della sura deriva dai verss. 46-48.

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Alif, Lâm, Mîm, Şâd [2],

2. è un Libro che è stato fatto scendere su di te [3], non sia a causa sua alcuna oppressione sul tuo petto, ché con esso tu ammonisca e sia un monito per i credenti.

3. Seguite quello che vi è stato rivelato dal vostro Signore e non abbiate altri patroni che Lui. Quanto poco ve ne ricordate!

4. Quante città abbiamo distrutte! Le colpì la Nostra severità di notte o durante il riposo notturno o pomeridiano.

5. Quando li colpì la Nostra severità, non poterono implorare, ma solo dire: «Sì, siamo stati ingiusti!».

6. Certamente interrogheremo coloro a cui inviammo e certamente interrogheremo gli inviati [4] .

7. Poi riferiremo loro [le loro azioni] con perfetta conoscenza, poiché mai siamo stati assenti.

8. In quel Giorno la pesatura sarà conforme al vero, e coloro le cui bilance saranno pesanti prospereranno,

9. mentre coloro le cui bilance saranno leggere sono quelli che perderanno le anime, poiché hanno prevaricato sui Nostri segni.

10. In verità vi abbiamo posti sulla terra e vi abbiamo provvisti in essa di sostentamento. Quanto poco siete riconoscenti!

11. In verità vi abbiamo creati e plasmati, quindi dicemmo agli angeli: «Prosternatevi davanti ad Adamo». Si prosternarono ad eccezione di Iblìs, che
non fu tra i prosternati.

12. Disse [Allah]: «Cosa mai ti impedisce di prosternarti, nonostante il Mio ordine?». Rispose: «Sono migliore di lui, mi hai creato dal fuoco, mentre
creasti lui dalla creta» [5] .

13. «Vattene! – disse Allah – Qui non puoi essere orgoglioso. Via! Sarai tra gli abbietti.»

14. «Concedimi una dilazione – disse – fino al Giorno in cui saranno risuscitati.»

15. «Sia – disse Allah – ti è concessa la dilazione.»

16. Disse: «Dal momento che mi hai sviato, tenderò loro agguati sulla Tua Retta via,

17. e li insidierò da davanti e da dietro, da destra e da sinistra, e la maggior parte di loro non Ti saranno riconoscenti».

18. «Vattene – disse [Allah] – scacciato e coperto di abominio. Riempirò l’Inferno di tutti voi, tu e coloro che ti avranno seguito.»

19. [E disse]: «O Adamo, abita il Paradiso insieme con la tua sposa; mangiate a vostro piacere ma non avvicinatevi a questo albero, ché allora sareste
tra gli ingiusti».

20. Satana li tentò per rendere palese [la nudità] che era loro nascosta. Disse: «Il vostro Signore vi ha proibito questo albero, affinché non
diventiate angeli o esseri immortali».

21. E giurò: «In verità sono per voi un consigliere sincero».

22. Con l’inganno li fece cadere entrambi. Quando ebbero mangiato [dei frutti] dell’albero, si accorsero della loro nudità e cercarono di coprirsi con
le foglie del Giardino. Li richiamò il loro Signore: «Non vi avevo vietato quell’albero, non vi avevo detto che Satana è il vostro dichiarato nemico?».

23. Dissero: «O Signor nostro, abbiamo mancato contro noi stessi. Se non ci perdoni e non hai misericordia di noi, saremo certamente tra i perdenti».

24. «Andatevene via – disse Allah – nemici gli uni degli altri [6] ! Avrete sulla terra dimora e godimento prestabilito.

25. Di essa vivrete – disse Allah – su di essa morrete e da essa sarete tratti.»

26. O figli di Adamo, facemmo scendere [7] su di voi un abito che nascondesse la vostra vergogna e per ornarvi, ma l’abito del timor di Allah è il migliore. Questo è uno dei segni di Allah,
affinché se ne ricordino!

27. O Figli di Adamo, non lasciatevi tentare da Satana, come quando fece uscire dal Paradiso i vostri genitori, strappando loro i vestiti per palesare
la loro vergogna. Esso e i suoi alleati vi vedono da dove voi non li vedete. A coloro che non credono abbiamo assegnato i diavoli per alleati.

28. Quando commettono qualcosa di turpe, dicono: «Così facevano i nostri avi, è Allah che ce lo ha ordinato». Di’: «Allah non comanda la turpitudine.
Direte, contro Allah, ciò che non conoscete?» [8] .

29. Di’: «Il mio Signore ha ordinato l’equità, di sollevare la testa in ogni luogo di preghiera, di invocarLo e di attribuirGli un culto puro.
Ritornerete [a Lui] così come vi ha creati».

30. Guida gli uni, mentre altri meritano la perdizione per aver preso i diavoli a patroni al posto di Allah e credono di essere loro i ben guidati.

31. O Figli di Adamo, abbigliatevi prima di ogni orazione [9] . Mangiate e bevete, ma senza eccessi, che Allah non ama chi eccede.

32. Di’: «Chi ha proibito gli ornamenti che Allah ha prodotto per i Suoi servi e i cibi eccellenti?» [10] . Di’: «Appartengono ai credenti, in questa vita terrena e soltanto ad essi nel Giorno della Resurrezione». Così spieghiamo i Nostri segni ad un popolo
che sa.

33. Di’: «Il mio Signore ha vietato solo le turpitudini palesi o nascoste, il peccato e la ribellione ingiusta, l’attribuire ad Allah consimili a
proposito dei quali [Egli] non ha concesso autorità alcuna e il dire contro Allah cose di cui non conoscete nulla».

34. Ogni comunità ha un termine stabilito, e quando il suo tempo giunge, non ci sarà ritardo né anticipo di un’ora.

35. O Figli di Adamo, quando vi giungono messaggeri della gente vostra che vi riferiscono i Miei segni, chi allora sarà timorato e si correggerà non
avrà nulla da temere e non sarà afflitto.

36. Coloro che invece smentiscono i Nostri segni e se ne allontanano per orgoglio, sono i compagni del Fuoco dove rimarranno in perpetuo.

37. Chi è peggior ingiusto di colui che inventa menzogne contro Allah e considera bugia i Suoi segni? Avranno quanto è prestabilito; poi verranno i
Nostri Angeli, li faranno morire e diranno: «Dove sono quelli che avevate l’abitudine di invocare al posto di Allah?». Diranno: «Ci hanno abbandonati»
e testimonieranno contro loro stessi della loro miscredenza.

38. «Entrate nel Fuoco, dirà Allah, assieme ai dèmoni e agli uomini delle comunità che vi precedettero.» Ogni comunità che vi entrerà maledirà sua
sorella [11] . Quando poi vi s’incontreranno tutte, l’ultima dirà della prima: «O nostro Signore! Ecco quelli che ci hanno traviati, da’ loro un doppio castigo di
fuoco». Lui dirà: «Il doppio per tutti quanti, ma voi non sapete» [12] .

39. E la prima dirà all’ultima: «Non avete nessun merito su di noi! Gustate il castigo per quello che avete commesso».

40. In verità le porte del cielo non si apriranno mai per coloro che smentiscono i Nostri segni allontanandosene orgogliosamente: non entreranno in
Paradiso sino a quando un cammello non passi per la cruna di un ago. Così Noi compensiamo i peccatori.

41. Avranno nell’Inferno letti e coperte che li avvolgeranno.

Così compensiamo gli ingiusti!

42. Quanto a coloro che credono e compiono il bene – ché non obbligheremo nessuno oltre le sue possibilità – essi saranno i compagni del Giardino e vi
rimarranno in perpetuo.

43. Cancelleremo il rancore dai loro petti [13], mentre ai loro piedi scorreranno i ruscelli e diranno: «La lode [appartiene] ad Allah, Che ci ha guidati a ciò! Non saremmo stati guidati, se Allah
non ci avesse guidato. I messaggeri del nostro Signore sono venuti con la verità». Verrà affermato a gran voce: «Ecco, il Giardino vi è dato in eredità
per quello che avete fatto».

44. E quelli del Giardino grideranno ai compagni del Fuoco: «Abbiamo verificato quello che il nostro Signore ci aveva promesso. E voi avete verificato
quello che vi era stato promesso?». «Sì», diranno. Poi un nunzio proclamerà in mezzo a loro: «Maledizione di Allah sugli ingiusti,

45. che ponevano ostacoli sul sentiero di Allah e cercavano di renderlo tortuoso e non credevano all’altra vita».

46. E tra i due vi sarà un velo e sull’A‘ràf [14] uomini che riconoscono tutti per i loro segni caratteristici. E grideranno ai compagni del Giardino: «Pace su di voi!», senza potervi entrare pur
desiderandolo.

47. Quando i loro sguardi si rivolgeranno ai compagni del Fuoco, diranno: «O Signor nostro, non metterci con il popolo degli ingiusti».

48. E i compagni dell’A‘ràf chiameranno gli uomini che riconosceranno per il loro aspetto, dicendo: «Le ricchezze e l’orgoglio non vi hanno giovato in
nulla.

49. Sono essi coloro che, giuravate, non sarebbero stati raggiunti dalla misericordia di Allah?». [Verrà detto loro]: «Entrate nel Giardino! Non
avrete niente da temere e non sarete afflitti».

50. E i compagni del Fuoco grideranno ai compagni del Giardino: «Versate acqua su di noi e parte del cibo che Allah vi ha concesso». Risponderanno: «In
verità Allah ha proibito l’una e l’altro ai miscredenti

51. che consideravano la loro religione gioco e passatempo ed erano ingannati dalla vita terrena». Ebbene, oggi Noi li dimenticheremo, come loro hanno
dimenticato l’incontro di questo Giorno e hanno rigettato i Nostri segni.

52. Facemmo loro giungere un Libro e lo abbiamo spiegato nei particolari, ché fosse guida e misericordia per coloro che credono.

53. Aspettano forse l’adempiersi [dell’evento]? Il Giorno in cui si sarà compiuto, coloro che prima lo smentivano diranno: «I messaggeri del nostro
Signore erano venuti con la verità. Ci sono intercessori che possano intercedere per noi, o potremo ritornare per agire diversamente da come abbiamo
agito?».

Si sono rovinati da loro stessi e quello che inventavano li ha abbandonati.

54. Allah è il vostro Signore, Colui Che in sei giorni [15] ha creato i cieli e la terra e poi si è innalzato sul Trono. Ha coperto il giorno con la notte ed essi si susseguono instancabilmente. Il sole e la
luna e le stelle sono sottomesse ai Suoi comandi. Non è a Lui che appartengono la creazione e l’ordine? La lode [appartiene] ad Allah Signore dei
mondi!

55. Invocate il vostro Signore umilmente e in segreto. Egli, in verità, non ama i trasgressori [16] .

56. Non spargete la corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera. InvocateLo con timore e desiderio. La misericordia di Allah è vicina a
quelli che fanno il bene.

57. Egli è Colui Che invia i venti, annunciatori e precursori della Sua misericordia. Quando poi recano una nuvola pesante, la dirigiamo verso una
terra morta e ne facciamo discendere l’acqua con la quale suscitiamo ogni tipo di frutti. Così resusciteremo i morti. Forse rifletterete [in
proposito].

58. Nelle buone terre crescono piante in quantità per volontà del loro Signore, in quelle cattive non spuntano che a stento [17] . Così spieghiamo i nostri segni per il popolo che si dimostra riconoscente.

59. In verità mandammo Noè al suo popolo. Disse: «O popol mio, adorate Allah! Per voi non c’è altro dio che Lui. Temo, per voi, il castigo di un Giorno
terribile».

60. I notabili del suo popolo dissero: «Ti vediamo manifestamente sviato».

61. Disse: «O popol mio, non c’è errore in me, non sono che un messaggero del Signore dei mondi!

62. Vi riferisco i messaggi del mio Signore, vi do sinceri consigli e ho ricevuto da Allah la conoscenza di ciò che ignorate.

63. Vi stupite forse che vi giunga un richiamo da parte del vostro Signore tramite uno dei vostri uomini, che vi avverta e vi esorti al timor [di
Allah], affinché possiate godere della [Sua] misericordia?».

64. Lo tacciarono di menzogna. Salvammo lui e coloro che stavano con lui nell’Arca e annegammo coloro che smentivano i segni Nostri. In verità era un
popolo cieco.

65. E agli ‘Àd [inviammo] il loro fratello Hûd [18] : «O popol mio, disse, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio che Lui. Non Lo temerete?».

66. I notabili del suo popolo – che erano miscredenti – dissero: «Ci pare che tu sia in preda alla stoltezza e crediamo che tu sia un bugiardo».

67. Disse: «O popolo mio, non c’è stoltezza in me, sono messaggero del Signore dei mondi.

68. Vi riferisco i messaggi del vostro Signore e sono per voi un consigliere affidabile.

69. Vi stupite che vi giunga un richiamo da parte del vostro Signore per il tramite di uno dei vostri uomini che vi ammonisce? Ricordatevi di quando vi designò successori del popolo di Noè e accrebbe la vostra prestanza nel mondo. Ricordate i benefici di Allah, affinché possiate prosperare».

70. Dissero: «Sei venuto per far sì che adoriamo Allah, l’Unico, abbandonando quello che adoravano i nostri avi? Se sei sincero, mostraci quello di cui ci minacci».

71. Disse: «Ecco che il vostro Signore ha fatto cadere su di voi supplizio e collera! Volete polemizzare con me sui nomi che voi e i vostri avi avete inventato senza che Allah vi abbia concesso a riguardo alcuna autorità? Aspettate e anch’io rimarrò in attesa insieme a voi».

72. Abbiamo salvato lui e coloro che erano con lui, per Nostra misericordia e cancellato anche le tracce di coloro che smentivano i Nostri segni e non
credevano.

73. E ai Thamùd [inviammo] il loro fratello Şâlih [19] . [Disse]: «O po- pol mio, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio all’infuori di Lui. Ecco che vi è giunta una prova da parte del vostro Signore:
ecco la cammella di Allah [20], un segno per voi. Lasciatela pascolare sulla terra di Allah e non le fate alcun male: scontereste un doloroso castigo.

74. E ricordatevi di quando, dopo gli ‘Àd, vi costituì loro successori e vi stabilì sulla terra: costruiste castelli nelle pianure e scavaste case
nelle montagne. Ricordatevi dei benefici di Allah e non contaminate la terra [comportandovi da] corruttori».

75. I notabili del suo popolo, che erano tronfi di orgoglio, dissero agli oppressi fra quelli di loro che avevano creduto: «Siete sicuri che Şâlih sia un inviato del suo Signore?». Ed essi risposero:

«Sì, crediamo nel messaggio inviato suo tramite».

76. Gli orgogliosi dissero: «Certamente neghiamo ciò in cui credete!».

77. Quindi tagliarono i garretti alla cammella, disobbedirono agli ordini del loro Signore e dissero: «O Şâlih, se sei uno degli inviati, fai cadere su di noi ciò di cui ci minacci».

78. Li colse il cataclisma e al mattino giacquero bocconi nelle loro dimore.

79. Allora [Şâlih] si allontanò da loro e disse: «O popol mio, vi avevo trasmesso il messaggio del mio Signore, e vi avevo dato consigli sinceri, ma voi non amate i consiglieri sinceri».

80. E quando Lot [21] disse al suo popolo: «Vorreste commettere un’infamità che mai nessuna creatura ha mai commesso?

81. Vi accostate con desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Sì, siete un popolo di trasgressori».

82. E in tutta risposta il suo popolo disse: «Cacciateli dalla vostra città! Sono persone che vogliono esser pure!».

83. E Noi salvammo lui e la sua famiglia, eccetto sua moglie, che fu tra quelli che rimasero indietro [22] .

84. Facemmo piovere su di loro una pioggia… [23] Guarda cosa è avvenuto ai perversi.

85. Agli abitanti di Madyan [inviammo] il loro fratello Shu‘ayb [24] ! Disse: «O popol mio, adorate Allah. Per voi non c’è altro dio che Lui. Vi è giunta una prova da parte del vostro Signore. Riempite la misura e date il giusto peso e non danneggiate gli uomini nei loro beni. Non corrompete la terra dopo che Allah la creò pura: ciò è meglio per voi, se siete credenti.

86. Non appostatevi su ogni strada, distogliendo dal sentiero di Allah coloro che credono in Lui, e cercando di renderlo tortuoso.

Ricordatevi di quando eravate pochi ed Egli vi ha moltiplicati. Guardate cosa è accaduto ai corruttori.

87. Se una parte di voi crede nel messaggio con il quale sono stato inviato ed un’altra parte non crede, siate pazienti e sopportate fino a che Allah giudichi tra di noi! Egli è il Migliore dei giudici».

88. I notabili del suo popolo, che erano tronfi di orgoglio, dissero: «O Shu’ayb, certamente ti cacceremo dalla nostra città, tu e quelli che hanno creduto in te, a meno che non ritorniate alla nostra religione!». Rispose: «Anche se la aborriamo?

89. Inventeremmo menzogne contro Allah se ritornassimo alla vostra religione dopo che Allah ce ne ha salvati. Non potremo farvi ritorno – a meno che lo voglia Allah nostro Signore. Il nostro Signore possiede la scienza di ogni cosa. In Allah riponiamo la nostra fiducia. O Signor nostro, giudica secondo verità, tra noi e il nostro popolo; Tu sei il Migliore dei giudici».

90. I notabili del suo popolo, che erano miscredenti, dissero:

«Se seguite Shu’ayb sarete sicuramente rovinati!».

91. Li colse il cataclisma e al mattino giacquero prostrati nelle loro dimore.

92. Per coloro che avevano tacciato Shu‘ayb di menzogna, fu come se non avessero mai abitato in quei luoghi.

Coloro che tacciavano Shu’ayb di menzogna sono andati in rovina.

93. Si allontanò da loro e disse: «O popol mio, vi avevo trasmesso i messaggi del mio Signore e vi avevo dato consigli sinceri. Come potrei ora essere afflitto per un popolo di miscredenti?».

94. Non inviammo mai un profeta in una città senza colpire i suoi abitanti con disgrazie e carestie, affinché fossero umili.

95. Poi sostituimmo il male con il bene finché, aumentando in numero e ricchezze, dissero: «Agi e disagi toccarono anche ai nostri avi» [25] . Allora li afferrammo all’improvviso, senza che se ne accorgessero.

96. Se gli abitanti di queste città avessero creduto e avessero avuto timor di Allah, avremmo diffuso su di loro le benedizioni dal cielo e dalla
terra. Invece tacciarono di menzogna e li colpimmo per ciò che avevano fatto.

97. Forse che la gente delle città è al riparo dal Nostro castigo severo che li colpisce la notte durante il sonno?

98. Forse che la gente delle città è al riparo dal Nostro castigo severo che li colpisce in pieno giorno mentre si divertono?

99. Si ritengono al riparo dallo stratagemma di Allah? Di fronte allo stratagemma di Allah si sentono al sicuro solo coloro che già si sono perduti [26] .

100. Non è forse palese a coloro che ricevono l’eredità della terra che, se Noi volessimo, li colpiremmo per i loro peccati e sigilleremmo i loro
cuori, sicché non udrebbero più nulla?

101. Ecco le città di cui con verità, ti raccontiamo la storia. Giunsero loro messaggeri con prove evidenti, ma essi non potevano credere in quello che
prima avevano tacciato di menzogna.

Così Allah sigilla i cuori dei miscredenti.

102. E non trovammo nella maggior parte di loro rispetto alcuno per il Patto e, anzi, trovammo perversa la maggior parte di loro.

103. Poi, dopo di loro, inviammo Mosè, con i Nostri segni, a Faraone e ai suoi notabili, ma essi trasgredirono.

Guarda dunque ciò che è accaduto ai perversi.

104. Disse Mosè: «O Faraone, in verità io sono un messaggero inviato dal Signore dei mondi.

105. Non dirò, su Allah, altro che la verità. Son giunto con una prova da parte del vostro Signore. Lascia che i figli di Israele vengano via con me».

106. «Se hai recato una prova con te, disse [Faraone], allora mostrala, se sei uno che dice la verità.»

107. Gettò il bastone, ed ecco che si trasformò in un serpente [ben] evidente.

108. Stese la mano, ed ecco che apparve bianca agli astanti.

109. I notabili del popolo di Faraone dissero: «Si tratta certamente di un mago sapiente

110. che vuole scacciarvi dalla vostra terra».

«Cosa dunque ordinate in proposito?»

111. Dissero: «Fai attendere lui e suo fratello e manda nunzi nelle città:

112. che ti conducano tutti i maghi più esperti».

113. I maghi si presentarono a Faraone e dissero: «Davvero ci sarà un premio per noi se saremo i vincitori?».

114. Disse: «Sì, e inoltre sarete tra i favoriti».

115. Dissero: «O Mosè, getti tu o tocca a noi gettare?».

116. «Gettate pure», rispose. Dopo che ebbero gettato, stregarono gli occhi della gente, la spaventarono e realizzarono un grande incantesimo.

117. Noi ispirammo a Mosè: «Getta la tua verga». E quella inghiottì tutto quello che avevano fabbricato.

118. Così si affermò la verità e vanificò quello che avevano fatto.

119. Furono sconfitti e sembravano umiliati.

120. Allora i maghi si prosternarono.

121. E dissero: «Crediamo nel Signore dei mondi,

122. il Signore di Mosè e di Aronne».

123. «Vorreste credere prima che ve ne dia il permesso? – disse Faraone. – Si tratta certo di una congiura che avete ordito nella città per scacciarne
gli abitanti. Ebbene, presto saprete:

124. vi farò tagliare mani e piedi alternati, quindi vi farò crocifiggere tutti.» [27]

125. Dissero: «In verità siamo pronti a tornare al nostro Signore;

126. ti vendichi su di noi solo perché abbiamo creduto ai segni del nostro Signore quando essi ci sono giunti. O Signore, concedici la sopportazione e
facci morire [a Te] sottomessi» [28] .

127. I notabili del popolo di Faraone dissero: «Lascerai che Mosè e il suo popolo spargano corruzione sulla terra, abbandonando te e i tuoi dèi?».
Disse: «Poiché abbiamo il dominio su di loro, uccideremo immediatamente i loro figli maschi e risparmieremo le loro femmine».

128. Disse Mosè al suo popolo: «Chiedete aiuto ad Allah e sopportate con pazienza: la terra è di Allah ed Egli ne fa erede colui che sceglie tra i
Suoi servi. L’esito felice sarà per coloro che [Lo] temono».

129. Dissero [29] : «Siamo stati perseguitati prima che tu venissi e dopo che venisti a noi». Rispose: «Può darsi che presto il vostro Signore distrugga il nemico e vi
costituisca vicari sul paese per poi guardare quello che farete».

130. Colpimmo la gente di Faraone con anni di miseria e scarsità di frutti, affinché riflettessero.

131. Quando veniva loro un bene dicevano: «Questo ci spetta»; mentre se li colpiva un male, vedevano in Mosè e in quelli che erano con lui uccelli di
malaugurio. Non dipendeva da Allah la loro sorte? Ma la maggior parte di loro non sapeva.

132. Dissero: «Qualunque segno addurrai per stregarci, noi non crederemo in te».

133. Mandammo contro di loro l’inondazione e le cavallette, le pulci, le rane e il sangue, segni ben chiari. Ma furono orgogliosi e rimasero un popolo
di perversi.

134. Quando il castigo li toccava, dicevano: «O Mosè, invoca per noi il tuo Signore in forza del patto che ha fatto con te. Se allontanerai il castigo
da noi, crederemo certamente in te e lasceremo partire con te i Figli di Israele».

135. Allontanammo da loro il tormento, ma quando giunse il termine che dovevano rispettare, ecco che mancarono al loro impegno.

136. Allora Ci vendicammo di loro, li inghiottimmo nel mare, perché tacciavano di menzogna i Nostri segni ed erano indifferenti ad essi.

137. E abbiamo fatto, del popolo che era oppresso, l’erede degli Orienti e degli Occidenti della terra che abbiamo benedetta. Così, la bella promessa
del tuo Signore si realizzò sui Figli di Israele, compenso della loro pazienza. E distruggemmo ciò che Faraone e il suo popolo avevano realizzato ed
eretto.

138. Facemmo traversare il mare ai Figli di Israele.

Incontrarono un popolo che cercava rifugio presso i propri idoli. Dissero: «O Mosè, dacci un dio simile ai loro dèi». Disse: «In verità siete un
popolo di ignoranti».

139. Sì, il culto a cui si dedicano sarà distrutto e sarà reso vano il loro operare.

140. Disse: «Dovrei cercare per voi un altro dio all’infuori di Allah, Colui Che vi ha preferito sulle altre creature?».

141. E quando vi salvammo dalla famiglia di Faraone che vi infliggeva il peggiore dei tormenti: uccideva i vostri figli e risparmiava le vostre
femmine [30] ; era questa una dura prova da parte del vostro Signore!

142. E fissammo per Mosè un termine di trenta notti, che completammo con altre dieci, affinché fosse raggiunto il termine di quaranta notti stabilito
dal suo Signore. E Mosè disse a suo fratello Aronne: «Sostituiscimi alla guida del mio popolo, agisci bene e non seguire il sentiero dei corruttori».

143. E quando Mosè venne al Nostro luogo di convegno, e il suo Signore gli ebbe parlato, disse: «O Signor mio, mostraTi a me, affinché io Ti guardi».
Rispose: «No, tu non Mi vedrai, ma guarda il Monte; se rimane al suo posto, tu Mi vedrai». Non appena il suo Signore si manifestò sul Monte esso
divenne polvere e Mosè cadde folgorato. Quando ritornò in sé, disse: «Gloria a Te! Io mi pento e sono il primo dei credenti».

144. Disse [Allah]: «O Mosè, ti ho eletto al di sopra degli uomini per [affidarti] i Miei messaggi e le Mie parole. Prendi ciò che ti do e sii
riconoscente».

145. Scrivemmo per lui, sulle Tavole, un’esortazione su tutte le cose e la spiegazione precisa di ogni cosa. «Prendile con fermezza e comanda al tuo
popolo di adeguarvisi al meglio. Presto vi mostrerò la dimora degli empi.

146. Presto allontanerò dai segni Miei coloro che sono orgogliosi sulla terra. Quand’anche vedessero ogni segno non crederanno; se vedessero la retta
via, non la seguirebbero; se vedessero il sentiero della perdizione lo sceglierebbero come loro via. Ciò in quanto tacciano di menzogna i Nostri segni
e sono noncuranti di essi.

147. Quanto a coloro che negano i Nostri segni e l’incontro dell’altra vita, le loro opere sono vanificate.

Saranno compensati per altro che quello che avranno fatto?»

148. E il popolo di Mosè, in sua assenza, si scelse per divinità un vitello fatto con i loro gioielli, un corpo mugghiante. Non si accorsero che non
parlava loro e che non li guidava su nessuna via?

Lo adottarono come divinità e furono ingiusti.

149. Quando li si convinse di ciò e si accorsero che si erano traviati, dissero: «Se il nostro Signore non ci usa misericordia e non ci perdona,
saremo tra coloro che si sono perduti».

150. Quando Mosè, adirato e contrito, ritornò presso il suo popolo, disse: «Che infamità avete commesso in mia assenza! Volevate affrettare il decreto
del vostro Signore?». Scagliò [in terra] le tavole e afferrò per la testa suo fratello e lo trasse a sé: «O figlio di mia madre – disse quello – il
popolo ha preso il sopravvento su di me e c’è mancato poco che mi uccidessero. Non permettere che i nemici si rallegrino [della mia sorte] e non
annoverarmi tra gli ingiusti» [31] .

151. E Mosè: «O Signore mio, perdona a me e a mio fratello e facci entrare nella Tua misericordia, poiché Tu sei il più Misericordioso dei
misericordiosi».

152. Coloro che si scelsero il vitello [come divinità] saranno ben presto sopraffatti dalla collera del loro Signore e dalla vergogna nella vita
terrena. In tal modo ricompensiamo i mentitori.

153. Quanto a coloro che hanno fatto il male e poi si sono pentiti e hanno creduto… ebbene, il tuo Signore è perdonatore, misericordioso.

154. Quando la collera di Mosè si acquietò, raccolse le tavole. In esse era scritta la guida e la misericordia per coloro che temono il loro Signore.

155. Mosè scelse settanta uomini del suo popolo per il Nostro luogo di convegno. Dopo che li colse il cataclisma [32], disse: «O Signore, se Tu avessi voluto, già li avresti distrutti in precedenza e me con loro. Ci distruggerai per ciò che hanno commesso gli stolti
della nostra gente? Questa non è se non una prova da parte Tua, con la quale svii chi vuoi e guidi chi vuoi. Tu sei il nostro Patrono, perdonaci e
usaci misericordia. Tu sei il migliore dei perdonatori.

156. Annoveraci un bene in questa vita terrena e un bene nell’Altra vita. Ecco che, pentiti, ritorniamo a Te». E [Allah] disse: «Farò sì che il Mio
castigo colpisca chi voglio, ma la Mia misericordia abbraccia ogni cosa: la riserverò a coloro che [Mi] temono e pagano la decima, a coloro che credono
nei Nostri segni,

157. a coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torâh e nell’Ingìl, colui che ordina le buone
consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami
che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno» [33] .

158. Di’: «Uomini, io sono un Messaggero di Allah a voi tutti inviato da Colui al Quale appartiene la sovranità dei cieli e della terra. Non c’è altro
dio all’infuori di Lui. Dà la vita e dà la morte. Credete in Allah e nel Suo Messaggero, il Profeta illetterato che crede in Allah e nelle Sue parole.
Seguitelo, affinché possiate essere sulla retta via».

159. E tra il popolo di Mosè c’è gente che si dirige con la verità e in base ad essa agisce con giustizia.

160. Li dividemmo in dodici tribù o nazioni. Quando il suo popolo gli chiese da bere, ispirammo a Mosè: «Colpisci la roccia con la tua verga».
Sgorgarono da essa dodici sorgenti e ogni tribù conobbe da dove avrebbe dovuto bere; prestammo loro l’ombra di una nuvola, e facemmo scendere la manna
e le quaglie: «Mangiate le buone cose di cui vi abbiamo provvisto». Non è a Noi che fecero torto, fecero torto a loro stessi.

161. E quando fu detto loro: «Abitate questa città e mangiate a vostro piacere, ma dite: “Perdono”, ed entrate dalla porta prosternandovi;
perdoneremo i vostri peccati e, a coloro che fanno il bene, daremo ancora di più!».

162. Quelli di loro che erano ingiusti, sostituirono un’altra parola a quella che era stata detta [34] . Allora inviammo contro di loro un castigo dal cielo, per il torto che avevano commesso.

163. Chiedi loro a proposito della città sul mare in cui veniva trasgredito il sabato, [chiedi] dei pesci che salivano alla superficie nel giorno del
sabato e che invece non affioravano negli altri giorni! Così li mettemmo alla prova, perché dimostrassero la loro empietà [35] .

164. E quando alcuni di loro dissero: «Perché ammonite un popolo che Allah distruggerà o punirà con duro castigo?». Risposero: «Per avere una scusa di
fronte al vostro Signore e affinché [Lo] temano!» [36] .

165. Quando poi dimenticarono quello che era stato loro ricordato, salvammo coloro che proibivano il male e colpimmo con severo castigo coloro che
erano stati ingiusti e che perversamente agivano.

166. Quando poi per orgoglio si ribellarono a ciò che era stato loro vietato, dicemmo loro: «Siate scimmie reiette!» [37] .

167. E il tuo Signore annunciò che avrebbe inviato contro di loro qualcuno che li avrebbe duramente castigati fino al Giorno della Resurrezione [38] !

In verità il tuo Signore è sollecito nel castigo, ma è anche perdonato- re, misericordioso.

168. Li dividemmo sulla terra in comunità diverse. Tra loro ci sono genti del bene e altre [che non lo sono]. Li mettemmo alla prova con prosperità e
avversità, affinché ritornassero [sulla retta via].

169. Dopo di loro vennero altre generazioni che ereditarono la Scrittura. Sfruttarono i beni del mondo terreno dicendo: «Presto saremo perdonati». Se
fossero giunti altri beni terreni, ugualmente se ne sarebbero appropriati! Non avevano accettato il patto della Scrittura, secondo cui non avrebbero
detto, su Allah, altro che la verità? Proprio loro che avevano studiato ciò che essa contiene?

La dimora ultima è la migliore per i timorati; ancora non lo capite?

170. Quanto a coloro che si attengono saldamente al Libro ed eseguono l’orazione, certamente non trascuriamo la ricompensa a quelli che si emendano.

171. E quando elevammo il Monte sopra di loro, come fosse un baldacchino, e temevano che sarebbe rovinato loro addosso, [dicemmo]: «Afferrate con
forza ciò che vi abbiamo dato e ricordatevi di quel che contiene. Forse sarete timorati».

172. E quando il Signore trasse, dai lombi dei figli di Adamo, tutti i loro discendenti e li fece testimoniare a proposito di loro stessi [disse]: «Non
sono il vostro Signore?». Risposero: «Sì, lo attestiamo»,

[Lo facemmo] perché nel Giorno della Resurrezione non diciate: «Veramente eravamo incoscienti» [39] ;

173. o diciate: «I nostri antenati erano associatori e noi siamo i loro discendenti: vorresti annientarci per quello che facevano questi inventori di
nullità?».

174. Così spieghiamo i Nostri segni. Forse ritorneranno [a Noi].

175. Racconta loro la storia di colui [40] cui avevamo dato Nostri segni e che li trascurò. Satana lo seguì e fu uno dei traviati.

176. Se avessimo voluto, lo avremmo elevato grazie a questi segni; ma si aggrappò alla terra e seguì le sue passioni. Fu come il cane che ansima se lo
attacchi e ansima se lo lasci stare. Ecco a chi è simile il popolo che taccia di menzogna i Nostri segni. Racconta loro le storie, affinché riflettano!

177. Che cattivo esempio, quello del popolo che taccia di menzogna i Nostri segni e fa torto a se stesso.

178. Colui che è guidato da Allah è ben guidato, chi da Lui è traviato si perde.

179. In verità creammo molti dei dèmoni e molti degli uomini per l’Inferno: hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non
sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. Questi sono gli incuranti.

180. Ad Allah appartengono i nomi più belli: invocateLo con quelli e allontanatevi da coloro che profanano i nomi Suoi: presto saranno compensati per
quello che hanno fatto.

181. Tra le Nostre creature c’è una comunità che guida secondo verità e con essa esercita la giustizia.

182. Condurremo [alla rovina] coloro che tacciano di menzogna i Nostri segni e non sapranno donde viene.

183. Concederò loro una dilazione, ché il Mio piano è certo.

184. Non hanno riflettuto? Non c’è un dèmone nel loro compagno [41] : egli non è che un nunzio chiarissimo.

185. Non hanno considerato [42] il Regno dei cieli e della terra, e tutto ciò che Allah ha creato e che forse è vicino il termine loro? In quale altro messaggio crederanno, dopo di
ciò?

186. Chi è traviato da Allah non avrà la guida. Egli lascia che procedano alla cieca nella loro ribellione.

187. Ti chiederanno dell’Ora: «Quando giungerà?». Di’: «La conoscenza di questo appartiene al mio Signore. A suo tempo non la paleserà altri che Lui.
Sarà gravosa nei cieli e sulla terra, vi coglierà all’improvviso». Ti interrogano come se tu ne fossi avvertito. Di’: «La scienza di ciò appartiene
ad Allah». Ma la maggior parte degli uomini non lo sa.

188. Di’: «Non dispongo, da parte mia, né di ciò che mi giova né di ciò che mi nuoce, eccetto ciò che Allah vuole. Se conoscessi l’invisibile
possederei beni in abbondanza e nessun male mi toccherebbe. Non sono altro che un nunzio e un ammonitore per le genti che credono» [43] .

189. Egli è Colui che vi ha creati da un solo individuo, e che da esso ha tratto la sua sposa affinché riposasse presso di lei. Dopo che si unì a lei,
ella fu gravida di un peso leggero, con il quale camminava [senza pena]. Quando poi si appesantì, entrambi invocarono il loro Signore Allah: «Se ci
darai un [figlio] probo, Ti saremo certamente riconoscenti».

190. Ma quando diede loro un [figlio] probo, essi attribuirono ad Allah associati in ciò che Egli aveva loro donato [44] .

Ma Allah è ben superiore a quello che Gli viene associato.

191. Gli associano esseri che non creano nulla e che anzi sono essi stessi creati

192. e non possono esser loro d’aiuto e neppure esserlo a loro stessi.

193. Se li invitate alla retta via, non vi seguiranno. Sia che li invitiate o che tacciate per voi è lo stesso.

194. In verità coloro che invocate all’infuori di Allah, sono [Suoi] servi come voi. Invocateli dunque e che vi rispondano, se siete sinceri!

195. Hanno piedi per camminare, hanno mani per afferrare, hanno occhi per vedere, hanno orecchie per sentire? Di’: «Chiamate questi associati, tramate
pure contro di me e non datemi tregua:

196. ché il mio Patrono è Allah, Colui che ha fatto scendere il Libro, Egli è il Protettore dei devoti.

197. E coloro che invocate all’infuori di Lui non sono in grado di aiutarvi e neppure di aiutare loro stessi».

198. Se li chiami alla retta via, non ti ascolteranno. Li vedi: rivolgono lo sguardo verso di te, ma non vedono [45] .

199. Prendi quello che ti concedono di buon grado [46], ordina il bene e allontanati dagli ignoranti.

200. E se ti coglie una tentazione di Satana, rifugiati in Allah.

Egli è Colui Che tutto ascolta e conosce!

201. In verità coloro che temono [Allah], quando li coglie una tentazione, Lo ricordano ed eccoli di nuovo lucidi [47] .

202. Ma i loro fratelli li sospingono ancor più nella aberrazione, senza che poi, mai più smettano.

203. E quando non rechi loro qualche versetto, dicono: «Non l’hai ancora scelto?» [48] . Di’: «In verità non seguo altro che quello che mi ha rivelato il mio Signore». Ecco [venirvi] dal vostro Signore un invito alla visione chiara: una
direzione, una misericordia per coloro che credono.

204. Quando viene letto il Corano, prestate attenzione e state zitti, ché vi sia fatta misericordia.

205. Ricordati del tuo Signore nell’animo tuo, con umiltà e reverenziale timore, a bassa voce, al mattino e alla sera e non essere tra i noncuranti.

206. Certamente coloro che sono presso il tuo Signore non disdegnano di adorarLo: Lo lodano e si prosternano davanti a Lui [49] .

 


[1] Spesso viene tradotta con: «I lembi» o «Il limbo» perché «al-A‘ràf» evoca l’idea di un bordo (di vestito) o di frange. L’esegesi classica (Tabari VIII, 189-191) afferma trattarsi della muraglia che divide l’Inferno dal Paradiso. Altri esegeti dicono che sia il luogo in cui i credenti le cui opere di bene sono pari a quelle negative, attendono fiduciosi che Allah decida la loro sorte.

[2] Vedi Appendice 1.

[3] «su di te»: (o Muḥammad).

[4] Nel Giorno del Giudizio verranno interrogati i popoli che ricevettero le rivelazioni e i messaggeri che le recarono da parte di Allah.

[5] Iblìs si arroga la facoltà di stabilire una scala di valori tra le creature, una scala arbitraria e pertanto scorretta che mette il fuoco in una posizione di preminenza rispetto alla creta. Solo il Creatore possiede la facoltà di stabilire il valore delle creature e non certo le creature
stesse.

[6] «nemici gli uni degli altri»: Adamo ed Èva contro Satana, destinati a combattere per il predominio. Questa lotta che oppone maschi e femmine e dèmoni è la realtà quotidiana di tutti i tempi e di tutti gli uomini, «eccetto quelli – come recita la sura chi – che credono e compiono il
bene…».

[7] «facemmo scendere»: con questo verbo, utilizzato solitamente per indicare l’azione della Rivelazione ai Profeti, il Corano intende suggerire l’immissione dall’esterno di qualcosa, intesa come un dono di Allah per gli uomini. Lo stesso verbo (vedi lvii, 25) viene riferito al ferro, la cui
«discesa» lo caratterizza come un elemento estraneo alla terra.

[8] Ricollegandosi alla percezione della nudità originaria, che da naturale è diventata vergogna nel momento stesso in cui la disobbedienza ha fatto perdere all’uomo la sua primitiva innocenza, il Corano stigmatizza il comportamento dei membri di alcune tribù arabe che erano soliti
circumambulare intorno alla Ka‘ba completamente nudi. Un giorno l’Inviato di Allah rimproverò aspramente un gruppo di pellegrini yemeniti che stavano appunto compiendo il «tawàf» in quelle condizioni, e quelli risposero che quella era la tradizione che avevano ricevuto dai loro padri e
asserirono che si trattava addirittura di un precetto divino (Tabarî VIII, 154).

Ha sollevato molte questioni il fatto che il precedente vers. 27 parli di un vestito che è stato strappato. I tradizionalisti hanno fornito molte e suggestive interpretazioni a riguardo, ma in definitiva la spiegazione sta nel vers. 26 quando recita: «l’abito del timor di Allah è il migliore».

[9] Il Corano insiste sul fatto che il rito deve essere compiuto in modo formalmente corretto e che di questa correttezza fa parte l’abbigliamento che dovrebbe essere particolarmente curato ogniqualvolta ci si reca in moschea.

[10] Quegli stessi pellegrini che assolvevano il rito nudi si astenevano dalla carne e dal grasso animale.

[11] Tutte le comunità umane sono imparentate tra loro, in particolare sono strettamente affratellati i due principali gruppi che saranno destinati all’Inferno: i corruttori e i corrotti. Del primo gruppo fanno parte i notabili delle comunità: traviarono i loro popoli e ne pagheranno le
conseguenze; nel secondo ci saranno coloro che si lasciarono traviare per iniquità o indifferenza.

[12] «ma voi non sapete [quello che vi attende]».

[13] L’accesso al Paradiso dipenderà dalla volontà di Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) e dalle opere dell’uomo. Il fatto che queste opere saranno pesate e confrontate, presuppone che la santità non è un requisito indispensabile per godere della misericordia del Creatore. L’uomo si avvicinerà al
Giardino portando nel suo cuore ancora molto della sua vita terrena e, particolarmente, il rancore per coloro che gli hanno fatto del male. Questo tipo di sentimento non ha più ragione di essere in Paradiso e quindi viene estirpato dai loro petti.

[14] Vedi nota al titolo della sura.

[15] «in sei giorni»: il termine «yaum» («ayyâm» al plurale), non significa strettamente giorno, ma anche epoca, ciclo, periodo ecc.

[16] Purificando il concetto di Allah da ogni antropomorfismo, l’IsIàm stabilisce le norme di convenienza spirituale (adab) che l’uomo deve rispettare nel suo rapporto con Allah (gloria a Lui l’Altissimo). Rivolgendosi a Lui non è tollerabile nessuna alterigia, l’uomo è servo di Allah e il suo
atteggiamento deve essere umile e rispettoso.

[17] II terreno è la metafora della disposizione dell’animo umano. Quando esso è fertile, seppur secco, basta la caduta della pioggia (la benevolenza di Allah) per far spuntare e crescere la ricchezza della vegetazione (la fede e le opere meritorie che si compiono per amore di Allah). Quando, al
contrario, la terra è cattiva (l’animo è malevolo, mal disposto al bene e alla sottomissione) la stessa pioggia produce poche piante che menano vita grama e sono povere di frutti.

[18] II popolo degli ‘Àd abitava quella vasta zona del tutto desertica che si trova tra l’Hadramaut e l’Oman, che il Corano chiama «al-Ahqàf», le dune (titolo della sura xlvi), e che è oggi nota con il nome arabo di «al-rub‘ af Khâlî» (il quarto vuoto) o anche il «deserto dei deserti». Fisicamente
possenti, longevi, ricchi e potenti, gli ‘Àd rifiutarono la predicazione di Hûd (pace su di lui), il profeta che Allah suscitò tra di loro.
Furono distrutti da un cataclisma che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) inviò contro di loro per castigarli della loro empietà. Il Corano li cita ventiquattro volte, e nella maggior parte dei casi associa alla loro storia quella dei Thamûd e del loro profeta Şâlih (pace su di lui). Questi due
popoli e i loro profeti non sono citati nella Bibbia.

[19] I Thamùd (vedi sopra nota al vers. 65), vissero in epoca preislamica nella zona settentrionale dell’Arabia. Sulla loro esistenza abbiamo numerose testimonianze storiche (Plinio, Tolomeo) e riscontri archeologici. Furono puniti per la loro miscredenza e annientati.

[20] Allah mandò loro il segno di una cammella che avrebbero dovuto rispettare e alla quale avrebbero dovuto cedere una parte dell’acqua, così come fu rivelato dal loro profeta Şâlih (pace su di lui). In un primo tempo fecero finta di accettare la cammella ma poi l’uccisero (vedi vers. 77).

[21] «Lot»: nipote di Abramo abitava in Palestina. La tradizione racconta che dopo aver seguito Abramo nelle sue peregrinazioni in Iraq, Siria e Palestina, Lot si stabilì proprio in questa regione, nei pressi di Sodoma, a sud del Mar Morto. Gli abitanti di quella città avevano raggiunto un
tale livello di abiezione morale che Allah volle metterli alla prova e poi castigarli. Inviò a Lot due angeli che assunsero la forma di giovani di grande bellezza. Travolti dalla passione omosessuale i sodomiti cercarono di insidiarli.

[22] Gli angeli avvertirono Lot dell’imminente distruzione della sua città e gli ordinarono di partire insieme alla sua famiglia. Nessuno di loro avrebbe dovuto attardarsi oltre. La Bibbia (Genesi XIX, 26) afferma che la moglie di Lot si volse a guardare indietro e fu tarsformata in una statua di sale.

[23] «una pioggia»: di pietre (vedi anche XI, 82).

[24] «Shu’ayb» secondo la tradizione (Tabari VIII, 237) si tratta di un discendente di Abramo.

[25] È la posizione di chi afferma che il male e il bene fanno parte della casualità della vita e non hanno nulla a che vedere con il progetto di Allah sul mondo. Miopi nella visione del tutto, distratti dall’impellenza del quotidiano, negligenti nei loro stessi confronti, gli uomini si rifugiano
in un fatalismo aprioristico per giustificare i casi e i rovesci della vita terrena.

[26] Solo chi è già perduto non sente il timore di Allah. Il senso di orgogliosa sicurezza che manifestano i malvagi è il segno più certo dell’insensibilità della loro anima, indurita e annerita dai loro peccati.

[27] Faraone è attonito e furente. Coloro che fungevano da intermediari tra la sua figura di «dio-re» e il popolo lo rinnegano e si prosternano nell’adorazione chiedendo perdono all’Unico (gloria a Lui l’Altissimo). La magia che aveva preso il posto della religione, viene negata dai suoi stessi artefici, la crema dei maghi-sacerdoti di tutto l’Egitto. Il potere di Faraone scricchiola sinistramente e come tutti i despoti in pericolo egli pensa solo alla vendetta e alla repressione.

[28] La conversione e il pentimento dei maghi di Faraone è uno degli esempi più fulgidi della coerenza personale e della capacità di prevalere della natura umana quando è la fede a guidare i comportamenti. Il fatto che ciò avvenga nella maniera in cui avviene, nei tempi e modi che ci sono
illustrati dal Corano, è il segno che in realtà la condizione personale dei maghi era molto diversa da quella cui si può pensare quando si tratta di giudicare persone che sono dedite alla magia. Ci sembra di poter dar credito a coloro che affermano che la religione di Faraone derivava probabilmente da una rivelazione divina corrotta nei tempi e la cui verità era stata sostituita da culti esoterici e pratiche magiche.
Ciononostante, ad eccezione di Faraone, massimo beneficiario di un’aberrazione che lo aveva elevato ad una dimensione «divina», il ricordo della rivelazione originaria e della sua purezza monoteistica era ben vivo nei maghi-sacerdoti ed essi, di fronte alla prova della potenza di Allah non
hanno dubbi, la riconoscono pienamente e passano repentinamente dalla miscredenza alla disponibilità al martirio per la causa di Allah. La stessa affermazione del vers. 125 ribadisce appunto il ritorno ad Allah di chi se ne era allontanato e non il riconoscimento da parte di chi non aveva
avuto mai notizia.

[29] Si tratta dei Figli di Israele, la cui vicenda è intrecciata nell’esposizione coranica a quella degli egiziani.

[30] Come già nel vers. 127, i maschi dei discendenti di Israele venivano uccisi e le femmine tenute in schiavitù.

[31] II Corano assolve Aronne dall’accusa ignominiosa che gli rivolge la Bibbia (vedi Esodo 32, 1-24), e cioè di essere stato, per debolezza e «mancanza di fede, l’ideatore del vitello d’oro e del culto orgiastico cui si erano abbandonati i figli di Israele. Accusa tanto più assurda considerando il
fatto che non solo Aronne non viene punito come quelli che commisero il peccato di idolatria, ma addirittura viene investito, insieme alla sua discendenza, della massima dignità sacerdotale (Esodo 35, 19). Vedi anche nota a II, 55.

[32] A proposito di questo episodio e del cataclisma di cui si parla, l’esegesi afferma che gli ebrei insistevano per vedere Allah e settanta di loro che seguirono Mosè, furono uccisi da un terremoto mentre si trovavano sulla montagna. Un’altra versione dell’episodio considera i settanta uomini
come i più puri tra il popolo di Israele, scelti da Mosè in quanto i più idonei per chiedere il perdono di Allah per la loro gente. Quando furono sulla montagna pretesero di vedere Allah e furono puniti. Allah ne sa di più.

[33] Coloro di cui parla questo versetto e il precedente, sono naturalmente i musulmani, timorati di Allah, fedeli al culto, obbedienti al Messaggero (pace e benedizioni su di lui). Come già espresso in III, 81 (vedi anche la nota), il Corano riafferma la profezia della venuta di Muḥammad (pace e benedizioni su di lui), contenuta nella Torâh e nel Vangelo.

[34] Vedi II, 58-59 e la nota.

[35] La religione ebraica contempla il divieto assoluto di svolgere una qualsiasi attività lavorativa nel giorno di sabato, anche solo procurarsi il cibo o accendere il fuoco. Nella città in questione, che secondo alcuni commentatori è Eilat, sul golfo di Aqaba, avvenne che nei giorni di sabato
i pesci si avvicinavano alla riva rendendo molto facile la pesca, mentre negli altri giorni se ne stavano al largo, in acque profonde rendendo difficile il lavoro degli uomini: una prova da parte di Allah per verificare l’obbedienza ai Suoi comandi (vedi anche II, 65 e la nota).

[36] Quando avvenne il fatto citato nella nota precedente, i Figli di Israele che abitavano quella città, si divisero in tre gruppi: un primo gruppo violò il sabato e pescò i pesci, il secondo vi si oppose e avvertì i peccatori che sarebbero incorsi nell’ira di Allah, un terzo gruppo si dichiarò scettico sulla possibilità di riportare i peccatori sulla retta via e si tenne in disparte.

[37] Vedi sopra nota al vers. 163 e II, 65.

[38] E la conclusione dell’episodio cui si riferiscono i vv. 163-166 come spiegato nella nota 35.

Ai trasgressori del precetto che Allah aveva imposto ai figli d’Israele viene annunciato un castigo che perdurerà fino alla fine dei tempi. Sulla natura di tale castigo i commentatori non sono unanimi. Ibn Abbas dice trattarsi della jizya (la tassa di capitazione dovuta dai non musulmani che vivono sotto l’autorità islamica) e nella comunità di Muḥammad (pace e benedizione su di lui) coloro i quali gliela imporranno. Altri propendono per un’interpretazione più generale di rottura del patto stabilito tra Allah e quella comunità di credenti.

[39] Questo versetto dimostra inequivocabilmente l’esistenza di un patto con Allah connaturato agli uomini, in forza del quale essi Lo riconoscono come loro Creatore e Signore e verso il quale non potranno avere scuse nel Giorno del Giudizio. Molti ahadìth citati da Tabarì (IX, 111-118) e da Ibn
Kathìr (II, 261-264), ci insegnano che Allah (gloria a Lui l’Altissimo), dopo aver cacciato Adamo dal Paradiso, convocò davanti a Sé tutti gli uomini che sarebbero vissuti fino al Giorno del Giudizio e pretese il loro impegno a non riconoscere altro dio che Lui e non tributare adorazione ad altri che a Lui. In quella stessa circostanza venne fissato il destino di ciascun uomo.

[40] Secondo la maggior parte dei commentatori il personaggio in questione era uno dei Figli di Israele.

[41] «nel loro compagno»: Muḥammad (pace e benedizioni su di lui), che fu accusato da alcuni suoi contemporanei di essere posseduto da un demone. Cfr. Giovanni vii, 20; VIII, 48, 52 in cui Gesù è accusato della stessa cosa.

[42] «Non hanno considerato…»: lett. «Non hanno guardato…».

[43] Come in molti altri brani, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) invita il Profeta (pace e benedizioni su di lui) a ribadire la sua totale umanità, l’assenza, in lui, di qualsivoglia potere o possibilità che non sia strettamente umana, e la sua ignoranza rispetto a quanto è «ghayb» (che abbiamo via via tradotto con non-manifestato, inconoscibile, invisibile, occulto).

[44] Dopo il loro primo peccato, Adamo ed Èva si pentirono e non disobbedirono mai più e, pertanto dicono che il versetto si riferisce ai pagani in generale e ai Coreisciti in particolare che chiamavano i loro figli ‘Abdallàt, ‘Abdul ‘Uzza ecc.

[45] Quelli che guardano senza vedere sono gli idoli, gli stessi cui si allude nel precedente vers. 193 (Tabarî IX, 152).

[46] Altre possibilità di comprensione condurrebbero a tradurre: «Sii accondiscendente, sii indulgente, pratica il perdono».

[47] «Lo ricordano»: la vita del musulmano è intesa come Ricordo di Allah (dhikr Allah); specialmente nei momenti difficili questa pratica permette di distinguere chiaramente il bene dal male. La tentazione infatti, è vista come un obnubilamento della corretta visione delle cose.

[48] Il Corano ci riferisce dell’atteggiamento ironico e ingiurioso che avevano, nei confronti dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), i suoi concittadini pagani.

[49] Durante la recitazione del Corano, dopo questo versetto è prevista la prosternazione (sajda). Ci sono alcuni punti nel Corano in cui è prevista questa pratica, questo è il primo (vedi in Appendice l’elenco delle prosternazioni).

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