XCVII

Il libro dell’unità di Dio

Narrò Abu Ma’bad, liberto del figlio di Abbas, che quest’ultimo aveva detto:
Quando il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – mandò Mu’ad nello Yemen, gli disse:
Tu ti presenti ad un popolo di gente del Libro: la prima cosa che li inviterai a fare sia dunque che proclamino l’unità di Dio – Egli è l’Altissimo -. Quando abbiano riconosciuto questo, annuncia che Dio ordina loro, nella loro giornata e nella loro nottata, cinque preghiere. Quando hanno fatto la preghiera, annuncia che Dio ordina la decima dei loro beni, da prendersi sulle loro sostanze e da restituirsi ai loro poveri. Se acconsentono, preleva la decima, ma astieniti dagli oggetti di valore della gente.

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Narrò Mu’ad figlio di Gabal:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – mi domandò:
Lo sai tu, Mu’ad, qual è il diritto di Dio sui suoi servi?
Meglio di me lo sanno Iddio e il Suo Inviato.
Che Lo adorino e non Gli associno nessuno. E sai quai è il diritto loro su Dio?
Meglio di me lo sanno Iddio e il Suo Inviato.
Che Dio non li castighi.

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Narrò Abu Sa’id al-Khudri:
Un uomo udì un altro recitare ripetutamente Dì: Egli, Dio, è uno(CXII, i).
La mattina dopo, andò a raccontare questo al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – come se quell’uomo avesse fatto ben poco. Ma l’inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – disse:
Giuro per Colui che tiene in mano l’anima mia, quella Sura vale un terzo del Corano.

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Narrò ‘Aisha:
Una volta il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – mandò un uomo a capo di una spedizione militare. Egli, nella preghiera, recitava ai compagni il Corano e terminava con la Sura che inizia: Dì: Egli, Dio, è uno (CXII, 1).
Al ritorno riferirono questo al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, che disse:
Domandategli perché faceva così. L’interrogato rispose:
Mi è caro recitarla perché contiene la qualità del Clemente.
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – esclamò: Ditegli che Dio lo ama.

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Narrò Garir figlio di Abd Allah che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Dio non avrà misericordia di chi non ha misericordia degli uomini.

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Narrò Usamah figlio di Zayd:
Eravamo col Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – quando venne l’incaricato di una delle sue figlie a chiamarlo: un suo bambino era moribondo. Disse il Profeta – Iddio lo benedica e ~li dia eterna salute -:
Torna da lei e dille che a Dio spetta dare e togliere e che presso di Lui ogni cosa ha un termine stabilito e ordinale la sopportazione: certo Dio la ricompenserà.
La figlia però rimandò l’incaricato, scongiurando il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – di venire. Egli si mosse, insieme con Sa’d figlio di Ubadah e Mu’ad figlio di Gabal; gli fu mostrato il bambino che rantolava quasi fosse soffocato dentro un otre. Le lacrime traboccavano dagli occhi del Profeta.
Gli disse Sa’d:
O Inviato di Dio, che cos’è questo pianto?
Rispose:
Questa è la misericordia che Iddio ha posto nel cuore dei suoi servi misericordiosi: Iddio avrà misericordia soltanto dei misericordiosi.

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Narrò Abd Allah:
Compivamo la preghiera dietro il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e dicevamo:
A Dio la pace.
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – disse:
Iddio è Lui la pace, quindi dite:
I saluti a Dio, le preghiere e le cose buone. La pace sia su di te, o Profeta, la misericordia di Dio e le Sue benedizioni. La pace sia su di noi e sui buoni servi di Dio. Attesto che non v’è dio fuorché Iddio e attesto che Muḥammad è il Suo servo e il Suo Inviato.

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Narrò Abu Hurayrah che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Nel Giorno della Resurrezione Iddio afferrerà la terra e arrotolerà il cielo nella sua destra, poi dirà:
Io sono il Re.
Dove stanno i re della terra?

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Narrò Gabir figlio di Abd Allah al-Salami:
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – insegnava ai credenti a chiedere a Dio la scelta della decisione migliore, in tutti i loro casi, così come insegnava loro le Sure del Corano, dicendo:
Quando uno di voi è preoccupato per qualche cosa, compia una preghiera di due prostrazioni oltre a quella obbligatoria, e poi dica:
Mio Dio, Ti prego di scegliere per me con la Tua scienza e di decretare con la Tua autorità. Io chiedo alla Tua grazia; Tu puoi e io non posso; Tu sai e io non so; Tu conosci gli arcani. Mio Dio, se Tu sai che questa cosa, e quì deve precisarla con esattezza, è un bene per me, dal principio alla fine, o per la mia religione, o per la mia vita materiale, destinamela e rendimela agevole e benedicimela. Mio Dio, se sai che sarebbe un male per me quanto a religione, vita materiale ed esito del caso mio, distoglimene, e destinami il bene dovunque sia, e fa ch’io ne sia soddisfatto.

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Narrò Abu Hurayrah che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Iddio ha novantanove nomi: cento meno uno. Chi li enumera va in Paradiso.

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Narrò Abu Hurayrah che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Quando Dio creò il creato scrisse nel Suo Libro, scrivendo su Sè stesso e ponendo lo scritto presso di Sè sul trono:
In verità, la Mia misericordia supera la Mia collera.

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Narrò al-Mugirah:
Sa’d figlio di Ubadah disse una volta:
Se vedessi un uomo in compagnia di mia moglie, certo gli darei, con la mia spada, non una piattonata, ma un colpo di punta.
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – lo venne a sapere e disse:
Voi vi meravigliate della gelosia di Sa’d? Perdìo, io sono più geloso di lui, e Dio è più geloso di me! In seguito alla gelosia di Dio sono vietate le scostumatezze, tanto quelle palesi quanto quelle occulte. Ma nessuno più di Dio ama scusare e per questo ha mandato annunciatori e ammonitori. Nessuno ama la lode quanto Dio: per questo Dio ha promesso il Paradiso.

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Narrò Garir: L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute si presentò a noi nella notte del plenilunio, e disse:
Nel Giorno della Resurrezione vedrete il vostro Signore come vedete questa luna, senza confusione.

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Narrò Alì figlio di Husayn che Husayn figlio di Alì – la pace sia su ambedue – gli aveva narrato, da Alì figlio di AbuTalib:
Una sera l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – bussò da lui e da Fatimah, figlia dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, e disse loro:
Non fate la preghiera?

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Raccontava Alì:
Io gli dissi: Inviato di Dio, noi stiamo nelle mani di Dio. Se Dio ci vuoi mettere in moto, lo farà. Quando gli dissi questo, l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – se ne andò senza rispondere e, mentre ci voltava le spalle, lo udii che diceva dandosi un colpo sulla coscia:
L’uomo ama, più di tutto, di cavillare(XVIII, 52).

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Narrò Abu Hurayrah:
Il Profeta di Dio Salomone – la pace sia su di lui – aveva sessanta donne, e disse:
Stanotte farò il giro delle mie donne e certo ognuna di esse concepirà e partorirà un cavaliere che combatterà sulla strada di Dio.
Fece il giro delle donne, e appena una partorì un maschio.
Il Profeta di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – osservò:
Se Salomone avesse detto Dio volendo, certamente tutte avrebbero concepito e partorito un cavaliere che combattesse sulla strada di Dio.

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