ShaykhAbdullah-Ad-Dahlawi-maqam

Possa Allah Santificare la Sua Anima

ShaykhAbdullah-Ad-Dahlawi-maqam

ShaykhAbdullah-Ad-Dahlawi-maqam

“Non è abbastanza triste pregarTi incessantemente,
Come se fossi lontano da Te, come se Tu fossi assente?
Domando la Tua carità, senza avidità, e non vedo nessuno
Povero come me, e che Ti desidera come io desidero Te.”
Abu-l-Hasan Nuri

Egli era la Vetta dei Conoscitori ed il Re delle Guide Perfette, il Rivelatore della Conoscenza della Religione ed il Rivelatore del Segreto della Certezza; il Verificatore dello Stato di Perfezione, Sheikh di tutti gli Sheikh del Subcontinente Indiano, l’Erede della Conoscenza e dei Segreti dell’Ordine Naqshbandi. Egli è noto come l’Unico Tuffatore e Nuotatore nell’Oceano di Unicità; il viaggiatore nel Deserto dello Stato Ascetico; il Qutb di tutti gli ordini e lo Zolfo Rosso (“Il Più Raro dei Rari”) di Tutta la Verità.

Si perfezionò e adornò se stesso dell’etica migliore e con i modi migliori. Si sollevò agli Alti Cieli della Conoscenza Spirituale e si adornò di stelle. Divenne il primo in scienza. Crebbe sino ad essere una luna piena e vide la sua luce scendere dal Sole del suo maestro, finché il maestro non accettò di educarlo formalmente e di prendersi cura di lui.

Lo Sheikh lo sostenne per mezzo del suo potere spirituale e lo elevò alle alte benedizioni che aveva ottenuto, fino ad ottenere lo stato della Certezza di Verità e lo stato del Più Grande Albero di Loto. Poi lo riportò in questo mondo, fino a divenire come avevamo detto in precedenza, la guida per ogni essere umano. Gli fu dato il permesso di dare iniziazione nell’Ordine Naqshbandi.

Egli sostenne la shari’a, sostenne la sunnah, e vivificò la Verità delle cinque tariqats: Qadiri, Suhrawardi, Kubrawi, Chishti e Naqshbandi. Passò i segreti e l’autorità di tutte e cinque le Tariqats al suo successore, e tramite lui a tutti gli Sheikh che si sono succeduti della Catena D’Oro. Innalzò tutti i suoi murid alle stazioni esaltate degli abdal (Santi-Substituti) e awtad (Santi-Pilastri).

Nacque nel 1158 H./1745 DC nel villaggio di Bitala nel Punjab. Fu un discendente della Famiglia del Profeta. Suo padre era un grande studioso ed un asceta allevato nella Tariqa Qadiri da Sheikh Nasir ad-Din al-Qadiri, che fu educato da al-Khidr (a.S). Prima che nascesse, suo padre sognò Sayyidina ‘Ali, il quarto khalifa, che gli diceva: “Chiamalo con il mio nome.” Sua madre vide in sogno un uomo devoto che le diceva, “Avrai un bambino. Chiamalo ‘Abdul Qadir.” Poi suo padre e sua madre fecero lo stesso sogno in cui il Profeta disse loro: “Chiamalo ‘Abdullah.” poiché l’ordine del Profeta ha la precedenza su ogni altra indicazione, venne chiamato ‘Abdullah Shah Ghulam ‘Ali.

Memorizzò il Corano in un mese grazie alla sua genialità. Venne educato alla conoscenza esteriore ed interiore, fino a divenire il più bravo dei sapienti. Da giovane si recò più volte nel deserto per diversi mesi alla volta, sostenendosi con quel che trovava. Una volta rimase 40 giorni senza dormire e senza mangiare alcun cibo. Il suo dhikr non si arrestò. Lo Sheikh di suo padre ordinò a quest’ultimo di condurre suo figlio per iniziarlo all’Ordine Qadiri. La stessa notte in cui raggiunse la casa dello Sheikh, lo Sheikh morì. Suo padre gli disse, “Saremmo stati felici di donarti l’Ordine della Qadiriyya, ma adesso sei libero di trovare qualsiasi Via ti aggradi.”

Restò in compagnia degli Sheikh della Tariqa Chishti a Delhi, tra loro c’erano Sheikh  Dia’ullah, Shaykh ‘Abdul ‘Addad, khalifa di Sheikh Muḥammad Zubair, Sheikh Mirdad, Mawlana Fakhruddin e molti altri, fino a raggiungere i ventidue anni. Giunse da solo alla khaniqah di Sheikh Jan Janan Habibullah (q). Domandò il permesso di entrare nell’Ordine Naqshbandi-Mujaddidi.

Sheikh  Habibullah gli disse: “E’ meglio per te restare con gli ordini che hanno gustato la compassione, nella nostra  Tariqat non vi è niente tranne leccare la pietra senza alcun sale.” Egli disse, “Questa è la mia ambizione più elevata.” Lo Sheikh  Habibullah lo accettò e disse, “Possa Allah benedirti. Resta qui.”

Egli disse: “Una volta ricevuta la conoscenza delle hadith e memorizzato il Corano e appresa la sua interpretazione, rimasi al cospetto del mio Sheikh. Mi dette iniziazione nella Tariqat Qadiriyya con la sua mano santa. Mi dette anche l’iniziazione nellla Tariqat Naqshbandi-Mujaddidi. Fui presente ai cerchi dello  Dhikr e al suo cospetto per 15 anni. Quindi mi diede l’autorizzazione a guidare e ad iniziare i murid.

“Esitai all’inizio, poiché temevo che Sayyidina ‘Abdul Qadir Jilani (q) non mi avrebbe concesso di insegnare per l’Ordine Naqshbandi. Lo vidi in una visione un giorno durante il mio periodo di esitazione seduto su un trono. Shah Naqshband (q) entrò. Immediatamente si also e fece sedere Shah Naqshband sul trono e restò in piedi alla sua presenza. Mi giunse in cuore che questo era un segno di rispetto per Shah Naqshband. Mi disse, ‘Va da Shah Naqshband. La meta è Allah. Qualsiasi Via tu sceglierai, potrai raggiungerLo.'”

Egli disse: “Vivevo grazie al reddito che mi procurava un pezzo di proprietà che possedevo. La detti via per amore di Allah. Dopo aver affrontato molte difficoltà poiché non avevo reddito alcuno rimasi solo con un vecchio tappeto su cui dormire nella stagione fredda ed un piccolo cuscino per appoggiare la testa. Divenni molto debole. Mi chiusi nella mia stanza e mi dissi, ‘Oh me Stesso, questa è la tua tomba. Non aprirò quella porta per te. Qualsiasi cosa Allah provvederà per te, potrai prenderla. Vivrai qui senza cibo e senza nient’altro che il tappeto e questo cuscino. Il tuo cibo sarà acqua. Oh mio spirito, il tuo cibo sarà lo Dhikrullah.’ Restai in quello stato per 40 giorni, indebolendomi sempre più, fino a quando Allah mandò qualcuno a bussare alla mia porta. Mi servì del cibo e mi fornì abiti per 50 anni.”

Egli disse: “Quando chiusi la porta della mia stanza e dissi quel che ho detto, la Cura di Allah mi ha raggiunto. Un giorno una persona giunse a me e disse: ‘Apri la porta.’ Dissi: ‘Non voglio aprirla.’ Egli mi disse: ‘Non hai bisogno di me?’ Dissi: ‘No, ho bisogno di Allah, Onnipotente ed Esaltato.’ In quel momento ebbi la visione in cui mi innalzai alla Presenza di Allah e fu come avessi trascorso mille anni al Suo Cospetto. Poi mi voltai e mi disse, ‘Apri quella porta.’ Dopo questo non provai alcuna difficoltà.”

La gente giunse da lui da ogni luogo. La sua fama raggiunse Bisanzio, l’Iraq, il Khorasan, la Transoxiana, e la Siria, sino al Nord Africa. Inviò i suoi khalifa e deputati ovunque per ordine di Sayyidina Muḥammad. Tra loro c’era Sayyidina Khalid Baghdadi (q). Raggiungeva la gente in sogno e guidava persone che abitavano in paesi lontani. Viaggiavano da grandi distanze, dicendogli: “Mi hai chiamato nei miei sogni.”

Nella sua khaniqah si dava da mangiare a 2,000 persone al giorno ed era sempre piena. Non restava mai cibo per il giorno successivo. Per modestia, non dormiva mai stendendo le gambe, poiché temeva di stendere i piedi verso il Profeta o un santo qualsiasi o alla Presenza Divina. Non si osservava mai allo specchio. Se un cane entrava a casa sua per mangiare, egli diceva: “Oh Allah, chi sono io per essere un tramite tra Te e il Tuo Amante? E chi sono per nutrirli quando sei Tu a nutrire me e loro? Oh Allah, chiedo questo per amore della tua creazione, e chiunque venga a chiedermi misericordia, inviami la Misericordia per il loro amore e portami più vicino a Te e aiutami ad essere fedele alla Sunna del Profeta e di accettare ciò che hai prescritto e lasciare perdere ciò che hai proibito.”

Egli disse, “Una volta Isma’il al-Madani venne a farmi visita, per ordine del Profeta. Dal suo paese, l’Hijaz, percorse mille miglia. Portò con sè qualche reliquia del Profeta e  le dette a me in dono. Le ho messe nella Grande Moschea di Delhi.”

Disse: “Una volta venne da me il Re di Nabdilkahand, e indossava gli abiti dei miscredenti. Quando lo vidi, mi arrabbiai con lui, “Non puoi sederti al mio cospetto in abiti simili .” Il re disse, “Se mi critichi così, non verrò più alle tue riunioni.” Lo Sheikh disse: “Meglio così.” Rimase interdetto pronto ad andarsene. Raggiunta la porta, qualcosa gli accadde, nessuno seppe cosa. Si tolse i vestiti da miscredente e ritornò di corsa indietro a baciare la mano dello Sheikh, prese l’iniziazione (bay‘ah) da lui e divenne uno dei suoi fedeli seguaci. Gli chiesero dopo cosa fosse accaduto. Egli disse: “Mentre stavo uscendo, vidi lo Sheikh oltrepassare la porta con il Profeta, quando ancora era sempre dentro! Questo è quel che mi ha fatto tornare indietro da lui”

Dormiva molto poco. Quando si svegliava per il Tahajjud, la preghiera di tarda notte, svegliava tutti per farli sedere con lui in contemplazione e a leggere il Corano. Ogni giorno era sua pratica leggere un terzo del Corano e poi fare il Fajr con il gruppo. Poi si sedeva al cerchio dello Dhikr e alla Contemplazione fino al tramonto. Pregava l’Ishraq e poi faceva un discorso. Si sedeva a recitare gli hadith e a leggere i commentari sul Corano. Pregava Duha (la Preghiera di Tarda Mattina) e poi si sedeva a mangiare con i suoi seguaci. Mangiava poco e dopo leggeva libri spirituali e religiosi e scriveva qualche lettera. Dopo Dhuhr (la Preghiera di Mezzogiorno) sedeva e recitava i tafsir e gli hadith fino al tempo della ‘Asr . Dopo ‘Asr parlava di Sufismo e dei suoi distinti luminari, come al-Qushayri, o Ibn ‘Arabi o Shah Naqshband (q). Poi si sedeva in un cerchio di Dhikr fino al Maghrib. Dopo Maghrib sedeva nel cerchio privato dei suoi seguaci. Quindi cenava e pregava ‘Isha. Dopo ‘Isha trascorreva la notte nello dhikr e nella contemplazione. Non dormiva che una o due ore, poi si risvegliava per Tahajjud.

La sua moschea era troppo piccolao per i suoi seguaci, poiché non conteneva più di 2000 persone. Pertanto recitava lo dhikr per i suoi seguaci a turno, ogni volta riempiendo la moschea.

Chiunque gli desse una donazione prima pagava la zakat di questa, seguendo la scuola dell’Imam Abu Hanifa, senza attendere il passaggio di un anno, perché dare la zakat immediatamente è meglio di dare la carità volontaria. Utilizzava il rimanente per preparare cibo e dolci per i poveri e per i bisognosi della sua zawiya e per i suoi bisogni.

Alcuni rubavano parte di quel denaro e lui non li rimproverava, ma li lasciava per Allah. Un giorno un uomo rubò un suo libro e poi tornò a rivenderlo. Egli lo lodò e gli dette del denaro. Uno dei suoi seguaci disse: “Oh mio maestro questo proviene dalla tua stessa biblioteca e c’è la tua firma sopra.” Egli disse, “Non parlar male di lui, questo riguarda lui ed Allah.”

Sedeva sempre sui ginocchi, non incrociava le gambe, nè le teneva distese, ma per rispetto al  Profeta morì in questa posizione. Nascondeva ciò che dava in elemosina. Non mostrava mai quanto desse, nè a chi. Indossava abiti vecchi. Se gli venivano donati abiti nuovi, egli li vendeva e comprava molti abiti usati in cambio. Egli disse, “Meglio possedere alcune vesti che avere abiti belli.”

La sua riunione era come l’associazione del Sufyan ath-Thawri, un compagno del Profeta: mai si alzava una voce, nè una maldicenza, nè si discuteva di questioni mondane. Non si udiva altro che spiritualità e religione.

Un giorno, lo Sheikh stava digiunando e uno dei suoi seguaci parlava duramente del re dell’India. Gli disse, “Che dispiacere per me, ho perso il mio digiuno.” Gli dissero, “Oh nostro maestro, non hai fatto niente, colui che ha parlato è responsabile.” Egli rispose, “No, colui che parla e colui che ascolta condividono lo stesso peccato.”

Amava il Profeta così tanto che tutte le volte che udiva il suo santo nome, cominciava a tremare e sveniva. Era meticoloso nel seguire il Profeta nelle sue azioni e nel mantenere la sua Sunnah.

Le parole della Sua Perfezione e la Perfezione delle Sue parole

Egli disse:

“L’Ordine Naqshbandi è fondato su quattro principi: mantenersi alla Presenza di Allah; ispirazione divina; attrazione; ed ignorare i sussurri.”

“Chiunque chieda il Gusto e il Desiderio non chiede realmente la Realtà della Divina Presenza.”

“Il Cercatore deve essere pienamente consapevole di come trascorre ogni singolo istante. Deve sapere come ha pregato; deve sapere come ha letto il Corano; deve sapere come ha letto gli Hadith; deve sapere come ha fatto lo Dhikr; deve sapere quanta oscurità ha ricevuto dal cibo di provenienza incerta.”

“Il cibo è di due tipi; uno è per soddisfare se stesso e il secondo per nutrire se stesso. Il primo tipo non è accettabile, ma l’altro è accettato perché fornisce la forza per adempiere ai vostri obblighi e per mantenere la Sunna del Profeta.”

“Chiedere ciò che è  halal (le cose lecite) è un obbligo di ogni credente, così come rifiutare l’halal è un obbligo di ogni Conoscitore: il Sapiente, il Sufi, è colui che rifiuta la dunya (Il Mondo Inferiore) e l’akhira (la vita futura), anche se sono  halal. Egli accetta niente tranne Allah, Onnipotente ed Esaltato.”

“Deve essere chiaro a tutti che il Profeta è la Somma di ogni Perfezione. L’apparenza della sua perfezione in ogni secolo diverso e tempo è stato in accordo alla preparazione e allo stato di quel secolo e quel tempo. Questo è il motivo per cui l’apparenza della sua perfezione durante la sua vita e nel tempo dei suoi Compagni era nella forma della Jihad e nella battaglia e da‘wah (la Chiamata alla Religione). La sua apparizione ai santi nei secoli successive è stata nella forma dell’Auto-Cancellamento, l’Annullamento, il Gusto, la Compassione, l’Emozione, i Segreti di Unicità e tutti gli altri stati spirituali. Questo è ciò che apparve ai cuori e sulla lingua dei santi.”

“Per noi la notte della fame è la notte dell’Ascensione. La notte della fame è la notte del desiderio di Allah.”

Bay‘ah (l’Initiazione) è di tre categorie: la prima è per l’intercessione degli Sheikh; la seconda è per pentirsi dei peccati; la terza è per aderire, connettersi e ricevere il lignaggio.”

“Tutte le perfezioni di un essere umano eccetto la Profezia apparvero in Sayyidina Aḥmad al-Faruqi (q), e la Perfezione Profetica apparve in Sayyidina Shah Naqshband (q).”

“Gli uomini sono di quattro  categorie: coloro che sono appena umani perché chiedono solo la  dunya; coloro che chiedono l’Aldilà; gli esseri umani maturi che chiedono l’Aldilà e Allah; gli esseri umani speciali che chiedono solo Allah.”

“Le anime degli esseri umani saranno prese dall’Angelo della Morte, ma l’ anima dell’Eletto non può essere avvicinata da angelo alcuno: Allah Stesso li prende con la Sua Mano Santa.”

“La Mente Divina è la mente che conosce la sua strada verso la mèta senza un mediatore, e la Mente Terrena è la mente che necessita di vedere la sua strada per mezzo di una guida e un santo.”

“Chiunque voglia servire, deve servire il proprio Sheikh.”

Dalle Sue Visioni

Disse riguardo le sue visioni:

“Una volta ebbi una visione in cui vidi al-Mir Ruhullah, uno dei discepoli di Jan Janan Habibullah (q), che mi disse, ‘Il Profeta ti sta aspettando.’ Mi mossi in quella  visione verso il luogo dove il Profeta stava aspettando. Egli mi abbracciò e con questo gesto mi fece diventare come lui. Poi mi trasformai nelle sembianze del mio Sheikh, Jan Janan  Habibullah. Poi divenni come Amir Kulal (q). Poi mi mutai in Shah Naqshband (q), e poi divenni come ‘Abdul Khāliq al-Ghujdawani (q). Poi mi trasformai in Abu Bakr as-Siddiq, l’Amico del Profeta.”

“Una volta ebbi una visione vicino al tempo dell‘Isha in cui vidi il Profeta giungere da me e dirmi: ‘Ho un consiglio per te e per i tuoi seguaci; non dormite mai prima dell’Isha.'”

“Una volta ebbi una visione in cui chiedevo al Profeta, ‘Dicesti, ‘Chiunque Mi vede, vede la Verità.” Egli disse, ‘Sì, e vedrai Allah, Onnipotente e Glorioso.'”

“Una volta ebbi una  visione in cui vidi il Profeta che veniva da me a dirmi: ‘Non smettere mai di leggere il Corano e fare lo dhikr, tu e i tuoi discepoli, e sempre invia la sua ricompensa come un dono per me; da ciò trarrai grande merito.”

“Una volta ebbi una visione e dissi al Profeta: ‘Ho molto paura del fuoco dell’inferno.’ Egli mi disse: ‘Chiunque ci ama non entrerà mai nel fuoco.'”

“Una volta ebbi una visione e vidi Allah, Onnipotente ed Esaltato, si rivolgeva a me. Mi disse: ‘Il tuo volto è il volto del Sultano dei Santi e tu sei quello.'”

“Ebbi una visione dove Shah Naqshband (q) veniva da me, mi abbracciava e si metteva i miei abiti. Eravamo uno. Gli chiesi: ‘Chi sei tu?’ Egli rispose, ‘Shah Baha’uddin Naqshband, e tu sei me e io sono te.'”

Una volta ero vicino al mare e le onde erano impetuose e vidi una barca navigare. Rischiava di affondare, ma non appena lo osservai, la nave smise di oscillare e il mare diventò calmo.

Una volta uno dei suoi seguaci, Sheikh Aḥmad Yar, stava viaggiando per affari in una carovana. La carovana si fermò per riposare. Dormiva e vide il suo Sheikh in sogno che gli diceva, “Allontanati immediatamente da qui, ci sono dei rapinatori che stanno per attaccare.” Si risvegliò e avvertì la gente, ma loro si rifiutarono di crederlo. Lo lasciarono solo ed i rapinatori vennero ed uccisero tutti.

Un giorno lo Sheikh Zul Shah pianificò di far visita a Sheikh ‘Abdullah da molto lontano. Si perse nel cammino. Un uomo venne da lui ad indicargli la direzione giusta. Domandò all’uomo chi fosse. Egli rispose, “Sono colui che stai andando a visitare.”

Sheikh Aḥmad Yar disse, “Una volta, Sheikh ‘Abdullah andò a fare le condoglianze ad una signora devota che aveva perso la figlia. Lei e suo marito erano al suo servizio. Egli disse alla donna e a suo marito: ‘Allah vi manderà un figlio al posto della figlia.’ Lei disse, ‘Ho sessant’anni e ho passato l’età per poter restare incinta, e mio marito ha 80 anni. Come è possibile che potremo avere un bambino? ‘Egli disse: ‘Non domandare come Allah può farlo! È la Sua benedizione per voi e la mia benedizione per te.’ Poi uscì e fece l’abluzione e andò in moschea a fare due rak’at. Poi alzò le mani per il du‘a (l’invocazione) e disse, ‘Oh Allah dona loro il bambino che mi hai promesso.’ Quindi si rivolse a me e disse, ‘Questo du’a è stata accettato.’ In seguito, la donna dette alla luce un bambino.”

Un giorno una donna che era parente di Mir Akbar ‘Ali e seguace dello Sheikh si ammalò. Mir Akbar ‘Ali venne dallo Sheikh e gli chiese di pregare Allah di portar via quella malattia, ma lo Sheikh si rifiutò di fare questa invocazione.. Mir Akbar ‘Ali insistette. Lo Sheikh disse: “E’ impossibile perché quella donna morirà tra quindici giorni.” Mir ‘Ali tornò indietro e due settimane più tardi la donna morì.

Una volta nella regione attorno a Delhi c’era siccità e non c’era grano in grado di crescere. La gente era disperata. In un giorno particolarmente caldo Sheikh ‘Abdullah uscì nel cortile della moschea e, con il sole battente, disse: ‘Oh Allah non mi muoverò da qui finché non ci bagnerai con la pioggia.’ Non ebbe terminato la sua invocazione che il cielo si riempì di nuvole e cominciò a piovere. La pioggia durò 40 giorni.

Disse, “Mi piacerebbe morire come il mio Sheikh, Mirza Jan Janan Habibullah, come un martire. Ma ricordo che dopo la sua morte, la gente soffrì una siccità di tre anni e ci sono state troppe uccisioni e problemi perché Allah era arrabbiato con coloro che lo avevano ucciso. Perciò, Oh Allah non ti chiedo di morire così, ma ti chiedo di portarmi da Te.”

Morì il 12mo di Safar nell’anno 1241 H./1825 DC. Morì con il libro di Narrazioni del Profeta,  Jāmi`  at-Tirmidhi, nelle sue mani. Venne sepolto vicino al suo Sheikh nella Jan Janan Habibullah’s khaniqah a Delhi.

Lasciò molti libri, incluso Maqamat an-Naqshbandiyya, Risalat al-Ishtighal bi Ismi-l-Jalal, Manahij at-Tahqiq, and Minatu-r-Raḥmān.

Passò il segreto a Mawlana Shaykh Khalid al-Baghdadi al-‘Uthmani as-Sulaymani (q).