Sayyid-Amir-Kulal

Possa Allah Santificare la Sua Anima

Sayyid-Amir-Kulal
“Abbiamo una via dal mondo visibile al Celato,
poiché siamo i compagni del Messaggero della Religione.
Abbiamo una strada dalla casa al giardino,
siamo i vicini di cipresso e gelsomino.
Ogni giorno veniamo al giardino e vediamo un centinaio di boccioli.
Affinché si spargono tra gli amanti,
abbiamo riempito i nostri mantelli per riversarli.
Osservate le nostre parole! Sono le fragranze di quelle rose
siamo i cespugli di rose del roseto della certezza.”

Rumi Divan

Sayyid Amir Kulal è noto come la Rosa delle Caratteristiche e degli Attributi del Profeta, Il Loto del Limite del Desiderio per le Stazioni Finali, il Possessore del Trono della Guida, Colui che attrae le Benedizioni Celesti, e il Maestro con il suo santo respiro dei Segreti del Divino. Egli è un mujjaddid o Rinnovatore della shari’a (Legge), un Maestro della tariqa (Via), un costruttore di haqiqa (Realtà), e una guida per khaliqa (Creazione). Si distinse con padronanza trai santi del suo tempo, che gli attribuirono il seguente detto: “I Santi della Padronanza sono i Dominatori di tutti i Santi.”
Nacque nel paese di Sukhar, a due miglia da Bukhara. La sua famiglia erano sayyid, discendenti del Santo Profeta image. Sua madre disse, “Quando ero incinta, mai la mia mano sfiorò un cibo incerto, non avrei potuto portarlo alla bocca. Ciò accadde più volte. Seppi di avere qualcuno di speciale nel mio ventre. Feci attenzione a scegliere il mio cibo tra il migliore e tra quello lecito. (halal).”

Nella sua infanzia fu un lottatore. Esercitava tutte le arti, fino a divenire un famoso lottatore. Tutti i lottatori si riunivano attorno a lui per imparare da lui. Un giorno, un uomo, osservandolo combattere ebbe il seguente pensiero nel cuore: “Com’è che questa persona che appartiene ai Discendenti del Profeta image e che è sapiente nella shari’a e nella tariqat, pratica questo sport?” Immediatamente cadde in un sonno profondo e sognò che era il Giorno del Giudizio. Si sentì in grande difficoltà e gli parve di affondare. Quindi Sheikh Sayyid Amir al-Kulal gli apparve e lo salvò dall’acqua. Si risvegliò e vide Sayyid Amir al-Kulal (q) che lo osservava e disse, “Testimoniasti il mio potere nel combattimento e quello nell’intercessione?”

Uno volta, il suo futuro Sheikh, Muḥammad Baba as-Samasi (q), stava passando presso l’arena dei combattimenti, in compagnia dei suoi seguaci. Si fermò e restò lì immobile. Un sussurro maligno giunse al cuore di uno dei suoi seguaci dicendo: “Com’è che lo Sheikh si è fermato proprio qua in questa arena da combattimento?” Lo sheikh guardò il suo seguace e disse immediatamente: “Sto qui per amore di una persona. Sarà un grande Conoscitore. Tutti giungeranno a lui per chiedere una guida e attraverso di lui, la gente raggiungerà i più alti stati dell’Amore Divino e della Presenza Divina. La mia intenzione è quella di portare questa persona sotto la mia ala.” In quel momento Amir Kulal (q) lo guardò, fu attratto e abbandonò lo sport della lotta. Seguì Sheikh Muḥammad Baba As-Samasi a casa sua. Sheikh Samasi gli insegnò lo dhikr e i principi di questa tariqa più distinta e gli disse, “Adesso sei mio figlio.”

Sheikh Kulal seguì Sheikh Samasi per 20 anni, trascorrendo tutto il suo tempo nello dhikr, nei ritiri, nell’adorazione, e nella rifiuto di sè. Nessuno lo vide durante questi 20 anni se non in compagnia del suo sheikh. Sarebbe andato a trovare il suo sheikh a Samas ogni lunedì e giovedì, malgrado fosse distante cinque miglia di viaggio difficoltoso, fino a raggiungere uno stato del non-velato (mukhashafa). A quel tempo la sua fama si diffuse ovunque, fino all’abbandono di questo mondo.

Ebbe quattro figli, as-Sayyid al-Amir Burhanuddin, as-Sayyid al-Amir Hamza, as-Sayyid al-Amir Shah, e as-Sayyid al-Amir ‘Umar. Ebbe anche lui quattro khulafa (rappresentanti), ma passò il suo segreto ad uno solo di loro, il Maestro dei Maestri, il Più Grande  Arci-Intercessore (al-Ghawth al-A’zam), il Sultano dei  Santi, Shaikh Muḥammad Baha’uddin Shah Naqshband (q).
Shaikh Sayyid Amir Kulal morì nello stesso paese in cui era nato, Sukhar, l’8 di Jumada a-Awwal, nel 772.