Perché gli uccelli d’argilla volarono via

tre-uccelli

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Un giorno, quando era ancora bambino, Gesù, figlio di Maria, era intento a modellare degli uccelli con l’argilla. Gli altri bambini della sua età, che non sapevano fare altrettanto, si precipitarono dagli adulti a lamentarsi. “Questo lavoro non può essere permesso il sabato”, dissero gli adulti, perché quel giorno era sabato.
Allora si recarono vicino allo stagno dove il figlio di Maria era seduto, e gli chiesero dove fossero i suoi uccelli. Per tutta risposta, Gesù indico con il dito gli uccelli che aveva modellato, e questi spiccarono il volo.
“È impossibile costruire uccelli che volano”, disse uno degli adulti, “e quindi non c’è stata alcuna inosservanza del sabato”.
“Mi piacerebbe imparare quest’arte”, disse un altro.
“Questa non è arte, è solo un’illusione”, decise un terzo.
Quindi, il sabato non era stato violato e l’arte non poteva essere insegnata. Quanto all’illusione, sia gli adulti che i bambini si erano illusi, perché non sapevano a quale scopo gli uccelli erano stati modellati.
Il motivo per cui era vietato lavorare il sabato era stato dimenticato. Quegli adulti avevano una conoscenza imperfetta di ciò che è illusione e di ciò che non lo è. Essi ignoravano dove inizia l’arte e dove finisce l’azione. E fu così anche per l’allungamento dell’asse. Si racconta, infatti, che Gesù, figlio di Maria, si trovava un giorno nella bottega di Giuseppe il falegname. Dal momento che un’asse di legno si era rivelata troppo corta, Gesù la tirò, e ci si accorse che in qualche modo si era allungata.
Quando questo fatto venne raccontato, alcuni dissero: “È un miracolo; questo bambino diventerà un santo”.
Altri, al contrario, dissero: “Non ci crediamo; fallo di nuovo davanti a noi!”.
“Non può essere vero; bisogna escluderlo dai libri”, dichiarò un terzo gruppo.
Eppure, sebbene i tre gruppi fossero animati da sentimenti diversi, ricevettero la stessa risposta perché nessuno di loro conosceva lo scopo e il significato reale dell’affermazione: “Egli allungò un’asse”.

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Gli autori sufi si riferiscono spesso a Gesù come a un maestro della Via. Inoltre, in Medio Oriente esiste, nei suoi confronti, un vasto corpo di tradizioni orali che aspetta di essere raccolto. Questo racconto si ritrova, sotto forme leggermente diverse, in più di una raccolta derviscio. Per i Sufi, “figlio del falegname”, come pure altri nomi di mestieri attribuiti ai personaggi dei Vangeli, sono termini iniziatici e non indicano necessariamente il mestiere di colui al quale vengono dati.