L’uomo generoso

Rumi derviscio rotante

Rumi derviscio rotante

L’uomo generoso

C’era una volta a Buchara un uomo ricco e generoso. Poiché occupava un rango molto alto nella gerarchia invisibile, era conosciuto con il nome di ‘presidente del mondo’. Tuttavia, egli poneva una condizione alla sua liberalità. Ogni giorno dava dell’oro a una categoria di persone – i malati, le vedove, ecc. – ma nulla doveva essere dato a chiunque aprisse la bocca per parlare.

Non tutti erano in grado di mantenere il silenzio.

Un giorno arrivò il turno dei giuristi di ricevere la loro parte. Uno di loro non poté trattenersi e fece appello alla generosità del donatore con una lunga arringa. Non ricevette nulla.

Ciò non bastò a scoraggiarlo e il giorno seguente, che era destinato all’assistenza degli invalidi, si unì a loro fingendo di essersi fratturato gli arti.

Il presidente, tuttavia, lo riconobbe e non gli diede nulla. Il giorno seguente, il giurista si coprì il volto, cambiò aspetto un’altra volta e si intrufolò in un’altra categoria. Di nuovo, fu riconosciuto e scacciato. Egli provò ancora e ancora, travestendosi persino da donna, ma invano.

Alla fine, il giurista andò a trovare un becchino al quale chiese di avvolgerlo in un sudario: “Quando il presidente passerà, crederà probabilmente che si tratti di un cadavere. Potrebbe dare del denaro per il mio funerale e io lo dividerò con tè”.

E così fece. E quando il presidente lasciò cadere sul sudario una moneta d’oro, l’uomo l’afferrò al volo per paura che il becchino se ne appropriasse; poi disse al benefattore: “Mi hai negato la tua generosità, ma guarda come sono riuscito a ottenerla!”.

“Non potrai avere nulla da me”, rispose l’uomo generoso, “finché non sarai morto. È questo il senso della frase enigmatica: ‘L’uomo deve morire, prima di morire’. Il dono viene dopo la ‘morte’, non prima. E anche questa ‘morte’ è impossibile senza aiuto”.

* * *

Questo racconto, tratto dal Quarto Libro del Mathnawi di Rumi, parla da sè.

I dervisci lo usano per sottolineare che, anche se l’uomo può ‘appropriarsi’ di certi doni con l’astuzia, la capacità (‘l’oro’) che un maestro come l’uomo generoso di Buchara’ si lascia estorcere di buon grado possiede un potere al di là del suo potere apparente. Si tratta della qualità inafferrabile della Baraka.