Una crescita costante è segno di vitalità

una crescita costante e segno di vitalita

una crescita costante e segno di vitalita

Quanti anni sono che vengo a Londra regolarmente da voi?  Saranno tredici o quattordici anni. Ditemi, vi ho mai richiamato su qualcosa di diverso dalla verità? Se avessi chiamato la gente a qualche sensazione per l’ego, in molti sarebbero arrivati – probabilmente più di quelli che sono qui ora – ma non sarebbero perseveranti, nè coerenti: ci sarebbe un grande ricambio. Ma no, le stesse persone che si unirono a noi dodici o quattordici anni fa sono sempre con noi e per lo più vengano ogni volta. E anche loro stanno con noi. L’abilità di uno Sheikh di aiutare i suoi seguaci a ottenere stabilità in modo permanente è un segno che contraddistingue un seguace veritiero del Santo Profeta.

C’è un episodio nella vita del Profeta (s.A.’a.s.) che illustra questo punto. È importante che studiamo la storia, poiché forma le nostre menti e apre la porta all’interiorità e alla saggezza. Pertanto, consiglio ai nostri amici di studiare storia, ancor più delle scienze religiose, per leggere la storia delle Nazioni, la storia della vita dei Profeti e la storia del primo Islam, per sapere quel che avvenne nel mondo al tempo dell’avvento dell’Islam.

Ora, vi riporto un episodio risalente alle prime fasi della storia Islamica che ci sarà utile sapere.

Il Profeta Muḥammad, (s.A.’a.s.) mandò una lettera a Eraclio, l’imperatore bizantino, invitandolo all’Islam. Una volta, quando visitò Damasco (che era parte del suo regno), l’imperatore aveva istruito i suoi uomini di condurgli un qualsiasi abitante della Mecca che potesse giungere a Damasco in carovana durante la sua permanenza, per interrogarlo su Muḥammad, dato che era interessato a saper di più su di lui e a quel che la gente diceva di lui. A tempo debito, giunse la carovana dalla Mecca e i suoi capi furono portati alla presenza di Sua Altezza Reale, l’Imperatore Eraclio sedeva maestosamente sul suo trono con un’espressione severa sul volto. A un lato erano allineati i suoi generali e dall’altro i vescovi e i patriarchi. Si rivolse ai meccani attraverso un interprete, dicendo: “Ho ricevuto una lettera da un uomo di Mecca che dichiara di essere un Profeta. Chi di voi è più vicino a lui come legame di sangue?” Abu Sufyan non era ancora musulmano e in più, era il capo di coloro che combattevano il Profeta e lo forzarono a emigrare dalla sua città natale verso Medina. In altri termini, era il capo di chi faceva la guerra al Santo Profeta.

Dunque l’imperatore disse: “Ti porrò alcune domande su quella persona e mi aspetto che mi risponderai correttamente e onestamente, dato che vorrei avere un quadro chiaro di questo uomo e di quel che si dice di lui.” L’imperatore si rivolse all’altro capo della carovana: “E in quanto a te, ordino di sottolinearmi ogni risposta scorretta del tuo compagno e di correggerla, dato che Dio è perfetto e corretto e si compiace di coloro che mettono le cose al posto giusto.”

Più tardi nella sua vita, quando Abu Sufyan era diventato musulmano, dichiarò: “Tremavo innanzi all’imperatore, ma avrei voluto dirgli così tante bugie per mettere Muḥammad in cattiva luce. Ma aveva esortato il mio compagno a correggermi e a sottolineare ogni mia bugia e passare da bugiardo davanti all’imperatore sarebbe stato troppo vergognoso per me. Pertanto fui molto attento a rispondere correttamente alle sue domande.”

Eraclio fece ad Abu Sufyan tantissime domande: sono registrate nei libri di storia, per esempio: “I suoi seguaci crescano costantemente? Quando la gente viene da lui, vi resta o se ne va via disincantata (pur essendo sostituita da altri)?” Abu Sufyan rispose: “Chiunque vada a lui, vi resta e si lega a lui sempre più fermamente giorno dopo giorno. Il loro numero aumenta costantemente dato che i vecchi rimangono e nuovi si uniscono.”

L’imperatore esclamò: “Deve trattarsi di un vero Profeta poiché questo è un segno di veridicità. Quando i cercatori di verità lo trovano, non lo abbandonano mai. Realmente  è stato inviato con la verità e il suo ordine crescerà fino alla perfezione. Senza dubbio la sua Nazione verrà e conquisterà la terra su cui regno. Desidererei esser degno di servire ai suoi piedi.”

Poi Abu Sufyan disse: “Queste parole dell’imperatore ebbero effetto sul mio cuore e da quel momento i miei sentimenti interiori verso il Profeta iniziarono a mutare.” Dobbiamo prendere in considerazione questo punto: se il Santo Profeta, s.A.’a.s., non avesse portato un messaggio veritiero, il suo ordine sarebbe potuto crescere fino all’estensione dal lontano Oriente, all’Occidente? Può un seme marcio crescere? Nel tempo del Profeta altre persone cominciarono a dichiararsi profeti ma è rimasto forse qualche seguace? Mentre l’albero dell’Islam si dirama in tutto il mondo? Questo è un segno della sua vitalità.