Cercate il vostro sostentamento

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Sultan Abdul Hamid II

Il Santo Profeta avvisò la propria Nazione di lavorare per vivere, dato che il nostro permanere in questo mondo sarà solo temporaneo. Ci consigliò di cercare il nostro sostentamento e non aspettare che questo ci venga a trovare. È meglio per noi lavorare per la nostra vita, impegnarsi in qualunque tipo di lavoro che non trasgredisca la Legge, visto che il cibo più gustoso è quello guadagnato con le proprie mani. Per l’uomo cercare il sostentamento all’interno dei confini della Legge Divina piace molto al nostro Signore, inoltre conduce alla salute mentale e fisica. Perciò chiunque sia capace, deve lavorare. Non discutete affermando che, dal momento in cui ogni creatura abbia assegnato il proprio sostentamento, non c’è necessità d’inseguire o evitare alcunché perché queste sono scuse dei pigri e Allah non favorisce la pigrizia. Finché resterai in questo mondo, ci sarà un qualche lavoro da compiere con le proprie mani.

Il re Salomone che fu sia re che profeta nonché un Monarca Ordinato dal Divino ebbe dal suo Signore così tanta ricchezza al di là di ogni immaginazione persino quella dell’uomo più ricco dei nostri tempi perché Allah Onnipotente gli donò la conoscenza dell’esatta collocazione di tutti i tesori sulla terra e lo arricchì del potere su eserciti di Jinn che non solo custodivano quei tesori ma gli avrebbero estratti al comando di Salomone. Aveva anche il potere di parlare con gli animali e anch’essi erano suoi servitori.

Anche un imperatore talmente magnifico come Salomone non mangiò mai cibo che non fosse il ricavato della vendita di cesti che egli stesso costruiva. Possiamo trovare un tale scrupolo altrove? Il re Salomone fu esempio per tutti i suoi sudditi e per la gente di ogni tempo, a non utilizzare la ricchezza della Nazione per i suoi bisogni. Invece al giorno d’oggi, al contrario, il governo dovrebbe sopperire ai bisogni di tutti, così che molta gente, fatta eccezione per i veri invalidi o i bisognosi, prendono senza vergogna le sovvenzioni del governo e chiedono che vengano aumentate. Non siate nullafacenti! Forse potete truffare il governo, ma non potete ingannare Allah; Egli, l’Onnipotente punisce queste persone in questa vita facendo in modo che quei soldi siano causa di scontento per loro. Nessuna “barakah” (benedizione) giunge dai soldi non guadagnati. Il risultato di una vita simile sarà un malessere fisico e mentale. Perciò se valutate la vostra salute e il benessere, mangiate dal lavoro delle vostre mani!

Il sultano Abdul Hamid, ultimo Khalifa dell’Impero Ottomano, era una grande personalità del suo tempo. In virtù del proprio carisma e vigore, fu in grado non solo di tener insieme lo sgretolato impero, ma anche di effettuare un certo rinascimento di spirito attraverso il vasto regno. Fu l’ultimo governante a essere menzionato nei sermoni in tutto il mondo musulmano e fu l’ultimo depositario delle sacre reliquie del Profeta che si trovano a Istanbul.

In mezzo a tutti gli affari del suo impero che necessitavano la sua attenzione, trovò il tempo per fare dell’artigianato e mangiare di quel che guadagnava con il suo lavoro. Non solo questo, ma non saliva mai al trono innanzi alla sua corte prima di aver recitato gli esercizi Naqshbandi e letto una parte di Corano e anche del libro di preghiere “Dalail-ul-Khairat”, inoltre praticava le due parti delle preghiere della mattina presto. È quel che basta per testimoniare la sua forza è menzionare che sedette sul trono per trentatré anni in un tempo in cui la maggior parte dei re non riusciva a mantenere il potere per nemmeno dieci anni a causa dei molti intrighi e del crescente caos dei tempi. La grandezza della sua maestà fu tale che il Kaiser Guglielmo II disse una volta: “Ho incontrato molti monarchi e governanti nella mia vita che al meglio erano miei pari, ma una volta giunto alla presenza di Abdul Hamid cominciai a tremare.”

Il santo Profeta disse: “Dovete lavorare per la vostra onesta provvigione come se doveste vivere per sempre e per l’aldilà come se doveste morire domani”. Ora  perché il Profeta, la cui missione era quella di chiamare alla vita eterna suggerisce di lavorare come se dovessimo vivere per sempre in questo mondo? Perché quando la speranza per la vita del mondo viene abbandonata, l’uomo muore. La speranza per il futuro di questo mondo e per la nostra posizione in questo è necessaria per i nostri doveri in questa vita. Inoltre il santo Profeta dichiarò che le buone azioni di un uomo, permangono dopo di lui in questo mondo, attraverso il beneficio che le generazioni future possono trarre.

E riguardo all’aldilà il santo Profeta ci riportava alla mente che attraverseremo quella barriera e potrebbe essere domani o persino oggi: potremo trovarci impreparati? Per mettere le cose in prospettiva, il santo Profeta disse anche: “Oh gente dovete considerare quanto a lungo resterete in questo mondo e lavorare per esso, secondo la durata della vostra permanenza; dovete anche valutare quanto starete nell’aldilà e impegnarvi di conseguenza.” Questo detto può sembrare che contraddica il precedente, perché comparando il tempo che trascorrerete in questo mondo a quello dell’aldilà, il primo non sarebbe niente. Ciascun detto del nostro Profeta è perfetto; pertanto, a coloro che abbandonerebbero gli impegni di questo mondo, li incita a opporsi a questa tendenza col pensare a questo mondo come eterno, affinché diano un valore ai propri doveri. E a coloro che perseguirebbero esclusivamente questo mondo, la seconda misura: il tempo speso qui a confronto del tempo là, così che possano cercare quel che di fatto è eterno.

Sayyidina Ali riportò dalla saggezza che ottenne dal Profeta che l’esagerazione, da un lato e l’abbandono totale, dall’altro lato di un qualunque aspetto della vita è segno d’ignoranza. Perciò per bilanciare gli svariati aspetti di sforzo, siamo chiamati a cercare l’equilibrio. E i nostri predecessori Naqshbandi raccomandano la seguente suddivisione del giorno: otto ore di preghiere e devozioni e otto ore per cercare il proprio sostentamento (e il tempo dedicato alla famiglia deve essere considerato come devozione, perché Allah ci ha ordinato di aver cura di loro). Seguendo una tale linea guida, anche le persone con pesanti responsabilità possono trovare il tempo per lavorare e pregare, come Re Salomone e il Sultano Abdul Hamid.

Domanda: “Come devo comportarmi nella mia situazione lavorativa, dove sono circondato da persone che sono realmente diavoli e cercano sempre di trascinarmi in basso, al loro livello. Dovrei essere molto secco con loro e rifiutare la loro familiarità andando per la mia strada?”

Lo Sheikh rispose:
Non c’è saggezza nell’evidenziare i difetti delle persone direttamente e nemmeno nel comportarsi in modo che la tua disapprovazione diventi ovvia. Tutto ciò che puoi fare è fare affermazioni generalizzate al momento giusto senza arrivare ad attaccare direttamente le loro azioni o le idee perché non c’è niente che l’ego odia più dell’essere incolpato o accusato.

Tutte le anime hanno le ali, ma le ali dei peccatori sono spezzate e non possono volare finché le loro ali non guariscano e per questo c’è bisogno di tempo. Nel frattempo non cercano nidi in luoghi elevati – sui tetti, sulle montagne o sugli alberi – ma strisciano nelle fondamenta. Dato che sono imprigionati dal loro ego restano in questi oscuri sobborghi, senza mai vedere la luce del giorno, conoscendo solo la luce artificiale.

Talvolta possono emergere da queste oscure fondamenta, ma se li fai arrabbiare con te, diventano ancora più inflessibili. Allah Onnipotente ammonì il santo Profeta sulle conseguenze di un tale comportamento dicendo:

“E se tu fossi scortese, severo e duro di cuore si allontaneranno da te”.

Questo verso indica che soltanto attraverso la tolleranza esemplare e la gentilezza si può fare impressione sulla gente maleducata e scortese.

Non è il modo di Allah Onnipotente quello di punire la gente, nemmeno i tiranni, prima di non aver inviato loro un Messaggero Divino a offrire una via migliore della tirannia che esercitano. La porta del pentimento e del buon comportamento è aperta a tutti, ed era compito dei Profeti e dei suoi eredi quello di chiamare tutti verso quella porta; il maggior numero di persone, perciò i tiranni, dato che le loro cattive azioni influenzavano milioni di persone di tutto il mondo!

La parola stessa “Faraone” è divenuta sinonimo di “Tiranno”. Il nostro Signore c’insegna la maniera appropriata di allontanare un tiranno dalla propria tirannia, quando ordinò a Mosè e Aronne, la pace sia su entrambi:

“Andate dal Faraone e parlategli con gentilezza e calma, che possa forse essere guidato”.

Soltanto più tardi quando l’intransigenza del Faraone divenne manifesta, a Mosè fu ordinato di trattarlo con ira divina e di far scendere le punizioni divine sulla gente del Faraone.

Secondo questa Saggezza Divina, è sbagliato per un credente porsi nei confronti di qualcuno con derisione e modi cattivi. Non ci è stato ordinato di essere attaccabrighe dallo sguardo torvo, gente che maledice e ingiuria.

Ogniqualvolta il nostro Grandsheikh doveva ricevere funzionari del governo, polizia segreta o persone giunte presso di lui per cercare di trovare qualche difetto, con lo scopo di opporsi, egli poteva facilmente leggere le loro intenzioni. Trattava sempre queste persone con una gentilezza particolare, mostrando loro straordinario rispetto e deferenza. Il risultato era che essi provavano vergogna per le loro precedenti intenzioni e se ne andavano con un buon sentimento nei confronti di Grandsheikh, scegliendo di trattarlo con rispetto da lì in avanti. La moglie di Grandsheikh era solita avvisarci: “Se vedete Grandsheikh fare una grande cerimonia a un visitatore, state attenti a quella persona!”