Il pellegrinaggio alla Mecca è il quinto pilastro dell’Islam ed è un atto obbligatorio che però può essere compiuto solo a determinate condizioni. Ogni musulmano ha l’obbligo di recarsi alla Mecca almeno una volta nella vita se i suoi mezzi lo consentono.

Il pellegrinaggio si svolge tra l’ottavo e il tredicesimo giorno del mese di Dhu l-hijjah. Esso costituisce un evento importante nella vita del credente, rappresentando un mezzo di purificazione. Nel viaggio verso e attorno la casa di Dio l’uomo chiede perdono per i suoi peccati e viene purificato attraverso il suo pentimento e la celebrazione dei riti.

Il musulmano, dopo il pellegrinaggio, porta il titolo meritorio di Hajji, e dovrebbe tendere verso una vita devota. Il pellegrinaggio alla Mecca è anche un valido sistema d’integrazione sociale.

Il luogo del pellegrinaggio è la grande moschea della Mecca che comprende la Ka’bah e la fonte di Zamzam

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La Ka’bah è un edificio cubico situato più o meno al centro del grande cortile della moschea; nel suo lato orientale è collocata la pietra nera che è un blocco di minerale di colore nero e di origine sconosciuta (la tradizione vuole che l’abbia portata sulla terra l’arcangelo Gabriele dal paradiso terrestre) già sacro ad Abramo e agli arabi pre-islamici, a cinque piedi dal suolo, in un castone d’argento. Essa è oggetto di venerazione ma non di adorazione.

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Scriveva il viaggiatore arabo-andaluso Ibn Jubayr nel 1184: “Mirare questo santuario e la Venerata Casa è cosa terribile che riempie gli animi d’estasi e rapisce i cuori e gli intelletti. La pietra nera è dal suolo sei palmi e per baciarla chi è alto si china verso essa e chi è basso si allunga. Essa è fasciata da una lamina d’argento, il cui bianco lucente brilla sul lustro nero della pietra.
Quanti fanno i giri della Ka’ba, vi si gettano sopra come fanno i figlioli sulla madre affettuosa. . . “

Lo storico Ibn Battutah, originario della Spagna, così descrive il pellegrinaggio a La Mecca all’inizio del XIV secolo: “La grande carovana si ferma presso la sorgente di Tabouc e tutto il mondo si abbevera alle sue acque. Sostano per quattro giorni, per riposarsi, per far bere i cammelli e per preparare le riserve d’acqua prima del viaggio nel deserto pericoloso. ” All’arrivo a La Mecca, Ibn Battutah osserva : “E’ una grande città, fittamente edificata. . . La Mecca è situata in una valle sterile, ma la benevolenza di Abramo l’ha colmata di frutti di ogni specie: ho mangiato uva, fichi, pesche e datteri come meglio non se ne trovano nel mondo intero. “


Vedi anche:

Le Benedizioni del Pellegrinaggio dall’Ihia ‘Ulum ud-Din di Imam Abu-l-Hamid al-Gazali

Il pellegrinaggio di Laila e Majnun

Guida completa per l’Hajj

Il Sermone di Addio

Il Pellegrinaggio (Hajj) Dal libro “Islam in focus” di Abu l-‘Ala al-Maududi