XXIV

La decima

L’obbligo della decima e la parola di Dio – Egli è l’Altissimo -:
Osservate la preghiera, date la decima(II, 40). Disse il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di lui -: Abu Sufyan – sia soddisfatto Iddio di lui – mi ha riferito una tradizione che risale al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -. Egli disse:
Ci viene comandata la preghiera, la decima, la solidarietà con la parentela e la continenza.

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Riferì il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue – che quando il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – inviò nello Yemen Mu’ad – sia soddisfatto Iddio di lui – lo istrui con queste parole:
Chiamali ad attestare che non v’è dio fuorchè Iddio e che io sono l’Inviato di Dio.
Se obbediscono, insegna loro che Iddio ha posto come precetto cinque preghiere ogni giorno ed ogni notte e, se obbediscono ancora, insegna loro che Dio ha posto come precetto di dare in elemosina parte dei loro averi, prendendo dai ricchi per dare ai poveri.

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Abu Ayyub – sia soddisfatto Iddio di lui – riferì che un uomo aveva detto al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Indicami qualcosa che mi faccia entrare sicuramente nel giardino supremo.
Ma che vuole costui? – cominciarono a dire intorno. – Ma che vuole?
È un desiderio come un altro – rispose il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute –
Servi Iddio, non associargli alcunché, alzati a compiere le preghiere, dà la decima e infine resta solidale con la parentela.

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Abù Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – riferì che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Chi fa elemosina di un sacco di datteri che provengono da un onesto guadagno, giacchè Iddio non accetta se non ciò che è onesto, ecco che Iddio la raccoglierà con la Sua destra, e la coltiverà come ciascuno di voi coltiva il suo puledro, finché non sarà diventata grande come una montagna.

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Raccontò Abd Mas’ud:
Quando fu fatto scendere il versetto dell’elemosina, eravamo così poveri che facevamo i facchini a pagamento. Venne un uomo e diede in elemosina qualcosa di grosso,
e la gente: è per farsi notare….
Venne un altro, e diede in elemosina un sad’. Mormorarono: Figuriamoci che se ne fa Iddio di questo sad’… .
Allora scese la rivelazione: Quanto a coloro che diffamano quelli, tra i credenti, che dànno spontaneamente l’elemosine, e quelli che non trovano da offrire in elemosina se non il frutto delle proprie fatiche, e perciò si fanno beffe di essi, Dio si befferà di essi, e ad essi toccherà un castigo doloroso.(IX, 8o)

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Adi figlio di Hatim – sia soddisfatto Iddio di lui – riferì:
Ho sentito io stesso l’Inviato di Dio – Iddio lo benèdica e gli dia eterna salute – dire:
Temete il fuoco dell’inferno e pensate che potete evitarlo anche con mezzo dattero.

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Urwah aveva udito ‘Aisha raccontare:
Un giorno venne da me una donna con due bambine al fianco a chiedere l’elemosina. Io non avevo veramente niente da darle, salvo un dattero… Glielo diedi: ella lo divise in due fra le sue figlie, senza prenderne neppure un pezzettino per sè.
Poi si alzò e se ne andò. Proprio in quel momento entrò il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -. Io gli raccontai tutto ed egli:
Chi si sottoporrà a qualche privazione per queste bambine, rispose, esse gli faranno da riparo contro il fuoco dell’inferno.

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Riferì Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva raccontato:
C’era una volta un uomo che disse fra sè: « Voglio fare un’elemosina ». Partì e fini col lasciare la sua elemosina: nelle mani di un ladro. La mattina dopo, tutti si misero a chiacchierare del fatto che quegli aveva distribuito l’elemosina ad un ladro. Ma l’uomo disse ancora: « O Dio, sii Lodato Voglio proprio fare un’elemosina ».
Partì e finì col lasciar l’elemosina in mano ad una donna di malaffare. La mattina dopo; tutti si misero a mormorare dell’elemosina ch’egli aveva fatto la sera prima a quella donna.
Ma egli disse ancora: « O Dio, sii Lodato anche per ciò che ho fatto ad una prostituta. Voglio fare ancora un’elemosina ».
Uscì ancora di casa e finì col metter dei soldi nelle mani di un ricco.
Figurarsi il giorno dopo: il chiaccherio aumentò e tutti parlarono del fatto ch’era stata data l’elemosina ad un ricco. Ma egli disse:
O Dio, sii lodato! Per il ladro, per la prostituta, per il ricco.. Poco dopo, in sogno, sentì una voce che diceva: –
Quanto all’elemosina fatta al ladro, potrebbe essere per lui una ragione per smetter di rubare; quanto a quello che hai dato alla prostituta, può essere per lei una ragione per smetter di prostituirsi, e, infine, quello che hai dato al ricco, può essere per lui motivo d’esempio, così che anch’egli dispensi parte di ciò che Iddio gli ha dato.

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Non ci dev’essere elemosina se non c’è un sovrappiù di ricchezza. Non si deve fare l’elemosma quando Si è bisognosi o la propria famiglia giace nel bisogno o se si hanno dei debiti. è molto meglio pagare i debiti piuttosto che fare elemosine, affrancare uno schiavo o far doni: il pagamento dei debiti servirà come contraccambio. Non è certamente lecito dissipare ricchezze altrui.
Ha detto infatti il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -: « Chi ha preso ricchezze altrui con l’intenzione di dissiparle, Iddio lo dissiperà. Tuttto ciò è tassativo, tranne nel caso in cui si sia conosciuti come persone pazienti. Ci si potrà allora caricare di questo peso, anche se si è nell’indigenza. Questo è esattamente ciò che fece Abu Bakr – sia soddisfatto Iddio di lui – che distribuì in elemosina le sue ricchezze.
Questo è ciò che fecero gli Ansar quando accolsero con loro gli Emigrati.
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – ha proibito di distruggere le ricchezze, perciò nessuno può distribuire le ricchezze degli altri con il pretesto dell’elemosina.
Ka’b – sia soddisfatto Iddio di lui – disse: Inviato di Dio! Per penitenza voglio liberarmi delle mie ricchezze e darle in elemosina per Dio e per il suo Inviato – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -. Gli rispose:
Tieni per te una parte delle tue ricchezze, è meglio così… ». Ka’b riprese: Allora terrò per me la mia parte che ho a Haybar.

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Riferì Abu Hurayrah -sia soddisfatto Iddio di Lui- che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
La migliore elemosina è quella che è fatta con un sovrappiù di ricchezza. Comincia con chi devi mantenere!

Hakim figlio di Hìzan – sia soddisfatto Iddio di lui – disse un giorno all’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Che mi dici delle pratiche devote e pie che osservavo al tempo dell’Ignoranza, quali far l’elemosina, affrancare gli schiavi, tener fede ai legami di parentela? Ne avrò una ricompensa? La tua conversione all’Islàm – rispose il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – non esclude il bene che hai fatto in precedenza, ma si somma ad esso.
Sa’id figlio di Abù Burdah seppe da suo padre, che l’aveva appreso da suo nonno, che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – un giorno disse:
Ogni Musulmano ha l’obbligo dell’elemosina. Ma… – dissero – o Profeta di Dio, e chi non trova occasioni?
Che faccia qualcosa con le sue mani – disse -, Ne trarrà un utile per se stesso, e potrà fare anche dell’elemosina.
E se… – dissero – non trova occasioni?
Aiuti – rispose – il dolente e l’afflitto.
E se non trova occasioni? – insistettero.
Faccia delle buone azioni e non faccia del male. Sarà per lui come far l’elemosina.

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Umm Atiyyah – sia soddisfatto Iddio di lei – raccontò:
A Nusaybah, una donna degli Ansar, fu mandata un giorno una pecora, ed ella ne inviò una parte a ‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – Domandò allora il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Avete qualche cosa? No risposi se non un po’ di quella pecora ch’è stata mandata a Nusaybah. Dàmmela disse. É arrivata a destinazione.

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Anas – sia soddisfatto Iddio di lui – raccontò che Abù Bakr
– sia soddisfatto Iddio di lui – gli aveva comunicato per iscritto il precetto dell’elemosina,
qual era stato comandato da Dio al Suo Inviato – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Colui al quale l’elemosina dei cammelli ammonta a una cammella nel quint’anno, e non ha cammelle nel quint’anno, ma soltanto nel quarto, sarà accettata da parte sua la cammella nel quart’anno, ma egli vi aggiungerà due pecore, se gli è possibile, o venti dirham. Colui al quale l’elemosina ammonta ad una catmnella nel quart’anno, e non ha cammelle nel -quart’anno ma soltanto nel quinto, gli sarà accettata questa, e l’esattore gli darà venti Dirham o due pecore. Colui al quale l’elemosina ammonta a una cammella nel quart’anno, e non ne ha che una nel terzo, gli sarà accettata questa, ed egli darà in più due pecore o venti dirham. Colui al quale l’elemosina ammonta a una cammella nel terz’anno, e ne ha una nel quarto, gli sarà accettata questa, e l’esattore gli darà venti dirham o due pecore. Colui al quale l’elemosina ammonta a una cammella nel terz’anno, e non l’ha, ma ne ha invece una nel secondo, cioè una cammella « di parto », gli sarà accettata questa e darà insieme con essa venti dirham o due pecore.

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Anas raccontò che Abù Bakr – sia soddisfatto Iddio di lui – gli aveva scritto questa lettera quando- l’aveva mandato nel Bahrayn:
Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso. Questo è il precetto dell’elemosina decretato dall’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – pei Musulmani, e comandato da Dio al Suo Inviato.
Chiunque dei Musulmani sarà chiamato a questo, lo darà; ma colui dal quale sarà preteso di più del dovuto, non lo darà.
Per ventiquattro cammelli, o di meno, si darà una pecora per ogni cinque.
Se il numero va da venticinque a trentacinque, si pagherà una cammella femmina « di parto ».
Se il numero va da trentàsei a quarantacinque, si pagherà una cammella femmina nel – terz’anno.
Se il numero va da quarantasei a sessanta, si pagherà una cammella nel quart’anno, buona per la monta.
Se il numero va da sessantuno a settantacinque, si pagherà una camrnella nel quint’anno.
Se il numero va da settantasei a novanta, si pagheranno due cammelle nel terz’anno.
Se il numero va da novantuno a centoventi, si pagheranno due cammelie nel quart’anno; -buone per la monta.
Se il numero supera i centoventi capi, si pagherà per ogni quaranta una cammella nel terz’anno,- e per ogni cinquanta una nel quarto.
Chi non ha che quattro cammelli non dovrà pagar su di essi elemosina, a meno che non voglia lui, stesso.
Se i cammelli sono cinque, pagherà una pecora.
L’elemosina sulle greggi da pascolo si calcolerà così:
se il numero delle pecore va da quaranta a cento, una pecora;
se va da centoventi a duecento, due pecore:
se va da duecento a trecento, tre pecore;
se supera le trecento, una pecora per ogni cento.
Se le bestie sono meno di quaranta, fossero anche trentanove, il padrone non dovrà pagare elemosina su di esse, a meno che non voglia lui stesso.
Per il denaro, si pagherà il quarto del decimo, e, se non si arriva a centonovanta, il possessore non dovrà pagar niente a meno che non voglia lui stesso.

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Riferì Abù Sa’id al-Hudri – sia soddisfatto Iddio di lui – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Se la quantità dei datteri è al di sotto dei cinque carichi, non v’è elemosina; se i cammelli sono meno di cinque, non v’è elemosina.

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Abd Allah figlio di Umar – sià soddisfatto Iddio di lui – riferì d’aver udito Umar dire:
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – mi faceva spesso dei regali. Io gli dicevo: Ma dalli a chi è più povero di me!

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E prendili, invece mi diceva. Ogni qual volta ti arriva qualche ben di Dio senza che tu l’abbia desiderato con avidità o sollecitato, prendilo! Ma se non è così, non lasciarti lusingare!

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Salim figlio di Abd Allah figlio di Umar aveva saputo da suo padre – sia soddisfatto Iddio di lui – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Sulle terre irrigate dal cielo, dalle fonti o dai canali, si pagherà il decimo; su quelle irrigate artificialmente si pagherà la metà del decimo.

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Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – raccontò:
L’Inviato di Dio Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – riscuoteva i datteri al momento della raccolta delle palme. Veniva uno coi suoi datteri, poi un altro con i suoi, e così via finché ce n’era un bel mucchio. Un giorno Hasan e Husayn – sia soddisfatto Iddio di ambedue – si misero a giocare con quei datteri, e uno di loro – non mi ncordo quale – ne prese uno e se lo mise in bocca. Allora l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, che l’aveva visto, glielo tirò fuori di bocca dicendo:
Ma non ti ho insegnato che la famiglia di Muḥammad – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – non mangia dell’elemosina?

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