Pre-Eg. n. 20. Di 5 versetti. Il nome della sura deriva dal vers. 1
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1. Di’: «Mi rifugio nel Signore dell’alba nascente,
2. contro il male di ciò che ha creato,
3. e contro il male dell’oscurità che si estende
4. e contro il male delle soffianti sui nodi [2] ,
5. e contro il male dell’invidioso quando invidia» [3] .
[1] Riferisce una tradizione che un tale Labid, uno stregone ebreo che viveva a Madina, fu incaricato di gettare sull’Inviato di Allah (pace e
benedizioni su di lui)un terribile incantesimo di morte.Egli riuscì a procurarsi alcuni capelli di Muhammad e face con essi undici nodi,le sue
figlie soffiarono su ognuno dei nodi spaventose maleddizioni,confezionarono la fattura unendovi un germoglio di palma da dattero e gettarono il
tutto in un pozzo.L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui)cominciò ad avvertire stranimalesseri,perdita della memoria, debolezza,
inappetenza che siaggravarono finché Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non gli rivelò in sogno la ragione dei suoi disturbi e il luogo in cui era
stata nascosta la fattura.Quando si svegliò venne a lui Gabriele(pace su di lui) recandogli due sure, una di cinque e l’altra di sei versetti.Il
Profeta mandò Ali al pozzo con l’incarico di recitare le due sure. Man mano che egli procedeva nella recitazione, i nodi si scioglievano e
Muhammad, lode ad Allah Signore del Creato, recuperava le forze e la lucidità.Le due sure in questione sono quelle con cui si conclude il Sublime
Corano, esse hanno grande importanza rituale e i musulmani le recitano molto spesso per preservarsi da ogni male, fisico e spirituale.
[2] Il versetto si riferisce ad una forma di magia nera che veniva praticata nell’Arabia preislamica.
[3] Il malocchio originato dall’invidia è certamente una delle forme di influenza negativa più forti che ci possano essere. Esso è innegabilmente uno
strumento di cui si serve il Maligno per realizzare diverse e pesanti influenze sugli uomini; su quelli che lo subiscono senza capire, senza
conoscere le cause del loro «disagio», su quelli che cercano di contrastarlo e annullarlo con altre pratiche magiche e che pertanto ne accettano la
logica abietta, su quelli che lo lanciano personalmente o per interposti «specialisti» diventando quindi complici oggettivi e soggettivi delle
mene sataniche contro l’umanità.
Oltre alla formula dell’Isti‘ àdha, la richiesta di protezione, vedi nota a XVI, 98 che dice: «A‘ûdhu billâhi min ash-shaytâni-r-rajîm» (mi rifugio
in Allah contro Satana il lapidato) è bene ricordare la sura XVI, 99: «Egli non ha alcun potere su quelli che credono e confidano in Allah».
Tratto da: “Il Corano”
(la traduzione dei suoi significati in lingua italiana)
A cura di Hamza Roberto Piccardo
Prefazione di Franco Cardini e introduzione di Pino Blasone
Edizioni Newton & Compton su licenza Al Hikma, pp.610.
La più diffusa e completa traduzione dei significati del Corano, la prima realizzata dai musulmani in Italia per tutti gli italofoni.
Un’opera arricchita da un’imponente apparato di note (oltre 2.800) un indice delle materie, un indice dei nomi e 12 appendici tematiche: dai 5 pilastri dell’Islam alla traduzione dei Nomi di Allah, dal concetto di jihad a alla proibizione dell’interesse sul denaro.