10. Quando quei giovani si rifugiarono nella caverna, dissero: «Signor nostro, concedici la Tua misericordia, concedici retto comportamento nel
nostro agire».
11. Rendemmo sorde le loro orecchie, [rimasero] nella caverna per molti anni.
12. Li resuscitammo poi, per vedere quale delle due fazioni [5] meglio computasse il tempo che avevano trascorso.
13. Ti racconteremo la loro storia secondo verità: erano giovani che credevano nel loro Signore e Noi li rafforzammo sulla retta via;
14. fortificammo i loro cuori quando si levarono a dire: «Il nostro Signore è il Signore dei cieli e della terra: mai invocheremo dio all’infuori di
Lui, ché allora pronunceremmo un’aberrazione.
15. Ecco che la nostra gente si è presa degli dèi all’infuori di Lui.
Perché non adducono una prova evidente su di loro?
Qual peggior iniquo di chi inventa menzogne contro Allah?
16. Quando vi sarete allontanati da loro e da ciò che adorano all’in- fuori di Allah, rifugiatevi nella caverna: il vostro Signore spargerà su di voi
la Sua misericordia e deciderà del vostro caso nel migliore dei modi» [6].
17. Avresti visto il sole, al levarsi sfiorare a destra la loro caverna, e scostarsi a sinistra, al calare mentre loro erano in un ampio spazio [7]. Questi sono i segni di Allah. Colui che Allah guida è ben guidato, ma per colui che Egli svia non troverai patrono alcuno che lo diriga.
18. Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravamo sul lato destro e su quello sinistro [8], mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso
dal terrore vedendoli [9].
19. Li resuscitammo infine perché si interrogassero a vicenda. Disse uno di loro: «Quanto tempo siete rimasti?». Dissero: «Siamo rimasti una giornata o
parte di una giornata». Dissero: «Il vostro Signore sa meglio quanto siete rimasti. Mandate uno di voi alla città con questo vostro denaro, ché cerchi
il cibo più puro e ve ne porti per nutrirvi. Si comporti con gentilezza [10] e faccia sì che nessuno si accorga di voi.
20. Se s’impadronissero di voi vi lapiderebbero o vi riporterebbero alla loro religione e, in tal caso, non avreste alcun successo» [11].
21. Facemmo sì che fossero scoperti, affinché si sapesse che la promessa di Allah è verità e che non c’è dubbio alcuno a proposito dell’Ora.
Discutevano sul caso loro e dicevano: «Innalzate su di loro un edificio. Il loro Signore meglio li conosce». Quelli che infine prevalsero dissero:
«Costruiamo su di loro un santuario» [12].
22. Diranno: «Erano tre, e il quarto era il cane». Diranno congetturando sull’ignoto: «Cinque, sesto il cane» e diranno: «Sette, e l’ottavo era il
cane». Di’: «Il mio Signore meglio conosce il loro numero. Ben pochi lo conoscono». Non discutere di ciò eccetto per quanto è palese e non chiedere a
nessuno un parere in proposito [13].
23. Non dire mai di nessuna cosa: «Sicuramente domani farò questo...,
24. senza dire «se Allah vuole» [14]. Ricordati del tuo Signore quando avrai dimenticato [di dirlo] e di’ : «Spero che il mio Signore mi guidi in una direzione ancora migliore».
25. Rimasero trecento anni nella loro caverna, e ne aggiungono altri nove [15].
26. Di’: «Allah sa meglio quanto rimasero». Appartiene a Lui il segreto dei cieli e della terra [16]. Ha il miglior udito e la migliore vista. Al- l’infuori di Lui non avranno patrono alcuno ed Egli non associa nessuno al Suo giudizio.
27. Recita quello che ti è stato rivelato del Libro del tuo Signore. Nessuno può cambiare le Sue parole [17] e non troverai [18], all’infuori di Lui, alcun rifugio.
28. E persevera insieme con coloro che invocano il loro Signore al mattino e alla sera, desiderando il Suo Volto. Non vadano oltre loro i tuoi occhi,
in cerca degli agi di questa vita. Non dar retta a colui il cui cuore abbiamo reso indifferente al Ricordo di Noi, che si abbandona alle sue passioni
ed è oltraggioso nel suo agire [19].
29. Di’: «La verità [proviene] dal vostro Signore: creda chi vuole e chi vuole neghi» [20]. In verità abbiamo preparato per gli ingiusti un fuoco le cui fiamme li circonderanno, e quando imploreranno da bere, saranno abbeverati da un’acqua
simile a metallo fuso che ustionerà i loro volti. Che terribile bevanda, che atroce dimora!
30. Quanto a coloro che credono e compiono il bene, non lasceremo andar perduta la ricompensa di chi avrà agito per il bene.
31. Ecco coloro che avranno i Giardini dell’Eden dove scorrono i ruscelli. Saranno ornati di bracciali d’oro e vestiranno verdi abiti di seta finissima
e di broccato e staranno appoggiati su alti divani. Che eccellente ricompensa, che splendida dimora!
32. Proponi loro la metafora dei due uomini [21]: ad uno di loro demmo due giardini di vigna circondati da palme da datteri, separati da un campo coltivato.
33. Davano il loro frutto i due giardini senza mancare in nulla e in mezzo a loro facemmo sgorgare un ruscello.
34. Alla raccolta disse al suo compagno: «Ti sono superiore per beni e più potente per clan!».
35. Entrò nel suo giardino e, ingiusto nei suoi stessi confronti, disse: «Non credo che tutto questo possa giammai perire;
36. non credo che l’Ora [22] sia imminente, e se mi si condurrà al mio Signore, certamente troverò qualcosa di meglio che questo giardino!».
37. Gli rispose il suo compagno argomentando con lui: «Vorresti rinnegare Colui Che ti creò dalla polvere e poi dallo sperma e ti ha dato forma
d’uomo?
38. Per quanto mi concerne è Allah il mio Signore e non assocerò nessuno al mio Signore.
39. Conveniva che entrando nel tuo giardino dicessi: “Così Allah ha voluto! Non c’è potenza se non in Allah!” [23]. Sebbene tu mi veda inferiore a te nei beni e nei figli
40. può darsi che presto il mio Signore mi dia qualcosa di meglio del tuo giardino e che invii dal cielo una calamità contro di esso riducendolo a
nudo suolo,
41. o che l’acqua che irriga scenda a tale profondità che tu non possa più raggiungerla».
42. Fu distrutto il suo raccolto, ed egli si torceva le mani per quello che aveva speso: i pergolati erano distrutti. Diceva: «Ah! Se non avessi
associato nessuno al mio Signore!».
43. E non ci fu schiera che potesse essergli d’aiuto contro Allah ed egli stesso non poté aiutarsi.
44. Ché in tal caso [spetta] ad Allah, il Vero, la protezione. Egli è il Migliore nella ricompensa e nel [giusto] esito.
45. Proponi loro la metafora di questa vita: è simile ad un’acqua che facciamo scendere dal cielo; la vegetazione della terra si mescola ad essa, ma
poi diventa secca stoppia che i venti disperdono.
Allah ha potenza su tutte le cose.
46. Ricchezze e figli sono l’ornamento di questa vita. Tuttavia le buone tracce [24] che restano sono, presso Allah, le migliori quanto a ricompensa e [suscitano] una bella speranza.
47. Nel Giorno in cui faremo muovere le montagne [25] vedrai la terra spianata e tutti li riuniremo senza eccezione.
48. Compariranno in file schierate davanti al tuo Signore: «Eccovi ritornati a Noi come vi creammo la prima volta. E invece pretendevate che mai vi
avremmo fissato un termine?».
49. E vi si consegnerà il Registro [26]. Allora vedrai gli empi, sconvolti da quel che contiene. Diranno: «Guai a noi! Cos’è questo Registro che non lascia passare azione piccola o grande
senza computarla?». E vi troveranno segnato tutto quello che avranno fatto. Il tuo Signore non farà torto ad alcuno.
50. E quando dicemmo agli angeli: «Prosternatevi davanti ad Adamo», si prosternarono, eccetto Iblîs, che era uno dei dèmoni e che si rivoltò
all’Ordine di Allah [27]. Prenderete lui e la sua progenie come alleati in luogo di Me, nonostante siano i vostri nemici? Un pessimo scambio per gli ingiusti.
51. Non li presi a testimoni della creazione dei cieli e della terra e neppure della creazione di loro stessi e certamente non accetterei l’aiuto dei
corruttori!
52. Nel Giorno in cui dirà: «Chiamate coloro che pretendevate Miei consimili», li invocheranno, ma essi non risponderanno e tra loro [28] avremo posto un abisso.
53. Gli iniqui vedranno il fuoco. Allora capiranno di stare per cadervi e non avranno nessuno scampo.
54. Certamente, in questo Corano, abbiamo offerto alle genti ogni sorta di esempi. Ciononostante l’uomo è la più polemica delle creature.
55. Cosa mai impedisce agli uomini di credere, dopo che è giunta loro la Guida, e di chiedere perdono al loro Signore? [Vogliono] subire il destino
dei loro avi e [che] li colpisca in pieno il castigo?
56. Non inviammo i profeti se non per annunciare ed ammonire. I miscredenti usano le menzogne per indebolire la verità. Deridono i Nostri segni e ciò
di cui li si avverte.
57. Quale peggior ingiusto di colui che si allontana dai segni di Allah, dopo che essi gli sono stati ricordati, e che dimentica quello che ha commesso [29] ? Abbiamo posto un velo sui loro cuori, sì che non capiscano e abbiamo messo una pesantezza nelle loro orecchie. Anche se li richiami alla retta via,
essi non la seguiranno mai.
58. Il tuo Signore è il Perdonatore, Colui Che detiene la misericordia. Se considerasse quello che hanno fatto, certamente affretterebbe il castigo;
ma ognuno di loro ha un termine e nessuno potrà sfuggirvi.
59. Quelle città [30] le facemmo perire quando [i loro abitanti] furono ingiusti; per ognuna avevamo stabilito un termine per la loro distruzione.
60. [Ricorda] quando Mosè disse al suo garzone [31]: «Non avrò pace finché non avrò raggiunto la confluenza dei due mari [32] dovessi anche camminare per degli anni!».
61. Quando poi giunsero alla confluenza, dimenticarono il loro pesce che, miracolosamente, riprese la sua via nel mare.
62. Quando poi furono andati oltre, disse al suo garzone: «Tira fuori il nostro pranzo, ché ci siamo affaticati in questo nostro viaggio!».
63. Rispose: «Vedi un po’ [cos’è accaduto], quando ci siamo rifugiati vicino alla roccia, ho dimenticato il pesce - solo Satana mi ha fatto scordare di
dirtelo - e miracolosamente ha ripreso la sua via nel mare.
64. Disse [Mosè]: «Questo è quello che cercavamo».
Poi entrambi ritornarono sui loro passi.
65. Incontrarono uno dei Nostri schiavi [33], al quale avevamo concesso misericordia da parte Nostra e al quale avevamo insegnato una scienza da Noi proveniente.
66. Chiese [Mosè]: «Posso seguirti per imparare quello che ti è stato insegnato [a proposito] della retta via?».
67. Rispose: «Non potrai essere paziente con me.
68. Come potresti aver pazienza dinnanzi a cose che non potrai comprendere?».
69. Disse [Mosè]: «Se Allah vuole sarò paziente e non disobbedirò ai tuoi ordini»;
70. [e l’altro] ribadì: «Se vuoi seguirmi, non dovrai interrogarmi su alcunché prima che io te ne parli».
71. Partirono entrambi e, dopo essere saliti su una nave, quello vi produsse una falla. Chiese [Mosè]: «Hai prodotto la falla per far annegare tutti
quanti? Hai certo commesso qualcosa di atroce!».
72. Rispose: «Non ti avevo detto che non avresti avuto pazienza insieme con me?».
73. Disse: «Non essere in collera per la mia dimenticanza e non impormi una prova troppo difficile».
74. Continuarono insieme e incontrarono un giovanetto che [quello] uccise. Insorse [Mosè]: «Hai ucciso un incolpevole, senza ragione di giustizia? Hai
certo commesso un’azione orribile».
75. Rispose: «Non ti avevo detto che non avresti avuto pazienza insieme con me?».
76. Disse [Mosè]: «Se dopo di ciò ancora ti interrogherò, non mi tenere più insieme con te. Ti prego di scusarmi».
77. Continuarono insieme e giunsero nei pressi di un abitato. Chiesero da mangiare agli abitanti, ma costoro rifiutarono l’ospitalità. S’imbatterono
poi in un muro che minacciava di crollare e [quello] lo raddrizzò. Disse [Mosè]: «Potresti ben chiedere un salario per quello che hai fatto».
78. Disse: «Questa è la separazione. Ti spiegherò il significato di ciò che non hai potuto sopportare con pazienza.
79. Per quel che riguarda la nave, apparteneva a povera gente che lavorava sul mare. L’ho danneggiata perché li inseguiva un tiranno che l’avrebbe
presa con la forza.
80. Il giovane aveva padre e madre credenti, abbiamo voluto impedire [34] che imponesse loro ribellione e miscredenza
81. e abbiamo voluto che il loro Signore desse loro in cambio [un figlio] più puro e più degno di affetto.
82. Il muro apparteneva a due orfani della città e alla sua base c’era un tesoro che apparteneva loro. Il loro padre era uomo virtuoso e il tuo Signore
volle che raggiungessero la loro età adulta e disseppellissero il loro tesoro; segno questo della misericordia del tuo Signore. Io non l’ho fatto di
mia iniziativa. Ecco la spiegazione di quello che non hai potuto sopportare con pazienza».
83. Ti interrogheranno a proposito del Bicorne [35].
Di’: «Vi racconterò qualcosa sul suo conto».
84. In verità gli abbiamo dato ampi mezzi sulla terra e modo di riuscire in ogni impresa.
86. Quando giunse all’[estremo] occidente [37], vide il sole che tramontava in una sorgente ribollente e nei pressi c’era un popolo. Dicemmo: «O Bicorne, puoi punirli oppure esercitare benevolenza
nei loro confronti».
87. Disse: «Puniremo chi avrà agito ingiustamente e poi sarà ricondotto al suo Signore che gli infliggerà un terribile castigo.
88. E chi crede e compie il bene avrà la migliore delle ricompense e gli daremo ordini facili».
89. Seguì poi una via.
90. E, quando giunse dove sorge il sole, trovò che sorgeva su di un popolo cui non avevamo fornito alcunché per ripararsene.
91. Così avvenne e Noi abbracciavamo nella Nostra scienza tutto quello che era presso di lui.
92. Seguì poi una via.
93. Quando giunse alle due barriere [38], trovò tra di loro un popolo che quasi non comprendeva alcun linguaggio.
94. Dissero: «O Bicorne, invero Gog e Magog [39] portano grande disordine sulla terra! Ti pagheremo un tributo se erigerai una barriera tra noi e loro».
95. Disse: «Ciò che il mio Signore mi ha concesso è assai migliore [40]. Voi aiutatemi con energia e porrò una diga tra voi e loro.
96. Portatemi masse di ferro». Quando poi ne ebbe colmato il valico [tra le due montagne] disse: «Soffiate!». Quando fu incandescente, disse:
«Portatemi rame, affinché io lo versi sopra» [41].
97. Così non poterono scalarlo [42] e neppure aprirvi un varco.
98. Disse: «Ecco una misericordia che proviene dal mio Signore. Quando verrà la promessa [43] del mio Signore, sarà ridotta in polvere; e la promessa del mio Signore è veridica».
99. In quel Giorno lasceremo che calino in ondate gli uni sugli altri. Sarà soffiato nel Corno e li riuniremo tutti insieme.
100. In quel Giorno mostreremo l’Inferno ai miscredenti
101. che hanno avuto gli occhi velati di fronte al Mio Monito e che non potevano udire.
102. I miscredenti credono di potersi scegliere per patroni i Miei servi all’infuori di Me? In verità abbiamo preparato l’Inferno come dimora dei
miscredenti.
103. Di’: «Volete che vi citiamo coloro le cui opere sono più inutili,
104. coloro il cui sforzo in questa vita li ha sviati, mentre credevano di fare il bene?».
105. Sono coloro che negarono i segni del loro Signore e l’Incontro con Lui. Le loro azioni falliscono e non avranno alcun peso nel Giorno della
Resurrezione.
106. La loro retribuzione sarà l’Inferno, per la loro miscredenza e per essersi burlati dei Miei segni e dei Miei Messaggeri.
107. Coloro che credono e compiono il bene avranno per dimora i giardini del Paradiso,
108. dove rimarranno in perpetuo senza desiderare alcun cambiamento.
109. Di’: «Se il mare fosse inchiostro per scrivere le Parole del mio Signore, di certo si esaurirebbe prima che fossero esaurite le Parole del mio
Signore, anche se Noi ne aggiungessimo altrettanto a rinforzo».
110. Di’: «Non sono altro che un uomo come voi. Mi è stato rivelato che il vostro Dio è un Dio Unico. Chi spera di incontrare il suo Signore compia il
bene e nell’adorazione non associ alcuno al suo Signore».
[1] Questa sura, centrale rispetto al Corano, contiene tre storie di notevole spessore spirituale e concettuale: «i compagni della Caverna»,
«l’incontro di Mosè con al-Khidr», «la vicenda del Bicorne».
E davvero meraviglioso il segno che l’Altissimo (gloria a Lui) ci illustra raccontandoci la storia dei giovani credenti. E un segno di rinuncia
alle cose terrene che si realizza e si compie in due fasi successive.
In un primo tempo i giovani abbandonarono la loro città e si ritirarono in una caverna per sfuggire alle persecuzioni di un tiranno pagano che
voleva costringerli ad abiurare il loro credo. Volevano conservare la purezza della loro fede e si abbandonarono fiduciosi alla misericordia
divina. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) li fece addormentare per poi risvegliarli molto tempo dopo, quando le condizioni esterne erano cambiate:
la gente riconosceva l’Unità di Allah ed era governata da un sovrano saggio e pio. Si erano realizzate le condizioni per una vita terrena
accettabile al credente, ma ormai lo spirito dei giovani si era elevato al punto tale da renderli incompatibili alla miseria terrena e Colui Che ha
esatta percezione di ogni cosa prese le loro anime e fece di loro un segno imperituro per tutti gli uomini.
La seconda storia vede protagonisti Mosè e un servo dell’Altissimo (gloria a Lui) che l’esegesi identifica con al-Khidr. Una tradizione, riferita
dal Bukhari, spiega le circostanze dell’incontro tra Mosè e Khidr che troviamo nei verss. 60-82 della sura. Riferì Ibn ‘Abbàs: «L’Inviato di Allah
(pace e benedizioni su di lui) raccontò che Mosè stava tenendo un sermone alla sua gente quando uno degli astanti gli chiese chi fosse l’uomo più
sapiente. Mosè rispose che era lui. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) lo rimproverò per la sua compassione e per non aver ricordato che tutta la
scienza appartiene a Lui e gli disse: “Invero alla confluenza dei due mari c’è uno dei Miei servitori che è più sapiente di te”. “Signore”, esclamò
Mosè, “come potrò incontrarlo?” “Prendi un pesce”, rispose Allah, “mettilo in un cesto. Nel luogo in cui perderai il pesce troverai quell’uomo.”
Mosè prese un pesce, lo mise in un cesto e partì con il suo giovane servo...».
Questo episodio ha dato adito a molte interpretazioni. La sua collocazione centrale rispetto al Corano, la natura di Khidr e la sua conoscenza di
realtà sottili e inevidenti, hanno suggerito importanti considerazioni a proposito della relatività della conoscenza umana, dell’umanità dei
profeti, della necessità di un atteggiamento di umiltà totale di fronte alla potenza, alla scienza e alla volontà divina.
Infine, i verss. 83-98 ci parlano del Bicorne, che la gran parte dei commentatori identificano con Alessandro il Macedone basandosi su un detto
dell’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui), che disse: «...è il greco che fondò Alessandria» (Tabarì xvI, 8).
Il Bicorne spazia tra gli estremi orizzonti terreni recando un messaggio di fede, di giustizia e di conoscenza e giunge ai limiti del mondo
conosciuto, dove vivono Gog e Magog. In base ai dati tradizionali queste creature hanno caratteristiche subumane e sembrano rappresentare tutta
l’animalità insita nell’individuo.
Il Bicorne le imprigiona elevando un vallo di ferro ricoperto di rame, dietro il quale rimarranno confinate fino al giorno in cui, nei tempi
ultimi, sciameranno da ogni declivio.
Rimane da dire che l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) invitò i devoti a leggere la Sura della Caverna il venerdì, giorno della
preghiera congregazionale, in quanto essa costituisce espiazione dei peccati meno gravi commessi tra un venerdì e l’altro, e disse: «Chi conosce a
memoria [e recita] i primi dieci versetti della Sura della Caverna, si preserva dalla fitna, in questo caso aberrazione (vedi nota a II,91) del
Dajjàl, l’Anticristo». Disse l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui): «Tra la creazione di Adamo e l’arrivo dell’Ultima Ora non vi è
fatto più grave dell’apparizione del Dajjàl» (lo ha tramandato Müslim); e disse ancora: «Non c’è alcun profeta che non abbia messo in guardia la
sua gente dall’impostore con un occhio solo, [il Dajjàl] ma il vostro Signore non ha un occhio solo. Sulla sua fronte ci sono le lettere K-F-R
(lettere che formano il radicale che dà origine ai termini kufr, kâfir: miscredenza, miscredenti ecc.)» (lo hanno riferito al-Bukhari e Muslim).
Un’altra redazione della stessa tradizione dice invece: «...gli ultimi dieci versetti».
[2] «...Discorso»: in arabo «hadith»: discorso, racconto, in questo caso si riferisce al Corano stesso.
[3] «compagni della caverna»: vedi nota introduttiva.
[4] L’esegesi avanza diverse ipotesi a proposito del significato di «Ar-Raqìm», secondo quella più accreditata (in base all’interpretazione di Ibn
‘Abbàs), si tratterebbe del nome di un fiume nella vallata del quale si trovava la caverna. Tabarì (xv,98) afferma essere il nome di una
scrittura posta sull’entrata della caverna; qualcuno ritiene invece che sia il nome del cane di cui al vers.8.
[5] «quale delle due fazioni»: a proposito di queste due fazioni, l’esegesi non è unanime. Secondo alcuni si tratterebbe di un’allusione all’esistenza
di due sette diverse di cristiani, una credeva nella Resurrezione del corpo e dell’anima, l’altra solo in quella dell’anima; altri ritengono che
l’espressione si riferisca ai «Dormienti» e agli abitanti della città, altri ancora alla gente della città che si divise in due fazioni a proposito
degli anni che i sette avevano passato nella caverna.
[6] Abbiamo riferito, letteralmente, alla seconda persona plurale il discorso che i giovani si rivolgevano l’un altro. Si tratta di una costruzione
sintattica araba. Cfr. la Sura di Giuseppe (pace su di lui) al vers. 9 quando i fratelli complottano contro di lui.
[7] «Avresti visto»: «se ci fossi stato o Muhammad avresti visto che Allah aveva voluto che il sole non penetrasse nella caverna e non la scaldasse
troppo».
[8] «Li giravamo...»: per rendere meno penoso il loro decubito, Tabarì xv, 214.
[9] II terrore che avrebbe preso chi li avesse scoperti fu una potente protezione che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) concesse ai Suoi devoti,
affinché non fossero oggetto di alcuna molestia o ingiuria.
[10] Gli esegeti che hanno proceduto al computo delle lettere che compongono il Corano hanno verificato che la parola «wa lyatalattaf» (che abbiamo
tradotto: «che si comporti con gentilezza», è il centro esatto del Libro Santo.
[11] I giovani parlano tra loro, a proposito dell’uso della seconda persona plurale vedi sopra nota al vers.16.
[12] «un santuario»: il termine arabo è «masjid» (luogo in cui si pratica il «sujùd», la prosternazione), la cui traduzione esatta è «moschea». Si è
preferito il più generico termine «santuario» in quanto la moschea si identifica tradizionalmente con il luogo di culto della religione islamica.
[13] Su istigazione dei rabbini i meccani insistettero a lungo sul numero dei dormienti. sulla loro postura nel sonno e su mille altri particolari.
Allah (gloria a Lui L Altissimo), ordina al Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui) di non raccogliere tali provocazioni.
[14] «se Allah vuole»: la formula «in shà’ Allah» che i musulmani aggiungono ad ogni espressione che implichi una qualche progettualità, speranza o
aspettativa, è stata oggetto di molte interpretazioni pseudoculturali e sociologiche sulla mentalità araba. In realtà essa è assolutamente
islamica, coranica, come si può ben leggere in questo versetto. Significa l’assoluta consapevolezza del credente sul fatto che solo Allah (gloria a
Lui l’Altissimo) è il Padrone della volontà e del futuro.
[15] Trecento anni solari corrispondono a trecentonove anni lunari, infatti a ogni secolo di anni lunari vanno aggiunti tre anni per avere la
concordanza con quelli solari. Si tratta solo di un’interpretazione possibile: infatti, l’inizio del versetto seguente, con la tipica formula
dell’incercezza, lascia spazio al dubbio.
[16] Tutto quanto non cade sotto il dominio dei nostri sensi, o non ci sia stato notificato da una Sacra Scrittura o una rivelazione profetica, fa parte
del «ghayb», un termine che abbiamo tradotto anche con «l’invisibile, l’occulto» che appartiene ad Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e solo a Lui.
[17] A proposito dell’immutabilità della rivelazione coranica vedi anche nota a xv, 9.
[18] «non troverai»: secondo l’esegesi classica: «nel caso, o Muhammad, che non obbedirai ai Suoi ordini».
[19] I meccani miscredenti avevano chiesto all’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) di lasciar perdere gli schiavi e la povera gente che lo
seguiva e pregava con lui dicendo che «puzzavano». Lo invitavano a frequentarli, nelle loro belle case, partecipando a ricchi banchetti, in
maniera da «discutere» con loro. Il versetto scese per dare a Muhammad un avvertimento chiaro ed inequivocabile.
[20] La fede è una libera scelta dell’uomo o è un dono di Allah a coloro che la desiderano? Ma chi mette nel cuore il desiderio di fede se non Allah
Stesso (gloria a Lui l’Altissimo)? I fautori del libero arbitrio hanno fatto di questo versetto uno dei punti di forza della loro speculazione
dottrinale e filosofica, cui si oppongono quei pensatori islamici convinti assertori della predestinazione della grazia divina. Allah ne sa di più.
[21] Pare che la metafora contenuta nei versetti che seguono sia rivolta in paricolare a quegli idolatri di cui abbiamo già parlato nella nota al vers.
28. I beni materiali provengono da Allah e una condizione agiata non deve essere motivo di superbia e di disprezzo per i poveri. Ingratitudine e
miscredenza sono intimamente legate l’una all’altra, anzi è la miscredenza che crea i presupposti dell’ingratitudine verso il Creatore, è
l’ingratitudine a far ricadere l’uomo nella miscredenza. In arabo i due concetti sono espressi da nomi derivati dalla medesima radice K-F-R,
avente il senso di «negazione». È infatti miscredente (kâfir) colui che nega le verità rivelate; ed ingrato (kafûr) colui che nega di rendere
grazie al suo Signore.
[22] L’Ora escatologica, quella della Resurrezione e del Giudizio.
[23] «Così Allah ha voluto! Non c’è potenza se non in Allah!»: (ma sha’ Allah la quwwa- ta illa bi-Llah»), questa è un’altra delle formule che Allah
(gloria a Lui l’Altissimo) ci suggerisce per esprimere l’abbandono del credente alla Sua divina volontà. (Vedi anche nota al vers. 24).
[24] «Le buone tracce»: le opere buone, materiali e morali compiute nella vita terrena.
[25] Il muoversi delle montagne è uno dei prodigi del Giorno del Giudizio. Il Corano ne parla in altri tre brani, lii,0; Lxxviii, 20; Lxxxi, 3.
[26] «il Registro»: l’annotazione della vita dell’uomo: tutte le sue azioni diligentemente registrate dai due angeli che Allah (gloria a Lui
l’Altissimo) ha destinato ad ognuno di noi.
[27] A proposito della ribellione di Iblîs, vedi Appendice0.
[28] «e tra loro»: tra i politeisti e i loro idoli, i loro «intercessori».
[29] «quello che ha commesso»: lett. «quello che le sue mani gli hanno preparato».
[30] «Quelle città»: il riferimento è alla città degli ‘Ad, dei Thamùd, a Sodoma e Gomorra ecc. che furono distrutte per l’empietà e la perversione dei
loro abitanti.
[31] Secondo la tradizione si tratta di Yushà’ ibn Nùn (Giosuè). A proposito dell’intera parabola (verss. 60-82) vedi nota.
[32] «la confluenza dei due mari»: molte e diverse le interpretazioni classiche a proposito di questa «confluenza». A prescindere dall’identificazione
del luogo geografico, ci sembra che essa possa altresì essere intesa in senso allegorico. Si tratta infatti del punto di contatto tra la conoscenza
assoluta di Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e quella relativa dell’uomo. Vedi nota.
[33] «uno dei Nostri schiavi»: «‘abd min ‘ibâdinâ» con questa definizione Allah (gloria a Lui l’Altissimo) introduce la figura di quello che secondo
tutta l’esegesi è «al-Khidr». (Vedi nota.)
[34] «abbiamo voluto impedire»: abbiamo tradotto così «fakhashînâ», forma del verbo «khashiya» in base ad uno dei significati del verbo. Infatti, un
altro significato darebbe il senso di «temevamo che...» il che ci pare un’incongruenza in quanto, come detto nel vers. 82, Khidr agisce non di sua
iniziativa ma per ordine di Allah, che tutto conosce e non teme alcunché.
[36] «seguì una via»: nel senso di: «seguì il percorso necessario per giungere al suo obiettivo».
[37] «all’[estremo] occidente»: come più sotto (vers. 90) si dovrebbe intendere come il luogo più occidentale (oppure orientale).
[38] «giunse alle due barriere»: secondo i commentatori (Tabarì, Ibn Kathìr) si tratta di due montagne.
[39] L’escatologia islamica afferma che Gog e Magog sono due popoli che avranno un ruolo nei tempi ultimi. La tradizione ce ne parla come creature
mostruose, nemiche del genere umano a cui non appartengono. Tra i segni riferiti dall’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) a proposito
della fine del mondo c’è appunto lo straripamento di Gog e Magog che saranno riusciti ad abbattere la barriera con cui il Bicorne riuscì a
contenerli (vedi versetto successivo). La Sunna riferisce che una notte il Profeta (pace e benedizioni su di lui) si svegliò e disse: «Disgrazia
sugli arabi! Hanno appena fatto un buco così (e indicò un cerchio con il pollice e l’indice) nella barriera di Gog e Magog». Sua moglie (che Allah
sia soddisfatto di lei) chiese: «Periremo anche se tra noi ci saranno dei Santi?». Rispose: «Sarà più grande il numero degli iniqui». Cfr.
Apocalisse xx, 7.
[40] «... è assai migliore»: la ricompensa per la quale il Bicorne agisce.
[41] II Corano descrive la tecnica costruttiva che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ispirò al Bicorne. Riempito il varco di minerale di ferro, lo fece
fondere con l’aiuto di mantici aggiungendo poi rame fuso.
[43] «la promessa»: la venuta dell’Ora e il Giudizio.
Tratto da: “Il Corano”
(la traduzione dei suoi significati in lingua italiana)
A cura di Hamza Roberto Piccardo
Prefazione di Franco Cardini e introduzione di Pino Blasone
Edizioni Newton & Compton su licenza Al Hikma, pp.610.
La più diffusa e completa traduzione dei significati del Corano, la prima realizzata dai musulmani in Italia per tutti gli italofoni.
Un’opera arricchita da un’imponente apparato di note (oltre 2.800) un indice delle materie, un indice dei nomi e 12 appendici tematiche: dai 5 pilastri dell’Islam alla traduzione dei Nomi di Allah, dal concetto di jihad a alla proibizione dell’interesse sul denaro.