Dal libro “Islam in focus” di Abu l-‘Ala al-Maududi


Vedi anche:

Le virtù spirituali della preghiera

La preghiera dei musulmani

La preghiera islamica (salah)


Gli scopi dell’orazione

L’orazione costituisce un pilastro dell’Islam ed è considerata la base della religione. Un Musulmano che non osservi le orazioni rituali e non abbia alcuna ragionevole scusa per tale mancanza, commette una grave trasgressione e una colpa odiosa. L’offesa è grave perché non è diretta soltanto contro DIO, il che è già un male sufficiente, ma anche contro la, natura stessa dell’uomo. E’ una tendenza innata nell’uomo quella di adorare i grandi esseri e aspirare a fini elevati. L’essere più grande, il fine più elevato fra tutti è DIO. Il modo migliore per coltivare nell’uomo una sana personalità e attuare e sue aspirazioni in un regolare corso di sviluppo, è dato dall’orazione rituale islamica. Trascurare l’orazione equivale a reprimere le buone qualità nella natura umana e a negarle ingiustificabilmente il diritto all’adorazione e all’elevazione, il diritto a eccellere in bontà e a conseguire nobili obiettivi. Una tale repressione, un tale diniego, costituiscono un’offesa gravissima e distruttiva. Stanno qui il significato e la vitalità dell’orazione nella vita dell’uomo. Bisogna sempre tenere presente che DIO non ha bisogno dell’orazione dell’uomo, Lui è libero da ogni bisogno. E’ solo interessato alla nostra prosperità e al nostro bene, in ogni senso. Quando pone in risalto la necessità dell’orazione e ci impone un dovere, Egli intende aiutarci; tutto quello che noi facciamo di buono è a nostro vantaggio e tutte le offese che commettiamo sono contro noi stessi. Anche qui, dunque, l’uomo è il centro di gravità ed e il suo interesse a costituire il principale oggetto di considerazione. Il beneficio che l’uomo può, trarre dall’orazione islamica e incommensurabile e la benedizione connessa a tale rito è al di là di ogni immaginazione. Non si tratta affatto di una “teoria” o di un assunto convenzionale: si tratta invece di una realtà affascinante e di un’esperienza spirituale. Ecco una spiegazione dell’efficacia dell’orazione islamica:
1). Rafforza la Fede nell’Esistenza e nella Bontà di DIO e trasmette questa fede ai recessi più reconditi del cuore umano.
2). Ravviva la fede e la rende costruttiva nella vita pratica.
3). Aiuta l’uomo a realizzare le sue aspirazioni naturali e spontanee alla grandezza e all’elevatezza etica, all’eccellenza e alla crescita delle virtù.
4). Purifica il cuore e sviluppa la mente, coltiva la coscienza e conforta l’anima.
5). Dà nutrimento agli elementi di bontà e di nobiltà presenti nell’uomo e sopprime le inclinazioni al male e al vizio. Quando esaminiamo l’orazione islamica e ne studiamo l’unica natura, ci apparirà evidente che non si tratta solo di una serie di movimenti fisici o di una vuota recitazione del Libro Sacro. E’ una formula, senza pari e senza precedenti, di meditazione intellettuale e di devozione spirituale, di elevazione etica e di esercizio fisico, tutto ciò combinato e armonizzato. E’ un’esperienza esclusivamente islamica, dove ogni muscolo del corpo si unisce all’anima e alla mente nell’adorazione e nella glorificazione di DIO. E’ difficile spiegare a parole il completo significato dell’orazione islamica; tuttavia si può dire che essa è:
1). una lezione di disciplina e forza di volontà;
2). una pratica di devozione a DIO, e a tutti i fini nobili;
3). un vigile ricordo di DIO e una costante rivelazione della Sua Bontà;
4). un seme di coltivazione spirituale e integrità morale;
5). una guida al tipo di vita più retto;
6). una salvaguardia contro il vizio ed il male contro la deviazione e l’errore;
7). una dimostrazione di vera parità, solida unità e fratellanza;
8). un’espressione di gratitudine a DIO, un riconoscimento della Sua Realtà;
9). un atto di pace e stabilità interiore;
1O). una fonte abbondante di pazienza e coraggio, di speranza e fiducia, Questa è l’orazione islamica, e questo è quanto essa può fare per l’uomo. La miglior testimonianza in favore di quanto affermato più sopra è l’esperienza diretta dell’orazione, l’esperienza diretta delle sue gioie spirituali. Solo così sarà possibile rendersi conto di che cosa essa realmente significhi.

Le condizioni dell’orazione

L’esecuzione di questo rito è obbligatoria per ogni Musulmano, maschio o femmina, che sia:
1). Sano e responsabile;
2). relativamente maturo e in età di pubertà, all’incirca sui quattordici anni (I bambini debbono essere consigliati dai genitori a iniziare la pratica dell’orazione all’età di sette anni; all’età di dieci anni è opportuna una pressante esortazione);
3). Esente da malattia grave e, nel caso delle donne, libero dalle mestruazioni e dal puerperio. Il massimo di questi periodi è, rispettivamente, di dieci e quaranta giorni. In tali circostanze le donne sono completamente esentate dall’obbligo dell’orazione.

L’orazione non è valida se non sono soddisfatti i requisiti seguenti:
1). compimento dell’abluzione (wudu’), di cui si parlerà più avanti;
2). purezza di tutto quanto il corpo, degli abiti che si indossano, del terreno usato per l’orazione, da ogni genere di sporcizia e impurità;
3), abbigliamento adeguato alle morali che mirano a coprire le parti intime. Per i maschi, il corpo deve essere coperto almeno dall’ombelico,alle ginocchia; per le femmine, il corpo deve essere coperto tutto quanto, tranne il volto, le mani e i piedi. Per gli uni e le altre, nell’orazione vanno evitati gli abiti trasparenti;
4). dichiarazione dell’intenzione (niyyah) di eseguire l’orazione, mediante cuore e lingua se è possibile;
5). assunzione dell’orientamento rituale (qiblah), in direzione della Ka’ba della Mecca. Vi sono molti modi per decidere la direzione giusta. Se un individuo non ha modo per stabilirlo, dovrà seguire il suo giudizio migliore.

 LE SPECIE DELL’ORAZIONE

Le varie specie di orazione sono quelle seguenti:
1). Obbligatoria (fard), che comprende le cinque orazioni quotidiane, l’orazione comunitaria del mezzogiorno del venerdì e L’orazione funebre. La non osservanza di queste orazioni e una colpa grave e soggetta a castigo, qualora non vi sia una giustificazione fondata.
2). Supererogatoria (wajib e sunnah), che comprende le orazioni connesse agli uffici obbligatori, nonchè le orazioni comunitarie delle due grandi feste (‘id). Non osservarle è una trascuratezza dannosa, un comportamento reprensibile.
3). L’orazione opzionale, che comprende tutte le orazioni volontarie, in qualunque momento del giorno e della notte. Sono due i periodi che hanno una preferenza particolare: l’ultima parte della notte fino allo spuntare dell’aurora e il periodo che sta a metà della mattina.

I tempi dell’orazione

Ogni Musulmano, maschio o femmina, deve eseguire almeno cinque orazioni quotidiane al momento giusto, se non vi è un motivo lecito per esserne esentati, per combinarle insieme o per rimandarle. Tali orazioni sono le seguenti.
1). L’orazione dell’alba (salat al-fajr), che può essere eseguita dopo l’aurora e comunque prima che il sole sia completamente sorto, ossia entro un periodo di due ore all’incirca.
2). L’orazione del mezzogiorno (salat az-zuhr) (1). Questa orazione può essere eseguita in qualunque momento dopo che il sole abbia cominciato a declinare dal suo zenith e prima che si trovi a metà del corso che separa lo zenith dal tramonto. Per esempio, se il sole tramonta alle sette di sera, il periodo dell’orazione inizia un po’ dopo il mezzogiorno e continua fino alle 15,30 e anche un po’ dopo. Subito dopo, comincia il periodo dell’orazione successiva. Esistono comunque dei calendari che stabiliscono in maniera accurata il periodo di ciascuna orazione. Tuttavia, se non vi fosse nessuno di tali calendari a disposizione, bisogna ricorrere al proprio giudizio migliore. (1) Sembra che i Musulmani delle zone in cui la luce diurna è continua incontrino difficoltà e confusione per quanto concerne il momento dell’Orazione Comunitaria del Venerdì (jum’ah). Il problema può essere facilmente risolto collocando il periodo dell’orazione fra le 13,15 e le 14,3O, in tutto il corso dell’anno. In tal modo, non vi sarà alcun bisogno di cambiare orario dall’estate all’inverno. Lo raccomandiamo caldamente ai nostri fratelli, affinché elaborino le loro tabelle settimanali secondo un arrangiamento permanente. Lo stesso arrangiamento può essere fatto per quanto riguarda le orazioni comunitarie dei giorni non lavorativi.
3). L’orazione del pomeriggio (salat al-asr), che va fatta nel periodo compreso fra la fine del periodo precedente (quello della orazione del mezzogiorno) e tramonto.
4). L’orazione del tramonto (salat al-maghreb). Il periodo in cui va eseguita questa orazione comincia immediatamente dopo il tramonto e finisce quando scompare il bagliore rosso all’orizzonte occidentale. Normalmente questo periodo dura un’ora e venti minuti o un’ora e mezzo.
5). L’orazione della notte (salat al-isha), il cui periodo inizia quando e scomparso dall’orizzonte occidentale il bagliore rosso(circa un’ora e mezzo dopo il tramonto) e termina un po’ prima dell’aurora. E’ notevole come l’Islam abbia predisposto i periodi delle orazioni in maniera tale che la nostra “ricreazione” spirituale coincida coi tempi della nostra alimentazione fisica e come esso abbia combinato la pace dell’anima col riposo del corpo. L’orazione del mattino va fatta nel periodo della prima colazione; l’orazione del mezzogiorno coincide col periodo del pranzo; l’orazione del pomeriggio si colloca nel periodo in cui si prende il te o il caffè; l’orazione del tramonto viene eseguita in prossimità della cena; l’orazione della notte può corrispondere a un eventuale spuntino notturno. E’ pure notevole il fatto che il Musulmano, osservando queste orazioni, scandisce tutta quanta la propria giornata con un ritmo spirituale che tocca l’inizio e la fine del giorno, nonchè il suo corso mediano. Egli armonizza cosi religione e vita, avverte in sè la presenza di DIO per tutta la giornata, compie le proprie faccende quotidiane con un intendimento spirituale e costruisce su solide fondamenta il proprio prestigio morale. Inoltre, in tal modo il Musulmano introduce la vitalità spirituale in tutti gli aspetti della vita, e la religione si presenta in tutti i settori dell’attività umana. Ciò ha la sua efficacia nei negozi e negli uffici, nelle case e nelle fattorie, nelle fabbriche e nelle piantagioni. Questa pratica estende la propria luce a ogni ambito di affari e di lavoro. In realtà, questa “tabella oraria” delle orazioni è notevole perché‚ è opera di DIO, è prodotto dell’lslam. E’ sempre preferibile eseguire l’orazione non appena il suo periodo è cominciato, affinché‚ non si abbiano a verificare dilazioni o ritardi a causa di eventi inattesi. Queste orazioni sono atti divini. La ricompensa di coloro che compiono tali atti è incommensurabile, e la loro felicità è al di là di ogni immaginazione. Non è possibile esprimere a parole la felicità che essi conseguono, la gioia che provano, l’onore che ricevono. Viceversa, il non compiere questi atti costituisce una colpa soggetta a castigo. Tale colpa provoca severe punizioni, impoverimento spirituale, agonia dell’anima, isolamento dalla comunità. Le orazioni del mezzogiorno (zuhr) e del pomeriggio (‘asr)possono essere eseguite insieme, qualora si sia in viaggio o instato di malattia. La stessa concessione viene fatta per quanto concerne il tramonto (maghreb) e la notte (isha)
(2) Nel primo caso, il congiungimento delle orazioni è del tipo anticipato. L’orazione del pomeriggio viene eseguita prima del suo periodo normale e segue immediatamente l’orazione del mezzogiorno. Nel secondo caso, la combinazione è del tipo ritardato. l’orazione del tramonto e eseguita dopo il suo periodo normale, ma subito prima dell’orazione della notte. Tali combinazioni possono alleviare l’apprensione dei Musulmani che non possono, per ragioni legittime (viaggio, lavoro ecc.), eseguire le orazioni nel momento dovuto.

L’abluzione parziale (wudu’)
er eseguire l’orazione, bisogna essere in condizioni di purità rituale. E’ necessario lavare quelle parti del corpo che sono generalmente esposte allo sporco, alla polvere o al fumo. Questa pratica è chiamata ABLUZIONE(wudu’) e viene di preferenza compiuta come segue:
1). Si dichiara l’intenzione che l’atto è eseguito a scopo di adorazione e purificazione.
2). Si lavano le mani fino al polso, tre volte.
3). Ci si sciacqua la bocca con acqua, tre volte, preferibilmente usando uno spazzolino, se è possibile.
4). Si lavano le narici facendovi entrare l’acqua per tre volte.
5). Si lava il volto tre volte con ambedue le mani, se possibile, dal vertice della fronte fino alla parte inferiore del mento ed a un’orecchia all’altra,
6). Si lava il braccio sinistro tre volte, fino al gomito, poi si fa lo stesso con il braccio sinistro.
7). CI si bagna tutto quanto il capo o una parte di esso con una mano umida, una sola volta.
8). Ci si bagna l’interno delle orecchie usando gl’indici e l’esterno usando i pollici. Ciò deve essere fatto con le dita umide.
9). Ci si bagna il collo, tutt’intorno, con le mani umide.
10). Si lavano i piedi fino ai malleoli, tre volte, cominciando dal piede destro. A questo punto l’abluzione è terminata, e la persona che la ha compiuta e pronta per cominciare l’orazione. Quando l’abluzione è valida, la si può mantenere finché si può e la si può usare per tutte le orazioni che si desidera, Però, è preferibile rinnovarla il più frequentemente possibile. E’ anche preferibile conpierla nell’ordine suddetto, anche se l’eseguirla in un ordine diverso, per errore, non la invalida. L’abluzione compiuta nel modo suddetto e sufficiente per eseguire l’orazione, a meno che non sia annullata per qualche ragione.
Annullamento dell’abluzione L’abluzione diventa nulla per una delle cause seguenti:
1). Emissioni naturali: urina, feci, gas intestinali ecc.;
2). Flusso di sangue o di pus e simili da una qualunque parte del corpo;
3). Vomito;
4). Sonno;
5). Perdita della lucidità razionale per assunzione di droghe o sostanze intossicanti. Se è intervenuto uno di questi fatti, l’abluzione deve essere rinnovata per l’orazione. Inoltre, dopo le emissioni naturali bisogna pulire con acqua, la carta può non essere sufficiente ai fini della purità richiesta dal rito.

Surrogato completo dell’abluzione (tayammum) Il tayammum o ricorso alla pura terra può surrogare l’abluzione e anche il bagno rituale. Ciò vale nei casi seguenti:
1). Quando una persona è ammalata e non può usare acqua;
2). Quando non dispone di acqua in quantità sufficiente;
3). Quando l’uso dell’acqua può fargli male o procurargli una malattia;
4). Quando l’esecuzione dell’abluzione può far perdere un funerale o l’orazione dell’Id, che non può essere rimpiazzata da un’altra orazione. In ciascuno di questi casi è lecito fare il tayammum, che avviene in questo modo:
1). Si battono lievemente le mani sulla pura terra oppure sulla sabbia o sulla pietra.
2). Si scuotono le mani e ci si sfrega la faccia una sola volta, nello stesso modo in cui si fa nell’abluzione.
3). Si battono nuovamente le mani e si strofina il braccio destro fino al gomito con la mano sinistra, poi il braccio sinistro con la mano destra. Questo tayammun è una dimostrazione simbolica dell’importanza dell’abluzione, che è vitale sia per il culto sia per la salute. Quando l’Islam ha introdotto questa abluzione ripetibile, ha introdotto con essa la miglior formula igienica che nessun’altra dottrina spirituale o prescrizione medica aveva anticipata.

 Speciali facilitazioni nell’abluzione

Riguardo all’abluzione, l’lslam ha offerto certe agevolazioni. Se uno ha indosso calze o calzini e se li è infilati dopo aver compiuto un’abluzione, non e necessario levarseli quando si rinnova l’abluzione. Invece di toglierli, e possibile passarvi sopra la mano bagnata. Comunque, almeno una volta in ventiquattro ore bisogna toglierli e lavarsi i piedi. Si può ricorrere alla medesima pratica se si hanno gli stivali e le suole e le tomaie sono pulite. Analogamente, se c’è una ferita in una delle parti che debbono essere lavate nell’abluzione e se il lavare quella determinata parte può provocare un danno, è lecito passare con la mano bagnata sulla benda che avvolge la ferita.

L’abluzione completa (ghusl /bagno)

Prima di iniziare l’orazione, bisogna lavare il corpo con un bagno completo, comprese le narici, la bocca e la testa, in uno dei casi seguenti:
1). Dopo i rapporti sessuali;
2). Dopo eiaculazioni notturne;
3). Dopo che è terminato il periodo mestruale delle donne;
4). Alla fine del puerperio, che è valutato di una quarantina di giorni al massimo. Se termina prima, occorre fare un’abluzione completa. Bisogna rilevare che quando ha inizio il bagno o l’abluzione deve essere chiara l’intenzione che lo scopo sta nella purificazione e nel culto. Inoltre, una persona che esegue un’abluzione, parziale o completa, deve accompagnare il suo atto con qualche frase che glorifichi DIO e Gli chieda la vera guida. Tali frasi sono minuziosamente descritte nelle fonti autentiche della religione. Uno, comunque, può pronunciare le sue frasi migliori, se non conosce le formule esatte. E’ sufficiente che siano dette a lode di DIO e siano pronunciate con sincerità.

L’appello all’orazione (adhan)

L’orante ha eseguito la sua abluzione così come è spiegato più sopra ed è pronto per compiere il rito. Quando arriva l’ora dell’orazione, è buona pratica, secondo le tradizioni del Profeta Muḥammad, fare l’appello all’orazione (adhan). Colui che fa’ l’appello sta in piedi rivolto nella direzione della Ka’ba diMecca, con le mani sollevate all’altezza delle orecchie e dice, a voce alta, quanto segue:
1). Allahu akbar (DIO è il più grande), (ripetuto quattro volte); .
2). Ash-hadu an la ilaha illa’llah), (attesto che non c’è DIO se non L’Unico DIO), (ripetuto due volte);
3). Ash-hadu anna Muhammadan Rasulù ‘llah (attesto che Muḥammad è il Messaggero di DIO), (ripetuto due volte);
4). Hayya’ala ‘s-salat (orsù, all’orazione), (ripetuto due volte, con la faccia rivolta a destra);
5). Hayya ‘ala ‘l-falah (orsù, al successo), (ripetuto due volte, con la faccia rivolta a sinistra);
6). Allahu akbar (DIO è il più grande), (ripetuto due volte);
7). La ilaha illa ‘llah (non c’è DIO se non l’Unico DIO), (una sola volta). Quando l’appello viene fatto per l’orazione del mattino, colui che lo fa aggiunge una frase dopo la quinta proposizione riportata più sopra. La frase richiesta è questa:
As-salatu khayrun min an-nawm (l’orazione è meglio del sonno), (ripetuto due volte). Quindi si prosegue con le proposizionin°6 e n°7. Questa eccezione vale soltanto per il mattino, è il momento in cui la gente dorme e ha bisogno di qualcuno che le rammenti l’orazione.

 Ingresso nell’orazione (iqamah)

Quando, questo appello è stato pronunciato, gli oranti sono pronti per l’orazione e la inaugurano con un annuncio chiamato ‘iqamah. Le frasi sono le medesime dell’adhan, con una duplice differenza:
a) l’iqamah viene fatto con una voce più rapida e meno alta;
b) dopo la parte n°5 bisogna dire due volte questa frase:
qad qamati-s’salah (l’orazione e pronta).
Poi devono venire le parti n°6 e n°7, normalmente.

L’esecuzione dell’orazione

Quando l’orante ha fatto l’abluzione e sono stati pronunciati l’adhan e l’iqamah, l’orazione inizia nel modo seguente.
1). L’Orazione del primo mattino In questa orazione vengono innanzitutto offerte due unità(rak’ah) supererogatorie (sunnah). Seguono, subito dopo, due altre unità obbligatorie (fard). Unità supererogatorie e obbligatorie vengono offerte nello stesso modo, solo che, quando si dichiara l’intenzione, bisogna distinguere fra una specie e l’altra. Ecco la descrizione del modo in cui l’orazione viene eseguita.
Prima fase. Ci si pone in atto di reverenza e umiltà nel senso della qiblah, sollevando le mani alle orecchie e dicendo: “Nawaytu usalli sunnata. (o farda, a seconda del caso) Salati’l-fajr; Allahuakbar”. Ciò significa: “Dichiaro la mia intenzione di eseguire l’orazione supererogatoria (o obbligatoria, a seconda del caso) del mattino; Allah è il più grande”. Poi si abbassano le braccia e si mette la destra sopra la sinistra immediatamente al di sotto dell’ombelico
(3).Seconda fase. Poi si dice a voce bassa quanto segue:
“Subhanaka-llahumma wa bihamdik wa tabaraka-smuk wa ta’ala jaddukwa la ilaha ghayruk A’udhu bi-llahi min ash-shaytani ‘r-rajim.Bismi-llahi ‘r-rahmani ‘r-rahim”.
Ciò significa: “Sia gloria a Te, o DIO, e Tua è la lode; benedetto è il Tuo Nome, esaltata è la Tua Maestà e non c’è DIO oltre a Te. Cerco rifugio in DIO, lontano dal diavolo dannato. Nel Nome di Allah, il Misericordioso, il Clemente”
(4),Terza fase. Poi, a voce bassa ma udibile, si recita il Capitolo che apre il Qur’an (al-Fatihah), seguito da un brano del Libro sacro. (Il Capitolo d’apertura ed esempi di brevi capitoli e versetti si trovano più avanti in questa stessa sezione),
Quarta fase, Poi si dice:
“Allahu akbar” (DIO è il più grande),abbassando la testa ad angolo retto e appoggiando le palme delle mani sulle ginocchia e dicendo a bassa voce:
“Subhana Rabbi al-‘azim”(“Sia gloria al mio Signore, il Magnifico”, ripetuta tre volte).Questa posizione si chiama ruku’. Poi si riassume nuovamente laposizione eretta dicendo: “Sami’a ‘llahu liman hamidah; Rabbana, lakal-hamd” (DIO ascolta chi Lo loda; Signor nostro, Tua è la lode).Mentre si dicono queste parole, le mani restano sui fianchi.
(3) Questa posizione delle mani e conforme a quanto stabilito da una branca giuridica dell’Islam. Altre scuole preferiscono altre posizioni. In ogni caso, si tratta di differenze minori che non annullano la validità dell’orazione. In realtà, tutte queste differenze sono considerate agevolazioni e adattamenti piuttosto che ostacoli e restrizioni.
(4) Questa parte è raccomandata. Non è assolutamente essenziale alla completezza dell’orazione.
Quinta fase. L’orante dice “Allahu akbar” prosternandosi in modo da toccare la terra con le dita dei piedi, le ginocchia, le mani e la fronte. Questa è la posizione del sujud ed è accompagnata dalle parole: “Subhana Rabbi al-a’la” (Gloria al mio Signore, l’Altissimo, ripetuto tre volte).
Sesta fase. Poi, pronunciando le parole “Allahu akbar”, si assume la posizione di julus, posizione di seduti in cui rimane pochi istanti: il lato esterno del piede sinistro e le dita del destro, che sono diritte, toccano il terreno, mentre le mani stanno sulle ginocchia. Dopo di ciò si effettua una seconda prosternazione (sujud), nello stesso modo con cui si è effettuata la proma e pronunciando le stesse parole. E’ così completa un’unità (rak’ah) dell’orazione.
Settima fase. Dopo la prima unità, l’orante si alza in piedi dicendo “Allahu akbar”, assume la posizione eretta per la seconda unità e recita il capitolo di apertura (la Fatihah) facendolo seguire da un brano coranico, come nella prima unità.
Ottava fase. Eseguiti il secondo inchino e le due prostrazioni nello stesso modo già visto, l’orante assume una posizione di seduti (julus) e recita il tashahhud con le sue due parti (si vedrà più oltre, in questa medesima sezione).
Nona fase. Per finire, si gira la faccia a destra dicendo
“As-Salamualaykum-wa rahmatu ‘llah” (Su di voi siano la pace e la misericordia di Allah), Poi si gira la faccia a sinistra, pronunciando la stessaformula di saluto. E’ questo il modo in cui si esegue un’orazione di due unità (rak’ah)sia obbligatoria sia supererogatoria. Quando si sa come eseguire questa orazione nel nodo giusto, tutte le altre orazioni si troveranno molto facili. Bisogna notare che ogni movimento e ogni parola dell’orazione islamica comporta un significato grandissimo e un simbolismo profondo.

2). l’orazione meridiana (Salatu Z-zuhr)

Questa orazione consta di quattro unità. (sunnah), seguite da altre quattro (fard) e infine da altre due (sunnah). La parte fard di questa orazione viene eseguita nel modo seguente:
a) Le prime due unità sono eseguite come nell’orazione del mattino. La Fatihah e una parte del Qur’an sono recitate a bassa voce. Inchini e prostrazioni sono eseguiti nello stesso modo.
b) Quando recita il tashahhud dopo la seconda unità, l’orante si ferma alla fine della prima parte di esso per riassumere la posizione eretta.
c) Nella terza unità si recita solo la Fatihah, senza aggiungere nessun altro passo coranico,
d) Conclusa la terza unità, l’orante si mette in piedi per eseguire la quarta e recita la Fatihah da sola, come nella terza unità.
e) Dopo l’inchino e le prostrazioni, l’orante assume la posizione di seduti (julus) e recita tutto il tashahhud, completo di ambedue le sue parti.
f) Poi pronuncia la formula di saluto a destra e a sinistra.
g) Le due unità della sunnah sono eseguite come nell’orazione mattutina, ma a voce bassa.

3). L’orazione pomeridiana (salatu’ l-‘asr)

Consta di quattro unità (Sunnah) seguite da altre quattro(Fard). Sono eseguite come quelle dell’orazione meridiana, a voce bassa.

4). L’orazione del tramonto (Salatu’l-maghrib)

Consta di tre unità (fard) seguite da altre due (sunnah). Nelle prime due unità la voce è bassa ma udibile; nella terza unità la voce e bassa. Viene eseguita come l’orazione meridiana o come quella pomeridiana, solo che viene esclusa la quarta unità, sicchè la finale posizione di seduti (che segue la recitazione della Fatihah, l’inchino e le prostrazioni) viene dopo la terza unità, che termina dunque con le formule di saluto. Le due unità della sunnah sono eseguite come quelle dell’orazione mattutina.

5). L’orazione vespertina (Salatu’l-‘isha)

Consta di quattro unità fard, due sunnah e tre witr (5), cioè un grado tra il fard e la sunnah. Le prime due unità delle quattro fard possono essere eseguite con la voce bassa ma udibile. A parte questo, tale orazione viene eseguita come l’orazione meridiana o come quella pomeridiana. Le due unità sunnah sono eseguite esattamente come nell’orazione mattutina. Quanto alle tre unità witr, esse sono eseguite come nell’orazione del tramonto, con due eccezioni: a) nella terza unità la Fatihah è seguita da un brano coranico; b) mentre sta in piedi dopo l’inchino e prima della prosternazione, l’orante dice queste parole:
“Allahumma inna nasta’inuk wa nastahdik wa nastaghfiruk wa natubuilayk wa nu’minu bik wa natawakkalu ‘alayk wa nuthni ‘alaykal-khayra kullah. Nashkurk wa la nakfiruk wa nakhla’u wa natrukuman yafjuruk.

Allahumma iyyaka na’bud wa laka nusalli wa nasjudwa ilayka nas’a wa nahfid. Narju rahmatak wa nakhsha ‘adhabak; inna ‘adhabaka bi ‘l-kuffari mulhaq wa salli ‘llahumma ‘ala sayyidina Muḥammad wa ‘ala alihi wa sahbihi wa sallim” .

Questo è il qunut e può essere interpretato nel modo seguente:
“O Dio! Noi chiediamo il Tuo aiuto e la Tua guida, cerchiamola Tua protezione, crediamo in Te e ci affidiamo a Te; Te esaltiamo, a Te siamo riconoscenti, non siamo ingrati; perdona chi Ti disobbedisce. “O DIO! Te Noi preghiamo e a Te davanti ci prosterniamo; siamo pronti nell’obbedirTi e speriamo nella Tua misericordia e temiamo la Tua punizione, La Tua punizione si abbatte sugli infedeli. “O DIO! Esalta il nostro signore Muḥammad, la sua gente e i suoi veri seguaci”.
(5) Vi sono divergenze minori di interpretazione fra le varie scuole giuridiche. Alcune non richiedono il witr; altre lo richiedono nell’orazione mattutina, con lievi varianti. Comunque, è legittimo seguire l’una o l’altra delle scuole autentiche e regolari. Se questo qunut non può essere mandato a memoria, e sufficiente recitare un’invocazione simile a questa, finché non lo si impara a memoria. Tutte le orazioni della sunnah (supererogatorie) devono essere dette individualmente, cioè non in comunità, tranne le orazioni del’Id e il witr nel mese di Ramadan. Le orazioni della sunnah non sono richieste a chi abbia tralasciato qualche orazione fard. Anzi, costui deve recuperare quello che ha trascurato ed eseguire i riti obbligatori. Le orazioni della sunnah non sono neppure richieste quando sia trascorso il tempo giusto per le orazioni fard che ad esse si accompagnano. Così, se un individuo perde un’orazione e vuole recuperarla, deve fare soltanto il fard. Se un orante non sa come dire tutte le sue orazioni nella versione araba, può adoperare una Qualsiasi altra lingua che egli conosce, se questa può esprimere lo stesso significato dell’arabo. Per agevolare l’apprendimento della versione araba, daremo la traslitterazione delle parole. L’orazione fard è di gran lunga preferibile quando viene eseguita in comunità (jama’ah) sotto la guida di un imam. La comunità è radunata nel migliore dei modi quando si trova in una moschea, ma può radunarsi anche in altri luoghi.

Le orazioni conunitarie (jama’ah)

1). La comunità viene guidata da un imam scelto fra gli oranti presenti. Deve essere scelto sulla base dei suoi meriti di conoscenza religiosa e di devozione.
2). L’imam della comunità sta davanti a tutti, da solo, mentre i seguaci stanno dietro di lui in linee rette, tutti rivolti nel senso della qiblah. Una comunità può constare anche di due persone: l’imam e un seguace.
3). Dopo aver dichiarato l’intenzione di eseguire l’orazione, l’Imam recita la Fatihah e i brani coranici complementari, ad alta voce nell’orazione mattutina e nelle prime due unita dell’orazione del tramonto e della notte. Mentre l’Imam recita ad alta voce, i seguaci lo ascoltano in atto di meditazione e di umiltà. Essi non recitano la Fatihah n‚ gli altri passi insieme con l’Imam.
4). Quando l’Imam termina la Fatihah, i seguaci dicono “Amin”. Risollevatosi dalla posizione di inchino, l’Imam dice: “Sami’a-Llahuliman hamidah” (“Iddio ascolta colui che Lo loda”) e i seguaci rispondono con queste parole : “Rabbana, laka-l-hamd” ( “Signor nostro, Tua e la lode”).
5). I seguaci devono seguire l’Imam nei suoi movimenti, senza precederlo in nessun gesto. Se un seguace anticipa l’Imam in un qualunque movimento, l’orazione di questa persona è nulla.
6). L’orazione comunitaria non è valida se l’Imam non dichiarala sua intenzione di agire nel rito nella funzione di Imam. Anche i seguaci devono dichiarare la loro intenzione di seguire quel dato Imam in quella data orazione che egli sta eseguendo.
7). Se uno arriva dopo l’inizio dell’orazione e si unisce alla comunità, deve seguire l’imam anche se ha perduto una o più unità. Quando l’imam termina il rito pronunciando l’augurio di pace finale, il ritardatario non si unisce a quest’ultimo atto, ma assume la posizione eretta per recuperare le unità che aveva perdute. Quando uno si unisce alla comunità nel momento in cui i membri di questa si trovano in posizione di inchino e non si sono ancora sollevati, allora è come se costui si fosse unito alla comunità fin dall’inizio di quella data unità. Se invece si unisce alla comunità quando i membri di questa si trovano in una posizione successiva all’inchino, allora ha perduto tutta quanta l’unità e deve recuperarla individualmente subito dopo che l’imam ha terminato l’orazione. 8). Quando ha l’opportunità di eseguire l’orazione in comunità, il Musulmano non deve lasciarsela sfuggire. L’orazione comunitaria è una splendida dimostrazione di unità di spirito e di azione, di devozione e umiltà comunitaria davanti a Dio, di efficace solidarietà fra Musulmani, di ordine comunitario e mutua corresponsione. La comunità orante dei Musulmani è una risposta positiva ai problemi più gravi dell’umanità, che nascono dalla discriminazione razziale, dalla divisione classista e dai pregiudizi umani. Nel rito comunitario dell’Islam non c’è discriminazione fra sovrano e suddito, ricco e povero, bianco e negro, prima e seconda classe, platea e tribuna, posti riservati e posti pubblici. Tutti gli oranti si trovano ad agire spalla a spalla nel modo più disciplinato, indipendentemente da ogni considerazione di tipo mondano.
6). l’orazione del venerdì ( salatu’l-jium’ah ) Fin qui abbiamo trattato delle orazioni quotidiane. Veniamo ora alla tradizionale orazione comunitaria del venerdì. Questo rito è obbligatorio per ogni Musulmano che sia tenuto a osservare le altre orazioni e non abbia motivo ragionevole di astenersene. Tale rito si svolge al venerdì di ogni settimana ed è particolarmente importante perché:
1. E’ l’occasione stabilita da DIO affinché i Musulmani esprimano comunitariamente la loro devozione.
2. E’ un’occasione per fare un esame spirituale della settimana trascorsa e prepararsi alla settimana che inizia, così come gli altri fanno per le loro faccende.
3. E’ un’occasione per i Musulmani per acquisire sicurezza, confermare i loro vincoli spirituali e fondare la loro solidarietà comunitaria su basi etiche e spirituali.
4. E’ una dimostrazione del modo in cui i Musulmani diano la preferenza alla chiamata di DIO rispetto a ogni altra cosa.

Punti principali dell’orazione

L’orazione del venerdì è contraddistinta da queste caratteristiche:
1. Il suo momento coincide con quello dell’orazione meridiana (salatu’z-zuhr); l’orazione comunitaria del venerdì sostituisce, per l’appunto, l’orazione meridiana del venerdì.
2). Deve essere eseguita in comunità, sotto la, guida di un imam. Nessuno può eseguirla individualmente.
3). Se uno se la lascia sfuggire, non può recuperarla. Dovrà invece eseguire l’orazione meridiana, l’orazione normalmente rimpiazzata da questo rito.
4). Di venerdì, sono consentite le ordinarie attività di ogni genere. Per i Musulmani non c’è il “sabato”. Essi possono svolgere le loro abituali attività purchè giungano in tempo al rito comunitario. Terminato il rito, possono riprendere le attività quotidiane.
5). L’orazione del venerdì deve essere tenuta in una moschea, se ce nè una disponibile. Altrimenti, può esser fatta in qualunque luogo di riunioni: abitazioni private, fattorie, parchi ecc.
6). Quando giunge il tempo dell’orazione, si fa l’adhan. Poi si eseguono quattro unità come sunnah individualmente, a voce bassa come nell’orazione meridiana. Finita questa parte, l’imam si rivolge all’auditorio, stando in piedi, e tiene il suo discorso (khutbah),che è un elemento essenziale del rito. Mentre l’imam parla, nessuno deve parlare o eseguire orazioni; tutti i presenti debbono restare seduti e ascoltare il discorso tranquilli, fino alla fine.
7). Il discorso (khutbah) consta di due parti, ciascuna delle quali inizia con parole di lode a DIO e benedizioni per il Profeta Muḥammad. Nella prima parte, bisogna recitare qualche brano coranico e spiegarlo a fini di esortazione e ammonimento. Alla fine della prima parte, l’imam si riposa un poco in posizione seduta, poi si alza e tiene la seconda parte del suo discorso. In una o in entrambe le parti del discorso possono essere discusse le questioni generali dei Musulmani. Nella seconda parte, in particolare, l’imam prega per il bene comune dei Musulmani.
8). Dopo di ciò viene fatta la ‘iqamah e vengono eseguite le due unità obbligatorie sotto la direzione dell’imam, il quale recitala Fatihah e un altro passo coranico a voce alta. Fatto ciò l’orazione è completa. In seguito si eseguono individualmente e a voce bassa altre due unità, come sunnah. Le prime quattro unità della sunnah e le ultime due possono essere eseguite a casa. Esse possono anche essere rimpiazzate con qualche orazione obbligatoria che è stata tralasciata precedentemente e che bisogna recuperare. Ogni partecipante dell’orazione comunitaria settimanale o dell’orazione del ‘Id deve fare del suo meglio per essere pulito e ordinato. Anche se non esiste motivo che renda obbligatoria una abluzione completa, è fortemente raccomandato il bagno o la doccia, ciò rende più freschi e più accetti.

Il significato delle orazioni del ‘Id

‘Id significa gioia che ricorre, festività. L’orazione dell’Id è molto importante per tutti i Musulmani. Essa ha i meriti delle orazioni quotidiane come spiegato più sopra, gli effetti del raduno settimanale (jumu’ah) e le caratteristiche delle riunioni annue fra Musulmani. Di questi ‘Id ve ne sono due. Il primo è chiamato ‘Id al Fitr (Festa della rottura del digiuno). Cade nel primo, giorno di Shawwal, decimo mese dell’anno islamico, che viene dopo il mese (di Ramadan: mese, quest’ultimo, che è quello in cui fu rivelato il Corano ed è il mese del digiuno. Il secondo ‘Id è chiamato ‘Id al adhà (Festa del sacrificio). Cade nel decimo giorno di Dhu’l-hijjah, ultimo mese dell’anno islamico, nel quale si svolge il rito del Hajj (pellegrinaggio alla Mecca), occasione di estrema devozione. Queste due Feste islamiche sono uniche sotto ogni profilo. Non c’è niente, in nessun’altra religione o sistema Socio-politico, che possa venire assimilato ad esse. Oltre alle loro caratteristiche altamente spirituali ed etiche, esse hanno delle qualità incomparabili.
1). Ogni ‘Id è una perfetta celebrazione di un considerevole successo conseguito dal Musulmano nel servizio di DIO. Il primo ‘Id viene dopo un mese intero di digiuno “assoluto” per tutti i giorni del mese. Il secondo ‘Id segna il. compimento del Hajj(pellegrinaggio) alle Mecca, occasione in cui il Musulmano dimostra magnificamente la sua rinuncia alle attività mondane e ascolta soltanto l’eterna voce di DIO.
2). Ogni ‘Id è un giorno di rendimento di grazie, in cui i Musulmani si riuniscono in atmosfera fraterna e gioiosa per offrire la loro gratitudine a DIO e ringraziarlo per averli aiutati a compiere i loro doveri spirituali prima del ‘Id. Questa forma di rendimento di grazie non si esaurisce nella devozione e nelle espressioni verbali. Essa va molto di là da ciò, fino a manifestarsi nei termini di uno spirito comunitario e generoso. I Musulmani che hanno compiuto il digiuno di Ramadan esprimono il loro ringraziamento a DIO distribuendo elemosine fra i poveri e i bisognosi, nel primo ‘Id. Analogamente, i Musulmani che hanno compiuto il Hajj alla Mecca, al pari di quelli che sono a casa propria, offrono un loro sacrificio immolando delle vittime che saranno distribuite fra i poveri e i bisognosi. La distribuzione delle elemosine e delle offerte costituisce parte importantissima del ‘Id. Questa forma islamica di ringraziamento è una perfetta combinazione di devozione spirituale e di generosa solidarietà, una combinazione che può essere rintracciata solo nell’Islam.
3.) Ogni ‘Id è un Giorno di Ricordo. Anche nei loro tempi più felici i Musulmani celebrano tale Giorno con una sessione comunitaria di culto. Essi adorano DIO e glorificano il Suo Nome per mostrare che non ignorano i Suoi favori. Oltre a ciò, ricordano i defunti e pregano per le loro anime, si ricordano dei bisognosi tendendo loro una mano caritatevole, si ricordano degli afflitti mostrando loro simpatia e comprensione; dei malati, con visite intese a consolarli e con auguri di pronta guarigione; degli assenti, con saluti cordiali e sincera considerazione ecc. In tal modo il significato del Ricordo in tale Giorno trascende tutti i limiti e si applica a tutte le dimensioni dell’esistenza umana.
4). Ogni ‘Id è un Giorno di Vittoria. L’individuo che riesce ad assicurare a se stesso i propri diritti spirituali e la propria crescita spirituale accoglie la Festa con spirito di vittoria. L’individuo che osserva fedelmente i propri doveri, quali essi sono associati al ‘Id, è un trionfatore. Egli dà la prova di detenere un forte comando sui propri desideri, esercita un sano autocontrollo e gusta il sapore della vita disciplinata. Una volta che una persona abbia acquisito tali qualità, essa ha realizzatola sua massima vittoria; perché la persona che sa come controllare se stessa e disciplinare i propri desideri è libera dal peccato e dall’errore, dalla paura e dalla viltà, dal vizio e dall’indecenza, dalla gelosia e dalla cupidigia, dall’umiliazione e da tutte le altre cause di asservimento. Così, allorchè‚ accoglie la Festa, la quale segna il raggiungimento di questa libertà, una tale persona celebra in realtà la propria vittoria e così la Festa diventa un Giorno di Vittoria.
5). Ogni ‘Id è un Giorno di Raccolto. Tutti i buoni operai al servizio di DIO, tutti i credenti pieni di fede colgono in quel giorno i frutti delle loro azioni, perché DIO garantisce la Sua Misericordia e le Sue benedizioni in misura abbondante. La comunità islamica, d’altronde, raccoglie le sottoscrizioni determinate dallo spirito di fratellanza religiosa e di responsabilità comunitaria, in quanto le sottoscrizioni avvengono in forma di amore, simpatia e interesse reciproco. Ogni membro della comunità Musulmana raccoglierà qualche frutto in un modo o nell’altro. DIO elargisce in misura infinita, specialmente a coloro che si interessano sinceramente del bene comune e dei loro fratelli di fede. Quei beneficiari che non possono dare riceveranno, oltre all’enorme premio che DIO garantisce loro, il contributo dei loro fratelli benefattori. Abbienti e non abbienti godranno tutti quanti della provvidenza di DIO in maniera comunitaria, e il Giorno sarà in realtà un buon Giorno di Raccolto.
6. Ogni ‘Id è un Giorno di Perdono. Quando i Musulmani si radunano in tale Giorno, pregano tutti quanti per ottenere perdono e costanza nella fede. E Dio ha assicurato la Sua misericordia e la Sua indulgenza a quanti si avvicinano a Lui con sincerità. In quella riunione, improntata a una spiritualità pura ed elevata, ogni vero Musulmano si sentirebbe pieno di vergogna davanti a DIO se nutrisse inimicizia o cattivi sentimenti nei confronti dei suoi fratelli. Un vero Musulmano sente profondamente l’effetto di questa assemblea fraterna e spirituale e supera i sui cattivi sentimenti, se per caso ne ha nutriti. Di conseguenza, si trova vicino ad altre persone che rispondono allo spirito di quel Giorno e purificano il proprio cuore e la propria anima. Quindi perdona coloro che possono avergli fatto qualche torto; lui stesso implora il perdono di DIO e fa del suo meglio per ottenerlo. Lo spirito di questa assemblea altamente spirituale gli insegna che, se perdona, sarà perdonato. E quando perdona, anche Dio esercita misericordiosamente il perdono; e anche i Musulmani si scambiano abbondantemente il perdono. Ciò contrassegna tale Giorno come un Giorno del Perdono.
7. Ogni ‘Id è Giorno di Pace. Quando il Musulmano mette la pace nel proprio cuore obbedendo a1la Legge di DIO e conducendo una vita disciplinata, ha certamente concluso un inviolabile trattato di pace con DIO. Una volta che uno è in pace con DIO, è in pace anche con sè stesso e,quindi, col resto dell’universo. Così, quando celebra un ‘Id nella maniera dovuta, celebra in realtà la conclusione di un trattato di pace fra sè e DIO, e ciò contrassegna lo ‘Id come Giorno di Pace. Questo è appunto il significato del ‘Id islamico: Giorno di Pace e di Ringraziamento, Giorno di Perdono e vittoria morale, Giorno di Buon Raccolto e di risultati considerevoli, Giorno di Ricordo festoso. Un ‘Id islamico è tutto questo e molto di più, perché è un Giorno di ISLAM, un Giorno di Dio.

Esecuzione delle Orazioni del ‘Id (Salatu-l-‘Id)

1). Così come al venerdì, ogni orante deve recarsi alla riunione del ‘Id nel suo aspetto migliore, più pulito, più ordinato e nella sua più elevata disposizione spirituale. Nella moschea o nel luogo di riunione viene recitata una certa formula prima dell’inizio dell’orazione. Tale formula è detta takbir e si trova al termine di questa sezione.
2). I1 periodo dell’orazione del ‘Id è dopo il sorgere del sole e prima del meriggio. Non è richiesto nè adhan nè ‘iqamah. L’orazione consiste di due unità, in ciascuna delle quali l’imam recita la Fatihah e un altro brano coranico ad alta voce.
3). L’imam dichiara la sua intenzione di guidare l’orazione dicendo “Allahu Akbar” (DIO è il più Grande), Poi ripete tre voltela stessa formula, sollevando le mani all’altezza delle orecchie e lasciandole cadere lungo i fianchi al termine di ogni formula. Pronunciata la formula per la terza volta, colloca la destra sopra la sinistra al di sotto dell’ombelico, come nelle altre orazioni. Gli oranti seguono L’imam in questi movimenti, gesto dopo gesto, facendo e dicendo esattamente le stesse cose.
4). Al termine della prima unità, l’imam si alza in piedi per eseguire la seconda, dicendo “Allahu akbar”. Poi pronuncia tre volte tale formula facendo quello che ha fatto nel corso della prima unità, seguito dall’assemblea in tutto quello che fa.
5). Quando l’orazione è completa di due unità, L’imam tiene un, discorso in due parti, con un breve intervallo nel mezzo. La prima parte inizia can “Allahu akbar”, detto nove volte; la seconda, con la stessa formula pronunciata sette volte.I1 resto del discorso procede lungo le linee dell’esortazione e dell’ammonimento, come i discorsi del venerdì.
6). Nel discorso del primo ‘Id dell’anno, l’imam deve attrarre l’attenzione sull’argomento della Sadaqat al-fitr (“Elemosina della Rottura del Digiuno). Si tratta di un’imposta obbligatoria con la quale ogni Musulmano in grado di sostenerla deve offrire almeno un pasto completo a un povero, oppure versargliene l’importo. Se ha dei dipendenti, deve fare lo stesso per ciascuno dei suoi dipendenti. Per esempio, se provvede a se stesso e a tre dipendenti, deve distribuire ai bisognosi almeno quattro pasti completi o l’equivalente in denaro. Questa elemosina è assai più meritevole di ricompensa ed è di gran lunga preferibile, se viene distribuita di buon’ora, prima delle orazioni, sicchè i poveri possano accogliere il Giorno in spirito di gioia e di festa.
7). Nel discorso del secondo ‘Id, l’imam deve attrarre l’attenzione sul dovere del sacrificio. Nel giorno di ‘Id al-Adhà (Festa del Sacrificio) ogni Musulmano dotato di mezzi deve fare un’offerta a DIO, Un capro o un montone è sufficiente per una famiglia. Un bue basta a sette diverse famiglie E’ preferibile immolare la vittima sacrificale nel giorno del ‘Id dopo le orazioni. I1 sacrificio sarà tuttavia accetto anche se verrà fatto nel secondo o nel terzo giorno. Quanto alle carni degli animali sacrificati, il Sacro Corano impartisce queste istruzioni:
Mangiatene e nutrite il povero e il mendico.., (22, 56).
Sempre in rapporto a ciò, il Sacro Corano afferma che DIO non ne trae nessun interesse, nè Si prende le carmi delle vittime o il loro sangue; è la devozione dei Suoi adoratori che Lo interessa e Lo riguarda. Bisogna rilevare che le orazioni del ‘Id non sono un surrogato dell’orazione mattutina (salat al-fajr) nè possono essere sostituita da alcun’altra orazione.I1 takbir (la formula “Allahu akbar”) che precede le orazioni diogni ‘id e segue le normali orazioni comunitarie eseguite nei tre giorni che vengono dopo il secondo ‘Id, è detto takbir at-tashriq. Esso avviene nel modo seguente:
“Allahu akbar (tre volte), la ilaha illa Allah. Allahu akbar (duevolte) wa lillahi ‘l-hamd. ALlahu akhar kabiran wa ‘l-hamdu lillahikathiran wa subhana ‘llahi bukratan wa asilan, La ilaha illa ‘llahuwahdaa, Sadaqa wa ‘dah, wa nasara ‘abdah, wa a’azza jundahuwa hazama ‘l-ahzaba wahdah, La ilaha illa Allahu wa la na’buduilla iyyah, mukhlisina lahu ‘d-dina wa law kariha ‘l-kafirun,Allahumma, salli,ala sayyidina Muḥammad wa ‘ala ali sayyidinaMuhammad wa ‘ala achabi sayyidina Muḥammad wa ‘ala ancari sayyi=dina Muḥammad wa ‘aLa azwaji sayyidina Muḥammad wa ‘ala dhurriyyati sayyidina Muḥammad wa sallim tasliman kathiran. Questo takbir significa:
DIO è il più Grande (tre volte),Non c’è DIO se non 1’Unico Vero DIO.DIO è il più Grande (due volte) e Sua è la lode, DIO è il più Grande, immensamente. Sua è la lode, abbondantemente. Gloria a DIO, giorno e notte. Non c’è DIO se non Iddio, Lui solo. Ha adempiuto alla Sua promessa, ha aiutato il Suo servo. Ha dato ai Suoi soldati una vittoria evidente e ha inflitto una sconfitta decisiva ai nemici coalizzati. Non c’è DIO se non Iddio e noi non adoriamo se non Lui solo, con sincera devozione, anche se ciò ripugna agli infedeli. DIO nostro, benedici nostro signore Muḥammad, la gente di nostro signore Muḥammad, i compagni di nostro signore Muḥammad, gli ausiliari di nostro signore Muḥammad, le spose di nostro signore Muḥammad, i discendenti di nostro signore Muḥammad e dà loro salute abbondante e pace.

Abbreviazione dell’orazione

1). Quando una persona viaggia con l’intenzione di allontanarsi da casa di quarantotto miglia o più, deve ridurre a due unità le orazioni obbligatorie che constano di quattro unità. Questa abbreviazione si applica all’orazione del mezzogiorno (zuhr), del pomeriggio (‘asr) e della notte (‘isha’). Le orazioni del mattino (fajr)e del tramonto (maghrib) restano immutate.
2). Questo vantaggio è valido anche dopo che il viaggiatore è giunto a destinazione, qualora non intenda prolungare la sua permanenza per quindici giorni o più. Diversamente, deve eseguire le orazioni riducibili secondo il numero di unità completo e originario.
3). Finche viaggia in tali condizioni, è esente da tutte le orazioni supererogatorie (sunnah), tranne le due unità di sunnah del primo mattino (fajr) e il witr che segue alle orazioni della notte (‘isha).

 Periodi in cui l’orazione è proibita

Al Musulmano è proibito eseguire orazioni, obbligatorie o supererogatorie
1. nel momento In cui il sole sta sorgendo;
2. nel momento in cui il sole è allo zenith;
3, nel momento in cui il sole tramonta;
4. nel periodo delle mestruazioni e in quello del puerperio;
5. nei periodi in cui si trova in stato di impurità, parziale o completa.

Recupero delle orazioni non eseguite al tempo giusto

1). Di norma ogni Musulmano, maschio o femmina, deve eseguire le orazioni al tempo giusto. I1 non farlo costituisce una colpa soggetta a castigo, a meno che non vi sia una scusa ragionevole per rimandare l’orazione.
2). A eccezione delle donne puerpere o mestruate e di chiunque rimanga privo di sensi per qualche tempo, ogni Musulmano deve recuperare le orazioni obbligatorie non eseguite al momento prescritto.
3). Allorchè si recuperano le orazioni non eseguite in tempo, bisogna eseguirle nella forma originaria; ad esempio, se si trattava di orazioni abbreviate, bisogna eseguirle in tale forma e viceversa.
4). L’ordine esistente fra le orazioni non eseguite in tempo e fra esse e quelle attuali deve essere rispettato; vale a dire, la prima che doveva essere eseguita viene eseguita per prima, a meno che le orazioni non eseguite al momento giusto non siano troppo numerose per potersene ricordare con esattezza qualora il tempo a disposizione non sia sufficiente per eseguire le orazioni rimandate e quelle attuali. In tal caso, l’orazione attuale viene per prima e quelle perdute possono essere eseguite più tardi. Comunque, il Musulmano deve essere consapevole al massimo grado e fare in modo che non vi siano orazioni tralasciate.

Le orazioni del tarawih

Queste orazioni sono una speciale caratteristica del mese di Ramadan. Vengono dopo le orazioni della notte (‘isha’).Consistono di un numero di unità (rak’ah) da venti a otto, che vengono offerte a due a due con un breve intervallo dopo ogni coppia di unità. E’ di gran lunga preferibile eseguirle comunitariamente e prima del witr, che costituisce l’ultima parte dell’orazione notturna.

Invalidazione dell’orazione

Un’orazione viene invalidata e annullata da qualunque atto fra quelli seguenti:
1. Anticipare l’imam in un gesto o movimento dell’orazione.
2. Mangiare o bere nel corso dell’orazione.
3. Parlare o dire qualcosa al di fuori del testo prescritto per l’orazione.
4. Cambiare posizione discostandosi dalla direzione della Mecca
5. Fare un gesto o un movimento estraneo ai gesti e ai movimenti dell’orazione.
6. Fare qualcosa che annulli L’abluzione (emissione di urina, feci, gas intestinali, sangue ecc.),
7. Non osservare uno dei gesti essenziali dell’orazione, come lo stare in posizione eretta, recitare il Corano, stare in posizione di ruku’, sujud ecc.
8. Avere il corpo scoperto fra l’ombelico e le ginocchia durante l’orazione (nel caso dei maschi) o una parte del corpo che non siano le mani, il volto e i piedi (nel caso delle donne).Un’orazione invalidata deve essere rifatta in maniera adeguata.

 Le orazioni funerarie (Salat al-janaza)

1. L’orazione a DIO per il Musulmano defunto è un dovere che incombe sulla comunità nel suo insieme (fard kifaya).Ciò significa che alcuni Musulmani devono eseguire questa orazione: è sufficiente che essa sia eseguita da alcuni dei Musulmani presenti alla circostanza, perché gli altri Musulmani siano esentati da tale responsabilità.
2. Quando un Musulmano muore, tutto il suo corpo, a cominciare dalle parti sottoposte ad abluzione (wudu), deve essere lavato due o tre volte con sapone e con qualche altro detergente o disinfettante e purificato da tutte le impurità visibili. Quando il corpo è stato completamente pulito, lo si avvolge con uno o più lenzuola di cotone che ne ricoprano tutte le parti.
3. I1 cadavere viene poi collocato in una bara e trasportato al luogo dell’orazione: una moschea o un altro luogo pulito.I1 cadavere viene disposto in maniera che abbia il viso rivolto verso la Mecca
4. Tutti coloro che partecipano all’orazione devono compiere un’abluzione, a meno che non si trovino già in stato di purezza rituale. L’Imam sta in piedi vicino al cadavere, col viso in direzione della Mecca, mentre gli altri stanno dietro di lui disposti in file ordinate.
5. L’Imam alza le mani fino alle orecchie e dichiara a bassa voce la propria intenzione di pregare DIO per quel particolare defunto, poi dice “Allahu akbar”(Iddio è il più Grande). Gli oranti seguono la guida dell’Imam e, dietro di lui, mettono la loro destra sulla sinistra, sopra l’ombelico, come nella altre orazioni.
6. Poi 1’Imam recita a bassa voce quello che viene ordinariamente recitato nelle altre orazioni, ossia la “Thana” e la Fatiha, soltanto.
7. A questo punto egli dice “Allahu akbar” senza sollevare le mani e recita la seconda parte del Tashahhud (da “Allahumma salli ‘ala Muḥammad” fino alla fine).
8. Quindi pronuncia il terzo takbir (“Allahu akbar”) senza sollevare le mani ed eleva la propria supplica (Du’a’) con le parole più opportune, di preferenza queste:
Allahumma-ghfir li hayyina wa mayyitina, wa shahidina wa gha’ibina wa dhakarina wa unthana wa saghirina wa kabirina.Allahumma man ahyaytahu minna fa-ahihi ‘ala ‘l-Islami wa man tawaffaytahu minna fatawaffahu ‘ala ‘l-Islam. Allahumma la tahrimna ajrahu wa la taftinna ba’dah.”
O DIO, assicura il perdono ai nostri vivi e ai nostri morti, maschi e femmine: a quelli che sono presenti e a quelli che sono assenti, al giovani e agli anziani. “O DIO, quello di noi a1 quale assicuri la vita, aiutalo a vivere nell’Islam; quello di noi al quale decreti la morte, aiutalo a morire nell’Islam. “O DIO, non privarci del premio della pazienza mostrata per 1a sua morte e non indurci in tentazione dietro di lui”.
9. Si ha poi un quarto takbir (“Allahu akbar”), pronunciato senza alzare le mani e seguito da un augurio di pace finale, a destra e a sinistra come nelle altre orazioni. Bisogna ricordare che gli oranti schierati nei ranghi seguono la guida dell’Imam passo per passo e recitano ciascuno per conto proprio, a voce bassa, le medesime formule.
10. Quando l’orazione è terminata, il cadavere viene calato nella fossa, col volto nella direzione della Mecca. Mentre il cadavere viene calato giù, si dicono queste parole:
Bismillahi wa billahi wa ‘aLa millati rasuli Llahi, salla Llahu ‘alayhi wa sallam.”
Nel Nome di DIO e con DIO e secondo la Sunna (“consuetudine tradizionale”) del Messaggero di DIO, sul quale siano le benedizioni e la pace di DIO”. Oltre a questa, si possono recitare altre preghiere adatte alla circostanza. Se il defunto è un ragazzo che non abbia raggiunto l’età della pubertà, la preghiera è la stessa, salvo che dopo il terzo takbir e in luogo della lunga supplicagli oranti recitano queste parole:
Allahumma ‘j’alhu lana faratan wa-j’alhu lana dhukhranwa-j’alhu lana shafi’an wa mushaffa’a.”
O DIO, fa di lui (o di lei) il nostro precursore e fanne un premio e un tesoro per noi; fanne un patrocinatore per noi e accetta la sua intercessione”. L’orazione funeraria viene eseguita tutta quanta nella posizione eretta. Quando passa un corteo funebre, di un Musulmano o di chiunque altro, ogni Musulmano deve stare in piedi, in segno di rispetto per il morto. L’uomo lava l’uomo e la donna 1a donna. Una donna può lavare suo marito; un uomo o una donna può lavare i bambini. Durante il bagno, le mani di colui che lava il cadavere debbono essere coperte da un paio di guanti o da un tessuto; le parti private del morto devono essere lavate senza essere viste. La tomba deve essere scavata e contrassegnata in maniera semplice. I1 cadavere deve essere coperto con tessuto di cotone bianco di fattura ordinaria. Ogni stravaganza nell’approntamento del sepolcro o nella vestizione del cadavere con abiti raffinati non è islamica. Si tratta invece di inutile vanità, di uno spreco di beni che potrebbero essere usati in molte maniere più utili. La consuetudine di alcuni Musulmani nordamericani di offrire un banchetto abbondante e costosa in occasione del funerale di un defunto è anch’essa non islamica; è un irresponsabile dispendio di denaro e di energie che potrebbero essere di grandissimo vantaggio qualora impiegati diversamente.

Considerazioni generali sull’orazione

Come è già stato rilevato, la mente del musulmano deve essere sempre occupata del ricordo di DIO; la sua lingua deve essere impegnata nel proclamarne la lode e la gloria. Oltre alle forme di orazione suddette, vi sono molte altre occasioni in cui l’orazione è caldamente raccomandata dal Profeta Muḥammad. Tali occasioni sono le seguenti:
1. In caso di pioggia eccessiva;
2. in caso di siccità e di scarsità di pioggia;
3. in caso di eclissi di sole.
In occasioni di questo genere il Musulmano è consigliato di eseguire tutte lo unità di orazione che vuole, fin quando vuole. Vi sono altre circostanze, nelle quali il Musulmano pronuncia certe formule, senza fare ricorso ai modi prescritti delle orazioni ordinarie. In tali formule egli esprime gratitudine a DIO e apprezzamento dei Suoi favori, speranza in Lui e fiducia nel Suo aiuto, ricordo di Lui e implorazione della Sua Misericordia. Nel novero di tali circostanze rientrano le seguenti:
1. I1 momento della nascita;
2. Il momento del matrimonio;
3. IL momento in cui ci si corica e quello in cui ci si alza dal letto;
4. Il momento in cui si esce di casa e quello in cui si rientra;
5. Il momento in cui si entra in bagno e quello in cui si esce;
6. Il momento in cui si inizia un viaggio o si entra in una città;
7. Il tempo in cui si cavalca o si guida l’auto;
8. Il momento in cui ci si imbarca;
9. Il momento della depressione;
10. davanti a un vetro che rispecchia l’immagine o dinanzi a uno specchio;
11. dopo il bagno o l’abluzione;
12. quando si ricevono le primizie del raccolto;
13. quando si visita una tomba.

In ciascuna di queste circostanze il Musulmano è consigliato di rammentarsi di DIO con formule adeguate e opportune, esprimendo i propri sentimenti e la propria riconoscenza. Vi sono determinate preghiere per tali occasioni, ma uno può usare quello che conosce, purchè con esse ci si ricordi di DIO e Lo si lodi. Diamo qui sotto alcuni esempi specifici, che possono essere usati come modelli:

1. Prima di mangiare o di bere si dice:
Bismillahi wa ‘ala barakati Llah”
Nel Nome di DIO e con la benedizione di Dio” E’ pure buona consuetudine il recitare la Fatiha prima dei pasti.
2. Quando si termina il pasto si dice:
Al hamdu lillahi alladhi at’amana wa saqanawa ja’alana muslimin”
La lode è di DIO, Che ci ha dato da mangiare e da bere e ci ha fatto musulmani”.
3. Quando si fa visita a un malato, si dice:
Adhhibi ‘l-ba’sa Rabb an-nas wa shfi anta ‘sh-shafi; la shifa’a illa shifa’uka shifa’an la yughadiru saqama”
Manda via la malattia, o Signore del genere umano! E riporta la salute, chè Tu sei il Sanatore; non c’è guarigione se non quella che Tu dài; garantisci quellasalute che non lascia malattia”.  E’ il momento di recitare il Fatiha, il Tashahhud e qualche breve passo del Qur’an.
1. La Fatiha (Il Prologo, ovvero Al-hamdBismi Llahi r-Rahmani r-RahimAl hamdu li Llahi Rabbi l-‘alaminAr Rahmani r-Rahim Maliki yawmi d-din. Iyyaka na’budu wa Iyyaka nasta’in Ihdina c-cirata l-mustaqim cirata lladhina an’amta ‘alayhim, ghayri l-maghdubi ‘alayhim wa la allin. Amin.
Questo testo può essere interpretato nel modo seguente:
“Ne1 Nome di Dio, il sommamente Misericordioso, 1’assolutamente Misericorde. Sia lode a DIO, il Padrone e Reggitore dei mondi, il sommamente Compassionevole, l’assolutamente Misericorde, Sovrano del Giorno del Giudizio. Te solo adoriamo; di Te solo imploriamo l’aiuto. Mostraci la Via diritta, la via di coloro sui quali hai riversato la Tua grazia, coloro che non sono oggetto di ira e non vanno errando. Amen.”
2. I1 Tashahhud.
a) la Prima parte: At-tahiyyatu lillahi wa c-calawatu wa t-tayyibat.
As-salamu ‘alayka ayyuha n-nabiyyu wa rahmatu Llahi wa barakatuhu,
As-salamu ‘alayna wa ‘ala ‘ibadi Llahi c-calihin.
Ashhadu an 1a ilaha illa lahu wahdahu la sharika lahu wa ashhaduanna Muhammadan ‘abduhu wa rasuluh.
Interpretazione:
“Ogni omaggio, ogni adorazione, ogni santificazione spetta a DIO.
La pace sia su di te, O Profeta, e la misericordia di DIO e le Sue benedizioni.
Pace sia su noi tutti e sui pii servi di Dio.
Dichiaro che non c’è DIO se non DIO solo e dichiaro che Muḥammad è Suo servo e Suo Messaggero.
(Questa parte viene recitata dopo la seconda unità in ogni orazione che consista di tre o quattro unità; poi l’orante si leva inposizione eretta per la terza unità).
b) La seconda parte
Allahumma salli ‘aLa sayyidina Muḥammad wa ‘ala ali sayyidina Muḥammad, kama scallayta ‘a1a sayyidina Ibrahima wa ‘ala ali sayyidina Ibrahim. Wa barik ‘ala sayyidina Muḥammad wa ‘ala ali sayyidina Muḥammad, kama barakta ‘a1a sayyidina Ibrahim wa ‘ala ali sayyidina Ibrahim fi l-‘alamina innaka hamidun majid.
Interpretazione:
“O DIO! Esalta il nastro signore Muḥammad e la gente del nostro signore Muḥammad come esaltasti il nostro signore Abramo e la gente del nostro signore Abramo. E benedici il nostro signore Muḥammad e la gente del nostro signore Muḥammad come benedicesti il nostro signore Abramo e la gente del nostro signore Abramo; in verità Tu sei degno di lode e glorioso”.(Le due parti del Tashahhud vengono recitate nell’unità conclusiva di ogni orazione; quando la seconda parte è seguita dall’augurio di pace, l’orazione è completa. Nell’orazione funebre, dopo il terzo takbir si recita solo la seconda parte del Tashahhud).
3. Brevi passi del Qur’an
a)Bismi Llahi r-Rahmani r-Rahim Qul: Huwa L1ahu AhadAllahu sc-Camad.Lam yalid wa lam yulad wa lam yakun lahu kufuwan ahad.
Interpretazione:
Nel Nome di DIO, il sommamente Compassionevole, l’assolutamente Misericordioso. Di’: Lui è Iddio, il Solo ed Uno; DIO, l’Assoluto in eterno, Non genera e non è generato e non c’è nessuno simile a Lui, (Qur’an, 112)
b)Bismi Llahi r-Rahmani r-Rahim Wa l-ascr, Inna l-insana lafi khusr illa lladhina amanu wa ‘amilu c-calihati wa tawacaw bi l-haqqiwa tawacaw bi sc-cabr,
Interpretazione: Nel Nome di DIO, il sommamente Compassionevole, l’assolutamente Misericordioso. per (il segno del) tempo (attraverso le età):in verità l’essere umano è in perdita, tranne coloro che hanno fede, compiono azioni giuste, si uniscono in reciproci insegnamenti di verità e di pazienza costante.(Qur’an, 103)

Un breve passo come quelli sopra riportati viene recitato dopo la Fatiha in ciascuna delle prime due unità. Nella terza e nella quarta unità non è richiesta, oltre la Fatiha, nessun’altra recitazione. Nel Qur’an vi sono molti passi brevi e facili. Ogni Musulmano deve compiere qualche sforzo per imparare a memoria quanti gliene riesce possibile. Inoltre deve leggere e studiare le istruzioni dei Qur’an. La lettura del Qur’an è di per sè un’elevata forma di culto e una benefica forma ai devozione.

Vedi anche:

Le virtù spirituali della preghiera

La preghiera dei musulmani

La preghiera islamica (salah)

Le orazioni (salah)