LX

I profeti

Narrò ‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – d’aver sentito il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – dire:
Gli spiriti sono militi arruolati; quelli che già si conoscevano simpatizzano, quelli rimasti estranei si sentono ostili.

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Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Nel giorno della Resurrezione Abramo incontrerà suo padre Àzar, che avrà la faccia coperta di polvere. Abramo gli dirà:
Non ti avevo detto Non mi disobbedire?
Risponderà il padre:
Oggi invece non ti disubbidirò
Allora Abramo dirà:
O Signore, mi avevi promesso di non umiliarmi il giorno in cui tutti sarebbero stati resuscitati. Ora, quale umiliazione più grande di questa, che mio padre sia il più reietto?
Ma Iddio, l’Altissimo, dichiarerà:
Io ho vietato il Paradiso ai miscredenti.
Poi sarà detto:
Abramo, che cosa c’è sotto i tuoi piedi?
Abramo guarderà: ecco li una iena contaminata. Verrà afferrata per le gambe e scaraventata nell’inferno.

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Narrò il figlio di Abbas:
La prima donna che indossò una cintura fu la madre di Ismaele; se la mise perché Sara non vedesse le sue orme.
Poi Abramo, partì col figlio Ismaele e con Agar, che allattava il figlio. Li collocò presso la Casa, accanto ad un albero che sorgeva sopra il pozzo di Zamzam, nella parte più alta della moschea.
A quel tempo alla Mecca non c’era nessuno e mancava l’acqua; Abramo lasciò loro un sacco di datteri e un otre d’acqua, e partì. Agar lo seguiva dicendo:
Abramo, dove vai lasciandoci in questa valle, senza amici e privi dl tutto?
Abramo non si voltava. Gli disse:
Te l’ha comandato Iddio?
Rispose:
sì.
Allora riprese Agar Egli non ci farà perire.
Giunto che fu a Taniyyah, dove non lo vedevano, rivolse il viso verso la Casa, alzò le mani e pronunciò questa invocazione: Signor nostro, in verità, io ho stabilito parte della mia discendenza in una valle sterile… affinché essi rendano grazie (XIV,40)
Agar allattò il bambino, bevendo l’acqua dell’otre finché non finì; poi ebbe sete, ed ebbe sete anche il bambino.
Vedendolo contorcersi, fu presa dalla disperazione e, accorgendosi che Safa era il monte più vicino, vi sali, e guardò giù nella valle se per caso scorgesse qualcuno. Ma non vide nessuno. Scesa allora da Safa e giunta nella valle, si sollevò i lembi della veste e si mise a correre come un uomo estenuato.
Passò la valle, salì su Marwah e di lì si fermò a guardare se per caso scorgesse qualcuno ma non vide nessuno. Sette volte ripetè questo percorso.
Il figlio di Abbas s’interruppe dicendo:
Ha detto il Profeta che per questo la gente fa quella strada di corsa.
Poi riprese:
Giunta in cima a Marwah, Agar udì una voce ed esclamò fra sè: Zitta! Tese l’orecchio, e l’udì di nuovo.
Ti sei fatto sentire disse. Se puoi aiutarmi… C’era infatti l’angelo, dietro il pozzo di Zamzam. Essa frugò dietro e intorno a lui finché l’acqua comparve zampiliando; la attinse e la versò nell’otre, colmandolo.
Il figlio di Abbas, a questo punto, ricordò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, aveva detto:
Dio benedica Agar. Se non avesse trovato quell’acqua, Zamzam sarebbe rimasta una vena superficiale!
Poi il figlio di Abbas continuò:
Agar bevve e allattò, il figlio e l’angelo disse: Non temere!
Qui sarà la Casa di Dio. Questo ragazzo la costruirà insieme col padre e sicuramente Dio non trascurerà la gente sua. La Casa sarà alta sulla terra come la collina, e i torrenti vi arriveranno da destra e da sinistra. Così fu, finché un giorno un gruppo di Banu Gurhum vi giunse e si fermò nella parte bassa della Mecca. Notarono un uccello che volava in cerchio e dissero: Quest’uccello vola intorno all’acqua che sta nella valle. E mandarono una persona o due che la trovarono. C’era lì accanto Agar; le chiesero, il permesso di fermarsi. Rispose: Si, ma senza nessun diritto sull’acqua. Accettarono.
Il figlio di Abbas aggiunse che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Agar prese confidenza con loro, essendo socievole, e i Gurhum si stabilirono li e fecero venire le famiglie. Si formò una popolazione. Ismaele crebbe, imparò da loro l’arabo; da grande ebbè per essi molto affetto e gli fu data in moglie una delle loro donne. Poi Agar mori. Abramo arrivò dopo il matrimonio del figlio, cercando quelli che aveva lasciato. Non trovò Ismaele e ne domandò a sua moglie che disse:
È andato in cerca di un guadagno per noi.
Abramo la interrogò sulla vita che facevano ed ella rispose:
Viviamo male, nelle strettezze e nei guai.
Disse Abramo:
Quando, torna tuo marito, salutalo e digli che cambi la soglia della sua porta.
Ismaele tornò provò un senso di piacere, e domandò:
È venuto qualcuno?
Rispose lei,
È venuto un vecchio così e così, e ha chiesto di te. Gli ho dato tue notizie. Ha domandato come viviamo; gli ho parlato delle nostre fatiche e dispiaceri.
Esclamò Ismaele:
Ti ha lasciato nessuna ambasciata?
Sì, mi ha detto di salutarti e poi ha detto: Digli che cambi la soglia della sua porta.
Era mio padre! E mi ha ordinato di separarmi da te, torna a casa tua.
La ripudiò e sposò un’altra dei Gurhmn.
Abramo rimase lontano quanto volle Iddio, poi tornò, non trovò Ismaele e domandò di lui alla moglie che disse:
È andato in cerca di un guadagno per noi.
Abramo la interrogò sulla loro vita. Rispose:
Viviamo bene, largamente. E lodò l’Altissimo.
Che cosa mangiate?
La carne
Che cosa -bevete?
Acqua
Signore, benedicili nella carne e nell’acqua!
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva a questo punta precisato:
A quel tempo non avevano cereali, altrimenti egli avrebbe pregato Iddio di benedirli nei cereali. Per questo soltanto alla Mecca ci si può nutrire a lungo esclusivamente di carne ed acqua senza averne alcun danno.
Disse Abramo:
Quando viene tuo marito, salutamelo e digli che conservi la soglia della sua porta.
Tornò Ismaele e domandò:
É venuto nessuno?
Si, è venuto un vecchio di bell’aspetto, e glielo descrisse lodandolo, il quale mi ha chiesto tue notizie e gliele ho date. Mi ha domandato come viviamo, gli ho risposto Bene.
Ti ha lasciato qualche messaggio?
Sì, ti saluta e ti dice di conservare la soglia della tua porta.
Era mio padre, e tu sei la soglia che mi comanda di conservare!
Passò per loro il tempo che Dio volle, tornò Abramo. Ismaele stava lavorando una sua freccia sotto l’albero vicino al pozzo di Zamzam. Appena lo vide balzò in piedi e fecero quel che fanno il padre col figlio e il figlio col padre. Poi Abramo disse:
Senti, Ismaele, Dio mi ha comandato una cosa.
Fa quel che ti comanda il Signore.
Mi aiuterai?
Ti aiuterò.
Dio mi ha comandato di costruire qui una Casa.
E indicò le colline alte intorno alla Mecca. Subito dopo gettò le fondamenta della Casa; Ismaele portava le pietre e Abramo fabbricava, finché, quando i muri ebbero raggiunto una certa altezza, Ismaele portò questa pietra e la pose qui. Abramo vi sali sopra e continuò a lavorare e Ismaele a portargli le pietre, e ambedue dicevano: Signore nostro, accettala da noi Tu che sei veramente Colui che ode e sa. Lavorarono e, alla fine, fecero Il giro rituale intorno alla Casa, ripetendo:
Accettala da noi Tu che sei veramente Colui che ode e che sa.

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Narrò Abu Darr:
Domandai al Profeta – Iddio io benedica e gli dia eterna salute- quale tempio di questo mondo sia stato fondato per primo. Rispose:
Il Tempio del Grande Rispetto alla Mecca.
E dopo quello?
Il Tempio Più Lontano.
E quanto tempo passò fra i due?
Quarant’anni. Però in qualsiasi luogo tu sia all’ora della preghiera, lì prega. É nella preghiera che sta il merito.

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Narrò il figlio di Umar – sia soddisfatto Iddio di ambedue -:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – quando si fermò a Higr nella spedizione di Tabuk, ordinò di non bere da quei pozzi e di non attingervi acqua. Gli risposero: L’abbiamo attinta e adoperata per impastare Il pane. Ordinò allora di buttar via l’acqua e di dar da mangiare ai cammelli la pasta, e di attingere acqua soltanto dal pozzo ove beveva la cammella.

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Narrò Abu Hurayrah – sia soddisfatto -Iddio di lui -:
Fu domandato all’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Chi è il più nobile degli uomini?
Rispose:
Colui che più teme Iddio.
Dissero:
Non ti abbiamo interrogato su questo.
Disse:
Il più nobile è Giuseppe, profeta di Dio, figlio di profeta di Dio, figlio di profeta di Dio, figlio dell’Amico di Dio.
Dissero:
Non ti avevamo interrogato su questo.
Mi domandate allora del migliore degli Arabi? I migliori degli Arabi sono quelli che furono ottimi nel tempo dell’Ignoranza e sono ottimi nell’Islam, purché siano dotti.

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‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – raccontò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – le aveva detto :
Ordina ad Abù Bakr di dirigere la preghiera pubblica.
Ella aveva risposto:
È un uomo sensibile e scrupoloso; quando ti sostituisce si affiigge.
Ripeterono l’ordine e la risposta fino alla terza o alla quarta volta, quando il Profeta disse:
Voi donne siete davvero come le amiche di Giuseppe; va a comandare -ad Abu Bakr quel che ti ho detto.

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Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
L’angelo della morte fu mandato da Mosè – la pace eterna su di lui – il quale non gli aprì la porta.
Tornò dal Signore e gli disse:
Mi hai mandato da un tuo servo – che rifiuta la morte.
Rispose il Signore:
Torna da lui e digli: Metti una mano sulla schiena di un bue; otterrai un anno di vita per ogni pelo in cui hai affondato il dito. Signore, e poi? domandò Mosè.
Poi morirai.
Venuto il momento. Mosè chiese a Dio di essere avvicinato alla Terra Santa, alla distanza del tiro di un sasso.
E disse Abu Hurayrah che il Profeta aveva concluso:
Se io fossi lì, vi mostrerei la sua tomba: sta accanto alla strada, sotto una duna rossa.

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Abu Hurayrah sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
Un Musulmano e un Giudeo attaccarono lite. Il Musulmano giurò come era solito: Per Colui che ha scelto Muḥammad – Iddio lo- benedica e gli dia eterna salute – sopra tutto il creato, e il Giudeo giurò: Per Colui che ha scelto Mosè sopra tutto il creato.
Allora il Musulmano alzò una mano e gli diede una schiaffo. Il Giudeo andò dal Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e lo informò del suo caso. Disse Il Profeta:
Non mi preferite a Mosè, perché tutti gli uomini moriranno ed io sarò il primo a resuscitare. Troverò Mosè già accanto al Trono, baldanzoso, e non saprà se è uno di quelli morti e resuscitati prima di me, o se è uno di quelli che Dio ha eccettuato da morte e resurrezione.

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Narrò Abu Hurayrab che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Adamo e Mosè ebbero una discussione e Mosè disse:
Tu sei quell’Adamo che il peccato ha escluso dal Paradiso.
Adamo rispose.
Tu sei quel Mosè che Dio ha prescelto come suo Inviato ed oratore, e ora mi biasimi per una cosa che fu destinata contro di me prima che io fossi creato.

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Narrò Abù Hurayrah che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – gli aveva detto:
Ier l’altro un ‘ifrit dei ginn, trovandosi in libertà, tentò di interompere la mia preghiera, e Dio lo mise in mio potere.
Lo catturai e avrei voluto legarlo ad una delle colonne della moschea per mostrarlo a voi tutti. Poi ricordai la preghiera di mio fratello Salomone: SSignor mio, perdonami e concedimi un regno, quale non debba toccare a nessuno dopo di me, poiché sei Tu il Donatore supremo (XXXVIII, 34), e respinsi con disprezzo quel ‘ifrit insolente e ribelle agli uomini e ai ginn.

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Narrò Abu Musa al Asari che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Gli uomini perfetti sono stati molti, ma le donne che raggiunsero la perfezione sono soltanto Maria figlia di Imran e Asiyah moglie del Faraone.

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Abu Hurayrah narrò d’aver sentito il Profeta – Iddio lo benedica è gli dia eterna salute – dire:
Le donne dei Coreisciti sono le migliori: cavalcano cammelli, si dedicano totalmente ai figli, curano il patrimonio del marito. Abu Hurayrah a questo punto aggiungeva:
Maria, figli di Irnrin, non ha mai cavalcato un cammello.

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Abu Hurayrah narrò che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Io sono il più vicino degli uomini a Gesù, figlio di Maria, in questoo mondo e nell’altro.
I profeti sono fratelli, figli di madri diverse. Le loro madri sono svariate e la loro religione è unica, e fra me e Gesù non c’è nessun altro profeta.

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Narrò Abu Hurayrah che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Gesù, figlio di Maria, vide un uomo che rubava ed esclamò:
Hai rubato!
Quello rispose: No! Lo giuro per quel Dio che non v’è Dio all’infuori di Lui.
Rispose Gesù:
Credo in Dio e smentisco i miei occhi.

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Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Per Colui che tiene in mano l’anima mia, fra poco scenderà fra voi Gesù, figlio di Maria, giudice giusto; romperà la croce, ucciderà i porci, metterà fine alla guerra, prodigherà tante ricchezze che nessuno le accetterà, ed una sola prostrazione nella preghiera varrà più del mondo e di tutto qel che contiene.

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Abu Hurayrah narrò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Gl’Israeliti erano governati dai loro profeti. Quando un profeta moriva, subito un altro prendeva il suo posto. Ma dopo di me non vi sarà un altro profeta; vi saranno vicarii e saranno molti.
Gli domandaronò:
E che cosa ci comandi, Inviato di Dio?
Rispose:
Rendete loro omaggio, all’uno dopo l’altro, dando a ciascuno il suo diritto Dio chiederà loro conto di quel che hanno ricevuto in consegna da Lui.

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Narrò Abd Allah:
Mi vedo ancora davanti il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – che raccontava questo:
Uno dei profeti venne percosso dal suo popolo e sparse sangue. Se Io asciugò dalla faccia e disse:
Signore, perdonali, non sarmo quello che fanno.

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