Il sentiero di montagna

Il sentiero di montagna

Il sentiero di montagna

Un giorno un uomo intelligente, un erudito dalla mente acuta, arrivò in un villaggio. Al solo scopo di esercitare la sua mente e per il solo piacere dello studio, desiderava confrontare i vari punti di vista che potevano essere rappresentati in quel posto.
Pertanto, si recò direttamente al caravanserraglio e chiese di vedere sia l’uomo più sincero del villaggio sia quello più bugiardo. I presenti furono tutti d’accordo nel designare Kazzab come il più bugiardo e Rastgu come colui che diceva sempre la verità.

Egli andò a trovarli a turno e pose loro la stessa, semplice domanda: “Qual’ è la strada migliore per arrivare al prossimo villaggio?”.

Rastgu il Veridico rispose: “Il sentiero di montagna”.

Anche Kazzab il Bugiardo rispose: “Il sentiero di montagna”.

Il viaggiatore, naturalmente, rimase molto perplesso. Così si mise a interrogare altri abitanti di quel villaggio. Alcuni dissero: “Il fiume”; altri: “Attraverso i campi”; altri ancora: “Il sentiero di montagna”.

Egli prese quindi il sentiero di montagna. Alla questione che si era proposto di studiare in partenza si era aggiunto il problema – relativo a quella comunità – dei veritieri e dei bugiardi.
Quando arrivò al prossimo villaggio raccontò la sua storia nella casa da tè e concluse con queste parole: “Evidentemente ho commesso un imperdonabile errore di logica, chiedendo i nomi del Veridico e del Bugiardo alle persone sbagliate. Sono giunto qui senza difficoltà attraverso il sentiero di montagna”.

Un saggio ivi presente prese la parola; “Bisogna ammettere che i logici tendono a essere ciechi e devono sempre chiedere aiuto agli altri. Ma non è questo il punto. Il fatto è che, dal momento che il fiume è la strada più facile, il bugiardo ti ha suggerito di prendere il sentiero di montagna. L’uomo veridico non era soltanto veridico: aveva notato che avevi un asino e ciò facilitava il viaggio. Si da il caso che il bugiardo non si era accorto chi non avevi la barca, altrimenti ti avrebbe suggerito di prendere la strada del fiume”.

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“La gente trova impossibile credere nella realtà delle capacità e dei doni dei Sufi. È proprio questa gente che non sa che cos’è la vera fede. Crede a tante cose che non sono vere, per abitudine o perché sostenute da eminenti personaggi.

La vera fede è un’altra cosa. Coloro che sono capaci di credere realmente sono coloro che ne hanno avuto l’esperienza. Una volta/atta l’esperienza […] il semplice racconto delle capacità e dei doni non è di alcuna utilità”.

Queste parole, attribuite a Sayed Shah Qadiri, che morì nel 1854, sono talvolta citate come introduzione a “Il sentiero di montagna”.