Khwaja Shamsuddin Habib Allah

Possa Allah Santificare la Sua Anima

Khwaja Shamsuddin Habib Allah

Khwaja Shamsuddin Habib Allah (a destra)

“I miei occhi non hanno mai trattenuto niente più bello di te;
Nessuna donna fece nascere qualcuno più bello,
Nato senza colpa come se fosse stato il tuo desiderio.”
Hassan ibn Thabit, parlando del Profeta

Era il Sole della Felicità Eterna. Era l’Amato di Allah, Onnipotente ed Esaltato. Egli era lo Spirito della Gente della Verità, ed era l’Essenza dello Spirito della Gente del Gusto. Egli era la Kacba del Divino e una delle Bandiere del Nobile Messaggero. Innalzò la Conoscenza della Religione di Muḥammad. Vivificò la Via dell’Ordine Naqshbandi .
Era nato nell’anno 1113 H./1701 AD in India. Dall’infanzia la luce della  Guida e le Tracce di Pietà brillavano dalla sua fronte. Le sue fattezze (mazhar) furono forgiate con la Manifestazione della bellezza celeste (tajalli-l-jamal)

Era famoso come il Profeta Yusuf, per la sua bellezza, e tutti lo amavano perché rappresentava la bellezza. Questo è l’attributo di Dio, di cui il Profeta disse: “Dio è bello ed ama la bellezza,” ed è anche l’attributo del Profeta, di cui Anas disse, “Il tuo Profeta era il più bello nelle sembianze e aveva la voce migliore tra tutti i profeti.” A cause di ciò, Sheikh ‘Abdur-Ra’uf al-Munawi disse, “Il Profeta non ha associati nella sua bellezza.”

Quando Sheikh Mazhar (q) aveva nove anni, vide Sayyidina Ibrahim, che li conferì poteri attraverso la sua trasmissione spirituale. A quell’età, se qualcuno menzionava Abu Bakr as-Siddiq  in sua presenza, lo vedeva comparire con la vista fisica. Era in grado di vedere il Profeta e tutti i Compagni del Profeta come tutti gli Sheikh dell’Ordine Naqshbandi, specialmente Sayyidina Aḥmad al-Faruqi.

Suo padre lo allevò e lo istruì su ogni ramo della conoscenza religiosa. In giovane età  il suo cuore fu attratto dalla luce spirituale che proveniva dal suo Sheikh, as-Sayyid Nur Muḥammad . Il suo Sheikh aprì gli occhi del suo cuore e lo nutrì con il nettare del fiore della Conoscenza Celata. Lo Sheikh lo trasinò fuori dallo stato di consapevolezza di sè e lo portò alle Stazioni più Elevate, che lo portarono ad un enorme frastornamento e lo fecero svenire. Quando si riprese, accompagnò Sheikh Nur Muḥammad in un’ascensione ulteriore. Lo Sheikh gli concesse di osservare i Misteri del Mondo Celato e donò a lui Poteri miracolosi e Stazioni.

Uno sguardo del suo Sheikh aprì in lui Nove Punti, i luoghi dei Segreti Naqshbandi. Dalla conoscenza dei nove punti, egli affondò nei segreti contenuti nei cinque punti più potenti, finché lo Sheikh lo autorizzò ad “attivare” i Nove Punti in qualsiasi momento e di usarli. Poi lo riportò indietro per trovarsi alla sua presenza e solo in presenza sua. Lo portò in alto e in basso, da un piano all’altro, e lo avvolse con la sua luce e lo protesse con il suo sguardo, fino ad ottenere la perfezione ultima, risvegliandolo dall’Ignoranza.

Shamsuddin-Habib-Allah-shaykh-mazhar

Restò al servizio del suo Sheikh in totale fiducia. Continuò a progredire entrando in ritiro nel deserto e nella giungla per ordine del suo Sheikh. In questi ritiri, si nutriva solo dell’erba e delle foglie degli alberi. Durante questo periodo di ascetismo nel deserto e nella giungla, indossava solo ciò che copriva le nudità. Un giorno, dopo molti ritiri, si guardò allo specchio e non vide sè stesso, ma il suo Sheikh.

A questo livello lo Sheikh lo autorizzò a guidare i servitori di Allah alle loro destinazioni e alla Retta Via, e lo pose sul Trono della Successione, e attraverso lui il Sole della Guida ascese la Torre della Felicità.

Quando il suo Sheikh morì, continuo a visitare la sua tomba e per due anni ricevette tutte le luci e la conoscenza che il suo maestro era in grado di trasmettergli dalla tomba. Poi gli venne ordinato attraverso la connessione spirituale con lo Sheikh di connettersi con un maestro vivente.

Raggiunse la Porta dei Santi perfetti del suo tempo, Sheikh Muḥammad Afzal, Sheikh  Safi  Sa’dullah, e Sheikh Muḥammad ‘Abid. Si collegò a Sheikh Shah Kalshan ed ad un altro Sheikh chiamato Muḥammad az-Zubair. Era solito partecipare alle riunioni di Sheikh Muḥammad Afzal, uno dei khalifa dei figli di Muḥammad Ma’sum (q). Faceva visita e studiava con Sheikh ‘Abdul Ahad e ricevette da lui conoscenza degli hadith Profetici. Durante queste lezioni, tutte le volte che lo Sheikh citava un hadith, egli scompariva nell’Auto-Annullamento e una visione giungeva lui in cui sedeva con il Profeta e udiva l’hadith direttamente dal Profeta. Avrebbe corretto qualsiasi errore in cui poteva incorrere lo Sheikh nella narrazione dell’hadith ed era noto come un genio nella scienza dell’hadith.

Restò in compagnia di questi sheikh per venti anni. Progredì sempre più nello Stato di Perfezione, finché divenne un Oceano di Conoscenza. Si innalzò nel Firmamento dei Qutb fino a divenire il Polo del suo tempo, brillando come il sole a mezzogiorno. Sheikh Muḥammad Afzal disse, “A Sheikh Mazhar Habibullah venne conferito lo stato di Qutb ed è il pilastro centrale di questa tariqat nel suo tempo.”

La sua perfezione spirituale attrasse gente da ogni luogo del Subcontinente. Alla sua presenza, ogni cercatore trovava quel di cui aveva bisogno, fino a che, grazie alla sua benedizione il Subcontinente Indiano divenne come una Ka’ba circondata da schiere di esseri angelici.

Moschea Khanqah Shaykh Mazhar RA

Nella sua nobile persona erano combinati il potere di quattro tariqat. Era un maestro degli Ordini Naqshbandi, Qadiri, Suhrawardi e Chishti. Era solito dire, “Ho ricevuto i segreti e la conoscenza di questi ordini dal mio Sheikh, Sayyid Nur Muḥammad Badawani, fino ad ottenere un potere molto distinto in questi Ordini. Mi sollevò dal piano Abramico al piano di Muḥammad, che mi portò a vedere il Profeta sedersi al mio posto, mentre io mi trovavo al suo posto. Poi scomparvi e lo viedi sedersi in entrambi i posti. Poi lo vidi scomparire e mi vidi sedere in entrambi i posti.”

A seguire vi sono alcuni detti di Sheikh Mazhar (q):
“Una volta mi sedetti alla presenza di Sheikh Muḥammad ‘Abid e lo Sheikh disse, “I due soli ai due termini si incontrano e se le loro luci fossero combinate e si diffondessero in tutto questo universo, arderebbero ogni cosa.”

“Sheikh Muḥammad Afzal era molto più anziano, ma era solito alzarsi in piedi quando entravo e mi diceva, ‘Mi alzo in piedi in deferenza all’alto lignaggio che possiedi.'”

“Questo mondo intero e tutto l’universo è nella mia mano, e posso vedere ogni cosa nella mia mano.”

Possedeva innumerevoli esperienze miracolose e visioni illimitate sul mondo Celeste così come del mondo inferiore.

Una volta stava viaggiando con alcuni seguaci senza alcun cibo nè provvista. Camminavano e quando erano stanchi, sedevano. Lo Sheikh li chiamava e diceva, “Questo cibo è per voi,” e tavoli di cibo comparivano innanzi a loro.

Un giorno durante il viaggio, vi fu una terribile tempesta e il vento spazzava via ogni cosa dal sentiero. Era gelato ed ognuno tremava dal freddo. Rischiavano di morire in questo deserto di ghiaccio. Poi Sheikh Mazhar alzò le sue mani e disse, “Oh Allah fa che ci circondi, ma che non ci travolga.” Immediatamente le nubi si sollevarono attorno a loro, e pur continuando a cadere una pioggia gelata ad un miglio di distanza, attorno a loro la temperatura aumentò ad un livello confortevole.

Egli disse, “Una volta visitai la tomba di Sheikh Muḥammad Hafiz Muhsin. Scomparvi a me stesso e in una visione vidi il suo corpo. Non aveva sofferto la decomposizione e il suo sudario era sempre perfettamente pulito, tranne che per una piccola macchia su un lato del piede. Attraverso il mio potere spirituale, gli domandai di ciò. Egli mi disse, ‘Oh figlio mio, ti racconterò una storia. Un giorno presi una pietra dal giardino del mio vicino e la posi a coprire un buco nel mio giardino, e mi ripromisi di ridargliela, ma me ne dimenticai. Come risultato di quest’azione, lo sporco è apparso sul mio sudario. Questa sola azione ha macchiato il mio sudario.'”

Egli disse, “Per tanto che ti eleverai nella devozione, sarai innalzato in santità.”

Un giorno si arrabbiò contro un tiranno e disse, “Una visione mi è arrivata in cui vidi tutti gli Sheikh, da Abu Bakr as-Siddiq fino agli Sheikh di oggi, ed erano scontenti di quel tiranno.” Il giorno seguente il tiranno morì.

Un uomo venne da lui e disse, “Oh mio maestro, mio fratello è stato imprigionato in un altro paese. Ti prego, prega  Allah di salvarlo.” Egli disse, “Oh figlio mio, tuo fratello non è in prigione, ma ha fatto qualcosa di sbagliato, domani riceverai una sua lettera.” Risultò essere proprio come aveva descritto.

Informò i suoi seguaci di grandi notizie e qualcuno geloso rifiutò ciò che aveva detto. Egli disse, “Se non mi credete portate un giudice. Esporremo il nostro punto di vista e lo lasceremo giudicare tra noi.” Dissero “Non accettiamo alcun giudice eccetto il Profeta, e nel Giorno del Giudizio lo interrogheremo a proposito.” Quindi egli disse, “Non c’è bisogno di aspettare il Giorno del Giudizio. Chiederemo al Profeta di darci il suo Giudizio adesso.” Entrò in un profondo stato di contemplazione nel suo cuore e gli venne detto di recitare la Fatiha. Così fece, e immediatamente il Profeta apparve ad ognuno e disse, “Al-Mazhar  Habibullah ha ragione e voi vi sbagliate tutti.”

Sulla Creazione

Egli disse, “L’Esistenza è un Attributo di Allah soltanto. Questo mondo è soltanto un’ombra di realtà che esistono alla Presenza Divina. La realtà di tutte le creazioni possibili (haqa’iq al-mumkinat) risulta dall’azione degli Attributi Divini e dalle Qualità nel Vuoto ‘adm). L’Esistenza Reale di tutto quel che manifesta nella creazione fisica è confermata come una luce nella Presenza Divina.

“Tutto quel che appare nella creazione fisica è solo un’ombra della realtà luminosa proiettata dale Qualità Divine sopra il vuoto della non-esistenza. Il Mondo degli Attributi Divini (sifat) è l’Origine della Sorgente degli Universi Creati (mabadi’ ta‘ayyunat al-a’lam). poiché tutta la creazione fisica si eleva da una combinazione delle Qualità Divine di Allah e del Vuoto, la creazione quindi partecipa di due origini di natura opposta. Dalla natura del vuoto della non-esistenza e il niente si innalzano dense qualità di sostanza fisica che nella sfera dell’azione umana produce oscurità, ignoranza e male. Dagli Attributi Divini arriva la Luce, il Sapere e il Bene. Perciò il Sufi, quando guarda sè stesso vede tutto ciò che è bene in lui come luce dal Divino che si riflette su di lui, ma non è sua. Un paragone può essere un abito preso in prestito con cui egli si ritrova vestito magnificamente, ma che non appartiene realmente a lui e per il quale non riceve alcun merito. Per contro, vede se stesso come la sostanza base, piena di oscurità e ignoranza, con una natura peggiore di quella di un animale. Con questa percezione duale perde il suo attaccamento alle attrazioni dell’essere e cancella sè stesso, e si volta pentito (tawba) verso la Fonte Divina di ogni Bene. Con questa svolta  Allah riempie il suo amore e la brama per la Presenza Divina. Come Allah disse in un Santo Hadith, “Se il Mio servitore Mi si avvicina la lunghezza di un palmo, Io Mi avvicinerò a lui la lunghezza di un braccio; e se viene a Me camminando, Io andrò a lui correndo”

In breve, prima della sua morte, Sheikh Mazhar (q) si trovò in una condizione di grande emozione e intenso amore di Dio. Provò una profonda infelicità nell’aver trascorso così tanto tempo in questo mondo transitorio. Trascorse i suoi ultimi giorni in intensa contemplazione e, quando gli venne richiesto, rispondeva sempre che il suo stato era quello dell’Annullamento e dell’Esistenza in Allah Sublime ed Esaltato. Aumentò il suo dhikr nei suoi ultimi giorni, e come risultato di questa luce intensa e l’attrattiva generata da questo, migliaia e migliaia di cercatori entrarono nella tariqat. Ogni nuovo giorno portava tremila nuove persone alla sua porta, e non lasciava nessuno andar via senza averlo incontrato. Alla fine, divenne talmente esausto che dovette pianificare di incontrarsi con le persone solo due volte al giorno.

Un giorno, uno dei suoi seguaci, Sheikh Mullah Nasim, chiese il permesso di viaggiare e di far visita ai suoi nella sua terra natale. Egli disse, “Figlio mio, se vuoi andare, va, ma potrei non esserci più quando tornerai.” Questa risposta rimbalzò da bocca a bocca, scuotendo i cuori delle persone, poiché indicava che la sua era stava terminando. Con occhi pieni di lacrime e cuori infranti, la gente tutta attorno al Punjab cominciò a piangere e a lamentarsi. La sua casa era piena e nessuno sapeva che cosa sarebbe accaduto una volta deceduto. Poi prese un pezzo di carta e scrisse ad uno dei suoi successori, Mullah Abdur-Razzaq, “Oh figlio mio, ho passato gli ottanta e la fine della mia vita è vicina. Ricordami nelle tue preghiere.” Gli inviò questa lettera e mandò a molti altri la stessa lettera.

Ringraziando Allah per i Suoi Doni disse, “Non c’è rimasto niente nel mio cuore di quel che ho desiderato ricevere o raggiungere che non sia stato realizzato. Il mio unico desiderio restante è quello di lasciare questo mondo e trovarmi al Suo Cospetto continuamente. Allah mi ha dato ogni cosa, eccetto il permesso di recarmi da Lui. Sto chiedendo di essere portato via oggi, prima che inizi il nuovo giorno. Ma non voglio recarmi da Lui come un uomo comune. Voglio andare da Lui com’è scritto nel Santo Corano, come un martire che è sempre vivo. Perciò, oh Allah, fa di me un martire in questo mondo e portami a Te come un martire. Questo tipo di morte porterà gioia al mio cuore e mi condurrà alla presenza del Tuo Profeta e di Ibrahim e di Musa, e con tutti i tuoi 124.000 profeti; ed essere con i Compagni del Profeta, e con al-Junayd (q) e il maestro di quest’Ordine, Shah Naqshband (q), e con tutti i maestri della Tariqat. Oh Allah, voglio combinare la testimonianza del martirio fisico con la morte spirituale nello Stato della Testimonianza, nello Stato dell’Annullamento.”

Era mercoledì sera, il settimo di  Muharram, dell’anno 1195 H/1780 DC. Il suo servitore venne da lui e disse, “Vi sono tre uomini alla tua porta che vogliono farti visita.” Egli disse, “Falli entrare.” Una volta entrati, egli uscendo dalla sua camera andò incontro loro per salutarli. Uno di loro gli disse,  “Sei forse tu Mirza Jan Janan Habibullah?” Rispose, “Sì.” I  due dissero al terzo, “Sì, è lui.” Uno degli uomini prese un coltello dalla sua tasca e lo colpì alla schiena, perforandogli i reni. A causa della sua età, non fu in grado di sostenere la violenza del colpo e cadde a terra. Quando fu il tempo del Fajr, il Re gli inviò un dottore. Egli lo rimandò indietro e disse: “Non ne ho bisogno. E riguardo agli uomini che mi colpirono, li perdono, perché sono onorato di morire come martire e sono venuti in risposta alla mia preghiera.”

Lasciò questa vita il Venerdì. Quando il giorno arrivò alla metà, lesse le sure del Corano Fatiha e Ya Sin fino al tempo di ‘Asr . Chiese ai suoi seguaci, quante ore mancassero al tramonto. Gli risposero  “Quattro ore.” Egli disse, “E’ sempre molto lungo il tempo che mi separa dall’incontro con il mio Signore.” Egli disse, “Ho mancato dieci preghiere in tutta la mia vita, tutte in questi ultimi due giorni, poiché il mio corpo è pieno di sangue e non sono stato in grado di sollevare la testa.” Gli chiesero “Un malato in condizioni talmente deboli è obbligato a pregare con i movimenti degli occhi e la fronte o a posporre la preghiera?” Rispose, “Entrambi i modi sono corretti.” Attese con pazienza il tramonto, e morì. Era la notte di ‘Ashura, 1195 H./1781 d.C.

Passò il segreto al suo successore, ash-Shaykh ‘Abullah ad-Dehlawi (q).