Abdul-Khaliq-al-Ghujdawani

Possa Allah Esser Ben Compiaciuto di lui

Abdul-Khaliq-al-Ghujdawani

“Le luci di alcuni precedono il loro dhikr,
mentre lo dhikr di alcuni precedono le loro luci.
C’è chi recita lo dhikr a voce alta affinché si illumini il suo cuore;
e c’è chi ha il cuore illuminato e fa lo dhikr silenzioso.”
Ibn ‘Ata’Allah.

Era noto come lo Sheikh dei Miracoli, Colui Che Brilla Come il Sole, ed era il Maestro delle stazioni alte di spiritualità del suo tempo. Era un Conoscitore Perfetto (carif kamil) nel sufismo e realizzato nell’ascetismo. Egli è ritenuto la Sorgente di questo Ordine Onorevole Sufi e la Fonte del Khwajagan (Maestro dell’Asia Centrale).

Suo padre era Sheikh ‘Abdul Jamil, uno dei più famosi studiosi bizantini del suo tempo sia per la conoscenza esteriore che quella interna. Sua madre era una principessa, figlia del re di Seljuk d’Anatolia.

Abdul Khāliq nacque nel Ghujdawan, una città vicino a Bukhara nell’attuale Uzbekistan. Laggiù visse, morì e fu sepolto. Era un discendente dell’Imam Malik (r). Durante la sua infanzia studio il Corano e I suoi tafsir (l’esegesi), ‘ilm al-Hadith (lo studio delle Tradizioni Profetiche), le scienze della lingua araba, e Giurisprudenza con Sheikh Sadruddin. Dopo aver ottenuto la padronanza della Sharica (la scienza legale) si mosse per la jihad an-nafs (la lotta interiore spirituale), finché raggiunse un’elevata stazione di purezza. Poi si trasferì a Damasco, dove fondò una scuola da cui si laurearono molti studenti. Ognuno di loro divenne un maestro di fiqh e di hadith così come di spiritualità, sia nelle regioni dell’Asia Centrale che nel Medio Oriente.

L’autore del libro al-Hada’iq al-Wardiyya ci narra come raggiunse la sua elevata stazione attraverso la Catena d’Oro: “Incontrò Khidr (as) e lo accompagnò. Prese da lui la sua conoscenza celeste e vi aggiunse la sapienza spirituale ottenuta dal suo sheikh, Yusuf al-Hamadani.

“Un giorno, mentre leggeva il Corano alla presenza di Shaikh Sadruddin, si imbattè nel seguente ayat:  “Invocate il Signore con umiltà e raccoglimento. Egli non ama i trasgressori.” [7:55]. Questo ayat lo spinse a interrogare Shaikh Sadruddin sulla realtà dello Dhikr silenzioso e sul suo metodo. Abdul Khāliq pose la domanda in questo modo: “Nello dhikr ad alta voce devi usare la tua lingua e la gente deve ascoltarti e vederti, mentre nello dhikr silenzioso del cuore è Shaytan a doverti ascoltare e udire, dato che il Profeta Ya Rasulullah disse nel suo santo hadith: ‘Satana si muove liberamente nelle vene e nelle arterie dei Figli di Adamo.’ Quindi qual è, dunque, Oh mio Sheikh Sadruddin, la realtà del  ‘Chiamare nel segreto dei vostri cuori?’ Il suo  sheikh rispose, ‘Oh figlio mio, questo è una conoscenza del paradiso celata, e mi auguro che Allah Lodato e Onnipotente ti invii uno dei Suoi santi per ispirare sulla tua lingua e nel tuo cuore la realtà dello dhikr segreto.’

“Da quel momento Sheikh Abdul Khāliq al-Ghujdawani attese il realizzarsi di questa preghiera. Un giorno incontrò Khidr Ya Rasulullah che gli disse, ‘Adesso, figlio mio, hai il permesso dal Profeta Ya Rasulullah per ispirare sulla tua lingua e nel tuo cuore, lo dhikr nascosto con i suoi numeri..’ Egli gli ordinò di immergersi sotto l’acqua e di cominciare a fare dhikr nel proprio cuore (LA ILAHA ILLALLAH MUHAMMADUN RASUL ALLAH). Fece questo tipo di dhikr ogni giorno, finché la Luce del Divino, la Saggezza del Divino, l’Amore del Divino e l’Attrazione del Divino furono aperti al suo cuore. Grazie a questi doni le persone cominciarono ad essere attratti da Abdul Khāliq e bramosi nel seguirlo nei suoi passi, ed egli li portò a seguire le orme del Profeta Ya Rasulullah

“Fu il primo in questo onorabile Ordine Sufi ad usare lo Dhikr Silenzioso e venne considerato il maestro di questa forma di Dhikr. Quando il suo sheikh spirituale, al-Ghawth ar-Rabbani, Yusuf al-Hamadani, venne a Bukhara, e trascorse il suo tempo a servirlo. Disse di lui, ‘Quando raggiunsi i 22 anni, Sheikh Yusuf al-Hamadani ordinò a Khidr di continuare ad allevarmi e di tenermi d’occhio sino alla mia morte.”

Sheikh Mu ammad Parsa, un amico e biografo di Shah Naqshband, disse nel suo libro Faslul-Kitab, che il metodo di Khwaja Abdul Khāliq al-Ghujdawani nello dhikr e gli insegnamenti dei suoi Otto Principi furono abbracciati e incamerati da tutte e 40 le tariqa come metodo di verità e lealtà, la via della consapevolezza nel seguire la Sunnah del Profeta, abbandonando l’innovazione e opponendosi scrupolosamente ai desideri inferiori. Grazie a ciò divenne il Maestro del suo tempo e il Primo in questa linea di spiritualità.

La sua reputazione come un Maestro spirituale realizzato si diffuse. I visitatori erano soliti accorrere in massa da ogni terra per vederlo. Riunì attorno a sè murid sinceri e leali che allenava e a cui insegnava. Riguardo a ciò, scrisse una lettera a suo figlio, al-Qalb al-Mubarak Sheykh Awliya al-Kabir, per specificare la condotta dei seguaci di questo Ordine.

Diceva:

“Oh figlio mio, ti  raccomando di acquisire sia la conoscenza che la condotta giusta che il timore di Dio. Segui i passi dei devoti Salaf (le generazioni precedenti). Attieniti alla Sunnah del Profeta Ya Rasulullah, e resta in compagnia di credenti sinceri. Leggi giurisprudenza e la storia della vita del Profeta Ya Rasulullah e l’esegesi Coranica. Evita i ciarlatani ignoranti, e cerca di mantenere la preghiera in gruppo. Fa attenzione alla fama e ai suoi pericoli. Sta tra la gente comune e non cercare una posizione. Non diventare amico di re e dei loro figli, e nemmeno con gli innovatori. Mantieni il silenzio, non mangiare eccessivamente e non dormire troppo. Sfuggi la gente, come se sfuggissi dai leoni. Mantieni il ritiro. Mangia cibo lecito e abbandona le azioni dubbie tranne in caso di estrema necessità. Tieniti lontano dall’amare il mondo inferiore dato che potrebbe affascinarti. Non ridere troppo, dato che troppo riso causerebbe la morte del cuore. Non umiliare nessuno. Non lodarti . Non litigare con la gente. Non chiedere di nessun’altro tranne Allah. Prega con umiltà. Fa che i tuoi affari seguano la legge, che la tua casa sia la moschea, che il tuo Amico sia il tuo Signore.”

 

I Principi della Via Naqshbandi

‘Abdul Khāliq al-Ghujdawani coniò le seguenti frasi che sono adesso considerate I principi dell’Ordine Sufi  Naqshbandi :

1. Respiro cosciente (“Hosh dar dam“)

Hosh vuol dire “mente.” Dar vuol dire “interno.” Dam “respiro.”  Significa, secondo Abdul Khāliq al-Ghujdawani (q), che:
“il cercatore saggio deve salvaguardare il proprio respiro dalla mancanza di controllo, espirare ed inspirare, mantenendo il proprio cuore sempre alla Presenza Divina; e deve rivivere il suo respiro con devozione e servizio, inviando questa adorazione al Proprio Signore pieno di vita, dato che ogni respiro esalato e inalato con Presenza è vivo e connesso con la Presenza Divina. Ogni respiro inalato e esalato senza pensarci è morto, disconnesso dalla Presenza Divina.”

Ubaidullah al-Aḥrār (q) disse, “la missione più importante per il cercatore è in questo Ordine di salvaguardare il proprio respiro, se non ci riesce si dirà di lui che ‘ha perso se stesso ‘”

Shah Naqshband (q) disse, “Questo Ordine è costruito sul respiro. Pertanto è un dovere salvaguardare il proprio respiro nel momento dell’esalazione e dell’inalazione e oltre a ciò, salvaguardare il proprio respiro nell’intervallo tra l’inalazione e l’esalazione.”

Shaikh Abul Janab Najmuddin al-Kubra disse nel suo libro, Fawatih al-Jamal, “Lo Dhikr fluisce nel corpo di ogni singola creatura vivente attraverso la necessità del loro respiro — anche senza volontà – come segno d’obbedienza, che fa parte della loro creazione. Attraverso il loro respiro, il suono della lettera  “Ha” del Nome Divino Allah è fatto con ogni esalazione e inalazione ed è un segno dell’Essenza Celata che serve ad enfatizzare l’Unicità di Dio. Pertanto è necessario essere presenti in quel respiro, per realizzare l’Essenza del Creatore.”

Il nome ‘Allah’ che comprende i novantanove Nomi e Attributi è formato da Quattro lettere, Alif, Lam, Lam e la stessa Hah (ALLAH). La gente Sufi dice che l’assoluta Essenza celata di Allah Esaltato e Onnipotente si esprime nell’ultima lettera vocalizzata con l’Alif, “Ha.” Essa rappresenta l’Assolutamente Celato “l’Identità “ di Dio Elevato (Ghayb al-Huwiyya al-Mutlaqa lillah ‘azza wa jall). La prima Lam è per amore dell’identificazione (tacrif) e la seconda Lam è per amore dell’enfasi (mubalagha).

Salvaguardare il tuo respiro dall’insensatezza ti porterà ad una Presenza completa, ed una Presenza completa ti porterà ad una Visione completa, e una completa Visione ti porterà ad una completa Manifestazione dei Novantanove Nomi di Allah e degli Attributi. Allah ti conduce alla Manifestazione dei suoi Novantanove Nomi e Attributi e tutti I Suoi altri Attributi, dato che si dice, “Gli Attributi di Allah sono tanti quanti i respiri degli esseri umani.”

Deve essere noto a tutti che prevenire il respiro dall’insensatezza è difficile per i ricercatori. Pertanto devono essere attenti a cercare il perdono (istighfar) dato che cercare il perdono purifica e santifica e prepara il cercatore alla Manifestazione Reale di Allah ovunque.

2. Osserva il tuo passo (“Nazar bar qadam“)

Vuol dire che il cercatore mentre cammina deve mantenere lo sguardo sul proprio piede. Ovunque stia per appoggiare il piede, il suo sguardo deve trovarsi là. Non è permesso di gettare sguardi qua e là, osservando a destra e a sinistra o davanti a lui, dato che gli sguardi non necessari velano il cuore. La maggior parte dei veli sul cuore sono creati da immagini che si trasmettano dai tuoi occhi alla tua mente durante la tua vita quotidiana. Ciò può disturbare il tuo cuore con turbolenza a causa dei vari tipi di desideri che si stampano nella tua mente . Queste immagini sono come veli sul cuore. Impediscono la Luce della Presenza Divina. Questo è la ragione per cui i santi Sufi non permettono ai loro seguaci, che hanno purificato il proprio cuore con lo Dhikr costante, di guardare altro dai loro piedi. I loro cuori sono come specchi, che riflettono e ricevono ogni immagine facilmente. Questo può distrarli e recare impurità ai loro cuori. Pertanto è ordinato al cercatore di abbassare il suo sguardo per non essere assalito dalle frecce dei diavoli.

Abbassare lo sguardo è anche segno di umiltà; la gente orgogliosa e arrogante non guarda mai i propri passi. È anche un indicazione che uno sta seguendo i passi del Profeta Ya Rasulullah, che quando camminava non era solito guardare a sinistra e a destra, ma osservava solo i propri passi, muovendosi fermo verso la propria destinazione. È anche segno di uno stato elevato, quando il cercatore non guarda niente tranne il suo Signore. Come chi intenda raggiungere rapidamente una destinazione, così il cercatore della Presenza Divina di Allah si muove rapidamente senza guardare a destra o a sinistra, senza osservare i desideri di questo mondo, ma cercando solo la Presenza Divina.

Imam ar-Rabbani Aḥmad al-Faruqi (q) disse nella 295ma lettera del suo Maktubat
“Lo sguardo precede il passo e il passo segue lo sguardo. L’ascensione allo stato. L’Ascensione allo stato elevato avviene per primo attraverso la Visione, seguita dal Passo. Una volta che il Passo raggiunge il livello dell’Ascensione dello Sguardo, allora lo Sguardo verrà innalzato ad un altro stato, in cui il Passò seguirà a sua volta. Quindi lo Sguardo sarà sollevato ancora più in alto e il Passo seguirà a sua volta. E così via, finché lo Sguardo giunga ad uno stato di Perfezione in cui spingerà il Passo. Diciamo, “Quando il Passo segue lo Sguardo, il murid ha raggiunto lo stato di Disponibilità nell’avvicinarsi ai Passi del Profeta, pace su di lui. Pertanto i Passi del Profeta Ya Rasulullah sono considerati l’Origine di tutti i passi.”

Shah Naqshband (q) disse, “Se osservassimo gli errori dei nostri amici, resteremmo senza amici,  dato che nessuno è perfetto.”

3. Il viaggio verso casa (“safar dar watan“)

Significa viaggiare verso la propria terra natale. Vuol dire che il cercatore si sposta dal mondo della creazione al mondo del Creatore. È riportato che il Profeta Ya Rasulullah disse, “Sto andando dal mio Signore da uno stato ad uno stato migliore e da una stazione ad una più alta.” È detto che il cercatore deve viaggiare dal Desiderio per il proibito al Desiderio della Presenza Divina.
L’Ordine Sufi Naqshbandi divide questo viaggio in due categorie. Il primo è il viaggio esteriore e il secondo è quello interiore. Il viaggio esteriore è viaggiare da una terra all’altra in cerca della guida perfetta che vi prenda sotto sè e vi diriga verso la vostra destinazione. Questo vi renderà in grado di muovervi nella seconda categoria, il viaggio interiore. I cercatori, una volta trovata una guida perfetta, non possono compiere un altro viaggio esteriore. Nel viaggio esteriore vi sono molte difficoltà che i principianti non possono affrontare senza cadere in azioni proibite, dato che sono deboli nelle loro pratiche.

La seconda categoria è il viaggio esteriore. Il viaggio interiore richiede al cercatore di abbandonare le proprie abitudini e muoversi verso modi più elevati, gettando via dal proprio cuore ogni desiderio mondano. Sarà sollevato da uno stato di sporcizia a uno di purezza. In quel momento non necessiterà più di alcun viaggio interiore. Avrà purificato il suo cuore, rendendolo puro come l’acqua, trasparente come il cristallo, pulito come uno specchio, che mostra le realtà di ogni questione nell’essenza per la sua vita quotidiana, senza alcun bisogno di azioni esteriori da parte sua. Nel suo cuore apparirà tutto quel che è necessario per la sua vita e per quella di coloro che lo circondano.

4. Solitudine nella Folla(“khalwat dar anjuman“)

Khalwat” vuol dire ritiro. Significa, stare esteriormente con gli altri, restando interiormente con Dio. Vi sono anche qui due tipi di ritiro. Il primo è il ritiro esteriore e il secondo è quello interiore.

Il ritiro esteriore richiede che il cercatore si ritiri in un luogo privato, lontano dalla gente. Stando lì con se stesso, si concentra sullo Dhikrullah, il ricordo di Dio, in modo di raggiungere uno stato in cui il Regno dei Cieli si riveli. Quando incateni i sensi esteriori, i tuoi sensi interiori saranno liberi di raggiungere il Regno dei Cieli. Questo ti condurrà alla seconda categoria; il ritiro interiore.

Il ritiro interiore vuol dire ritiro tra la gente. All’interno del proprio cuore il cercatore deve essere presente con il suo Signore e assente dal Creato, pur restanto fisicamente in esso. Si dice: ” Il cercatore sarà così profondamente coinvolto nello Dhikr silenzioso del proprio cuore che, anche se entrassero una folla di persone, egli non udrebbe le loro voci. Lo stato dello Dhikr lo sovrasta. La manifestazione della Presenza Divina lo spinge ad essere consapevole del proprio Signore e di nient’altro. questo è il livello più elevato di ritiro, e viene considerato il vero ritiro, come menzionato dal Santo Corano:“Genti che nè affare nè commercio distraggono dalla “rammemorazione” di Dio” [24:37]. Questa è la via dell’ordine Naqshbandi.

Il ritiro primario degli Sheikhs Naqshbandi è quello interiore. Sono con il loro Signore e simultaneamente stanno con la gente. Come disse il Profeta,s.A.’a.s., ” Ho due volti; uno innanzi al mio Signore e l’altro davanti alla creazione.” Shah Naqshband enfatizzò il bene del riunirsi quando affermò: Tariqatuna as-suhbat wa-l-khairu fil-jam’iyyat (“La nostra Via è nella Compagnia, e il Bene deriva dal ritrovarsi in gruppo”).

Si dice che il credente che possa aver a che fare con la gente e sopportare le loro difficoltà sia migliore del credente che si tiene lontano dagli altri. Su questo punto delicato l’Imam Rabbani disse,

“Deve essere noto che il cercatore all’inizio debba utilizzare il ritiro esteriore per isolarsi dalla gente, praticare e concentrare su Allah, Onnipotente e Lodato, finché non abbia raggiunto uno stato più elevato. In quel momento sarà consigliato dal proprio sheikh, con le parole di Sayyid al-Kharraz, ‘la Perfezione non è mostrare i propri poteri miracolosi, ma è sedersi tra la gente, comprare e vendere, sposarsi e avere figli; e nonostante questo non lasciare la presenza di Allah neppure per un momento.”

5. Ricordo Essenziale (“yad kard“)

Il significato di ‘Yad’ è Dhikr. Mentre “kard” è l’essenza di Dhikr. Il cercatore deve fare Dhikr con la negazione e l’affermazione sulla propria lingua finché non abbia raggiunto lo stato della contemplazione del suo cuore (muraqaba). Quello stato si otterrà recitando ogni giorno la negazione (LA ILAHA) e l’affermazione (ILLALLAH) con la lingua, tra le 5,000 e le 10,000 volte, rimuovendo dal proprio cuore gli elementi che lo appannano e lo impolverano. Questo dhikr ripulisce il cuore e porta il cercatore nello stato della Manifestazione. Deve mantenere questo dhikr quotidianamente, sia con il cuore che con la lingua, ripetendo ALLAH, il nome dell’Essenza di Dio che racchiude in sè ogni altro nome e Attributo, o attraverso la negazione e l’affermazione attraverso la recitazione di LA ILAHA ILLALLAH.

Questo Dhikr quotidiano porterà il cercatore alla presenza perfetta dell’Uno Che è glorificato.
Lo Dhikr di negazione e affermazione, secondo il modo dei Maestri Sufi Naqshbandi, richiede che il cercatore chiuda i suoi occhi, la bocca, stringa i denti, accosti la propria lingua al palato, e trattenga il respiro. Deve recitare lo Dhikr attraverso il cuore, con la negazione e l’affermazione, iniziando dalla parola LA (“Non”). Fa risalire questo “No” da sotto l’ombelico fin sopra al suo cervello. Una volta che la parola “Non” ha raggiunto il suo cervello, egli emette la parola ILAHA (“dio”), spostandola dal cervello alla spalla sinistra e colpisce il cuore con ILLALLAH (“eccetto Il Dio”). Quando quella parola colpisce il cuore la propria energia e il calore si irradia ad ogni parte del corpo . il cercatore che ha negato tutto ciò che esiste in questo mondo con le parole LA ILAHA, afferma con le parole ILLALLAH che tutto l’esistente è stato annullato nella Presenza Divina.

Il cercatore ripete questo in ogni respiro, inalando e esalando, sempre facendolo arrivare al cuore, secondo il numero di volte prescrittogli dal proprio sheikh. Il cercatore raggiungerà probabilmente lo stato in cui in un respiro può ripetere LA ILAHA ILLALLAH ventitre volte. Un perfetto sheikh può ripetere LA ILAHA ILLALLAH un’infinità di volte in ogni respiro. Il significato di questa pratica è che l’unico scopo è ALLAH e non vi è altro scopo.

Osservare la Presenza Divina come l’Unica Esistenza dopo tutto ciò, riporta nel cuore del murid l’amore del Profeta Ya Rasulullah e in quel momento recita, MUHAMMADUN RASULULLAH (“Muḥammad è il Profeta di Dio”) che è il cuore della Presenza Divina.

6. Ritornare (“baz gasht“)

Questo è uno stato in cui il cercatore, che fa lo Dhikr con la negazione e l’affermazione, giunge a comprendere la frase del Santo Profeta Ya Rasulullah, ilahi anta maqsusdi wa ridaka matlubi (“Oh mio Dio, Tu sei la mia Mèta e il Tuo Buon Piacere è il mio scopo.”). Recitando questa frase aumenterà nel cercatore la consapevolezza dell’Unicità di Dio, fino a raggiungere lo stato in cui l’esistenza di tutta la creazione svanisce dai suoi occhi. Tutto quel che vede, ovunque egli osservi, si trova l’Assoluto. I murids Naqshbandi recitano questa sorta di dhikr per estrarre dai propri cuori il segreto dell’Unicità, e per aprire sè stessi alla Realtà dell’Unica Presenza Divina. Il principiante non dovrà abbandonare questo dhikr prima di aver trovato il suo potere nel cuore. Deve continuare a recitarlo, imitando il proprio Sheikh, dato che il Profeta Ya Rasulullah disse, “Chiunque imiti un gruppo di persone, apparterrà a loro.” E chiunque imiti il proprio insegnante troverà un qualche giorno questo segreto rivelato nel proprio cuore.

Il significato della frase”baz gasht” è il ritorno ad Allah Elevato e Onnipotente mostrando un completo abbandono e sottomissione alla Sua Volontà, e totale umiltà nel donar Lui tutte le dovute lodi. Questo è il motivo per cui il Santo Profeta menzionò nella sua invocazione,ma dhakarnaka haqqa dhikrika ya Madhkur (“Non ci ricordiamo di Te, quanto Tu meriti di esser ricordato, Oh Allah”). Il cercatore non può giungere alla presenza di Allah nel proprio dhikr, e non può manifestare i Segreti e gli Attributi di Allah nel suo dhikr, se non compie lo dhikr con il Sostegno di Allah e con il Ricordo che Allah ha di lui. Come disse Bāyazīd: “Quando Lo raggiunsi vidi che il Suo ricordo di me procedeva il mio ricordo di Lui.” Il cercatore non può fare dhikr da solo. Deve riconoscere che Allah sta facendo dhikr tramite lui.

7. Attenzione(“nigah dasht“)

Nigah” significa sguardo. Vuol dire che il cercatore deve osservare il proprio cuore e salvaguardarlo, prevenendo l’entrata di cattivi pensieri. Le inclinazione cattive impediscono al cuore di ricongiungersi con il Divino. È noto nella Naqshbandiyya che quando il cercatore riesce a salvaguardare il proprio cuore dalle cattive inclinazioni per quindici minuti ha raggiunto un grande traguardo. Dato che potrà esser considerato un vero Sufi. Sufismo è il potere di salvaguardare il cuore dai cattivi pensieri e proteggerlo dalle inclinazioni inferiori. Chiunque raggiunga queste due mete, conoscerà il suo cuore, e chiunque conosce il proprio cuore, conosce il proprio Signore.

Il Santo Profeta Ya Rasulullah ha detto, “Chiunque conosce se stesso, conosce il proprio Signore.”

Uno sheikh sufi disse, “Per aver salvaguardato il mio cuore per dieci notti, il mio cuore ha salvaguardato me per venti anni.”

Abu Bakr al-Qaittani disse, ” Sono stato a guardia alla porta del mio cuore per 40 anni, e non l’ho mai aperta a nessuno tranne ad Allah, Onnipotente e Esaltato, fino al punto in cui il mio cuore non conosceva nessuno tranne Allah, Onnipotente e Esaltato.”

Abul Hassan al-Kharqani disse, “Sono 40 anni che Allah osserva il mio cuore e non ha mai visto nessuno tranne Sè Stesso. E non c’è posto per nessuno nel mio cuore tranne Allah.”

8. Memoria (“yada dasht“)

Vuol che chi recita lo dhikr salvaguarda il proprio cuore con la negazione e l’affermazione in ogni respiro senza abbandonare la Presenza di Allah Onnipotente ed  Esaltato. Richiede al cercatore di mantenere il proprio cuore continuamente alla Presenza Divina di Allah. Questo gli permette di realizzare e manifestare la Luce dell’Unica Essenza (anwar adh-dhat al-Ahadiyya) di Dio. Quindi riesce a liberarsi di tre delle quattro forme diverse di pensiero: i pensieri egoistici, i pensieri cattivi e i pensieri angelici, mantenendo e affermando unicamente la quarta forma di pensiero gli haqqani o pensieri di verità. Ciò lo porterà al più alto stato di perfezione, scartando tutto l’immaginario e abbracciando solo la Realtà che è l’Unicità di Allah, Onnipotente e Esaltato.

‘Abdul Khāliq al-Ghujdawani ebbe quattro califfi. Il primo fu Shaikh Aḥmad as-Siddiq, originario di  Bukhara. Il secondo Kabir al-Awliya (“Il Più Grande dei Santi”), Shaikh Arif Awliya al-Kabir (q). Originario di Bukhara, fu un grande sapiente di Scienze interiori e esteriori. Il terzo califfo fu Shaikh Sulaiman al-Kirmani (q). Il quarto ‘ Arif ar-Riwakri (q). Fu a quest’ultimo che Abdul Khāliq (q) passò il Segreto della Catena d’Oro prima di morire il 12 di Rabi’ul-Awwal nel 575 H.