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Chi sono i Sufi

La parola “Sufi” ha una triplice etimologia:

  1. Gli “ahl us-Suffa” erano “quelli della veranda”, i Compagni del Profeta (s.A.’a.s.) Muḥammad (Su di loro siano le benedizioni e la pace) che avevano lasciato tutto pur di vivere quanto più vicino al Profeta (s.A.’a.s.). Risiedevano sotto una veranda fuori della casa di Aisha.
    Quando il Profeta (s.A.’a.s.) usciva erano i primi ad incontrarlo, quando riceveva un dono lo divideva con loro. Il Profeta (s.A.’a.s.) mostrò per loro i suoi poteri miracolosi facendo moltiplicare il contenuto di un bicchiere di latte che fu sufficiente per tutti.
    Vivevano senza possedere nulla ed in continui digiuni e devozioni.
  2. Suf” vuol dire lana. I Sufi dei primi secoli erano asceti che vivevano nei deserti vestiti di una lunga tunica di lana, loro unica proprietà, insieme al secchiello per l’acqua. Questa tunica era ovviamente logora e rattoppata. Queste toppe, cento come i nomi di Allah menzionati nel Corano, in epoca più tarda divennero colorate, fino a diventare il “costume” tipico del “Dervish” (poverello) del medioevo. Se vi è capitato di vedere nelle nostre strade i Muridi Baifal senegalesi potete capire come questa tradizione sia ancora viva.image
    O figli di Adamo, facemmo scendere su di voi un abito che nascondesse la vostra vergogna e per ornarvi, ma l’abito del timor di Allah è il migliore. (Corano, 7, 26)
  3. Safa” vuol dire purezza: i Sufi sono i Puri. Per questo se chiedete a uno se è un Sufi, non sentirete mai dire di sì, perché chi lo è, per modestia non lo dice.

I Sufi quindi sono parte integrante della storia delle religioni, nati al tempo del Profeta (s.A.’a.s.) che era il continuatore del messaggio di Gesù, Salomone, Davide, Mosè, Abramo, Noè, Idris (Ermete Trismegisto), Adamo, ecc. (Su di loro tutti siano le benedizioni e la pace).

Fino al secolo scorso, prima dell’avvento del pensiero modernista e riformatore, foriero delle disgrazie e le violenze attuali, nei paesi musulmani l’Ilm ut-Tasawwuf (Scienza del Sufismo) era materia di insegnamento nelle università islamiche (perché a cosa servono Imam, Dottori della Legge pieni di orgoglio, superbia, miseri di cuore, invidiosi, ecc.?!!) Gli Imam, come tutti del resto, erano socialmente invitati a sottomettersi non solo allo studio di libri, ma anche alla pratica della Scienza della Purificazione dei Cuori, per raggiungere le Virtù dell’Eccellenza (Ihsan) nelle mani di uno Shaikh Sufi.

Naturalmente vi sono stati tempi in cui, per manifestare l’ipocrisia imperante, i Sufi hanno dovuto proferire affermazioni iperboliche tali da poter suscitare una reazione, per questo alcuni, ma solo alcuni, sono stati tacciati di eresia.

Ma come ben sapete, la Verità non e’ per tutti…

Notate ad esempio questi versi di Ibn l-‘Arabi contenuti nel “Tarjumân Al-Ashwâq“:

Il mio cuore è divenuto capace di accogliere ogni forma
è un pascolo per le gazzelle,
un convento per i monaci cristiani
è un tempio per gli idoli,
è la Ka’ba del pellegrino
è le tavole della Torah,
è il libro del Sacro Corano.
Io seguo la Religione dell’amore,
quale mai sia la strada
che prende la sua carovana:
questo è mio credo e mia fede.


Da “Il segreto dei segreti”- Sirr al-asràr – di ‘Abd al-Qàdir al-Jilani

In arabo la parola “tasawwuf”, è composta da quattro consonanti:
T, S, W, F, che significano:

La prima lettera sta per Tawba, ovvero “pentimento”, che è il primo passo sulla Via.
E’ come se si trattasse di un doppio passo, uno esteriore ed uno interiore: l’esteriore consiste nel pentimento relativo alle parole, agli atti ed ai sentimenti, mantenendo la propria vita scevra di peccati e di atti illeciti, perseguendo l’obbedienza, rifuggendo rivolta ed opposizione per cercare accordo ed armonia. Il passo interiore del pentimento è un atto del cuore consistente nel purificarlo dai desideri per le cose di questo mondo e nella sua completa dedizione al Divino.

Il secondo grado è lo stato di gioia e purezza, safà ed è simboleggiato dalla lettera
Anche in questo grado vi sono due passi da fare: il primo verso la purezza del cuore, il secondo verso il suo centro nascosto. La purezza del cuore (safà al-qalb) proviene da un cuore che si è liberato dall’ansia provocata dal peso delle preoccupazioni mondane per il cibo, per il bere, per il dormire, per i vani discorsi. Il modo per liberare il cuore e purificarlo è quello del ricordo (dhikr) di Allàh.

La terza lettera W, stà per la parola walàya, che è lo stato di santità degli amanti di Allàh e dipende dalla purezza interiore. Allàh menziona i Suoi amici (awliyà) nel Sacro Corano:
“Invero sugli amici di Allàh non vi è timore nè essi sono rattristati.”, “Per costoro vi sono delle buone novelle in questo mondo e nell’altro.” (Cor. 10 – 62,64).
L’effetto visibile di tale stato è l’essere abbellito con i più bei tratti del carattere, con le virtù ed i buoni costumi; si tratta dell’elargizione di un dono divino. Il Profeta (s.A.a.s.) ha detto: “Caratterizzatevi con i tratti divini”.

La quarta lettera F, stà per fanà, l’estinzione dell’io, lo stato di annientamento in Allàh, ovvero a tutto ciò che non è Allàh. Quando gli attributi della natura umana si estinguono ed il falso io svanisce assieme alla molteplicità degli attributi e delle forme di questo mondo, allora non sussistono più che gli Attributi dell’Unità (sifàt al-ahadiyya).
Questa è la stazione dei Profeti e dei Santi, gli amici di Allàh, situata nel dominio della Natura divina (làhùt).

Quando l’esistenza contingente è unita all’esistenza eterna, non può essere più concepita come un’esistenza separata; quando tutti i legami terreni sono abbandonati e si è in unione con Allàh, con la Realtà divina, si riceve una eterna purezza, non si può più essere biasimati e si diventa uno dei “compagni del giardino, dove dimorano per sempre” (Cor.VII, 42), “coloro che credono ed operano rettamente” (ibid.) .
Tuttavia “Noi (Allàh) non poniamo alcun peso sull’anima che essa non possa sopportare ” (ibid).
L’uomo deve soltanto possedere una instancabile pazienza . “Ed Allàh è con coloro che con pazienza perseverano” (Cor. VIII,66).


Imam Shafi’i (il fondatore di una delle quattro scuole giuridiche ortodosse) disse:

Faqihan wa sufiyyan fa kun laysa wahidan
fa inni wa haqqillahi iyyaka ansahu

Sii un faqih (giureconsulto; esperto nella Legge Sacra) ma anche un sufi: non essere solo uno dei due!
In verità, questo è il mio consiglio sincero

 

Mentre Imam Malik (altro fondatore di una delle quattro scuole giuridiche ortodosse) disse:

Man tasawwafa wa lam yatafaqqa fa qad tazandaqa
wa man tafaqqaha wa lam yatasawwaf fa qad tafassaqa
wa man jama`a bayn al-ithnayn fa qad tahaqqaqa

Chi segue il Sufismo ignorando la Legge diviene un perverso,
Chi segue la Legge ignorando il Sufismo diviene un empio.
Chi armonizza Legge e Sufismo si dimostra veridico.


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